Lo spiritismo nella moderna civiltà europeo
americana. Come dimostreremo in prosieguo, la manifestazione dei
fenomeni spiritici ha turbato l'umanità fin quasi dall'origine
del mondo; la scienza che di essi si è occupata ha mutato, come
vedremo, e come, del resto, era naturale, nome e carattere
passando attraverso le varie civiltà e le varie parti del mondo,
subendo di continuo modificazioni talvolta profonde, ma non mai
tali da cambiarne radicalmente il carattere. Ciò non per tanto,
quello che è lo spiritismo propriamente detto data da ieri, cioè
dallo scorcio della prima metà del secolo decimonono, e fu
dall'America, e più propriamente dal piccolo villaggio di
Hydesvilles, importato in Europa, in seguito agli straordinari
fenomeni che sconvolsero quegli abitanti, verificatisi in casa
di certi Fox. Paul Gibier narra con tanto sapore questi fatti,
d'altronde molto interessanti, sia per sé stessi sia per
stabilire l'origine dello spiritismo moderno, che ne faccio un
sunto pei lettori, avvertendo però che la prima manifestazione
spiritica dei tempi moderni risale al 1840. I fatti si svolsero
a. Mottlingen (Wurtemberg) ad opera del medium incosciente
Gottliebin Dittus sotto l'azione e la direzione anche
incosciente del pastore Blumhardt.
Lascio la parola al professar D. Metzger,
che fu dotto relatore dei fenomeni di visione, audizione,
possessione, ipnotismo e magnetismo, prodottisi cosi
misteriosamente.
" Ecco la storia. Essa è curiosa sotto più
d'un aspetto. Prima d'ogni altro pe la sua data, anteriore di
qualche anno ai fenomeni di spiritismo propriamente detti
prodottisi agli Stati Uniti; poi per la sua spontaneità. Né
Gottliebin né il pastore Blumhardt desideravano entrare in
comunicazione col mondo misterioso e prodigioso che si rivelò
loro. Le loro angosce, le loro ripugnanze, le loro incertezze in
presenza di forze che per essi erano estrinsecazioni diaboliche
provano la loro sincerità.
<< Del resto il valore personale di
Blumhardt, sia dal punto di vista morale che da quello
intellettuale, la sua devozione per l'umanità sofferente Io
mettono al disopra di ogni sospetto.
" Quando egli parla delle cose che ha
viste, e ne afferma la realtà, gli si può crede e. Quanto alle
sue spiegazioni è permesso, naturalmente, di discuterle, di
confrontarle coi fatti, di contraddirle al bisogno. Comunque, è
importante che un pastore ortodosso sia giunto, dopo numerose e
pazienti osservazioni, a constatare questo fatto: che le anime,
dopo la loro separazione dal corpo, non sono per sempre separate
in due campi, senza possibilità alcuna di passare dall'uno
all'altro. Ed è già molto il fatto di un credente che afferma
l'intervento delle anime dei morti nelle cose umane, e una
solidarietà affettiva fra i due mondi, quello dei vivi e quello
dei morti. «Fu una rivoluzione, un capovolgimento completo di
quanto s'era fino allora supposto circa la vita postmortem ».
Storia della famiglia Fox
La famiglia Fox si componeva del padre,
John Fox, della madre, Mistress Fox, e di due figliuole:
Margaret, quindicenne, e Kate, di appena dodici anni. I Fox
appartenevano alla Chiesa Episcopale Metodista, di cui erano,
come dichiarò madame Hardinge: «membri esemplari e incapaci
d'essere attaccati da alcun sospetto di frode o di duplicità ».
Quando i Fox si riunivano in una camera
della loro modesta casetta, udivano, spesso, battere dei colpi
alle mura, sul pavimento o nelle camere vicine, specie in quella
dove dormivano le due fanciulle. Vi accorrevano, e, benché tutto
ermeticamente chiuso, trovavano tutti i mobili in scompiglio,
gli oggetti gettati nel bel mezzo della stanza, e, quantunque
nessuno vi fosse penetrato anche in loro presenza, i mobili
continuavano ad essere agitati da un movimento d'oscillazione.
Ed inoltre, specie le due fanciulle, sentivano di frequente
delle mani invisibili, producenti una sensazione fredda, passare
carezzevolmente sulla loro epidermide.
Quei poveretti non trovarono più pace, e,
attribuendo questo perturbamento dell'ordine naturale delle cose
a vicini scherzosi, la notte perlustravano i dintorni della loro
casetta per scoprire gli importuni; ma invano.
Finalmente, sempre aumentando d'intensità i
fenomeni surriferiti, la sera del 31 marzo 1848 un'orchestra
diabolica, formata di strumenti invisibili e fino allora mai
uditi, turbò il sonno dei Fox: pareva il rumore che producono le
imposte delle finestre e dei balconi violentemente battute.
C'era da perdere la testa. Kate Fox, la più giovane delle
figliuole, vedendo che tutti questi fenomeni non le producevano
alcun male, finì coll'abituarvisi ad anche col divertirsi, al
punto che una sera, per giuoco, urtando più volte il mignolo
contro il pollice della mano destra, gridò al perturbatore
invisibile: Fate come me. Subito, i colpi furono ripetuti Io
stesso numero di volte. La scena, com'era naturale, impressionò
vivamente i presenti, che cominciarono a far varie domande, alle
quali l'interlocutore invisibile rispose, sempre a mezzo dei
colpi battuti o sulle mura o sul mezzo di una tavola. Alla
domanda: Siete voi un uomo? nessuna risposta. Alla domanda:
Siete uno spirito? molti colpi furono ripetutamente battuti. La
cosa impressionò vivamente i Fox, che chiamarono alcuni loro
vicini e passarono intera la notte nella prima delle sedute
spiritistiche di cui si abbia notizia.
Con rapidità fulminea queste pratiche si
sparsero in tutta l'America, e dilagarono poi in Europa.
Cessato il primo movimento di curiosità, si
cominciò a dare ai fenomeni ben altra importanza: si parlò della
possibilità di rivedere i propri morti, di avere notizie
dell'altro mondo. Il chiasso fu tale che i religiosi se ne
occuparono e preoccuparono ed il pastore locale impose ai Fox di
desistere da quelle pratiche; ma essi avevano cominciato ad
esaltarsi ed a credersi prescelti dal cielo ad apostoli di una
nuova religione.
Vi furono sedute in cui si ebbero visioni
di trapassati che rivelarono di vivere ancora, ma in altra
forma, di amare sempre i loro cari di quaggiù, che proteggevano,
e ai quali avrebbero dato prova dell'interessamento loro. Si
parlò dei grandi primi uomini che si dichiararono felici delle
esperienze e pronti a facilitare le comunicazioni fra i viventi
e gli abitatori del mondo d'oltretomba; si aggiunse che gli
spiriti più facilmente evocabili fossero quelli di coloro che in
vita si fossero occupati di studi elettrici, Beniamino Franklin
alla testa. Si credette, perfino, ad una reincarnazione del
Messia ed alla fine del mondo. I preti cattolici presero ad
esorcizzare coloro che godevano fama di medianità e ad inondare
di acqua benedetta le tavole giranti; ma senza effetto.
I Fox, origine di tanto scandalo, furono
scacciati dalla loro comunione e costretti a scappare a
Rochester, ove i fenomeni non pure continuarono, ma aumentarono
d'intensità. Gli abitanti di Rochester bigotti e divisi e
suddivisi in tante piccole sette, presero a perseguitare con
tanta violenza i nuovi venuti da costringerli ad offrire una
seduta pubblica. Si cominciò con una conferenza esplicativa,
durante la quale la folla si abbandonò ad ogni eccesso; ma, per
arrivare ad un risultato pratico si stabili di nominare una
commissione coll'incarico di assistere ad una seduta e riferire.
Contro ogni aspettativa, la commissione,
dopo minuto esame, concliuse ammettendo completamente i
fenomeni.
Per non dichiararsi vinti, i cittadini
nominarono una seconda commissione, la quale sottopose le due
fanciulle al più minuzioso esame, non sottraendole neppure alla
prova oltraggiosa di denudarle. Egual risultato.
Allora, in ultimo, si nominò, fra i più
scettici ed increduli, un'ultima commissione per sincerarsi; ed
a gran meraviglia del popolo il risultato fu ancora una volta
favorevole alla esistenza dei fenomeni.
Allora la plebe, eccitata al massimo grado,
parlò addirittura di linciare i Fox, i loro amici e perfino i
commissari; e certo del sangue sarebbe corso se un quacchero,
Giorgio Willets, impietosito dalla tenera età delle due
ragazzette, non si fosse opposto alla folla, gridando: “Prima di
toccarle, passerete sul mio cadavere "
Quest' ira popolare, l'aureola di martirio
che circondò le chiome delle due Fox, le accanite polemiche
suscitate, questo insieme di tragico e di straordinario giovò
infinitamente al diffondersi delle nuove esperienze, ed in breve
tutta l'America vi si interessò, chi per combattere la dottrina
novella, chi per difenderla, chi per ridicoleggiarla.
Finalmente, persone rivestite di autorità
ufficiale scesero in lizza. Prima di tutti il giudice Edmonds
pubblicò un volume di ricerche' spiritiche; scopo del lavoro,
The american spiritualism, era quello di dimostrare la
inesistenza dei fenomeni, ma, contro le intenzioni dell'autore,
il libro ne fu invece una affermazione. Poi il chiaro chimico
professor Mapes concluse che i fenomeni spiritici «non hanno
nulla di comune col caso, la frode o l'illusione ».
Un altro dotto, il professor Robert Rare,
raccolse nel volume Experimental investigation of the spirit
manifestations una serie di esperienze che precorrono quelle di
Crookes. Assodò cioè vari fenomeni col controllo esatto di
strumenti di precisione. Ma, ciò nonostante, le dispute
fervevano più che mai accanite, e fino al 59 o 60 il modo
incerto con cui si metteva la questione offriva il fianco ai più
atroci attacchi.
E. Nus, in Choses de l'autre monde,
esclamava liricamente: La prima comunicazione di questi fenomeni
è stabilita da una fanciulla di dodici anni, con un fenomeno che
doveva ben presto invadere l'America e l'Europa, negato dalla
scienza, sfruttato dai ciarlatani, messo in ridicolo dai
giornali, anatemizzato dalle religioni, condannato dalla
giustizia, avente contro, insomma, tutto il mondo ufficiale, ma
per sé una forza più possente d'ogni altra: l'attrattiva del
meraviglioso! »
Lo spiritismo in Inghilterra
Dall'America era naturale che il rumore
prodotto dal caso Fox passasse in Inghilterra, che fu la prima
nazione moderna in cui si cominciasse a discutere, ad accettare,
a negare lo spiritismo. E furono celebri le polemiche su questa
nuova scienza, ed emersero opere notevoli dovute a scrittori
illustri quali il Collyer, il Richemond, il Brittan, G. W.
Samson, Rogers, G. Guppy, Bray, Hammond, Fournier, Harrison.
Lo spiritismo in Germania Dall'Inghilterra
La discussione' passò nella dotta Germania,
dove un cinquantennio fa si tradussero le più notevoli opere
inglesi, con tale successo che si pensò di fondare a Leipzig
nel1874 una rivista a questi studi dedicata e che fu la gloriosa
Psychische Studien, che si onorò della collaborazione di
osservatori quali Emmanuele Fichter, Franz Hoffmann,
Massimiliano Perty. Ma niuno aveva avuto ancora il coraggio di
uscire dal campo platonico, dando ad esperienze importanti
l'autorità del suo nome. Questo coraggioso fu Zoellner, che
confessò le sue credenze, pel primo, pubblicando le sue
esperienze sulla penetrabilità della materia, seguito da Cari du
Prel c dal barone Hellenbach.
Lo spiritismo in Francia. A Parigi, dove
già erano fiorenti scuole teosofiche, lo spiritismo trovò subito
fautori ad opera specialmente di Allan Kardec, e cominciarono
presto polemiche nei giornali, che sono in Francia un'arma
potente. Altrove si parla dei primi spiritisti di grido: Victor
Hugo, de Girardin, Nus ed altri, qui riporto un primo caso.
Allora, si era 1846, non si dette ad esso
l'importanza che meritava; ma vi si tornò sopra dopo i fenomeni
delle Fox. Viveva allora a Bouvigny (Orne) una contadina
quattordicenne, Angelica Cottin, la quale nel gennaio di
quell'anno rivelò strani poteri medianici: le sedie, le tavole,
i mobili, quanto si trovava a contatto con lei si muoveva,
fuggiva, cadeva.
Fu chiamata a visitarla il dott. Verges,
che scrisse di lei:« Tutto quanto ho veduto è stato visto pure
da un gran numero di persone degne di fede, cioè le notabilità
del paese e molti ecclesiastici, i quali tutti hanno la profonda convinzione
d'aver ben visto. Pochi giorni dopo questa straordinaria
proprietà manifestatasi nella Cottin, ero col farmacista signor
Fromage, col signor Vacher e col curato Perrière, quando me ne
parlarono. L'incredulità fu la mia prima idea, la negazione la
mia prima risposta; non sospettavo di malafede le persone che mi
riferivano i fatti straordinari, ma pensavo che s'ingannassero.
Mi recai dunque dalla Cottin e con una forte prevenzione contro
tutto ciò che avevo sentito dire sulla ragazza, che, del resto,
conoscevo da molto tempo così come tutta la sua famiglia. V'era
molta gente curiosa, e prendemmo tutte le precauzioni possibili
per non essere ingannati. Vedemmo benissimo degli effetti a
distanza, cioè a dire bastò il semplice contatto sia d'un filo
che d'un lembo della sua veste per rovesciare un mobile, che noi
tenevamo fermo. La giovanetta pareva irresistibilmente
trascinata verso gli oggetti che fuggivano innanzi a lei. Su
qualunque oggetto sperimentammo gli effetti furono analoghi.
La Cottin fu mandata a Parigi per essere
osservata da Arago e dall'Accademia delle Scienze.
Fu anche visitata dal celebre
magnetizzatore Lafontine, che cosi scrisse: La condussi nel
salone, dove non avvenne nulla, essendo il pavimento cerato,
cioè cattivo conduttore dell'elettricità; poi nella stanza da
pranzo, che era a mattoni. Li, dopo cinque minuti, i primi
fenomeni ebbero luogo. Prima cadde una sedia; gliene demmo
un'altra, e, come s'accingeva a sedervisi, quella prese a
muoversi violentemente, da destra a sinistra, e poi si spinse
lontano. Presi una poltrona e la tenni ferma insieme con
un'altra persona, ma, come la fanciulla volle sedervisi, la
poltrona rinculò con tanta violenza che sarebbe caduta senza i
nostri sforzi. La Cottin subiva un choc tutte le volte che il
fenomeno si produceva, ed ella provava un moto di terrore.
Voltandosi toccò a pena una tavola, che fu spinta tre piedi
lontano; subito dopo tre o quattro sedie caddero.
Altri casi analoghi, in quel torno, furono
segnalati d.al dott. Mountin, e propriamente in persona di:
Adolfina Benoit (1849) a Guillonwillc; di Onorina Seguin (1857)
a Pelniès; d'una canadese nel 1860.
Ma furono considerati come curiosità, e non
vi si dette importanza.
Lo spiritismo in Italia
Dalla Francia mise un po' di tempo a
passare fra noi, tanto che la prima pedina in Italia fu mossa 25
anni fa da un gentiluomo napoletano, il cav. Ercole Ghiaia, il
quale, punto curando il sarcasmo dei suoi concittadini, la nomea
di pazzo o di stravagante acquistatasi, e le balorde accuse di
comparsismo o di allucinato, una volta constatati i fenomeni, li
gridò alto in tempi in cui le esperienze di tanti grandi non
ancora, coincidendo con le sue, erano talmente popolari da
poterlo difendere, come ora, sotto il manto della responsabilità
loro.
Il cav. Chiaia, spese somme considerevoli,
e si vide per un certo tempo fatto segno alle accuse più villane
e sconvenienti, fu ripagato ad usura dalla stima di cui gli
spiritisti in Italia lo circondarono, riconoscendo in lui quegli
che primo levò la voce additando, fra l'indifferenza ed il
dileggio, la meta luminosa cui questi studi condurranno, dopo le
notevoli esperienze che potrà fare, avendo la fortuna di
disporre per oltre dieci anni del medium più eclettico e
completo della modernità, Eusapia Paladino. Costei, che in
seguito entrò in dimestichezza coi più grandi scienziati
contemporanei di tutte le parti del mondo, deve al cav. Chiaia
che ne scopri, ne conservò e ne perfezionò la medianità tutti i
suoi successi. Egli cominciò dapprima con una piccola cerchia di
amici fra' quali notevoli Federico Verdinois ed il prof. Luigi
Capuano ad ottenere la riproduzione dei fenomeni più importanti
provocati dalla Fox, dalla Cook, dall'Home e dallo Slade, e poi
noncurante dell'ironia generale a diffondere notizia dei suoi
risultati. A Napoli la sua casa divenne il centro dello
spiritismo italiano; la sua biblioteca spiritica una delle più
ricche che io mi conosca fu messa a disposizione degli studiosi;
da lui si trovavano tutti i più importanti giornali spiritici;
da lui si vedevano gli autografi dei più grandi uomini, da
Richet a Dariex; in casa sua osservammo, sperimentalmente, i più
importanti fatti di materializzazione, e da lui osservammo le
prime fotografie spiritiche, e le maschere di John King lo
spirito guida della Paladino. Tutti i più grandi osservatori del
mondo a lui si diressero per avere la Paladino, ed egli
conservava lettere riconoscenti dei più grandi ingegni del
mondo, i quali riconoscono di dovere a lui di essersi iniziati
allo studio di una scienza che credevano ed avrebbero continuato
a credere senza la sua rispettabilità e la sua tenacia una
ciurmeria. Negli ultimi tempi il cav. Chiaia fu al colmo dei
suoi voti: gli scettici finirono di ghignare, nomi autorevoli
confessarono apertamente le sue teorie, ed intorno a lui si fece
folta la schiera degli studiosi che gli chiedevano notizie e
consigli.
Fra qualche tempo chi vorrà scrivere una
completa monografia sulla storia dello spiritismo in
quest'ultimo trentennio non potrà non assegnare un posto
notevole a questo strenuo propagatore dello spiritismo in
Italia, finito prematuramente e tragicamente in un accidente
tramviario a Napoli il 4 marzo 1905.
La conversione allo spiritismo di Cesare
Lombroso. Una delle più notevoli conversioni alla credenza
spiritica fu in Italia quella dell'illustre psichiatra Cesare
Lombroso; e la si deve, come vedremo, al Cav. Ghiaia. Il
professore torinese, infatti aveva scherzato pubblicamente sui
fenomeni psichici, meravigliandosi come persone di mente sana
potessero prestarsi a tante ciurmerie. Il cav. Chiaia, dolente
che un uomo di grande intelletto aumentasse la schiera di coloro
che negano senza sapere, lo invitò ad assistere a qualche
seduta; ma il Lombroso rispose che a priori lo reputava inutile,
e che non credeva valesse la pena di scomodarsi fino a Napoli
per assistere ad un giuoco di prestidigitazione.
Caso volle che, in quel giorno, egli
dovesse venire a Napoli per ragioni professionali; subito il
cav. Chiaia, coll'usata tenacia, ritornò alla carica. Egli
disse: «Giacché siete fra noi, nulla vi vieta di assistere ad
una seduta e di smascherare l'impostura». Il Lombroso accettò e
l'esperimento ebbe luogo la sera del 2 marzo 1892 nella camera
del professore all' Hotel Geneve,
presenti il prof. Augusto Tamburini, il prof. Vizioli, il prof.
Ascensi, l'ing. Ciolfi, tutti, meno quest'ultimo, increduli fino
all'eccesso, e la medium Eusapia Paladino.
La relazione dice che il Lombroso visitò ed
esaminò minutamente il medio, dopo di che sedettero in giro
attorno ad un tavolo, sorvegliando l'Eusapia da una parte il
Lombroso e dall'altra il Tamburini. In piena luce il tavolo si
agitò e poscia si sollevò completamente; si fece il buio ed un
campanello pesante gr. 300, distante un metro dal medium, si
mise a volare suonando. Poi un piccolo tavolo da lavoro si mosse
fino a raggiungere gli sperimentatori, tentando di salire sulla
prima tavola. Il prof. Vizioli si alzò di soppiatto, ponendosi
ritto fra il medio ed il tavolinetto, cercando di frenarlo, ma
«per quanti sforzi facesse» il tavolinetto gli sfuggi, andando a
ruzzolare ad oltre 3 metri di distanza. Nel frattempo avvenivano
fenomeni di toccamento.
Questi scienziati rimasero così
impressionati che fecero un'altra seduta il giorno 15, invitando
anche i! prof. Leonardo Bianchi, il prof. Limoncelli ed il prof.
Penta. L'esperienza fu, questa volta, meglio organizzata, e si
preparò un'alcova oscura in cui si mise un tavolinetto con sopra
un piatto colmo di farina, una trombetta e della carta. Tutti
visitarono minutamente l'alcova. In principio si ebbero fenomeni
di levitazione e di tiptologia; ma poi, per la poca omogeneità
del circolo, ritardandosi assai i fenomeni, si sciolse la
seduta; mentre tutti erano in piedi discorrendo ed i professori
Vizioli e Limoncelli si stavano accommiatando, la Paladino era
ancora seduta e legata l'attenzione di tutti fu richiamata verso
l'alcova. Ecco come ciò narra la relazione: <<Sentimmo
nell'alcova un rumore, vedemmo agitarsi fortemente la portiera,
ed il tavolino che si trovava dietro di essa venire dolcemente
verso la media. Allora il prof. Lombroso constatò che il piatto
con la farina dentro era stato capovolto contenendo sotto di sé
la farina, senza che se ne vedesse sparsa d'intorno la più
piccola particella, cosa che fece osservare il Lombroso neanche
il più esperto giocoliere sarebbe stato capace di operare "
Dopo questi splendidi risultati il Lombroso
pubblicò in un giornale del mattino una leale lettera, in cui
diceva testualmente:
«sono vergognoso e dolente molto di aver combattuto con tanta
tenacia la possibilità dei fatti così detti spiritici. Ebbene: i
fatti esistono, ed io dei fatti mi vanto essere schiavo».
La
ritrattazione del prof. Morselli. Il prof. Morselli di
Genova era stato uno dei più fieri per quanto aprioristici
avversari delle pratiche spiritiche, che reputava indegne di
scienziati seri. Questa opposizione, espressa più volte in
iscritti polemici, era dispiacevole, per l'autorità grande
dell'illustre uomo nel campo degli studi psichici. Però, con
lealtà che l'onora, in questi ultimi tempi egli ritornò sulle
sue prime affermazioni, e convinto dai fatti,
pur non accettando
l'ipotesi puramente spiritica, ammise la realtà dei fenomeni,
spiegandoli biologicamente.
La
relazione Bottazzi. Recentemente, e cioè nel 1909, avemmo
un'importantissima relazione sui fenomeni spiritici, che viene
ad arricchire le bibliografia spiritica.
Ne è autore l'illustre fisiologo prof.
Filippo Bottazzi, direttore dell'Istituto di Fisiologia
sperimentale della R. Università di Napoli. Con lui
sperimentarono altri illustri scienziati delle facoltà di
medicina ed ingegneria dell'ateneo napoletano, che come lui si
convinsero della realtà dei fenomeni medianici. Dei metodi
sperimentali seguiti dagli insignì uomini e delle teoriche da
loro escogitate parlerò nella seconda e terza parte di questo
lavoretto.
Origine delle pratiche spiritiche
Dopo che persone autorevoli, scienziati e
letterati in tante parti del mondo ebbero popolarizzato fatti e
teorie, qual meraviglia che tutti fossero vinti dalla curiosità
di constatare anch'essi qualcosa?
Si sapeva che la signorina Kate Fox quando
poggiava le mani sopra un tavolo Io metteva in oscillazione,
quindi divenne comune l'uso di mettersi a sedere intorno ad una
tavola, le punte delle dita poggiate sul piano, attendendo che
si muova o che si odano battere dei colpetti secchi.
L'interpretazione dei colpetti venne poi, a mano a mano, quando
entrando in rapporti più intimi con questa forza ignota si
accorsero, ad esempio, che la risposta affermativa, il si, era
rappresentata da tre colpetti, ed il no da due. Per induzione,
si giunse alla composizione delle parole, ogni lettera essendo
rappresentata da un numero di colpetti corrispondente al suo
posto nell'alfabeto.
Origine della medianità.
Data la prima spiegazione dei fenomeni
spiritici, sorse subito il concetto di medianità. Infatti, gli
spiritisti dicono: " Noi possiamo comunicare con le anime dei
morti, sempre che Io vogliamo, invocandole "; ma molto spesso
accade che quattro o cinque persone, riunite intorno ad un
tavolo, non ottengano nessun fenomeno, o ne ottengono di poco o
nulla concludenti, mentre basta vi si avvicini una sesta perché
si abbiano manifestazioni importanti.
Da ciò appare evidente che questa proprietà
di comunicare col mondo occulto è maggiore o minore, eccessiva o
nulla secondo gli individui. La persona, quindi, dotata della
facoltà di far accadere facilmente i fenomeni spiritici è il
medium, l'organismo, cioè, attraverso la cui medianità Io
spirito si manifesta. Secondo la teoria spiritica tutti siamo
medium, ma con questo nome si intendono coloro che Io sono in
modo visibile e chiaro.
Quanti sono gli spiritisti. Generalmente
non è noto, perché nessuno, o ben pochi, osa dirlo, l'enorme
sviluppo che dal 1848 ad oggi han preso le ricerche spiritiche.
Il numero degli spiritisti è, veramente, strabocchevole su tutta
la superficie del mondo, e se ne trovano in tutte le classi
sociali, anche dove sarebbe meno logico immaginarlo. Paul Gibier
esclama: " Bisogna riconoscere che lo spiritismo prende di
giorno in giorno un'importanza tale, pel numero sempre crescente
dei suoi neofiti, che fra breve si sarà obbligati d'occuparsene
nelle sfere ufficiali, sia scientifiche che politiche. Lo
spiritismo è diventato una credenza, una vera religione,
L'America, numericamente, vanta il primato;
vien dopo l'Inghilterra, ed infine la Francia, dove nella sola
Parigi se ne contano oltre centomila. In Italia, nell'ultimo
ventennio, il numero è divenuto rilevantissimo, da che uomini
chiari nel campo delle scienze, come Cesare Lombroso, il
Morselli, il Bottazzi, e nel campo delle lettere... come Luigi
Capuana ed il Verdinois, hanno stampato opere importanti e
documenti affermanti a visiera levata la loro fede.
Società e riviste spiritiche
Fra l'Ameri.ca e l'Europa si pubblicano,
che siano a mia conoscenza, ben 87 riviste spiritiche: 36 in
spagnolo,
27 in inglese, 13 in francese, 5 in
tedesco, 3 in portoghese, 3 in italiano, 1 in russo; più un
giornale spiritico franco spagnolo, che vede la luce a Buenos
Ayres, ed un altro franco-tedesco ad Ostenda. In Italia abbiamo
tre società per lo studio dei fenomeni psichici, a Milano, a
Roma ed a Firenze. A Londra è importantissima la Society {or
psychical research, di cui fu presidente BalfourStewart, e fra'
nomi dei cui soci troviamo Gladstone e Crookes. Questa società
conta 254 membri effettivi, 21 onorari e 255 associati. Fra'
corrispondenti ricordo Charles Richet, professore della Facoltà
di Parigi e direttore delle Revue scientifìque; e il compianto
Alexandre Aksakoff, consigliere segreto di S. M. Alessandro III,
lo zar delle Russie.
In tutte le più grandi città del mondo
esistono ora società spiritiche: a Berlino, Trieste, Vienna,
Londra, Parigi, ecc. Tutto ciò senza neppure accennare alla
bibliografia spiritica, la quale conta opere a centinaia, molte
delle quali di grande importanza scientifica. Cominciando,
dicevo che le credenze spiritiche sono antiche come il mondo, e,
a dimostrarlo, darò uno sguardo sommario al cammino percorso
dall'umanità attraverso le varie civiltà.
In questo, sarò costretto a citare di
continuo l'importante
opera del Baudi di Vesme, che ha mietuto il terreno,
lasciando poco o nulla da aggiungere a chi voglia seguirne le
orme, ed esaurendo quasi completamente l'argomento colla sua
pregevolissima Storia dello spiritismo.
Le prime credenze dell'umanità. Nella sua
infanzia l'umanità non aveva alcuna credenza religiosa, e, tanto
meno, il concetto della sopravvivenza, mancando financo quello
dell'esistenza dell'anima; e controprova sicura, come afferma
acutamente il Bordeau nel suo dotto studio Le problème de la
inort, ne è la mancanza di sepoltura ai cadaveri. Evidentemente,
i primi abitatori della terra pensavano che col corpo finisse
tutto, e lasciavano i cadaveri imputridire insepolti, e facile
pasto alle belve.
Al cospetto dei grandi fenomeni della
natura l'uomo primitivo non arrivò, certo, al concetto
dell'esistenza di un Dio, ma nel suo rozzo cervello cominciò a
delinearsi un oscuro panteismo che divinizzò quasi ogni
manifesta;:.ione naturale.
Questi primi dei hanno ancora molto
d'umano: si suppone, quindi, che essi abitassero caverne, antri,
fondi di laghi o di fiumi, e che talvolta andassero errando come
anime vaganti. Da questo primo concetto deriva l'erezione di
templi, rudi capanne ove essi possano aver rifugio;
contemporaneamente sorge il custode di questa capanna, ed ecco
l'embrione di ogni religione: il tempio ed il sacerdote.
Inoltre, quando ancora la scienza non era
intervenuta a dare un nome ed una religione a tante
manifestazioni, è chiaro che l'immaginazione vergine dei primi
uomini dovesse confondere materiale e immateriale, reale ed
immaginario, e, colpita da rumori inesplicabili, da bagliori
strani, da visioni nel sonno, formarsi il concetto pauroso di
spiriti vaganti producenti tutta questa serie di fatti.
Letourneau osserva: «Nella prima fase
dell'umanità, la religione consistette tutto al più nella
credenza in spiriti antropomorfi o zoomorfi».
Infatti se noi leggiamo quanto
concordemente affermano i viaggiatori sulle credenze dei
selvaggi, noi vediamo che essi non hanno preti, ma taumaturghi e
stregoni che, secondo essi, hanno il potere di comunicare cogli
spiriti animatori della n atura, interpretare la volontà,
calmare le ire.
Baudi di Vesme fa una lunga rassegna di
quasi tutti i popoli selvaggi del mondo, e ne deduce che tutti
temono le ombre dei defunti. Infatti: gli ottentotti, quasi
completamente atei, credono alle fattucchiere e alle ombre
malefiche lasciate dietro di loro dai trapassati; i tasmani
credono le montagne asilo di spiriti malefici; gli abitanti di
Gabon temono i mani dei parenti non oltre la seconda generazione
ascendente; i Cafri, nei pericoli, invocano l'ombra di un capo
defunto o di un amico; perfino i cannibali temono gli spiriti
erranti, e molte tribù per crearsi uno spirito protettore
assassinano un loro caro a ciò l'anima del morto li assista: ed
è comune fra i negri Zuaregs l'uso di andare sulle tombe e
chiedere ai morti aiuto e consiglio.
Fra gli australiani è proibito di nominare
un morto, un certo tempo dopo la sua fine, per tema di vederne
apparire l'ombra; e, la notte, essi si aggirano nei cimiteri per
comunicare con anime di trapassati.
Gli zelandesi credono all'esistenza di un
fluido distinto dal corpo, chiamato Waida.
Gli abitanti delle isole Hawai, i patagoni,
gli araucani, i pellirosse, i mongolidi, i siberiani, i
polinesi, tutti credono indistintamente all'esistenza d egli
spiriti.
Pratiche spiritiche fra i selvaggi. Il
Bandi di Vesme trascrive molti esempi importanti di sedute e
fenomeni spiritici da lui racimolati dai libri dei viaggiatori.
Siccome sono interessantissimi per l'analogia che presentano con
le pratiche moderne degli spiritisti europei ed americani ne
cito qualcuno.
Sedute spiritiche neozelandesi. Il giudice
Manning narra che i selvaggi della Nuova Zelanda
(Maori) Io fecero assistere ad alcune
sedute in cui a mezzo di tohunga (medium) si mettevano in
comunicazione coi loro morti. Il giudice narra di aver osservato
cose tanto straordinarie da sorpassare il limite del credibile;
quindi ne deduce che vi fosse impostura, pur dichiarando che non
può dire in cosa consistesse l'inganno.
Lo sgabello semovente. Il padre Arnaud nel
suo Rapport sur les missions du Dioc se de Quèbec attesta che i
sapienti di Mortagnais quando devono dar consiglio si siedono
all'orientale intorno ad un wigwan che mettono in moto con la
sola forza della volontà, ed esso, a via di colpi battuti,
risponde alle interrogazioni che si muovono.
Fenomeni di " apporto » presso l
Pellirosse. È noto che i pellirosse credono all'esistenza di
spiriti e genii, e che è comune fra loro la consuetudine di
chiamare i morti e conversarvi. I missionari affermano, inoltre,
di avere assistito a fenomeni di trasporto da un punto
all'altro, senza alcun sostegno, di oggetti solidi e financo di
persone; di aver visto idoli muoversi spontaneamente, e fogliami
di alberi agitarsi dietro comando. I pellirosse, inoltre,
gettano in aria 35 palle d'ottone, le quali rimangono sospese
nello spazio e non ricadono che in seguito a scongiuro, dopo
gittata l'ultima.
Tamburelli magici e zucche giranti. Al Polo
Artico i lapponi, quanto smarriscono un oggetto, o credono sia
stato loro rubato, si rivolgono ad un negromante, che mette nel
cavo della mano un tamburello, il quale dopo poco si solleva e
va a cadere molto lontano. L'esperienza si ripete tante volte
fino a quando il tamburello si ferma ove trovasi l'oggetto.
Il De Brosses, poi, nella sua Encyclopédie
narra che all'isola di Cuba ogni famiglia è provveduta d'una
zucca che viene interrogata ogni qualvolta bisogna prendere una
decisione importante. La zucca risponde col numero dei suoi
giri.
L'origine delle mitologie. Basta gettare
uno sguardo sommario alle mitologie teutoniche per vedere di
quanti genii, gnomi, anime di uomini diivinizzate siano
popolate. Ciò prova due cose: la credenza negli spiriti, e
quella nella sopravvivenza dell'anima.
Era, inoltre, diffusissimo il costume di
entrare in comunicazione con questi spiriti superiori che
potevano illuminare i mortali, dotati com'erano di intelletto
onniveggente. Sorsero così le indovine, che godevano la massima
fiducia ed erano in molte gravi questioni le arbitre dei destini
del popolo.
Le pietre divinatorie. Gli archeologi non
hanno ancora saputo determinare l'uso cui potessero servire le
enormi pietre giranti trovate negli scavi. Innanzi
all'incertezza degli scienziati, possiamo prendere in
considerazione il parere degli spiritisti moderni, i quali,
osservando che quei massi hanno tutti un perno che serve a farli
stare in bilico, ne deducono che in origine dovessero servire a
comunicazioni spiritiche. Gli assistenti, presieduti da un mago,
si sarebbero seduti all'ingiro sovrapponendo le mani all'orlo
della pietra, la quale con le sue oscillazioni avrebbe dato i
responsi, tal quale come le nostre tavole giranti.
Il Corano e Maometto. Su Maometto la
scienza si è pronunciata, e pare certo che egli fosse affetto da
una forma gravissima di epilessia; onde che, come in tutti gli
ascetici, gran parte dei fenomeni verificatisi in lui siano da
attribuire ad autosuggestione ed a visioni epilettiche, come
quella dell'angelo apparsogli, che dette origine al suo
apostolato. Visto che il Corano stesso ammette l'esistenza di
spiriti sopravviventi al corpo umano, l'immaginazione popolare,
lavorando su questo testo di fede, si figura le anime dei morti
incessantemente occupate a molestare i viventi. Fra i mussulmani
sono popolari molti casi di medianità producente levitazione di
solidi e di uomini, e previsioni leggendo il futuro nella palma
della mano.
Lo spiritismo in India.
Come per ogni altro genere di studi, anche
per assodare qualche punto di partenza in materia di psichismo
urge risalire fino all'India, a questa grande matrice
dell'umanità, sul conto della quale noi non conosciamo che ben
poco. Nonostante gli sforzi della Società teosofica, che ha
aderenti in Europa, in India, in America, e perfino in
Australia, non siamo riusciti a strappare ai sacerdoti di Brama
la chiave dei nascondigli in cui son racchiusi i loro tesori
intellettuali.
I bramini, stabilita la credenza
fondamentale in un Dio unico e nella sopravvivenza dell'anima,
hanno sull'immortalità un concetto radicalmente diverso dal
nostro.
Infatti essi attribuiscono ad ogni anima
una missione, quella della propria perfettibilità, raggiungibile
attraverso una serie di incarnazioni successive, compiute le
quali l'anima va nella regione degli spiriti puri e si
addormenta nel dolce nirvana. Non tutti, però, possono essere
iniziati a queste conoscenze; per essere ammessi alle
rivelazioni supreme occorrono almeno quarant'anni di noviziato,
passando attraverso tre gradi: nel primo son compresi i bramini
del culto volgare; nel secondo gli esorcisti o invocatori di
spiriti, fachiri; nel terzo, finalmente, i sannyassinirvani che
vivono la vita speculativa, perfettamente fuori del mondo.
Ed è in India che noi troviamo la prima
letteratura spiritica, poi che, pur non tenendo conto dei Veda e
del Ramayana, è notevolissimo il Libro degli spiriti
(AgruchadaParikchai) in cui son consacrate le pratiche atte a
far venire le anime dei defunti in contatto coi viventi per
farli ammaestrare.
Il fachirismo. Sarò un po' largo,
relativamente alle dimensioni modeste di questo lavoro, in
quanto concerne il fachirismo, poi che in questo genere di
fenomeni, verificatisi in piena luce e sotto il controllo più
severo, le testimonianze sono infinite e in nulla sospette, e
poi che il fachiro è, veramente, il medium indiano. Una volta
familiarizzato con le esperienze straordinarie cui i fachiri
hanno fatto assistere gli europei stupiti, il lettore giungerà
più preparato alle manifestazioni medianiche nostre di così gran
lunga inferiori.
In questa escursione nel paese meraviglioso
dei fachiri ci sarà di scorta un uomo non sospetto, c,
soprattutto, non spiritista, il quale ha studiato con molta
serietà il fachirismo, e ne ha fatto una mirabile relazione: ho
nominato Luigi Jacolliot, console francese a Benaree giudice al
tribunale di Pondichèry.
I Fachiri.
Non
bisogna confondere i fachiri autentici con quelli apocrifi che
in questi ultimi tempi sono venuti in Europa a dare
rappresentazioni teatrali.
.... A questo punto consigliamo la lettura dei volumi citati nel
titolo, buona lettura .... |