INTRODUZIONE
Medium e medianità: sono termini intimamente legati
tra di loro: così come lo è il contenitore con il suo
contenuto (medium=strumento e medianità=effetti prodotti
con lo strumento). Egli ci assomiglia, sia sul lato fisico che da quello
mentale-spirituale; vive con una maggiore intensità
percettiva la realtà in cui è immerso, e come tutti ha
le sue forze e le sue debolezze. E' una persona come tante tra noi, ma per ragioni
ancora non del tutto chiare, agevola la produzione di
fenomeni sulla materia e sulla psiche. Egli è un elemento indispensabile nel gruppo di
ricerca "spiritico", e dovrebbe essere trattato con cura
e controllato dagli altri operatori del circolo
medianico. Il medium è una persona particolarmente sensibile, la
sua percezione si può dilatare nel tempo e nello spazio
e ricadono su di lui sensazioni ed emozioni da noi non
avvertibili, ma non per questo è infallibile. Le sue
capacità, per quanto grandi, non sono costanti nel tempo
e sono soggette a decadimento (trasformazione). Il medium dovrebbe coltivare le proprie potenzialità
seguendo le sue naturali inclinazioni, ricercando con
intensità, quella serenità e quella pace d'animo che lo
rendono strumento neutro e cristallino. I medium non sono tutti uguali. Possiamo dire che
ognuno di loro è come uno strumento unico, che avverte e
percepisce soltanto una parte dell'infinito che lo
circonda: così come una radio si sintonizza in
particolar modo soltanto su alcune delle frequenze
disponibili. I fenomeni che si possono produrre nelle sedute sono
gli elementi che distinguono i medium tra di loro. Tra
di essi vi sono coloro che agevolano i fenomeni
OBIETTIVI o fisici, e altri che producono fenomeni
SUBIETTIVI o intelligenti. Molto si parla e molto si discute su queste persone
"speciali", ma amiamo risentire le loro voci e leggere i
pochi libri che ci parlano delle loro esperienze
vissute.
Riportiamo un brano contenuto nel volume IS
SURVIVAL A FACT di Margaret Lillian Hamilton, B.A. ove
si può leggere una breve comunicazione chiarificatrice
su questo tema:
La medianità
"Perché abbiamo bisogno dei medium? Perché non posso
ottenere da solo dei messaggi dal Grande Aldilà?
Sicuramente se i miei cari dovessero ritornare da
qualcuno essi ritornerebbero da me piuttosto che da uno
sconosciuto che non hanno mai visto e sentito quando era
sulla terra.
"Beh, la risposta è molto semplice. I medium sono
individui particolarmente costituiti. Possiedono quelle
qualità peculiare o struttura che permette loro di
percepire o ricevere messaggi dall'Altro Mondo, mentre
questo manca nella maggior parte delle persone. Un
grande medium è certamente raro come un grande artista o
un grande poeta. Il loro genio sta alla sensibilità
psichica nello stesso modo in cui il genio sta alla
poesia o all'arte. E la capacità di comunicare può
essere altrettanto rara.
"Non tutti coloro che desiderano inviare messaggi dalla
nostra parte, anche supponendo che esse continuino a
persistere a lungo con la passione di farlo, possono
trasmettere il loro messaggio attraverso un medium o uno
psichico. La capacità di impartire messaggi in questa
maniera è altrettanto rara come il dono della medianità
lo è dalla vostra parte, e solo quando due anime affini
entrarno in contatto con un altro, sotto le circostanze
più favorevoli, possono giungere a voi dei messaggi
chiari inviati da noi. Questo spiega sempre di più
perchè molti messaggi non sono stati spediti".
LIBRI CONSIGLIATI per la comprensione dei medium e
della medianità:
VITA DI MEDIUM di Eileen J. Garrett
LA MORTE NON ESISTE di Florence Marryat
INCIDENTS IN MY LIFE di D. D. Home
THE BLUE ROOM di Clive Chapman and G. A. W.
MEDIUMSHIP AND ITS LAWS di Hudson Tuttle
MEDIUM SENSITIVI MISTICI CONOSCIUTI
INDICE (Click su un nome per andare alla Scheda)
Alacevich Borelli Zoe (n. 1888). Sensitiva e
studiosa italiana. Diplomatasi all'Accademia di
Belle
Arti di Roma, aprì uno studio di pittura a
Parigi ed espose le sue opere in molte città
d'Europa. Fin
dall'adolescenza si occupò dei fenomeni
medianici con risultati notevoli (apporti, voci
dirette ecc.)
ottenendo però un'affermazione specialmente
nella pittura medianica in cui molti hanno
ravvisato
influssi di un grande artista scomparso nel
'500. Di carattere piuttosto schivo, la
Alacevich ha
operato con discrezione in Italia per diffondere
la conoscenza dei fenomeni psichici e medianici
sui
quali la scienza non era in grado di formulare
giudizi definitivi.
Sotto il profilo parapsicologico, il fenomeno
della Alacevich presenta interessanti
caratteristiche.
Mentre praticava da giovane la scrittura
automatica, abbozzò spontaneamente uno schizzo e
si sentì
suggerire da una voce di predisporsi alla
pittura a olio, cosa che fece. In seguito eseguì
dipinti con
grande rapidità, tele di notevole formato per
realizzare le quali impiegava al massimo due ore
o
poco più. In dubbio essa stessa delle sue
facoltà, ne ebbe invece la chiara percezione in
fenomeni
medianici che la convinsero di essere in
contatto diretto con una entità che dirigeva la
sua opera
artistica con risultati più che apprezzabili.
Da considerare anche l'attività di traduttrice
della Alacevich e le sue doti di poliglotta
utilizzate in
molti casi per le più qualificate riviste
mondiali che si occupano di medianità e di
parapsicologia, in
particolare, in Italia, Metapsichica e Luce e
Ombra. Rimasta vedova, la Alacevich vive
attualmente
a Firenze. (R.R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE.
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Andrews Mary. Medium americana a
materializzazione, della seconda metà del secolo
scorso.
Donna semplice e priva di cultura, a partire dal
1871 tenne quasi quotidianamente sedute nella
casa
di un agricoltore di nome Keeler, appassionato
spiritista, spesso alla presenza di uomini di
scienza.
La prima parte di queste sedute si svolgeva in
perfetta oscurità con vari fenomeni fisici: un
pianoforte suonava senza alcun contatto; globi
luminosi rispondevano, variando la loro
luminosità,
a domande fatte; spruzzi di acqua finivano sul
volto dei presenti, che venivano anche toccati
da
mani invisibili, e si udivano delle voci. La
seduta proseguiva poi in piena luce e, mentre la
medium
sedeva, senza cadere in trance, nel gabinetto
medianico, si materializzavano volti che
muovevano le
labbra come se parlassero, alcuni dei quali
furono identificati dai presenti come quelli dei
parenti
defunti. Spesso la stanza era pervasa da uno
sconosciuto ma gradevole profumo. Di lei
scrissero
favorevolmente T.R. Hazard, Epes Sargent e il
dott. Eugene Crowell, mentre John W. Truesdell,
in
un suo saggio, mise in dubbio la genuinità dei
fenomeni. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 60-61).
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Arigò (José Pedro de Freitas, 1918-1971).
Sensitivo e guaritore brasiliano, nato a
Congonhas do
Campo, a 400 chilometri da Rio de Janeiro, in
una località mineraria detta «Minas Gerais». Fu
soprannominato Zé Arigó: Arigó significa
«zoticone campagnolo», ma con un tono di
giovialità e
bonarietà. Di estrazione contadina benestante, i
suoi studi non oltrepassarono la terza
elementare,
mentre due dei suoi otto fratelli si laurearono.
Fin dall'infanzia fu perseguitato da una «luce
brillante, accecante, rotonda» e da una «voce
che parlava una lingua che non comprendeva». Era
cattolico e fervidamente credente. In Brasile,
come è noto, la dottrina cattolica è largamente
inquinata da pratiche eretiche e feticiste quali
l'Umbanda, il Quimbanda e, a livello
intellettuale,
dalle dottrine spiritiste dei seguaci di Allan
Kardec. Si sposò nel 1943 con Ariete ed ebbe sei
figli.
Per anni soffri di emicranie e vertigini che
scomparvero quando iniziò la sua attività di
guaritore. A
seguito di un sogno, e poi di una vera e propria
allucinazione in cui «vide» una sala operatoria
e un
medico che si rivolgeva a lui dicendo di essere
il dott. Adolfo Fritz, morto a Monaco nel 1918,
iniziò, contro ogni suo desiderio, a «operare» e
curare malati di ogni specie (1950).
Perseguitato dai
medici e dalla Chiesa cattolica, fu condannato
due volte: la prima a 9 mesi di reclusione e
5000
cruzeiros di multa il 29 marzo 1957; venne
graziato dal presidente Juscelino Kubitschek, il
fondatore di Brasilia, cui aveva guarito la
figlia
da grave calcolosi renale. La seconda volta fu
condannato a 16 mesi di reclusione per
stregoneria e
magia nera, il 20 novembre 1964.
Durante tutta la sua attività di guaritore non
si fece mai pagare e continuò a esercitare il
mestiere di
portiere presso la locale Previdenza Sociale. Fu
studiato a fondo dal dott. Andrjia Puharich,
noto
scienziato americano, conosciuto per aver
portato alla ribalta della notorietà il famoso
sensitivo
israeliano Uri Geller. Puharich formò a scopo di
studio una commissione composta di sei medici
americani di varia competenza, e di tecnici
esperti in fotografia, cinematografia,
radiologia, ecc. La
commissione entrò in funzione nel maggio 1968,
ma per quanto i suoi reperti possano
considerarsi
dimostrativi, non potè completare le ricerche
che erano state programmate, causa il dannoso
intervento della stampa, della televisione e
della radio che, con il clamore di una nociva
pubblicità,
crearono un ambiente inadatto a una indagine
severa.
Possiamo raggruppare in nove capoversi le note
che caratterizzarono l'opera di José Arigó:
1) Fu constatata (dal Puharich e colleghi) una
capacità diagnostica eccezionale (paranormale),
senza
necessità di visita dei pazienti, senza relativa
anamnesi, con denominazioni delle malattie in
termini
corretti e moderni.
2) Fu constatato uno stato di trance con
mutamento della voce e dell'atteggiamento;
spesso amnesia
per ciò che era accaduto, specie in caso di
interventi molto difficili.
3) Durante gli interventi fu osservato che i
movimenti erano precisi, veloci e sicuri, talora
anche
quando Arigó distoglieva lo sguardo dal campo
operatorio, specie nelle sue famose
manipolazioni
entro la cavità orbitaria con un comune coltello
spesso arrugginito.
4) Il paziente conservava calma e serenità e non
avvertiva alcun dolore.
5) Il paziente, anche dopo interventi molto
complessi (che tuttavia erano sempre della
durata di
alcuni minuti) si alzava e se ne andava con i
propri mezzi.
6) Non si verificava mai alcuna emorragia; nel
caso di un inizio di sanguinamento, l'arresto
era
immediato dopo una breve invocazione a Gesù.
7) La prescrizione di terapie era di una «luce
verde» che le «entità» avrebbero usato per
anestesia e
sterilizzazione).
9) Non è mai stato dimostrato dai suoi nemici,
che l'hanno ricercato in ogni modo, che si
facesse
pagare o accettasse regali.
Ebbe, e ha tuttora, dei detrattori agguerriti,
come Padre O. Quevedo, sull'opinione dei quali
ci
sentiamo però di avanzare vari dubbi. La
testimonianza di Andrjia Puharich ci sembra
decisiva.
Predisse la sua morte, che fu accompagnata da un
fatto paranormale vissuto dal Puharich, allora a
New York: una telefonata, rimasta di provenienza
ignota, alle ore 12 dell'11 gennaio 1971, gli
comunicò la morte di José Arigó: questi moriva
in uno scontro automobilistico alle 12,15 esatte
dello stesso giorno. (P.C.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 95-96).

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ARIOLA Pepito (n. 1897). Sensitivo spagnolo che,
all'età di tre anni e mezzo , fu presentato dal
prof. Richet* al Congresso Internazionale di
Psicologia del 1900 per le sue eccezionali doti
musicali.
Già all'età di due anni e mezzo sapeva suonare
il piano e riusciva ad abbracciare l'intera
ottava con
le sue piccole dita che sembravano allungarsi
all'occorrenza per un fenomeno affine a quello
dell'elongazione*.
Crescendo perse questa facoltà e non si è
sentito più parlare di lui. (R.)
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Aubert George. Medium francese non
professionista, attivo fra gli ultimi anni del
secolo scorso e i
primi del nostro. Senza avere mai studiato
musica improvvisava al piano composizioni che
asseriva
provenire dall’intervento di famosi musicisti
defunti quali Beethoven, Berliotz, Mendelssohn,
Mozart, Chopin, Schumann, Liszt, Wagner e altri:
o, a richiesta, suonava loro composizioni. Nel
1906 fu studiato dall’Institut Général
Psychologique di Parigi, e in questa occasione
suonò
perfettamente, fra l'altro, una sonata di Mozart
con gli occhi bendati e le orecchie collegate,
per
mezzo di tubi, a due grammofoni che
trasmettevano musiche diverse. In un altro
esperimento suonò
mentre leggeva a voce alta un’opera filosofica.
Purtroppo le sue improvvisazioni non poterono
essere registrate e ce ne rimangono solo le
testimonianze dell'Institut Pa rapsycologique.
Lasciò
un’interessante autobiografia: La medianità
spiritica (La mediumnité spirite, 1920). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 124)
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Bailey Charles. Medium australiano, attivo dal
1889 al 1932 circa, famoso in Australia e in
Europa
per i suoi apporti di reperti archeologici e di
animali viventi. Per alcuni anni operò solo per
un ricco
spiritista di Melbourne. Welton Stanford, che
raccolse tutti gli apporti ottenuti dal Bailey
fondando
il primo museo del genere, ancora esistente alla
Leland Stanford University, in California. Verso
il
1902 cominciò a prodursi pubblicamente e fu
studiato da uno dei principali medici di Sydney,
il
dott. C.W. McCarthy, che nel 1904 diede una
relazione delle sue esperienze. Queste
avvenivano in
condizioni di controllo molto severo: il medium
veniva perquisito, spogliato, rivestito con
altri abiti,
chiuso in un sacco sigillato da cui uscivano le
mani per raccogliere gli oggetti apportati;
nella stanza
non esisteva altro mobilio che delle sedie e un
tavolo.
Operava in stato di trance controllato da tre
spiriti guida: un certo Whitcombe che asseriva
di essere
stato medico a Melbourne; un professor Robinson
che sarebbe stato professore di letteratura
sirocaldea
a New York, e l'indiano Abdul. Secondo il
rapporto del dott. McCarthy, furono apportati
uccelli che talora scomparivano ma altre volte
restavano e venivano mantenuti in gabbia, pesci,
un
serpente che scomparve in piena luce. Gli
apporti si materializzavano sotto una coperta o
cadevano
dal soffitto, lungi dal medium. Ma in
particolare furono prodotte tavolette di creta
con scritture
cuneiformi, e monete egiziane e indiane. Gli
esperti del British Museum dichiararono che le
tavolette erano imitazioni, le monete genuine ma
di scarso valore.
Dal febbraio all'aprile del 1904 il Bailey fu a
Milano e venne studiato dalla Società per gli
Studi
Psichici durante diciassette sedute. Veniva
spogliato dell'abito e delle scarpe e chiuso in
un sacco di
seta stretto al collo e ai polsi e sigillato col
sigillo della Società. Tuttavia non si lasciò
mai spogliare
completamente affermando che si sarebbe preso un
raffreddore. Gli apporti consistettero in
uccelli
vivi col nido e le uova, un pesce e una
tavoletta babilonese; inoltre Bailey fece
germinare
rapidamente un seme in un vaso e produsse luci e
forme luminose. Non si poterono ottenere,
invece,
trasporti di oggetti da una stanza a un'altra
come gli sperimentatori avrebbero desiderato. Il
rapporto
delle sedute, firmato dagli sperimentatori
Baccigaluppi, Brioschi, Clericetti, Cipriana,
Ferrari,
Marzorati, Odorico, Redaelli e Griffini, fu
molto cauto, considerando che il medium non
aveva
accondisceso a spogliarsi completamente e aveva
preteso la piena oscurità al momento in cui gli
apporti apparivano; ma in definitiva ammise che
i fenomeni potevano essere genuini anche se non
definitivamente provati.
Nel 1910, accogliendo l'invito del colonnello De
Rochas, il Bailey si esibì a Grenoble, ma
l'esito
delle sedute fu decisamente negativo: un
negoziante riconobbe in lui l'uomo che aveva
comprato i
tre uccelli prodotti in una seduta e che il suo
controllo Abdul aveva affermato provenire
direttamente dall'India.
Un anno dopo era a Londra, di fronte a una
commissione scelta dal dott. Abraham Wallace e
di cui
facevano parte due rappresentanti della Società
per la Ricerca Psichica. Il Bailey fu spogliato,
esaminato e chiuso in una gabbia: apparve nelle
sue mani un nido che fu però subito fatto a
pezzi
dal suo controllo indiano, e due piccole uova,
che vennero egualmente rotte; in un'altra seduta
furono apportati due uccellini, ma il medium,
vacillando, ruppe la rete della gabbia. Gli
sperimentatori si rifiutarono di considerare
sicuramente provati questi fenomeni.
Nel 1914, invece, durante una serie di sedute
tenute a Rothesay, in Scozia, e dirette da James
Coates, fu apportato un nido di passero indiano
con due uova e vennero ottenute impronte di mani
e
di piedi su plastilina. I fenomeni furono
considerati genuini. Nel 1931 era ancora attivo
in India, nel
Punjab, e il magistrato H.L. Williams riferiva
di apporti quali un elmetto saraceno, varie
statuette
cinesi di avorio, un abito completo da mandarino
caduto dal soffitto, uccelli vivi, tavolette
babilonesi, monete ecc. La figura del Bailey
rimane alquanto problematica, ed è difficile
dire se nei
suoi fallimenti fu vittima dello scetticismo
degli sperimentatori o se, nei suoi successi,
furono gli
sperimentatori a rimanere vittime di una sua
singolare abilità. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 142).
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Bangs Lizzie e Mary. Le sorelle Bangs, di
Chicago, furono tra le più note medium americane
tra
circa il 1880 e il 1915, specializzate in
scrittura, pittura e disegno diretti. Ma quello
che rende
particolarmente singolari queste due figure è il
numero delle prove a favore e delle prove a
carico
che furono presentate nei loro riguardi: chi
legga i resoconti delle prime dovrebbe giungere
alla
conclusione che i fenomeni erano genuini senza
possibilità di dubbio, mentre dai resoconti
delle
seconde risulta in modo egualmente indubitabile
che si trattava di trucchi abbastanza ingegnosi
ma
tali da non potere resistere a un’indagine
appena accurata.
Le scritture dirette, secondo la narrazione di
molti testimoni, venivano prodotte secondo il
seguente
procedimento. Il consultante, a casa sua,
scriveva su di un foglio alcune domande rivolte
a uno o a
più defunti da lui conosciuti in vita; poi
metteva il foglio, insieme a qualche foglio
bianco, in una
busta che chiudeva e suggellava a suo
piacimento. Recatosi poi dalle medium, metteva
la busta tra
due lavagne che lui stesso legava insieme con un
nastro: le lavagne erano poste su di un tavolo a
un
lato del quale sedeva una delle medium e
all’altro il consultante stesso: questi poteva
tenere la mano
sulle lavagne per tutto il tempo della seduta,
che si svolgeva in piena luce. A un certo
momento le
lavagne avevano un fremito e allora il
consultante era pregato di scrivere su di un
foglio un breve
messaggio come: «Ti prego di comunicare»,
rivolto a un defunto; questo messaggio veniva
poi
piegato in quattro e dato alla medium che lo
poneva sulle due lavagne coprendolo con una
terza
lavagna. Dopo alcuni minuti la medium
pronunciava il nome dello spirito a cui era
stato rivolto
l’ultimo messaggio; dopo qualche altro minuto
pronunciava quello del defunto o di uno dei
defunti
a cui erano state indirizzate le richieste
chiuse nella busta, facendolo eventualmente
seguire da
quelli degli altri e poi dall’esposizione delle
domande stesse. Infine il consultante toglieva
la prima
lavagna constatando che il suo biglietto era
scomparso; slegava le altre due. trovava la
busta chiusa
con il suggello intatto e in essa rinveniva il
biglietto scomparso, il foglio con le sue
domande e i
fogli bianchi su cui, adesso, apparivano scritte
in inchiostro le risposte.
Il dott. Krebs, pastore protestante, che volle
veder le cose da vicino, espose, sul Journal
della
Società per la Ricerca Psichica (gennaio 1901)
come si svolse la seduta da lui ottenuta
nell'ottobre
del 1900. Egli si presentò all’abitazione delle
medium armato di uno specchietto tascabile
nascosto
all’interno del suo soprabito - che doveva
servirgli per vedere quello che avveniva sotto
il tavolo - e
fu ricevuto da Mary Bangs. Il tavolo era
ricoperto da un tappeto ed egli chiese che fosse
tolto, ma la
medium si rifiutò con una scusa. Sedutisi l’uno
di fronte all’altro, la medium chiese al
consultante la
lettera sigillata e la pose fra le due lavagne
che legò lei stessa. Le lavagne furono poi messe
sul
tavolo e non solo il Krebs ma anche Mary vi
posero sopra le mani, così che il tremito, che
avvenne
poco dopo dovette essere provocato dalla medium
stessa. Questa allora disse di vedere nell’aria
tre
lettere di fuoco, una S, una L e una K e chiese
al consultante se erano le iniziali di una
persona a lui
nota; egli rispose che erano le sue, e che ella
doveva ben conoscere il suo nome, dato che egli
le era
stato presentato da un amico comune. L'altra
negò: la lettera era stata indirizzata a sua
sorella, e lei
non l'aveva letta. Ma, così parlando, alzò con
apparente noncuranza le lavagne inclinandole un
poco
e tornando a posarle poi sul tavolo. Seguì la
cerimonia del messaggio scritto: approfittando
del fatto
che Mary gli aveva volto le spalle per non
vedere quello che scriveva, il Krebs osservò le
lavagne e
si accorse che fra esse era stata inserita una
piccola zeppa che le teneva discoste lungo un
lato;
guardò nello spiraglio ed ebbe la certezza che
la lettera non c’era più: evidentemente era
scivolata
fuori dai due oggetti quando la medium li aveva
alzati e inclinati. Voltandosi nuovamente, Mary
prese il biglietto scritto, lo pose sulle
lavagne, ma in modo che sporgesse un poco dalla
cornice, e lo
coprì con la terza lavagna: dovette esserle così
facile, dato che sul tavolo vi erano alcuni
cartelli con
le lettere dell’alfabeto (che dovevano aiutarla
a vedere mentalmente le iniziali), prendere il
biglietto
fingendo di spostare distrattamente un cartello
con la destra e raggiungendo il biglietto stesso
con la
sinistra sotto di esso. Seguì un dialogo durante
il quale la medium parlò della persona, una
certa
Mary Smith, a cui era stato indirizzato il
biglietto: avendolo preso era riuscita
evidentemente a
leggerlo; dopo di che il Krebs, parte col suo
specchietto che gli permetteva di vedere sotto
il tavolo,
e parte direttamente, vide Mary chinarsi un
attimo e mettere la lettera e il biglietto su
qualche cosa
di scuro che subito fu ritirato e scomparve
sotto una porta vicina. La conversazione
continuò a
svolgersi su Mary Smith e vi furono vani
tentativi di indovinare i nomi della persona a
cui erano
state rivolte le domande chiuse nella lettera,
finché la medium, volgendosi come per caso verso
la
porta, prese un biglietto giunto su quella
specie di scivolo scuro che andava e veniva e
che,
evidentemente, la metteva in comunicazione con
la sorella, in attesa dietro la porta; e solo
allora
Mary pronunciò distintamente i nomi che fin
allora non era riuscita a indovinare. Poco dopo,
sempre mediante lo scivolo, tornò la lettera che
fu presa al pari del biglietto di dianzi e
destramente
infilata nuovamente fra le due lavagne.
Ovviamente la lettera recava, scritte sui fogli
bianchi, tutte
le risposte richieste: per aprirla era bastato
inumidirla con del vapore. Questo, molto
succintamente,
il particolareggiato resoconto del Krebs, che
sembra mettere in perfetta evidenza la frode.
Esso
trova una conferma in un altro, di Hereward
Carrington, il quale, nel 1909, portò alle due
medium
una lettera indirizzata «alla sua cara madre
Jane Thompson» da suo figlio Harold, personaggi
entrambi inesistenti, e ricevette risposte
appropriate. Ma, d’altra parte, ecco
testimonianze
perfettamente opposte. L’ammiraglio Moore, che
tenne numerose sedute con le sorelle Bangs nel
1909 e nel 1911, sostenne anzitutto che le
condizioni nelle quali il Krebs avrebbe tenuto
la sua
unica seduta erano diverse da quelle consuete
delle sorelle Bangs «quanto una locomotiva è
diversa
da una teiera». Nelle sue sedute aveva portato
lui stesso le lavagne e l’inchiostro: le lavagne
avevano cornici tali che nessuna lettera posta
fra di esse avrebbe potuto sfuggirne neppure se
fosse
stato aperto uno spiraglio, ed egli non aveva
mai permesso che fossero sollevate;
nell’inchiostro, per
consiglio di Sir William Crookes, aveva sciolto
del citrato di litio, che fu poi ritrovato nelle
risposte
scritte. In queste condizioni era assolutamente
impossibile attuare la frode descritta dal
Krebs.
Ancor più misterioso era il fenomeno delle
pitture dirette che le sorelle producevano in
piena luce
davanti ai consultanti. Esse si servivano di due
tele montate su telaio, le sovrapponevano faccia
contro faccia e le mettevano davanti a una
finestra appoggiandole ai vetri mentre il lato
inferiore
poggiava su di un tavolo: entrambe le tenevano
con una mano per i bordi laterali. Il
consultante
doveva avere con sé una fotografia del defunto
di cui desiderava avere il ritratto, ma non la
mostrava. Dopo un quarto d’ora si vedevano
apparire e scomparire sulle tele, che illuminate
dal di
dietro apparivano translucide, delle ombre, poi
il lavoro procedeva rapidamente e, quando le due
tele venivano separate, su quella più vicina al
consultante si vedeva la pittura ottenuta con
una
sostanza grassa e collosa. Il ritratto non era
una copia della fotografia ma una libera
rielaborazione.
L’ammiraglio Moore afferma che una volta
espresse mentalmente il desiderio che un
medaglione
risultante nella foto fosse rappresentato più
grande e arricchito da un monogramma, e così
avvenne.
Le sorelle producevano anche apporti di fiori e
una volta ottennero una comunicazione per mezzo
di
una macchina da scrivere tenuta in aria da
quattro presenti e battuta da una mano
materializzata. I
fenomeni delle sorelle Bangs ci lasciano a
tutt’oggi perplessi non solo per se stessi ma,
forse ancor
più, per la inesplicabile diversità dei
resoconti che se ne hanno. (U.D. )
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 146/148)
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Bastian Harry. Medium americano a
materializzazione, attivo negli ultimi anni del
secolo scorso.
Nel febbraio del 1884 fu chiamato a Vienna dal
barone Hellenbach per fare delle sedute alla
presenza dell’arciduca Giovanni e del principe
ereditario Rodolfo: secondo il barone egli aveva
già
perso in parte i suoi poteri fin dal 1882. Dopo
il fallimento della prima seduta, durante la
seconda
fece squillare all'interno del circolo un
campanello che ne era stato appena spinto fuori
da uno degli
a stanti, e, dopo essere stato legato sulla
sedia da un ufficiale di marina, si liberò in
poco tempo
rimanendo però con le mani imprigionate in tal
modo che le corde dovettero essere tagliate.
Nella
terza seduta, mentre il medium rimaneva al buio
in una stanza, i presenti si recarono in
un'altra
adiacente e illuminata dove apparvero alcuni
fantasmi. Improvvisamente, però, l'arciduca fece
chiudere le stanze per mezzo di un sistema di
funi, imprigionando l'ultimo fantasma che si
rivelò
essere il Bastian stesso, senza scarpe. Tuttavia
il vestito che indossava il fantasma scomparve e
non
fu più ritrovato. L'arciduca scrisse un
opuscolo. Un'occhiata sullo spiritismo, in cui
denunciava la
frode, ma il barone Hellenbach prese le difese
del medium sostenendo che l'episodio avrebbe
dovuto essere studiato più a fondo. In realtà la
scomparsa degli abiti fantomatici potrebbe far
presupporre il completo passaggio del corpo del
medium nel fantasma. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 151)
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Béraud Marthe Carriere Eva (Marthe Béraud,
1886-?). Una delle più famose medium a
materializzazione e a
incorporazione dei primi decenni del nostro
secolo, nota anche come Eva C. Non ancora
diciottenne
perse il fidanzato, un giovane ufficiale figlio
del generale Noël, che cadde nel Congo, e fu
accolta,
da quelli che dovevano essere i suoi suoceri,
nella Villa Carmen ad Algeri. E qui si
rivelarono le sue
doti con la produzione di fantasmi completi, fra
i quali quello del celebre Bien Boa, che, nel
1905,
fu studiato dal Richet. Più tardi si occupò di
lei una appassionata spiritista, la signora
Juliette
Bisson, che divenne la sua madre adottiva e la
educò alle manifestazioni. Con lei Marthe,
divenuta
Eva C., visse a Parigi a partire dal 1909. Qui
fu conosciuta dal barone Albert von
Schrenck-Notzing,
un medico tedesco che, in quegli anni, era tra i
pochissimi che, in Germania, si occupassero
seriamente e scientificamente della
fenomenologia paranormale, e da lui, e
nuovamente dal Richet,
che gli era amico, fu attentamente studiata fino
al 1914.
Le sedute parigine non diedero gli stessi
risultati imponenti di quelle di Algeri: Eva, in
stato di
trance, sembrava soffrire profondamente,
contorcendosi e lamentandosi, e il suo polso
passava dalle
90 alle 120 pulsazioni. Le materializzazioni si
manifestavano molto lentamente e di rado erano
forme complete. Il Fodor attribuisce questo
cambiamento ai rigorosi controlli a cui la
medium
veniva sottoposta: era costretta a spogliarsi
davanti allo Schrenck-Notzing e alla signora
Bisson,
sempre presente, e, dopo una completa visita
medica, doveva indossare un abito speciale,
stretto ai
polsi, al collo e alle caviglie, o una semplice
maglia o addirittura dare la seduta
completamente
nuda. Otto macchine fotografiche al magnesio
vennero puntate su di lei; più tardi ci si
accorse che
ella poteva operare anche a luce attenuata.
Furono scattate 225 fotografie molto
convincenti.
Abbondantissima era la sua produzione di
ectoplasma, che si levava in forma di nubecole
più o
meno vaste e talora la ricopriva tutta. In
questa massa biancastra si formavano poi volti e
figure. Di
una seduta tenuta il 15 aprile 1912, alla
presenza del metapsichista italiano C. De Vesme
e di P.
Bisson, il Richet scrive: «Le manifestazioni
cominciarono subito. Una sostanza bianca apparve
sul
collo della medium e poi si formò in essa una
testa che si spostò da destra a sinistra e
infine si
collocò sulla testa di Eva. Fu presa una
fotografia. Dopo il lampo, la testa riapparve a
fianco della
testa della medium, alla distanza di una
cinquantina di centimetri, collegata ad essa da
una specie di
nastro bianco. Sembrava una testa maschile e
faceva movimenti come inchini. Contammo una
ventina di apparizioni e sparizioni di questa
testa: si mostrava, si ritraeva nel gabinetto
medianico e
riappariva ancora. Apparve poi una testa
femminile, si mostrò presso la tenda, si
ritrasse nel
gabinetto e contiBuguet E.nuò ad apparire e
scomparire più volte».
Lo Schrenck-Notzing fece seguire Eva, per vari
mesi, da investigatori privati, per accertarsi
che
nulla di sospetto vi fosse nella sua vita, e,
per eliminare la supposizione che l'ectoplasma
consistesse
in veli ingurgitati e rigurgitati dalla medium,
le faceva mangiare marmellata di mirtilli prima
di ogni
seduta: ma la sostanza rimase sempre
bianchissima. Nel 1913 dalla bocca di Eva si
vide uscire un
dito perfettamente formato; le fu chiusa
alloraBuguet E. la testa in un velo e il dito
tornò a
mostrarsi, dapprima entro il velo e poi al di
fuori di esso.
Fra il 1917 e il '18 Eva fu studiata dal Geley
nel laboratorio di lui, sempre alla presenza
della
signora Bisson e di numerosi uomini di scienza.
Nel suo libro Dall'inconscio al conscio, il
Geley
scrive: «E' inutile dire che, durante le sedute
nel mio laboratorio, le consuete precauzioni
vennero
rigorosamente osservate. Appena entrata nella
sala delle sedute, dove io solo potevo entrare
in
precedenza, la medium veniva completamente
spogliata in mia presenza e rivestita di un
abito
aderente, chiuso sulla schiena e ai polsi. I
capelli e la cavità della bocca venivano
esaminati da me e
dai miei collaboratori prima e dopo la seduta.
Eva veniva poi accompagnata nel gabinetto
medianico e fatta sedere sulla sedia di vimini:
le sue mani rimanevano sempre in vista fuori
della
tenda e la stanza era sempre sufficientemente
illuminata. Non mi limito Buguet E.ad affermare
che
non vi erano trucchi: affermo che non vi era
possibilità di trucco. Inoltre, non mi stancherò
mai di
ripeterlo, quasi tutte le materializzazioni
avvennero sotto i miei occhi e io ho potuto
osservare la
loro formazione e il loro sviluppo... Sono lieto
di testimoniare che Eva, in mia presenza, ha
sempre
mostrato un'assoluta onestà. L'intelligente e
rassegnata abnegazione con cui si è sottomessa a
ogni
controllo e le veramente penose prove della sua
medianità meritano la schietta e sincera
gratitudine
di tutti gli uomini di scienza degni di questo
nome».
Nel 1920 la Società per la Ricerca Psichica
invitò Eva in Inghilterra: ella, accompagnata
dalla
signora Bisson, si trattenne due mesi a Londra e
diede oltre quaranta sedute metà delle quali non
diedero alcun risultato; scarsi furono i
risultati delle altre. Apparvero però veli
ectoplasmici che
assunsero aspetto di mani e di volti. Gli
sperimentatori erano evidentemente scettici e
ostili;
l'ambiente, nel centro rumoroso della città,
poco adatto; i controlli di una pedanteria
esasperante.
Come conclusione, gli sperimentatori non si
pronunciarono, con la scusa che quanto avevano
visto
non era sufficiente per un giudizio e che non si
poteva escludere una rigurgitazione di veli.
«Come è
possibile», notò in seguito il Richet, «che
masse di sostanza mobile, organizzata in mani e
volti, sia
fatta uscire dall'esofago o dallo stomaco?». Nel
1922, quindici sedute tenute alla Sorbonne, pure
in
ambiente ostile, diedero risultati scarsissimi e
il comitato inquirente emise un giudizio
negativo.
Poco più tardi Eva, sposatasi e divenuta signora
Waespé, si ritirò dall'attività medianica. (UD.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 229/231).
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Besinnett Ada, poi signora Roche. Medium
americana a effetti fisici, attiva nel primo
terzo del
nostro secolo. Durante le sue sedute, che
avvenivano di norma al buio, si verificavano
fenomeni di
luminescenza, voci dirette che talora cantavano
o fischiavano in modo sorprendente e
materializzazioni incomplete di volti che spesso
le assomigliavano. Non si faceva mai legare, ma
a
questo provvedevano spesso, durante le sedute,
mani invisibili, così che, al termine, veniva
trovata
strettamente avvinta alla sedia. Pare che alcune
volte sia sparita dalla stanza per essere poi
rinvenuta, profondamente addormentata, in
un'altra. I suoi controlli erano due pellirosse:
una
bambina, Pansy, e un adulto, Nuvola Nera.
Le testimonianze su di lei sono quanto mai
contrastanti. Secondo il prof. Hyslop, che la
studiò nel
1909-10 durante una settantina di sedute per
incarico della Società Americana per la Ricerca
Psichica, la medium stessa sarebbe stata
l'autrice dei fenomeni, agendo però in uno stato
isterico di
sdoppiamento della personalità e quindi senza
alcuna cosciente intenzione di frode. Alla
conclusione opposta giunse invece J. Hewat
McKenzie, nel 1921, dopo un esame condotto per
sei
mesi presso il Collegio Inglese per la Scienza
Psichica di Londra: i fenomeni sarebbero stati
genuini
e dovuti agli spiriti che controllavano il
soggetto. Hereward Carrington dichiarò di non
essere
rimasto affatto convinto di quello che aveva
visto, pur riconoscendo di avere osservato, in
una
seduta, strane luci che, dietro sua richiesta,
si librarono su lastre fotografiche lasciandovi
inesplicabili impronte. L'ammiraglio Moore.
presente a molte sedute, sostenne invece la
completa
genuinità dei fenomeni. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 162)
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Bisson Juliette. Nota come Madame Bisson, e
definita dal Mackenzie, che la conobbe, «una
distinta gentildonna superiore a ogni sospetto
non solo per il suo rango sociale, ma anche per
l'elevatezza dei suoi sentimenti e del suo
pensiero», accolse nella propria casa, adottò e
studiò
attentamente per vari anni, a partire dal 1909,
la medium Eva Carrière. Sembra che fra le due
donne
si sia formato un legame psichico interpersonale
per cui i fenomeni di materializzazione di Eva
finirono col dipendere, almeno in gran parte,
dalla presenza della signora Bisson, che la
accompagnava in tutte le sedute. In realtà, tali
materializzazioni avvenivano spesso partendo da
una
massa ectoplasmica che veniva poi modellata come
se fosse argilla assumendo forme molto
aggraziate che suggerivano l’idea di statuette
viventi: e la Bisson era una dotata scultrice.
Al pari di Eva, fu accusata di frode; la stampa
le fu spesso contraria mettendo in ridicolo la
strana
coppia che avrebbe simulato i fenomeni non per
lucro ma per fanatismo. Tuttavia lo Schrenck-
Notzing, che sperimentò con loro per un lungo
periodo, e il Mackenzie escludono decisamente
ogni
possibilità di inganno: Eva veniva denudata,
rivestita di una tuta di maglia cucita sulla
schiena e di
un grembialone anch'esso cucito. Inoltre le
materializzazioni venivano spesso ottenute alla
piena
luce del sole, formandosi e dileguandosi, o
rientrando nel soggetto come ectoplasma, dinanzi
ai
presenti.
Ha lasciato due opere: I fenomeni detti di
materializzazione (Les phénomènes dits de
matérialisation, 1921) e La medianità e la
Sorbona (Le médiumnisme et la Sorbonne, 1923),
quest’ultima con riferimento alle sedute tenute
alla Sorbona, con esito negativo, nel 1922 alla
presenza di quattro scienziati. Inoltre
un’importante relazione al primo Congresso
metapsichico
internazionale di Copenaghen (1921), con
allegate documentazioni di Pierre Désirieux,
Maurice
Jeanson, René Duval, J. de la Blaccurelle, Anne
Barbin e Jean Lefebvre. (A.F.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 182/183).
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Blake William (1757-1827). Poeta, incisore,
pittore e mistico inglese, in gran parte
autodidatta.
Abile incisore abbandonò la professione come
tale per dedicarsi a una produzione originale
poetica
e illustrativa: illustrava i suoi libri di
poesie e spesso li stampava e rilegava lui
stesso aiutato dalla
fedelissima moglie. Dopo profonde crisi si
orientò verso un misticismo di ispirazione
cristiana che
informa tutte le sue opere.
Fin da bambino ebbe visioni di spiriti o angeli
che lo consigliavano e gli insegnavano: da uno
di essi
affermò di avere avuto le prime lezioni di
pittura. Queste apparizioni divennero per lui un
fatto
quotidiano: quasi ogni giorno vedeva Gesù Cristo
e scriveva quello che egli gli dettava. Del suo
poema Jerusalem dichiarò: «Ho scritto questo
poema sotto dettatura diretta; dodici, talvolta
venti e
anche trenta righe d'un fiato, senza
premeditazione da parte mia e persino contro la
mia volontà.
Non sono stato che il segretario; gli autori
sono nell’eternità». Egualmente diceva che i
suoi disegni
e incisioni non erano che copie di immagini che
gli apparivano già perfettamente formate. In
realtà,
quando era al lavoro, alzava ogni tanto gli
occhi come se guardasse un modello, e se la
visione
scompariva, egli lasciava l’opera dicendo di
essere incapace di continuare.
Raramente un visionario visse, al pari di lui.
continuamente fra due mondi, con la serena
sicurezza
della realtà di entrambi, e forse solo lo
Swedenborg riuscì come lui a fondere queste due
realtà
come espressione di una personalità eccezionale,
indipendente dai modi del suo tempo,
perfettamente originale. Considerava
l’immaginazione come il più sicuro mezzo di
conoscenza,
quello che mette l’uomo a contatto con
l’eternità, e diffidava della ragione, che
serviva solo a
raggiungere meschini scopi pratici. Pagò questa
sua fede nell’assoluto con lunghi anni di
miseria.
Non amava la natura, considerandola come un
ostacolo alla visione della realtà eterna, ma
credeva
nella santità della vita: la forza vitale è
sempre nel giusto, solo il freddo ragionamento
può condurre
all’errore. Quindi l’arte è la somma espressione
dell'uomo, l’albero della vita: erano racchiusi
in lui
da un lato, tutto il movimento romantico,
dall’altro tutta la ricca fioritura del
paranormale nella
prima metà dell’Ottocento. Imparò l'italiano a
sessantasette anni per poter leggere e
illustrare Dante,
e attese a questi disegni fin sul letto di
morte. Morì serenamente perché non era mai
riuscito a
«pensare alla morte come cosa più notevole del
passaggio da una camera a un’altra»: prima di
morire prese improvvisamente a cantare delle
"Cose che vedeva nel cielo. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 185/186)
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Bogert Cornelia H. Medium americana non
professionista, attiva all'incirca tra il 1940 e
il 1955,
nota per una notevole produzione di pitture
automatiche di carattere simbolico. La sua
guida, che si
dichiarava autrice dei suoi quadri, era
lo spirito di una donna, Anna Merril, sotto il
cui controllo ella poteva dipingere anche
nell'oscurità
più completa. Sua collaboratrice era la medium
scrivente Margaret Hamilton, sua amica, la
quale,
indipendentemente da lei e spesso a sua
insaputa, dava per scrittura automatica
l'interpretazione del
significato simbolico dei suoi dipinti. Una
volta il quadro della Bogert e l'interpretazione
della
Hamilton furono prodotti contemporaneamente,
mentre le due amiche si trovavano a circa 200
chilometri di distanza e ognuna di loro ignorava
quello che faceva l'altra.
La Bogert ha pubblicato 42 suoi dipinti e ha
dato particolareggiate notizie della sua
medianità
nell'opera Con pennelli di capelli di cometa
(With Brushes of Comet's Hair, 1950). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 52)
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Bondea Maria. Medium non professionista, attiva
a partire dal 1947, che ha prodotto scritture,
musiche e disegni automatici, alcuni fenomeni
fisici come l'essiccazione di fiori che
mantenevano
l'aspetto e il profumo della vita, e ha
dimostrato capacità di guaritrice. E' stata
studiata dal prof. C.
Panà e dal prof. Francesco Egidi fra il 1950 e
il 1955. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 54)
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Bosco Giovanni, caso di San Giovanni Bosco
(1815-1888) era certo dotato di facoltà
paranormali,
e intorno a lui si svolgevano spesso fenomeni a
carattere di Poltergeist: venti freddi, rumori
vari,
movimenti di oggetti. Particolarmente noto è
rimasto un caso da lui stesso riferito nella sua
operetta
Cenni sulla vita del giovane Luigi Comollo: il
Comollo era stato un suo compagno di seminario,
morto molto giovane, ed egli parla dell'episodio
senza nominarsi, indicandosi semplicemente come
«un compagno». Lo riportiamo con le sue stesse
parole.
«... la ragione per cui la morte del Comollo
fece sì grande impressione, furono due
apparizioni del
medesimo seguite dopo la sua morte. Io mi limito
ad esporne una di cui fu testimone un intero
dormitorio; avvenimento che ha destato rumore
dentro e fuori del seminario. Questa visita
straordinaria venne fatta ad un compagno, con il
quale esso Comollo era stato in amicizia mentre
viveva.
Ecco come lo stesso compagno narra il fatto.
Nelle nostre amichevoli relazioni, seguendo ciò
che
avevamo letto in alcuni libri, avevamo pattuito
fra noi di pregare l'un l'altro, e che colui il
quale
primo fosse chiamato all'eternità, avrebbe
portato al superstite notizie dell'altro mondo.
Più volte
abbiamo la medesima promessa confermata,
mettendo sempre la condizione se Dio avesse ciò
permesso e fosse stato di Suo gradimento. Simil
cosa si fece allora come una puerilità, senza
conoscerne l'importanza; tuttavia fra noi si
ritenne sempre sul serio quale sacra promessa da
mantenersi. Nel corso della malattia del Comollo
si rinnovò più volte la medesima promessa, e
quando venne a morire se ne attendeva
l'adempimento non solo da me, ma anche da alcuni
compagni che ne erano informati. Era la notte
del 4 aprile, notte che seguiva il giorno della
sua
sepoltura, ed io riposavo con gli alunni del
corso teologico in quel dormitorio che dà nel
cortile a
mezzodì. Ero a letto, ma non dormivo e stavo
pensando alla fatta promessa, e quasi presago di
ciò
che doveva accadere, ero in preda a una paurosa
commozione. Quando, sullo scoccare della
mezzanotte, odesi un cupo rumore in fondo al
corridoio, rumore che rendevasi più sensibile,
più
cupo e più acuto mentre si avvicinava. Pareva
quello di un carrettone, di un treno di
ferrovia, e
quasi dello sparo di un cannone. Non saprei
esprimermi se non col dire che formava un
complesso
di fragori così vibranti e in un certo modo così
violenti, da recare spavento grandissimo e
togliere la
parola di bocca a chi l'ascoltava. Ma nell'atto
che si avvicinava lasciava dietro di sé
rumoreggianti le
pareti, la volta, il pavimento del corridoio,
come se fossero costruiti di lastre di ferro
scosse da un
potentissimo braccio. II suo avvicinarsi non era
sensibile in modo da potersi misurare il
diminuirsi
delle distanze, ma lasciava un'incertezza quale
lascia una vaporiera, della quale talora non si
può
conoscere il punto ove si trova nella sua corsa,
e si è costretti a giudicare dal solo fumo che
si
stende per l'aria.
«I seminaristi di quel corridoio si svegliano
tutti, ma niuno parla. Io ero impietrito dal
timore. Il
rumore si avanza, ma sempre più spaventoso: è
presso il dormitorio, si apre da sé
violentemente la
porta del medesimo; continua più veemente il
fragore senza che alcuna cosa si veda, eccetto
una
languida luce, ma di vario colore, che pareva
regolatrice di quel suono. A un certo momento si
fa un
improvviso silenzio, splende più viva quella
luce, e si ode distintamente la voce del Comollo
che,
chiamato per none il compagno tre volte
consecutive, dice: "Io sono salvo!". In quel
momento il
corridoio divenne ancor più luminoso; il cessato
rumore di bel nuovo si fece udire di gran lunga
più
violento, quasi tuono che sprofondasse la casa,
ma tosto cessò ed ogni luce disparve. I
compagni.
balzati dal letto, fuggirono senza saper dove.
Si raccolsero alcuni in qualche angolo del
dormitorio,
si strinsero altri intorno al prefetto di
camerata, che era Don Giuseppe Fiorito da
Rivoli; tutti
passarono la notte aspettando ansiosamente il
sollievo della luce del giorno. Io ho sofferto
assai, e
tale fu il mio spavento che in quell'istante
avrei preferito di morire. Di qui cominciò una
malattia
che mi portò all'orlo della tomba, e mi lasciò
così male andato di sanità, che non ho potuto
più
riacquistarla se non molti anni dopo. Lascio a
ciascun dei lettori a fare di questa apparizione
quel
giudizio che crederà, avvertendo prima però che
dopo tanti anni sono oggigiorno ancora fra i
vivi
alcuni testimoni dei fatti». (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 193-194)
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Bresadola Carla. Radiestesista e pittrice
automatica non professionista, attiva da circa
il 1940 al
'60. Iniziò come radiestesista valendosi del
pendolo e dell'alfabeto per comunicazioni
medianiche,
che le diedero consigli e premonizioni notevoli.
Nel 1949 ebbe inizio la sua produzione artistica
automatica che, da una semplice decorazione
astratta, a matita o a penna, passò a pitture di
paesaggi
di intensa coloritura e a figurazioni
simboliche, eseguite con grande rapidità e in
uno stato semicosciente,
in cui la sua personalità sembrava sdoppiarsi.
Spesso, per la scelta del soggetto e dei colori,
si valeva del pendolo, che dava i suggerimenti
opportuni. L'Egidi, nella sua opera Pittura e
disegni
metapsichici (1954), la considera fra i più
notevoli sensitivi in questo campo. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 62).
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Brigida di Svezia, Santa (Birgitta Persson,
1303-1373). Famosa santa e profetessa svedese.
Nacque
a Finstad, nell’Upland, da genitori
religiosissimi; il padre era governatore del
luogo, la madre di
stirpe reale. Fin da bambina ebbe singolarissime
visioni. Sposatasi giovanissima, nel 1316, ebbe
otto figli, tra i quali santa Caterina di
Svezia. Per le sue opere di beneficenza, per la
sua cultura, per
il suo contributo agli studi avendo riunito
intorno a sé gli uomini più dotti del tempo,
divenne
famosa in Svezia e accolta a Corte. Tra il 1341
e il '43, si recò col marito in pellegrinaggio a
San
Giacomo di Compostella; rimasta vedova nel 1344,
si dedicò a pratiche ascetiche e riprese ad
avere
le visioni della fanciullezza. Gesù le parlava,
ed ella trascriveva poi, o dettava, tutto ciò
che aveva
udito: nacquero così gli otto volumi di
Rivelazioni (Revelationes), scritti
originariamente in
svedese, ma tradotti via via in latino dal suo
confessore Petrus d'Alvastra e da Petrus di
Skänninge.
Fondò un nuovo ordine di religiose, detto
comunemente delle Brigidine. Recatasi a Roma per
ottenere dal papa l'approvazione dell’ordine, vi
si stabilì attendendo il ritorno del pontefice
da
Avignone. Tornata a Roma dopo un pellegrinaggio
in Terra Santa, vi morì poco dopo. Fu
santificata
da Bonifacio IX nel 1391.
Le Rivelazioni sono opere di rara potenza: per
esse Brigida venne considerata il maggior genio
poetico della Svezia medievale: sono pie
meditazioni, severi ammonimenti al genere umano,
ai
sacerdoti, ai religiosi, ai potenti, allo stesso
pontefice, e profezie. Durante l’ultima guerra
circolava
la profezia scritta dalla santa nel 1360:
«Quando la festa di san Marco corrisponderà alla
Pasqua, la
festa di sant’Antonio alla Pentecoste e la festa
di san Giovanni Battista cadrà nel giorno del
Corpus
Domini, tutto il mondo subirà guai!». Tale
coincidenza avvenne nel 1943, e la prossima
accadrà nel
2038. Tra le sue profezie si trovano accenni a
Napoleone, alla fine dei Borboni di Francia e ad
altri
avvenimenti storici. Per i tempi attuali, santa
Brigida preannuncia l’avvento del Grande
Monarca,
profetizzato anche da Nostradamus e dalla Grande
Piramide, al termine di una terza guerra
mondiale: «Avrà fine quella funestissima guerra
quando sarà fatto un imperatore generale della
stirpe di Spagna. Questi meravigliosamente
vincerà nel segno della Croce. Sarà lui che
distruggerà i
Giudei e i Maomettani. Per ultimo la Svezia
rivedrà la vera luce della fede quando sarà
governata da
una regina nata con undici dita».
Santa Brigida ha lasciato anche un elenco degli
anni significativi per la storia del genere
umano. E'
interessante notare che in queste profezie, come
in altre e segnatamente quelle della Grande
Piramide, le date si sussuegono a grandi
distanze fino all'Ottocento ma poi divengono
molto
ravvicinate. Nel 1846 non vi sarà pastore (muore
Gregorio XVI): nel 1847 nuove guerre; nel 1848
sorgerà gente contro gente; nel 1850 Roma sarà
macchiata di sangue (caduta della repubblica
romana l'anno prima); nel 1900 vi sarà una
grande segno; nel 1980 gli empi prevarranno; nel
1999 i
luminari si estingueranno. Anche Santa Brigida
preconizza il 1980 l'anno più pericoloso del
secolo
(G.G.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 201)
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Britten Emma Hardinge (1823-1899). Medium
inglese. Dotata di grande talento musicale, nel
1856 entrò in una compagnia teatrale e passò con
essa in America, dove fu iniziata allo
spiritismo
dalla medium Ada Hoyt, poi signora Coan.
Sviluppò in seguito doti medianiche e diede
pubbliche
sedute presso la Società per la Diffusione della
Conoscenza Spiritica di New York. Grazie alla
sua
medianità si ebbe uno dei primi e dei più
notevoli casi di identità di personalità
defunte: attraverso
di lei l’entità di un membro dell’equipaggio di
un cargo postale affondato in mare aperto diede
tutti
i particolari della tragedia, ancor prima che ne
giungesse la notizia, corrispondente in tutto
alla
narrazione. Produsse inoltre fenomeni di
scrittura automatica, psicoscopia, precognizione
e, più
raramente, guarigioni. Di particolare interesse
le dotte esposizioni su argomenti scelti dal
pubblico e
che la medium improvvisava per ispirazione
paranormale.
Spiritista convinta, fece numerosi viaggi di
propaganda negli Stati Uniti, in Canada, in
Inghilterra,
in Australia e in Nuova Zelanda. Fondò e diresse
per cinque anni la rivista Two Worlds, di
Manchester; fu tra i fondatori della Società
Teosofica di New York, nel 1875, ma interruppe
presto i
suoi rapporti con Madame Blavatsky. Diresse il
periodico americano The Western Star nel 1872 e
quello inglese The Unseen Universe nel 1892-93.
Lasciò numerose composizioni musicali e
canzoni sotto lo pseudonimo di Ernest Reinhold.
Opere principali: Allocuzioni estemporanee
(Extemporaneous Addresses, 1861); Spiritismo
americano moderno (Modem American
Spiritualism, 1870); Miracoli del XIX secolo,
1884; Fede, fatti e frodi della storia religiosa
(Faith,
Fact and Fraud of Religious History, 1906). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 201/202)
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Buguet E. Medium fotografico francese attivo
negli anni attorno al 1870. Produceva fotografie
spiritiche in cui molti riconoscevano loro
parenti defunti e anche fotografie del doppio,
come quella
del doppio di Stainton Moses, ottenuta a Londra
nel 1874 mentre il Moses era a Parigi. Ma, nel
1875. il Buguet venne arrestato a Parigi e, in
seguito alla sua stessa confessione, condannato
a un
anno di prigione e 500 franchi di multa. Il
medium ammise che tutte le sue fotografie erano
state
ottenute mediante una doppia esposizione,
fotografando dapprima un assistente truccato da
fantasma e poi il soggetto della fotografia. Lo
strano è che, nonostante questa confessione,
molti che
avevano assistito ai suoi fenomeni, e lo stesso
Moses, continuarono ad affermare che per lo meno
alcune delle fotografie spiritiche da lui
prodotte dovevano essere genuine: avevano
portato loro
stessi le lastre e avevano la certezza che non
potevano essere state sostituite.
Uscito di prigione il Buguet dichiarò di essere
stato spaventato dai giudici, i quali gli
avevano
promesso la libertà se avesse confessato
l'imbroglio. Si parlò anche di un complotto
organizzato dai
Gesuiti contro di lui per colpire lo spiritismo.
I1 Flammarion afferma però di avere sperimentato
con lui, di averne scoperte le frodi e di avere
visto le lastre truccate. Molte lastre truccate
furono
trovate in casa sua dalla polizia dopo il suo
arresto. (R. )
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 68)
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Canti Iris. Pittrice e modellatrice automatica,
attiva dal 1948. Cominciò la sua produzione per
incitamenti avuti in sedute spiritiche: ha
dichiarato lei stessa di lavorare di notte, in
uno stato di
semicoscienza, senza sapere quale sarà il
risultato della sua opera, che spesso è apparsa
disegnata o
dipinta al rovescio. Tanto le pitture quanto le
plastiche della Canti hanno un carattere
decorativo e
simbolico, spesso con stilizzazioni geometriche,
e sembrano provenire da varie tecniche e da
varie
mani, pur presentando una certa unità di
ispirazione. La critica vi ha trovato «un bel
ritmo o almeno
un ritmo che soddisfa abbastanza» (L. Borgese).
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 224).
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Carancini Francesco (1863 ca. - 1940).
Medium italiano a effetti fisici. Operava al
buio, ma si
prestava alle più rigorose condizioni
sperimentali facendosi perquisire e legare alla
sedia con nodi sigillati; produceva notevoli
fenomeni
di telecinesi e anche materializzazioni che
furono fotografate col lampo al magnesio. A Roma
fu
studiato in numerose sedute dal barone L. von
Erhardt e da rappresentanti della Società per la
Ricerca Psichica; a Parigi dal De Vesme, dal
Lemerle e dal Mangin; a Ginevra dai professori
Clarapède, Flournoy e Batelli. Fu più volte
sospettato di frode, ma l'inganno non venne mai
provato.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 22).
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Carriere Eva (Marthe Béraud, 1886-?). Una delle
più famose medium a materializzazione e a
incorporazione dei primi decenni del nostro
secolo, nota anche come Eva C. Non ancora
diciottenne
perse il fidanzato, un giovane ufficiale figlio
del generale Noël, che cadde nel Congo, e fu
accolta,
da quelli che dovevano essere i suoi suoceri,
nella Villa Carmen ad Algeri. E qui si
rivelarono le sue
doti con la produzione di fantasmi completi, fra
i quali quello del celebre Bien Boa, che, nel
1905,
fu studiato dal Richet. Più tardi si occupò di
lei una appassionata spiritista, la signora
Juliette
Bisson, che divenne la sua madre adottiva e la
educò alle manifestazioni. Con lei Marthe,
divenuta
Eva C., visse a Parigi a partire dal 1909. Qui
fu conosciuta dal barone Albert von
Schrenck-Notzing,
un medico tedesco che, in quegli anni, era tra i
pochissimi che, in Germania, si occupassero
seriamente e scientificamente della
fenomenologia paranormale, e da lui, e
nuovamente dal Richet,
che gli era amico, fu attentamente studiata fino
al 1914.
Le sedute parigine non diedero gli stessi
risultati imponenti di quelle di Algeri: Eva, in
stato di
trance, sembrava soffrire profondamente,
contorcendosi e lamentandosi, e il suo polso
passava dalle
90 alle 120 pulsazioni. Le materializzazioni si
manifestavano molto lentamente e di rado erano
forme complete. Il Fodor attribuisce questo
cambiamento ai rigorosi controlli a cui la
medium
veniva sottoposta: era costretta a spogliarsi
davanti allo Schrenck-Notzing e alla signora
Bisson,
sempre presente, e, dopo una completa visita
medica, doveva indossare un abito speciale,
stretto ai
polsi, al collo e alle caviglie, o una semplice
maglia o addirittura dare la seduta
completamente
nuda. Otto macchine fotografiche al magnesio
vennero puntate su di lei; più tardi ci si
accorse che
ella poteva operare anche a luce attenuata.
Furono scattate 225 fotografie molto
convincenti.
Abbondantissima era la sua produzione di
ectoplasma, che si levava in forma di nubecole
più o
meno vaste e talora la ricopriva tutta. In
questa massa biancastra si formavano poi volti e
figure. Di
una seduta tenuta il 15 aprile 1912, alla
presenza del metapsichista italiano C. De Vesme
e di P.
Bisson, il Richet scrive: «Le manifestazioni
cominciarono subito. Una sostanza bianca apparve
sul
collo della medium e poi si formò in essa una
testa che si spostò da destra a sinistra e
infine si
collocò sulla testa di Eva. Fu presa una
fotografia. Dopo il lampo, la testa riapparve a
fianco della
testa della medium, alla distanza di una
cinquantina di centimetri, collegata ad essa da
una specie di
nastro bianco. Sembrava una testa maschile e
faceva movimenti come inchini. Contammo una
ventina di apparizioni e sparizioni di questa
testa: si mostrava, si ritraeva nel gabinetto
medianico e
riappariva ancora. Apparve poi una testa
femminile, si mostrò presso la tenda, si
ritrasse nel
gabinetto e contiBuguet E.nuò ad apparire e
scomparire più volte».
Lo Schrenck-Notzing fece seguire Eva, per vari
mesi, da investigatori privati, per accertarsi
che
nulla di sospetto vi fosse nella sua vita, e,
per eliminare la supposizione che l'ectoplasma
consistesse
in veli ingurgitati e rigurgitati dalla medium,
le faceva mangiare marmellata di mirtilli prima
di ogni
seduta: ma la sostanza rimase sempre
bianchissima. Nel 1913 dalla bocca di Eva si
vide uscire un
dito perfettamente formato; le fu chiusa
alloraBuguet E. la testa in un velo e il dito
tornò a
mostrarsi, dapprima entro il velo e poi al di
fuori di esso.
Fra il 1917 e il '18 Eva fu studiata dal Geley
nel laboratorio di lui, sempre alla presenza
della
signora Bisson e di numerosi uomini di scienza.
Nel suo libro Dall'inconscio al conscio, il
Geley
scrive: «E' inutile dire che, durante le sedute
nel mio laboratorio, le consuete precauzioni
vennero
rigorosamente osservate. Appena entrata nella
sala delle sedute, dove io solo potevo entrare
in
precedenza, la medium veniva completamente
spogliata in mia presenza e rivestita di un
abito
aderente, chiuso sulla schiena e ai polsi. I
capelli e la cavità della bocca venivano
esaminati da me e
dai miei collaboratori prima e dopo la seduta.
Eva veniva poi accompagnata nel gabinetto
medianico e fatta sedere sulla sedia di vimini:
le sue mani rimanevano sempre in vista fuori
della
tenda e la stanza era sempre sufficientemente
illuminata. Non mi limito Buguet E.ad affermare
che
non vi erano trucchi: affermo che non vi era
possibilità di trucco. Inoltre, non mi stancherò
mai di
ripeterlo, quasi tutte le materializzazioni
avvennero sotto i miei occhi e io ho potuto
osservare la
loro formazione e il loro sviluppo... Sono lieto
di testimoniare che Eva, in mia presenza, ha
sempre
mostrato un'assoluta onestà. L'intelligente e
rassegnata abnegazione con cui si è sottomessa a
ogni
controllo e le veramente penose prove della sua
medianità meritano la schietta e sincera
gratitudine
di tutti gli uomini di scienza degni di questo
nome».
Nel 1920 la Società per la Ricerca Psichica
invitò Eva in Inghilterra: ella, accompagnata
dalla
signora Bisson, si trattenne due mesi a Londra e
diede oltre quaranta sedute metà delle quali non
diedero alcun risultato; scarsi furono i
risultati delle altre. Apparvero però veli
ectoplasmici che
assunsero aspetto di mani e di volti. Gli
sperimentatori erano evidentemente scettici e
ostili;
l'ambiente, nel centro rumoroso della città,
poco adatto; i controlli di una pedanteria
esasperante.
Come conclusione, gli sperimentatori non si
pronunciarono, con la scusa che quanto avevano
visto
non era sufficiente per un giudizio e che non si
poteva escludere una rigurgitazione di veli.
«Come è
possibile», notò in seguito il Richet, «che
masse di sostanza mobile, organizzata in mani e
volti, sia
fatta uscire dall'esofago o dallo stomaco?». Nel
1922, quindici sedute tenute alla Sorbonne, pure
in
ambiente ostile, diedero risultati scarsissimi e
il comitato inquirente emise un giudizio
negativo.
Poco più tardi Eva, sposatasi e divenuta signora
Waespé, si ritirò dall'attività medianica. (UD.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 229/231).
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Centurione Scotto, marchese, poi principe ,
Carlo (1877-1958). Nobile genovese, avvocato e
deputato al Parlamento, noto per eccezionali
facoltà medianiche che si manifestarono in lui
per
circa tre anni, dal 1927 al 1930. E' forse
l'unico caso in cui una medianità così notevole
durò così
poco, esplodendo quando il medium era già sulla
cinquantina. Interessato ai fenomeni spiritici e
amico del Bozzano, per consiglio di lui, nel
1927, dopo la morte del figlio Vittorio,
capitano pilota
caduto col suo idrovolante nel lago di Varese,
si recò a Londra, dove il Bradley teneva sedute
col
medium americano Valiantine, nella speranza di
avere comunicazioni dal defunto. Rimase deluso
(non è vero, infatti che, come è stato detto da
vari autori, egli abbia sentito in quelle sedute
un
rumore di aereo e la voce del figlio: questo
accadde a New York, a un amico suo, l'avvocato
veneziano Piero Bon, che glielo comunicò); si
manifestò invece l'entità Cristo D'Angelo, già
presentatasi a New York nelle sedute del
Valiantine, la quale, dopo aver cantato al suo
solito alcune
canzoni siciliane, gli comunicò che possedeva
doti medianiche, che avrebbe tenuto sedute in
Italia e
che, allora, egli sarebbe stato la sua guida. Si
riferiva evidentemente alle cosiddette sedute di
Millesimo, che iniziarono effettivamente nel
luglio del 1927, nel castello del Centurione a
Millesimo. Nemmeno in queste sedute si poterono
ottenere comunicazioni col defunto Vittorio, ma
avvennero alcuni dei più importanti fenomeni di
cui sia stata data relazione. Il più notevole è
certo
quello della sparizione del medium durante la
seduta del 29 luglio 1928: il Centurione,
scomparso
dalla sala delle sedute, fu ritrovato, dopo due
ore di ricerche, addormentato nelle scuderie.
I suoi fenomeni vennero messi in dubbio, come
scarsamente controllati, in Germania dallo
Schrenck-Notzing e dal Lambert, e in Inghilterra
da Th. Besterman, che li criticò severamente sui
Proceedings della Società per la Ricerca
Psichica. In realtà le sedute si svolsero in un
clima
piuttosto amichevole che scientifico, ma la
genuinità dei fenomeni può essere moralmente, se
non
scientificamente, sostenuta. Dopo il 1930 le
facoltà del Centurione andarono rapidamente
esaurendosi, forse perché il medium aveva perso
ormai ogni speranza di poter comunicare col
figlio. (UD.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 250/252).
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Colman Arthur. Medium inglese a
materializzazione, noto a Londra per alcuni anni
fra il 1870 e il
1880. Florence Marryat lo giudica «il più
meraviglioso medium a materializzazione che
abbia mai
incontrato in Inghilterra», e riferisce una
seduta in cui cinque fantasmi materializzati si
manifestarono contemporaneamente e apparvero
insieme a lui. In questa occasione il medium era
stato letteralmente cucito nel suo abito e
legato con filo bianco e sigilli a ogni nodo.
Quando
apparve con i cinque fantasmi era perfettamente
libero, ma, subito dopo, fu trovato nel
gabinetto
medianico con tutti i legami intatti. Dovette
però ritirarsi dopo alcuni anni di attività, sia
perché
disgustato dalle accuse di frode che gli
venivano fatte, sia perché le fatiche eccessive
avevano
gravemente compromesso la sua salute. Era
guidato da un controllo femminile, «Aimée», che
sembra avesse ereditato dal Craddock. Fu anche
notevolissimo medium a personificazione. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 287/288).
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Colville W.J. (1859-1917). Medium inglese a
ispirazione, che, in trance profonda o leggera,
improvvisava dotti discorsi su vari argomenti o
poesie. Fin da bambino vedeva e sentiva delle
presenze immateriali intorno a sé: nel 1874 ebbe
la sua prima manifestazione: caduto in una sorta
di
semi-trance, si sentì fluttuare nell'aria, fu
costretto a parlare da una volontà che non era
la sua e
improvvisò la sua prima composizione poetica. A
partire dal 1877 diede pubbliche sedute
rispondendo alle più svariate domande con una
erudizione certamente superiore alla sua
cultura, che
era assai scarsa. Durante queste manifestazioni
era spesso incosciente; altre volte udiva le sue
parole come se provenissero dalla bocca di un
altro. Viaggiò molto, sempre guidato da
personalità
invisibili, e, dopo una lunga permanenza a
Boston, finì con lo stabilirsi negli Stati
Uniti, recandosi
ogni tanto in Inghilterra. Lasciò varie raccolte
dei suoi discorsi e delle sue poesie, nonché
opere di
spiritismo e di occultismo. (R.)
libro: UNIVERSAL SPIRITUALISM: spirit communion
in all ages among all nations by Colville
W.J. (www.archive.org)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 288).
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Compton Elizabeth J. (1830-?). Medium americana
a materializzazione. Semplice lavandaia di
Havanah, nello Stato di New York, e madre di
nove figli, si rivelò potente medium solo
all'età di
quarantacinque anni, nel 1875. Produceva
fantasmi totalmente materializzati che parlavano
con i
presenti e potevano essere da loro toccati e
addirittura pesati. E' soprattutto importante
perché,
stando alle relazioni, dimostrò come il corpo
del medium possa passare totalmente nelle forme
materializzate. Fu studiata dal colonnello H.S.
Olcott, il quale, per assicurarsi che la medium
non
potesse lasciare il gabinetto medianico e
impersonare il fantasma, la legò alla sedia con
del filo da
cucire dopo averlo fatto passare attraverso i
lobi delle sue orecchie, nei fori per gli
orecchini; fissò
poi la sedia al pavimento e sigillò ogni nodo.
Subito dopo uscì dalla cabina una fanciulla
completamente materializzata che disse di
chiamarsi Katie Brinck e saltò sulle ginocchia
del
colonnello accarezzandolo. Il suo peso variava
dai 23 ai 35 chili, mentre quello della medium
era di
55. L'Olcott ebbe da lei il permesso di entrare
nella cabina, che risultò vuota: la medium e i
suoi
legami erano scomparsi. Dopo l'apparizione e la
scomparsa di un altro fantasma, un guerriero
indiano, lo sperimentatore entrò nuovamente nel
gabinetto medianico e vi trovò la medium in
trance
profonda con i legami e i sigilli perfettamente
intatti.
Un analogo sistema fu usato dal dott. J.B.
Newbrough, che legò la medium, i suoi abiti e la
sedia
con spago impeciato da calzolai. Anche in questo
caso fu riscontrata la sparizione della medium e
dei legami mentre i fantasmi apparivano fuori
dalla cabina. Quando ella fu ricomparsa. fu
notato
che i legami avevano subito dei cambiamenti e
così pure i nodi e i sigilli avevano cambiato di
luogo. Evidentemente il corpo dei fantasmi era
quello della medium, ma assolutamente mutato:
ora
allungato e dimagrito, ora ingrossato e
accorciato, in modo da impersonare perfettamente
i defunti
che venivano riconosciuti dai presenti e che
parlavano di fatti riconosciuti veri. Se il
fantasma
veniva improvvisamente afferrato, come si
verificò alcune volte, riprendeva all'istante
l'aspetto della
signora Compton, che però cadeva in una fase di
grave prostrazione. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 295).
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Cook Florence
(1856-1904). Famosa medium inglese a
materializzazione il cui nome è legato alla
produzione del non meno celebre fantasma
materializzato Kate King e agli studi che Sir
William
Crookes fece su di esso. Le sue capacità si
manifestarono con fenomeni di telecinesi e
levitazione
nel 1871, quando ella avrebbe dovuto avere
quindici anni; è probabile però che Florence sia
nata
qualche anno prima del 1856 e che poi sia stata
sostenuta questa data perché i suoi genitori si
erano
sposati solo agli inizi di quell'anno. Thomas
Blyton, segretario della Dalston Association of
Inquires
into Spiritualism, nella rivista The
Spiritualist del 15 giugno 1871 riferisce di due
sedute tenute con
Florence, durante la prima delle quali, «appena
Miss Cook fu posta sul tavolo, mentre le tenevo
la
mano, essa fu portata sul pavimento e poi
nuovamente sul tavolo, parecchie volte, in modo
da
convincermi che fluttuava nell'aria. Il tavolo
stesso, di pesante quercia, fu poi spinto con
gran forza
contro il caminetto e Miss Cook fu portata molto
rapidamente per la stanza. Vari oggetti si
mossero...». Nella seconda seduta si ripeterono
all'incirca gli stessi fenomeni con in più un
messaggio per scrittura automatica.
In un secondo tempo i fenomeni consistettero
particolarmente in «apparizioni di volti»,
fenomeno
ottenuto, allora, da alcuni medium londinesi.
Florence si sedeva in un grande armadio chiuso
da due
tende che in alto si aprivano a V; veniva legata
alla sedia, i nodi erano sigillati, e, poco
dopo,
nell'apertura a V apparivano volti di «spiriti»
che talora erano riconosciuti dai presenti come
quelli
di loro parenti defunti: la scrittrice e
sensitiva Florence Marryat descrive una di
queste sedute
durante la quale vide apparire il volto di una
sua figlioletta.
Tra i vari volti presentati ven'era uno che
appariva molto spesso e che si faceva chiamare
Katie
King sostenendo di essere stata figlia del
celebre corsaro Henry Morgan, vissuto nel XVII
secolo.
Questo volto, nelle polemiche che già erano
sorte pro e contro la medium, era
particolarmente
discusso perché assomigliava in modo evidente
alla stessa Florence. Nella primavera del 1873,
Katie King divenne una forma completamente
materializzata: uscì dalla tenda, avvolta in una
bianca
veste che le copriva anche il capo lasciandole
nudi il volto e le braccia, e prese a camminare
a piedi
scalzi fra gli astanti conversando con loro. Da
allora Florence non si valse più del grande
armadio,
ma di un gabinetto medianico chiuso da una
tenda, dietro la quale essa rimaneva legata al
solito. In
breve la medium e il fantasma divennero celebri;
le sedute, che si tenevano in casa di Florence,
erano gratuite perché un appassionato e ricco
spiritista, Charles Blackburn, sovvenzionava
generosamente la famiglia Cook. Il 9 dicembre
1873 avvenne però un fatto sconcertante. Tra i
presenti alla seduta v'era un signor William
Volckman, il quale nutriva molti dubbi sulla
realtà
spiritica di Katie King, e questi, nel momento
in cui il fantasma stava congedandosi, lo
afferrò nella
convinzione che, se si fosse trattato di uno
spirito, avrebbe potuto dissolversi. Katie,
invece, si
limitò a dibattersi per liberarsi. Ne seguì un
tafferuglio: la luce del gas venne spenta, due
astanti,
uno dei quali era il fidanzato di Florence,
liberarono il fantasma e lo portarono nel
gabinetto.
Cinque minuti dopo, il gas fu riacceso e nel
gabinetto venne trovata Florence in stato di
sofferenza,
ma vestita del suo solito abito nero, legata e
con i sigilli intatti.
La notizia dell'episodio si diffuse rapidamente,
la stampa fu in generale contraria alla medium e
la
reputazione di Florence subì un duro colpo. Fra
l'altro v'era il pericolo che il suo
finanziatore
interrompesse i sussidi. La medium, allora, si
rivolse a uno scienziato già noto, William
Crookes, il
quale si era già occupato di fenomeni
paranormali con esperienze rimaste classiche sui
medium
D.D. Home e Kate Fox. Florence lo pregò di
assistere alle sue sedute e di dire su di esse
una parola
definitiva, e il grande fisico accettò. Già il 6
febbraio 1874, con una lettera pubblicata dallo
Spiritualist, il Crookes avvertiva il pubblico
di avere cominciato i suoi studi sulla medium
contestata e di avere già molti elementi a
favore dell'onestà di lei. Infatti, mentre Katie
King
passeggiava per la stanza, egli aveva sentito
alle sue spalle, dietro la tenda del gabinetto,
i gemiti di
Florence in trance: il fantasma e la medium non
erano dunque la stessa persona. Lo studio durò
circa quattro mesi, dai primi di febbraio alla
fine di maggio 1874, durante i quali il Crookes
si
guadagnò la fiducia della medium e del fantasma,
potè liberamente entrare nel gabinetto medianico
e raggiunse la certezza che Katie King non era
Florence Cook perché potè vederle insieme:
alcune
sedute vennero tenute nella sua stessa
abitazione. «Ieri sera», scrisse il 30 marzo, «a
piedi nudi e
senza tenersi sulle punte, Katie era quattro
pollici e mezzo più alta di Miss Cook. Aveva il
collo
scoperto e la pelle era perfettamente liscia
tanto alla vista che al tatto; sul collo di Miss
Cook vi è
un'ampia escrescenza perfettamente visibile e
ruvida al tatto. Le orecchie di Katie non sono
bucate
mentre Miss Cook di solito porta gli orecchini».
Alla fine dell'aprile 1874, Katie annunciò che
presto avrebbe preso congedo perché la sua
missione
era finita; il Crookes approfittò degli ultimi
giorni per prendere 40 fotografie del fantasma,
che però
per la maggior parte sono andate perdute.
Infine, il 21 maggio, fu presente al congedo tra
il
fantasma e Florence, che, in lacrime, lo pregava
di non lasciarla.
Dopo Katie King, Florence ottenne la
materializzazione di un altro fantasma, Marie,
che danzava e
cantava con grande abilità. Il 9 gennaio 1880,
anche Marie fu afferrata da uno dei presenti,
Sir
George Sitwell, e fu riconosciuta in lei la
stessa medium. Dopo di che, per alcuni anni,
Florence,
divenuta signora Corner fin dal '74, non diede
sedute. Nel 1898 riprese l'attività e nel 1899,
fu
invitata dalla società Sphinx a dare una seduta
a Berlino in condizioni di controllo molto
rigorose:
venne ispezionata da due signore, legata mani e
piedi con sigilli di piombo e legata alla sedia.
Si
sentì suonare un tamburo che era nel gabinetto
medianico, apparvero mani luminose e veli
luminosi
nonché un fantasma, anch'esso luminoso, che fece
alcuni movimenti; e venne lasciato un messaggio
scritto. La relazione della seduta fu fatta dal
giornalista M. Schnitzer, che era tutt'altro che
spiritista.
Nello stesso anno, però, a Varsavia, gli
sperimentatori furono più severi: fu trovata su
Florence una
bendatura fatta «per ragioni mediche» e si
concluse che con quella si potevano ottenere
trucchi. In
seguito Florence abbandonò l'attività e
trascorse dimenticata gli ultimi anni.
Nel 1962 un libro di Trevor H. Hall, Gli
spiritisti (The Spiritualists) sottopose a una
critica spietata
la figura di Florence Cook e in particolare le
manifestazioni di Katie King: per Hall la medium
frodò sempre, non ebbe mai alcun potere e riuscì
a far credere alla materializzazione di Katie
King
solo perché era in combutta con il Crookes, che
era divenuto il suo amante. Il libro suscitò lo
sdegno di studiosi come Nandor Fodor e fu
nettamente criticato dal nostro Servadio: in
realtà non
portò alcuna prova sicura fondandosi solo su
supposizioni e sulle testimonianze di un certo
Anderson e di uno scrittore francese, Jules
Bois, i quali sostenevano di avere avuto la
confessione
dei fatti dalla stessa Cook. Le affermazioni del
Bois erano però di seconda mano, riferite a Hall
dalla Garrett, e lo Zorab, pur mantenendosi
molto cauto per un giudizio finale, ha
dichiarato la sua
convinzione che la Garrett abbia confuso la
testimonianza dell'Anderson con quella del
francese,
che non sarebbe mai stata fatta. Inoltre Hall,
per sostenere la sua tesi, giunge ad alterare in
modo
lampante e con evidente malafede fatti sicuri.
Contro Florence rimarrebbe il solo
smascheramento
di Marie, perché il personaggio rimasto fra le
braccia di Sir George Sitwell sembra essere
stato
realmente quello della medium. Anche questo
episodio, tuttavia, non costituisce una prova
sicura:
avvenne altrettanto con la D'Espérance e con la
Compton e in entrambi i casi fu assodato che il
corpo della medium si era trasfigurato in quello
del fantasma (v. Trasfigurazione). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore
(pagine 317-319).
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Cook Katie. Sorella della precedente, rimase
molto meno nota di lei perché diede solo sedute
private e non fu mai studiata scientificamente.
Produceva fenomeni molto simili a quelli di
Florence, levitazioni, telecinesi e
materializzazioni di fantasmi, dei quali abbiamo
relazioni di
Florence Marryat e di Alfred Russel Wallace.
Quest’ultimo riferisce di avere veduto e toccato
un
fantasma femminile in veste bianca, uscito dal
gabinetto medianico subito dopo che vi era
entrata la
medium vestita di nero: il fantasma era più alto
della medium e i lobi delle sue orecchie,
esaminati
da vicino, non erano forati. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 319).
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Cooper Blanche. Medium inglese a voce diretta,
attiva all’incirca fra il 1920 e il 1935. Fu
esaminata in varie sedute negli anni 1921-22 dal
matematico S.G. Soal, professore della Facoltà
di
Scienze dell’Università di Londra. Come
riferisce il Soal stesso, la medium non cadeva
mai in
trance, anche se dimostrava ogni tanto una certa
assenza, e sosteneva la voce diretta solo per
uno o
due minuti alla volta, intervallati da pause di
silenzio che potevano durare anche un quarto
d’ora;
quando la voce taceva, Blanche faceva con le
labbra una specie di basso borbottìo. Inoltre
poteva
produrre il fenomeno solo al suono di un
carillon. Durante le sedute si manifestavano
talora anche
fenomeni luminosi.
Aveva due controlli: Nada, che parlava con voce
fanciullesca, e Afid, la cui voce era cupa e
sepolcrale. Entrambi potevano leggere in libri
chiusi. Le personalità spiritiche da lei evocate
davano
ragguagli precisi sulla loro vita trascorsa e su
persone che avevano conosciuto; tra queste
personalità vi fu quella di Frank Soal, fratello
minore dello sperimentatore, caduto in guerra.
Il Soal
credette di avere dimostrato che tali
personalità erano creazioni drammatizzate della
medium stessa,
la quale si sarebbe valsa di forti capacità
chiaroveggenti attingendo il contenuto delle sue
comunicazioni sia nello sperimentatore, sia nei
presenti alla seduta, sia in viventi lontani che
avevano conosciuto il defunto. E sostenne così
che l’attività telepatico-chiaroveggente doveva
avere
limiti molto più vasti di quelli considerati fin
allora, potendo estendersi non solo a persone
conosciute dal medium ma anche a persone a lui
ignote ma note almeno a uno dei presenti, il
quale
funzionava così da induttore. Fu confermato in
questa teoria soprattutto dal caso di Gordon
Davis,
quando cioè si presentò come defunto, attraverso
la Cooper, un amico dello sperimentatore, da lui
creduto morto nella prima guerra mondiale, il
quale diede numerose ed esatte notizie di sé,
alcune
ignote al Soal, e tre anni dopo, nel 1925,
risultò vivente. Lo sperimentatore stabilì anche
che la
Cooper poteva esercitare la sua chiaroveggenza
su di lui o sui presenti solo quando la risposta
alle
domande fatte non era presente alla loro
coscienza: in caso contrario la cosiddetta
entità affermava
di non potere rispondere in quel momento ma che
avrebbe risposto più tardi. E infatti questo
avveniva quando lo sperimentatore o i presenti
non pensavano più a quel soggetto. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 319/320).
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Corrales Ophelia. Medium costaricana a
materializzazione, attiva nei primi anni del
secolo fino al
1914, anno in cui si ritirò ancor giovane. I
suoi fenomeni, veramente singolari se autentici,
furono
riferiti negli Annali di Scienza Psichica, vol.
IX, 1910, e in varie riviste di spiritismo.
Durante le
sedute, che erano dirette dal dott. Alberto
Brenes, dell’Accademia Legale, otteneva la
materializzazione completa di numerosi fantasmi,
fino a cinque, contemporaneamente e parlanti
lingue diverse. I due più importanti erano
Miguel Ruiz, che poteva mutare dimensioni a suo
piacere,
e Mary Brown. Quest’ultima una volta cominciò a
scrivere una frase e poi pose una mano sulla
spalla di uno dei presenti, il quale continuò la
scrittura con la stessa calligrafia; con lo
stesso gesto
Mary e Miguel potevano far parlare uno degli
astanti in lingue a lui sconosciute. Mary,
inoltre,
poteva sollevarsi nell’aria e moltiplicarsi in
quattro entità ognuna delle quali faceva una
cosa
diversa; sembra anche che abbia apportato nella
stanza delle sedute una ragazzina sconosciuta in
stato di trance, facendola passare per se
stessa.
Ophelia poteva anche produrre il proprio doppio,
che si presentava con un abito diverso da quell
della medium mentre questa era in un’altra
stanza. Una volta Ophelia fu trasportata
attraverso il
muro nella stanza in cui era il doppio, e lo
stesso giorno alcuni bambini della casa furono
trasportati
nello stesso modo dal giardino, attraverso muri
e porte chiuse. Il prof. Willy Reichel, dopo
avere
studiato la medium, affermò che vi erano stati
alcuni trucchi piuttosto facili, ma che nel
complesso
la medium era assai potente per i fenomeni di
voce diretta e di scrittura automatica. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 326/327).
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Cottin Angelique. Sensitiva francese che, nel
1846, all`età di circa 15 anni. cominciò a
manifestare
notevoli fenomeni di natura apparentemente
elettrica. Era una semplice contadina normanna
che
lavorava in una piccola fabbrica di guanti: un
giorno il suo telaio si mise a balzare in modo
inesplicabile. Condotta a Parigi, fu studiata
dal dott. Tanchou, e si accertò che palline di
sambuco
sospese a fili di seta erano da lei attratte o
respinte, che distingueva i poli di una calamita
solo
toccandoli e faceva impazzire la bussola
avvicinandovi le mani. In egual modo riusciva a
deviare la
fiamma di una candela e faceva muovere
violentemente sedie, tavoli e letti, anche
pesanti, se li
toccava. Nessun fenomeno accadeva se la ragazza
veniva isolata da terra. Sembra che il suo
potere
irradiasse solo dalla parte sinistra del suo
corpo, che, durante le manifestazioni, aumentava
di
temperatura. Il Tanchou ne parlò al fisico Jean
Arago, che tenne Angelique in osservazione nel
suo
laboratorio per qualche tempo e fece una
relazione dei suoi fenomeni all'Accademia delle
Scienze.
Fu nominata una commissione di studio che, dopo
tre settimane, ammise solo i movimenti della
sedia su cui la ragazza sedeva, pur non
escludendo che fossero dovuti a forza muscolare.
Angelique
non cadeva in trance, ma durante le
manifestazioni dava segni di terrore, i suoi
battiti cardiaci
salivano a 120 al minuto. si manifestava in lei
una notevole iperestesia e i suoi muscoli
avevano
contrazioni convulse. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 332).
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Craddock Frederick Foster. Medium inglese fra i
più contestati, più volte smascherato in
tentativi
di frode e tuttavia dotato, sembra, di genuini
poteri. Fu attivo all’incirca dal 1875 al 1930
producendo fenomeni di materializzazione e voce
diretta. I fantasmi da lui materializzati furono
afferrati più volte e identificati con lo stesso
medium; l’ammiraglio Moore scoprì in modo
evidente
i suoi trucchi, ma in egual tempo rimase
convinto che alcuni fenomeni dovevano essere
genuini: a
esempio, una volta che il fantasma risultò
essere lo stesso Craddock, il quale fu visto
mettersi dei
finti baffi, la veste che lo ricopriva non fu
trovata sebbene la stanza fosse stata subito
chiusa a
chiave e poi frugata in ogni angolo. D’altra
parte Henry Llewellyn e Gambier Bolton
descrissero
fenomeni da lui prodotti di compenetrazione e di
trasporto del medium da una stanza a un’altra,
che
difficilmente si sarebbero potuti spiegare con
la frode. Dennis Bradley descrive una seduta a
voce
diretta del dicembre 1924 in cui i fenomeni
avevano tutta l’apparenza di essere genuini, e
Sir Walter
Gibbons considerò il Craddock uno dei più
potenti medium a voce diretta. Certo è che
questo
singolare personaggio non guadagnò mai molto e
morì in miseria: forse fu un caratteristico
esempio
dell’instabilità di molti medium, le cui
capacità variano a seconda dei periodi e che
cercano di
aiutarsi con la frode. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 333).
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Croiset Gerard (n. 1910). Sensitivo olandese,
uno dei maggiori e
più dotati della storia del paranormale
mondiale. Figlio di attori
ebrei ebbe vita errabonda e scarsa istruzione.
La sua esistenza, fino
all'immediato dopoguerra, fu un susseguirsi di
mestieri diversi senza
che in alcuno egli riuscisse a emergere o a
farsi una posizione.
L'ultima di tali occupazioni, quella cioè che
egli esercitava prima di
conoscere nel 1945 il prof. W.H.C. Tenhaeff*
dell'Università
di Utrecht, fu quella di droghiere.
Aveva avuto vari fenomeni di chiaroveggenza dei
quali non sapeva
spiegarsi la ragione e a seguito di tali
accadimenti decise di
rivolgersi a colui che rappresentava allora la
maggiore autorità
d'Europa in materia. Tenhaeff si accorse ben
presto di avere tra le
mani uno dei soggetti più dotati che avesse mai
incontrato e lo
sottopose a studi ed esperimenti che si
protrassero a lungo, anche con
la collaborazione di esperti di altre nazioni,
tedeschi, svizzeri e
americani.
Croiset risiedeva allora ad Enschede ove era
nato, ma per
poter essere sempre vicino al suomaestro, dopo
alcuni anni si
trasferì ad Utrecht ove aveva sede l'università
e, dal 1953, la prima
cattedra europea di parapsicologia, affidata
appunto al Tenhaeff.
Sparsasi la fama delle capacità di Croiset,
Utrecht divenne la mèta
di studiosi di tutto il mondo che ivi
convenivano per studiare e
osservare le facoltà di quell'uomo
straordinario.
Da parte sua Tenhaeff ha condotto Croiset un po'
in tutto il mondo
per farlo conoscere e per permettere ad altri
scienziati d'Austria,
di Francia, di Germania, d'Italia e di Svizzera
di poterlo studiare e osservare.
È in tale contesto che Croiset è stato anche in
Italia varie volte,
a Bologna nel 1955, su invito del CSP*, e a
Verona nel 1956 su invito di
Gastone De Boni*.
Ha fatto ancora una fugace apparizione in ltalia
nell' aprile del 1975
per visitare il minore dei suoi cinque figli,
Henry, che vive pel Trentino
e che esercita la professione di fotografo.
Durante tale visita però egli non ha accettato
di esibirsi di
chiarando di essere reduce da una grave malattia
e da un delicato
intervento operatorio e di aver perduto non la
capacità ma la
volontà di operare come aveva prima fatto per
tanti anni.
Il modo con cui Croiset riesce a vedere passato,
presente e futuro
costituisce una sfida a ogni spiegazione logica.
Egli non ha mai
preteso un centesimo per la sua attività e, se
si sottopone a
qualsiasi prova, deve sentire qualcosa che
interiormente lo spinge a
far ciò, una molla, un interesse, una
propensione o comunque una
motivazione.
Non ha eguali nei casi di cosiddetta
chiaroveggenza tattile,
tanto che spesso viene consultato dalla polizia
olandese e anche
di altri stati (Stati Uniti, Germania, Francia,
ecc .).
Moltissime volte, solo toccando un oggetto loro
appartenuto, ha saputo
ricostruire le vicende di persone scomparse, in
particolare di bambini
e soprattutto di bambini che si pensava fossero
affogati.
Questa è proprio una specializzazione per
Croiset e deriverebbe, secondo
l'opinione sua, che è confermata anche dalle
vedute del Tenhaeff,
dal fatto che da bambino egli fu sul punto di
affogare in un canale,
ricevendone una impressionetalmente forte da
stamparsi indelebilmente
nel suo subcosciente.
Croiset spesso usa come induttore* delle proprie
visioni una fotografia,
un anello, una lettera, un mattone, un pezzo di
stoffa, unapietra
o un qualunque altro oggetto, ma altrettanto
spesso reagisce a una
semplice telefonata e solo da una breve
conversazione riesce a ricostruire
e a risolvere un caso, affidandosi alla sua
intuizione, senza richiedere
molti particolari.
Il 23 luglio 1962, nel paesettodi Heeten,
scomparve una bambina di
diciotto mesi, Marijke Alfering.
Centinaia di persone si misero alla ricerca, ma
invano; a sera
il borgomastro di Raalte telefonò a Croiset il
quale, prima ancora
che l'altro parlasse, esclamò: La bambina è
viva! Dorme presso un
fossato>>.
Furono riprese le ricerche che durarono fino a
tarda notte, quando,
presso un fossato, fu udito il piagnucolio di un
bambino, e là fu
ritrovata la piccola Marijke.
Un esito meno felice ebbe il caso di Menno
Bergsma, un
bambino di quattro anni pure scomparso.
Consultato per telefono,
Croiset descrisse una località presso un canale:
il bambino era
caduto nell'acqua ed era annegato.
Poiché il corpo non si trovava, il giorno dopo
il sensitivo descrisse,
sempre per telefono, ancor più
particolareggiatamente, il luogo, e
infine, consultato personalmente da un amico,
indicò su una cartina
il punto preciso dove si trovava il piccolo
cadavere, a pochi metri
di distanza da un palo al quale si ammaravano i
battelli e intorno
al quale doveva essere un vecchio pneumatico di
automobile.
Si riprese a dragare in quel punto; due ore dopo
venne pescato un
vecchio pneumatico e gettato sulla riva; alcuni
bambini lo presero e
uno di loro, per giuoco, lo gettò attorno al
palo; dopo pochi minuti
venne ritrovato il corpo di Menno Bergsma, nel
punto indicato .
Croiset non opera mai in stato di trance, ma
sempre perfettamente
sveglio e le sue cognizioni paranormali gli si
presentano per lo più sotto
forma di visioni, spesso simboliche (una pesca
per lui potrebbe voler dire cancro,
perché sua madre, morta di cancro, mangiava
molte pesche negli ultimi
tempi della sua vita).
Oltre alle facoltà chiaroveggenti tattili
(psicometriche) o meno,
Croiset ha anche precognizioni estremamente
precise, spontanee o provocate in
sede sperimentale, specie nelle cosiddette
esperienze a <<Sedia vuota
*, delle quali se ne conoscono esempi da manuale
e di grande effetto come
quello di Verona nel 1956 o altre eseguite in
Germania e in Olanda alla
presenza di studiosi quali Hans Bender* o
Tenhaeff, Fahler ecc .
Al pari di altri sensitivi vede con particolare
facilità nel passato dei
consultanti vicende che hanno affinità con
episodi da lui vissuti.
Temperamento mistico, considera la sua attività
come una missione al servizio
dei suoi simili: per questo si rifiuta in genere
di fare esperimenti fini a se
stessi, come quelli quantitativi del Rhine*, che
non riuscì mai a studiarlo
con i suoi metodi.
<<Tutto quello che potrebbe risultare da questi
esperimenti>, disse , <<è che
sono un sensitivo, e questo lo so già.
E inutile che mi metta a fare dei giochetti di
carte come un bambino».
Il Tenhaeff ha avuto il grande merito di capire
il suo atteggiamento
e di rispettarlo ottenendo così una casistica
spontanea eccezionale in un periodo
in cui predominavano gli esperimenti di
laboratorio.
Attualmente, a causa del suo precario stato di
salute, egli si è quasi ritirato
dall' attività, svolgendo solo opera di
guaritore o di veggente per casi
che particolarmente lo interessino.
Dei suoi figli, il maggiore, anch'egli di nome
Gerard, sembra dotato
di capacità analoghe, seppure inferiori alle
sue. (M. I.)
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Cummins Geraldine Dorothy
(m. 1968). Scrittrice irlandese. Colta, ma
estranea agli studi
teologici e alla storia biblica, nel dicembre
del 1923, sperimentando con la sua amica
Beatrice
Gibbes, cominciò a manifestare singolari doti di
scrittura automatica, che si svilupparono negli
anni
successivi. Nel 1926 prese a scrivere, con
straordinaria rapidità, una sorta di cronaca dei
primi
tempi del cristianesimo dalla morte di Cristo
alla partenza di Paolo da Berea per Atene,
apparentemente dettata da un'entità che si
firmava «Il Messaggero». Questi però sarebbe
stato solo
un intermediario fra la medium e il vero autore
della cronaca. un certo Cleophas, cristiano del
primo
secolo, il quale avrebbe riunito e compendiato
in essa varie cronache già esistenti,
indipendenti
dagli Atti degli Apostoli e dalle Lettere di
Paolo, che Cleophas stesso affermava di non
conoscere.
Ne derivò una vasta narrazione, Gli scritti di
Cleophas, ricostruzione di primitivi documenti
cristiani (The Scripts of Cleophas, a
Reconstruction of Primítive Christian Documents,
1928), che
veniva a integrare gli scritti neotestamentari e
che interessò gli studiosi per la singolare
esattezza di
alcuni particolari storici noti solo agli
specialisti, come il titolo di «arconte», dato
nell'11 d.C. al
capo della comunità giudaica, il quale fin
allora si era chiamato «etnarca». Seguirono
altri volumi.
tutti ispirati alla vita delle primitive
comunità cristiane: Paolo in Atene, I primi
giorni di Efeso,
Quando imperava Nerone, il cui autore sarebbe
stato sempre Cleophas per tramite del
Messaggero,
e infine La fanciullezza di Gesù, dettato da
un'altra entità che si nominava «Messaggero
della
Croce».
Nel 1932 usciva un altro volume della Cummins.
La via dell'immortalità (The Road to
Immortality), che sarebbe stato dettato dallo
spirito di F.W.H. Myers e che dà una fascinosa
visione
del progresso dello spirito umano nell'eternità.
Sir Oliver Lodge scrive nella prefazione: «Credo
che
questo sia un genuino tentativo di dare idee
approssimativamente vere attraverso un amanuense
di
discreta cultura caratterizzato da una grande
buona volontà per un servizio devoto e di onestà
trasparente».
Fra il 1945 e il 1960 la Cummins pubblicò opere
di ricerca psichica. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 344/345).
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Da Campofiore
Atalanta. Pseudonimo di Egle Fanelli Galgani,
sensitiva a disegno automatico
attiva dal 1950. Dotata di facoltà medianiche e
chiaroveggenti, Atalanta ha avuto anche fenomeni
di
bilocazione, ma il disegno automatico
costituisce la sua principale facoltà
paranormale. Opera in
stato di semitrance, con tecniche diverse, per
lo più disegnando volti intensamente tipici che
esprimono particolari caratteristiche umane:
Gisella la pazza, Algira la zingara veggente,
L'orgoglio,
Il vecchio pirata, La padrona e la schiava ecc.
Altre volte sono disegni simbolici: Come prende
forma il pensiero, Nel sole ecc. Spesso
sembrerebbe trattarsi di veri e propri ritratti
di persone
defunte, sconosciute alla sensitiva e
identificate dai parenti dello scomparso, per lo
più anch’essi a
lei sconosciuti. Artisticamente l’opera della Da
Campofiore non è priva di valore per il bel
giuoco
dei chiaroscuri, la solidità della composizione
e la netta raffigurazione del tipo. Comunque si
voglia
considerarlo, appare in questi disegni un mondo
poetico genuino che fa di questa sensitiva una
delle
più interessanti rappresentanti dell’automatismo
artistico. L’Egidi ha dedicato a lei un capitolo
del
suo libro Pittura e disegni metapsichici (1954).
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 346).
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D'Angelo Achille (1907-1971). Sensitivo
napoletano, detto il Mago di Napoli, giunto a
grande
notorietà verso gli anni Cinquanta. La sua
fenomenologia era molto varia: telepatia,
chiaroveggenza, precognizione, retrocognizione,
effetti psicocinetici come venti freddi,
toccamenti,
raps; ma soprattutto aveva doti eccezionali di
guaritore. Nel 1948 fu studiato da alcuni membri
del
consiglio di presidenza della Società Italiana
di Metapsichica (Ciraolo, Egidi, Schepis,
Servadio,
Presti) i quali riconobbero la genuinità delle
sue facoltà di psicocinesi e di conoscenza
paranormale.
Nel ’52 fu sottoposto a nuove esperienze dal
Perrone coadiuvato dall'Egidi, dal Ronchi, dal
Panà e
da altri. Il Perrone accertò che difficilmente
si potevano supporre fatti di suggestione perché
il
sensitivo non annunciava i fenomeni che avrebbe
prodotto, e tuttavia i soggetti su cui egli
operava,
tra i quali lui stesso, avvertivano nettamente
soffi freddi, sfregamenti lungo la schiena,
toccamenti
vari, spinte. Fu notato che i soggetti trattati
dal D'Angelo entravano in uno stato di torpore
ipnotico,
mentre lui stesso, durante il trattamento,
presentava un’abbondante sudorazione e altre
alterazioni
fisiologiche. Varie personalità, fra cui il
prof. Pende, attestarono la genuità della
fenomenologia.
Rimase comunque non risolto il problema se, nei
suoi trattamenti di guarigione, operassero solo
fenomeni psichici di carattere ipnotico, o anche
fisici con un passaggio di energie dal guaritore
al
paziente. Il Perrone inclinò per quest’ultima
ipotesi. La realtà delle sue guarigioni fu
considerata
accertata. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 348).
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Davenport Ira Erastus (1839-1911) e William
Henry (1841-1877). Fratelli americani, fra i più
famosi medium della loro epoca. Figli di un
ufficiale di polizia di Buffalo, sembra che già
nel 1846
nella loro casa si udissero caratteristici raps;
nel 1850, con la più giovane sorella Elizabeth,
tentarono con successo esperimenti di
levitazione col tavolino; seguì più tardi
l’apparizione di John
King, che divenne la loro guida, e si ebbero
fenomeni di voce diretta. Nel 1857 il Boston
Courier
offrìun premio di 500 dollari per chi sapesse
produrre fenomeni fisici genuini davanti a una
commissione di professori di Harvard: fra gli
altri si presentarono anche i Davenport, che si
sottomisero a un’esperienza nella quale, per
consiglio di John King, si erano specializzati:
si fecero
legare alle loro sedie nel modo più crudele, e
il prof. Pierce, della commissione, si sedette
fra loro
nel gabinetto medianico. Subito si udì una
musica di misteriosi strumenti e apparve una
mano
spiritica che accarezzò il professore; infine i
due fratelli vennero trovati slegati. La
commissione
non pubblicò mai il suo rapporto, ma altri
studiosi come il Loomis e il Mapes sostennero
che nei
fenomeni agivano forze ancora ignote.
Presto diedero spettacoli in teatri divenendo i
più famosi medium da palcoscenico. Legati
strettamente, con le mani piene di farina e
numerose monete nelle scarpe, di cui venivano
disegnati i
contorni sul pavimento, facevano suonare vari
strumenti musicali, la loro giacca o il loro
panciotto
venivano asportati pur rimanendo i legami
intatti, la farina nelle loro mani,
le monete nelle loro scarpe; e finalmente i
legami sembravano sciogliersi da soli. Se
qualcuno
entrava con loro nel gabinetto, mentre erano
legati, si sentiva togliere il fazzoletto di
tasca, o la
spilla della cravatta, o gli occhiali o qualche
altro oggetto. Nel 1864 i due fratelli si
esibirono in
Inghilterra: in una prima seduta privata in casa
dell’attore Dion Boucricault, fu udita la solita
baraonda di strumenti che suonavano
contemporaneamente mentre i medium erano legati,
fu tolta la
giacca a uno di loro, e infine i legami furono
sciolti e gettati sulle ginocchia di uno
spettatore
secondo il suo desiderio. Seguirono le
esibizioni in teatro; molti prestigiatori
sostennero che si
trattava di trucco affermando di poter fare
altrettanto, ma le loro imitazioni non
eguagliarono mai i
fenomeni dei due fratelli. In altre città
inglesi essi incontrarono però l’ostilità del
pubblico; a
Liverpool uno spettatore li legò con il nodo
detto di Tom Fool; essi protestarono che quel
nodo
impediva loro la circolazione e si rifiutarono
di continuare, ma un medico diede loro torto; il
nodo
venne tagliato e lo spettacolo interrotto. In
Francia, dove ripararono, fu impedito loro per
qualche
tempo di dare spettacoli perché la polizia
temeva disordini; poi poterono esibirsi dinanzi
a un
pubblico ridotto a una sessantina di persone, e
qui il famoso prestigiatore Hamilton, insieme a
un
fabbricante di attrezzi per prestigiatori, un
certo Rhys, dichiarò nella Gazette des Etrangers
che con
nessun trucco si sarebbero potuti ottenere gli
stessi risultati dei medium americani. Dopo aver
dato
uno spettacolo a Saint-Cloud, alla presenza
dell'imperatore Napoleone III e dell'imperatrice
Eugenia, i due passarono in Belgio e poi in
Russia, dove, a Pietroburgo, si esibirono nel
Palazzo
d’inverno davanti allo Zar prima di dare
spettacoli teatrali. Nel 1868 erano ancora in
Inghilterra: la
Società Antropologica nominò una commissione per
investigare i fenomeni, ma questa pose
condizioni tali che i Davenport non accettarono.
Nel 1876 erano in Australia, dove, l’anno
successivo, William morì; il fratello continuò a
esibirsi con successo ancora per molti anni.
Come di tutti i medium da palcoscenico, è
difficile dire, dei Davenport, dove finissero le
genuine
doti paranormali e dove cominciasse il trucco.
Contro di loro stanno l’episodio di Liverpool e
una
dichiarazione del prestigiatore Houdini, secondo
il quale Ira Davenport gli avrebbe confessato
che
tutto era fondato su trucchi. A loro favore
abbiamo numerose dichiarazioni di uomini di
scienza che
sostengono la genuinità dei fenomeni, e una
lettera dello stesso Houdini a Conan Doyle in
cui si
legge: «Sono stato intimo amico di Ira Erastus
Davenport e posso affermare che i fratelli
Davenport
non furono mai smascherati...». E' probabile che
nei medium da palcoscenico si formi una
fenomenologia composita in cui trucco e
genuinità si frammischiano così intimamente da
essere
quasi impossibile separarli: lo stesso Houdini,
che portò nella tomba il segreto dei suoi
principali
trucchi, forse se ne valse (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 351/352).
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Davis Andrew Jackson (1826-1910). Precedendo le
sorelle Fox, fu il fondatore del movimento
spiritualista negli USA, e concordò con il
Kardec circa l'interpretazione spiritista dei
fenomeni
paranormali più suggestivi, negando però la
reincarnazione. Veggente a tendenza mistica, il
Davis
fu iniziato a quella che considerò la sua
missione da una singolare esperienza avuta nel
1844,
quando, in stato di semi-trance, vagò una notte
per le montagne dove incontrò due uomini
venerabili, secondo lui Galeno e Swedenborg, che
illuminarono la sua mente. Si diede allora alla
predicazione finché incontrò il dott. Lyon,
musicista, e il reverendo Fischbourg, che lo
incoraggiarono nella sua opera. Ilprimo lo
ipnotizzava, e, in questo stato, il Davis
cominciò a
dettare, nel 1845, una grande opera sulla
costituzione del mondo: Principi della natura,
sue divine
rivelazioni e appello al genere umano (The
Principles of Nature, Her Divine Revelations,
and a
Voice to Mankind, 1857), che il Fischbourg
trascrisse. Il mondo sarebbe sorto da una
materia informe,
senza parti, senza moto, senza luce, ma
principio stesso della forma, della parte, del
moto e
della luce, perché connaturata con il Potere in
un tutto unico. La Materia conteneva la sostanza
dell'universo, nel Potere erano racchiuse la
Saggezza, la Bontà, la Giustizia, la
Misericordia e la
Verità.
Divenuto famoso con la pubblicazione di questo
libro, il Davis fondò la rivista Univercoelum,
che
però ebbe solo due anni di vita. Innegabilmente
egli diede un sostanzioso contributo alla
conoscenza dei rapporti tra la dimensione umana
e quella spirituale, contributo che si
concretizzò in
una trentina di opere, la più importante delle
quali, dopo i Principi della natura, è
probabilmente La
grande armonia (The Great Harmony, 1851). Si è
scritto di lui che: «... non vi è vita
storicamente
conosciuta così ricca di esperienza umana come
quella di A.J. Davis, e nessun uomo ha mai
provato
con altrettanta energia a eliminare dalla
propria storia il "miracoloso" per fare entrare
il
"sopranormale" della propria vita in una sintesi
in armonia con la Natura universale» (Light).
Il Bozzano lo cita (Dei fenomeni di
infestazione, 1936-72) a proposito della sua
interpretazione dei
luoghi infestati che, secondo il Davis (aiutato
dalla sua veggenza), sarebbero luoghi
«medianizzati»
grazie alla persistenza di «effluvi vitali» di
persone in preda a estremo dolore morale o
fisico,
«effluvi» che permetterebbero ad altri eventuali
spiriti di provocare fenomeni vari nell'ambiente
stesso.
Trascorse gli ultimi anni della sua vita
oscuramente, facendo il libraio e limitandosi a
prescrivere
medicine a base di erbe a qualche paziente
occasionale, sebbene fosse riuscito a
conseguire, in età
già matura, lui che non aveva avuto da giovane
quasi alcuna istruzione, la laurea in medicina.
Altre
opere principali: L'epoca presente e la vita
interiore (The Present Age and Inner Life,
1853); La
morte e la vita successiva (Death and the After
Life, 1865); I penetrali (The Penetralia, 1866);
L'uomo armonico (Harmonial Man, 1873). (G.d.S.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 352-353).
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Deane Ada Emma. Medium inglese e fotografa
spiritica, attiva fra il 1920 e il 1935 circa.
Nei
primi anni della sua attività fu soggetta a
molte critiche perché aveva l'abitudine di
tenere le lastre
presso di sé per «magnetizzarle»; comunque, a
partire dal novembre 1924, la Deane accettò di
operare con lastre portate da altri, senza
pretendere che passassero prima per le sue mani.
Del resto,
già in precedenza, alcune lastre erano state
sostituite a sua insaputa e i risultati erano
stati
egualmente positivi.
Il primo caso notevole, riferito nel Journal
della A.S.P.R. avvenne nel 1921 quando il dott.
Allerton
Cushman, direttore dei Laboratori Nazionali di
Washington, riconobbe su di una fotografia
scattata
dalla Deane il ritratto di sua figlia, morta un
anno prima. L'11 novembre del 1922, durante la
cerimonia annuale davanti al Cenotafio di
Whitehall, la Deane, assistita da Estelle Stead,
scattò una
fotografia e sulla lastra apparvero numerosi
volti di defunti, alcuni dei quali furono
riconosciuti. La
prova fu ripetuta, con eguale risultato, nei tre
anni successivi. Nella seconda di queste
fotografie
(1923), Dennis Bradley riconobbe il volto di suo
cognato, il quale, in una seduta a voce diretta,
gli
aveva comunicato che lo avrebbe riconosciuto fra
i cinquanta volti spiritici fotografati, a
destra, un
po' in basso, dove in realtà venne rintracciato
con l'aiuto di una lente. La fotografia del 1924
venne
contestata dalla Topical Press Agency, la quale
dichiarò sul Daily Sketch che i volti spiritici
non erano altro che riproduzioni falsificate di
alcune delle sue fotografie di atleti viventi.
Sir Arthur
Conan Doyle fece esaminare da Sir Arthur Keith,
uno dei maggiori esperti in antropometria
dell'epoca, la foto incriminata e quelle degli
atleti indicati, e lo scienziato affermò che fra
le due
serie non vi era alcuna affinità. Inoltre
Estelle Stead dichiarò di avere sempre avuto a
sua
disposizione l'apparecchio fotografico usato
dalla medium e di avere lei stessa sviluppato le
lastre,
sulle quali non vi erano tracce di trucco.
Il dott. Hereward Carrington riferisce che
durante un esperimento del 5 settembre 1921,
aveva
espresso mentalmente il desiderio, mentre gli
veniva scattata una fotografia, che apparisse
una luce
bianca sulla sua spalla destra, cosa che avvenne
infatti. L'anno successivo ottenne dalla Deane
curiose fotografie con bande luminose a forma di
cometa e un volto di donna. Data la relativa
facilità di truccare la fotografia paranormale,
la Deane, come gli altri medium in questo campo,
fu
spesso accusata di frode ma le accuse vennero
controbilanciate dalle testimonianze a favore.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 353-354).
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De Jurco Carlotta (1873-1950). Sensitiva
triestina, nota soprattutto per le sue pitture e
i suoi
disegni automatici, eseguiti in stato di
semi-trance o di trance completa. Era anche una
dotata
cartomante. Di scarsa cultura, ma di sentimenti
superiori, cominciò a disegnare nel 1929, quando
aveva già 56 anni: «Una sera», disse, «mi
accinsi a disegnare sotto un improvviso
impulso... e
riempii fogli su fogli». Spesso disegnava come
se vedesse la composizione sul foglio e non
facesse
che ricalcarla rapidamente con la matita, talora
sovrapponendo i segni come se l’immagine si
trasformasse dinanzi ai suoi occhi. Le sue opere
hanno in genere un carattere altamente
scenografico e intensamente suggestivo, che, nel
1936, indusse Anton Giulio Bragaglia a esporle
nella sua Sala con notevole successo. Altre sono
di carattere religioso, con immagini stilizzate
di
angeli e di santi. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 356/357).
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Desmoulin Ferdinand (1835-1914). Pittore e
incisore francese che per circa due anni, sul
finire del
secolo scorso, produsse numerosi disegni
automatici. Cominciò questa attività in seguito
a una
seduta di tavoli giranti tenuta in casa di
Victorien Sardou, che gli fece un’impressione
profonda. I
suoi disegni furono firmati dapprima
«L’Instituteur», poi «Ton vieux maître», infine
«Astarté».
Operò dapprima a penna e poi a matita: solo
allora produsse le sue cose migliori, per lo più
teste o
busti in cui è innegabile un’ispirazione
liricamente commossa. Disegnava con
straordinaria rapidità,
spesso a rovescio, in stato di veglia ma senza
avere la minima idea di quello che stava
componendo.
«A volte», scrisse, «la mia mano traccia, in un
dato punto del disegno medianico, un cerchietto;
è
quindi portata sul margine del foglio, e scrive
la parola: Cancella. Capisco quel che vuol dire
e con
la gomma cancello la parte compresa nel
cerchietto; poi riprendo la matita». Le sue
opere sono
raccolte nel museo di Brantóme, dove una saletta
è dedicata ai suoi disegni automatici. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 366/367).
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D’Espérance Elizabeth (Elizabeth Hope, poi
signora Reed, poi baronessa Heurtley,
1852-1919).
Famosa medium inglese, la cui imponente
fenomenologia a carattere psichico e fisico è
stata
studiata e riferita da varie personalità
dell'ambiente spiritista, quali l’Oxley, il
Friese, l’Aksakov,
oltre che da lei stessa nell’autobiografia Il
paese dell’ombra (1897) e viene perciò accolta
con una
certa cautela.
La sua infanzia non fu felice. Il padre,
capitano della marina mercantile, a cui ella si
sentiva
profondamente legata, era per lo più assente e
la madre, severa e poco comprensiva, non poteva
aiutare la bambina che, nella vecchia casa,
aveva come uniche amicizie strani personaggi
silenziosi
che non offrivano resistenza quando ella cercava
di toccarli e sembravano non vederla, o si
limitavano a sorridere quando levava verso di
loro, per farla ammirare, la sua bambola. Ma si
trattava di amicizie segrete perché la madre, se
ne parlava, l’accusava di mentire.
Nel 1867, a quindici anni, un viaggio fatto
sulla nave di suo padre fu una pausa di gioia
che dovette
essere tuttavia turbata: un giorno la fanciulla
vide una grande nave che veniva incontro a
quella su
cui era e la attraversò senza urti: potè
osservarne tutti i particolari, l’equipaggio
intento alle
manovre, un uomo sul ponte, a braccia conserte,
le grigie vele, la fiamma sventolante, e il
tutto
svanire poi nella lontananza. Nessuno credette a
quella visione. Qualche tempo dopo, a scuola, le
dànno un tema sulla natura. Elizabeth non sa che
cosa scrivere; la sera che precede il giorno
della
consegna si addormenta disperata. Ma il giorno
dopo il tema è già scritto, nella sua
calligrafia, ed è
bello: viene letto in classe.
A diciannove anni si sposa; poco dopo, per caso,
prende parte a una seduta spiritica: il tavolo
sussulta e dà risposte alle domande degli
astanti. Elizabeth è scettica, ma il tavolo
continua il
colloquio anche quando, a sua richiesta, gli
altri si allontanano: sussulta realmente da
solo. Alcuni
giorni dopo Elizabeth avrà, con questo mezzo,
notizie esatte di suo padre, che tardava a
tornare da
uno dei suoi viaggi. Un’altra volta un paio di
gemelli scompare dalla vista degli astanti e
viene
ritrovato sepolto nella terra di un vaso da
fiori.
Cominciano poi le sedute di scrittura
automatica, durante le quali si presentano in
prevalenza tre
entità guida: Walter, un americano gioviale e
sempre pronto a rendersi utile; Stafford,
filosofo e
scienziato; Ninia, una bambina di sette anni
che, più tardi, rasserenerà gli ultimi momenti
di uno dei
consueti partecipanti alle sedute. La medium
«vede» le entità che si presentano via via e
prende
l’abitudine di disegnarle producendo una ricca
serie di ritratti medianici. L’intervento, nel
circolo,
del signor Barkas, membro della Società
Geologica e uomo di scienze, dà un nuovo avvio
alle
sedute, che divengono scientifiche facendo
predominare l’entità Stafford. Un giorno questi
descrive
minutamente un apparecchio per trasmettere le
onde sonore a distanza, che, dice, sarà presto
di uso
comune: è il telefono, inventato intorno a quel
periodo dal Meucci, ma di cui nulla ancora si
sapeva.
Dopo quattro anni di queste esperienze,
Elizabeth si trova sola e stanca: le persone a
lei più care
sono morte e la tisi la minaccia. Si ritira nel
mezzogiorno della Francia aspettando la fine;
invece la
salute rifiorisce. Dopo un breve soggiorno in
Svezia, passa a Lipsia, dove conosce il
professor
Zöllner, che qualche anno prima, nel 1877, aveva
condotto i suoi celebri esperimenti di
compenetrazione con lo Slade. Lo Zöllner è ormai
uno spiritista, e la prega, prima di tornare in
Inghilterra, di passare da Breslavia per far
conoscere i suoi fenomeni a un caro amico che
non
crede, il professor Friese. La D’Espérance
accetta, e il risultato sarà che il Friese,
docente
universitario, abbandonerà la sua cattedra per
fare pubblica dichiarazione di spiritismo.
Tornata in Inghilterra, la medium tiene sedute
regolari in un ristretto circolo di amici. Nuovi
fenomeni si presentano: dapprima la lettura di
lettere chiuse in buste sigillate e scritte in
varie
lingue; poi materializzazioni. Il primo a
materializzarsi è il volto tondo e allegro di
Walter, che si
presenterà poi in figura completa. Una seconda
personalità materializzata è Yolande, una
giovane
araba di quindici anni, che si diverte a stupire
il suo pubblico apportando fiori e piante: il 4
agosto
del 1880 fa nascere in pochi minuti, da una
boccia di vetro piena di sabbia, una pianta
esotica, una
Ixora crocata, alta circa settanta centimetri,
che rimane viva per tre mesi.
Ma nello stesso anno avviene un incidente
identico a quello di cui era rimasta vittima
sette anni
prima Florence Cook: uno degli astanti, pensando
che Yolande e la D’Espérance siano la stessa
persona, afferra il fantasma per dimostrare la
frode. Non si sa bene quello che sia avvenuto:
«Provai
solo», scrive la medium, «l’orribile e
angosciosa sensazione di essere piegata in due e
schiacciata, la
stessa, immagino, che potrebbe avere una bambola
violentemente afferrata da un bambino». Ne
seguirono un’emorragia polmonare e una lunga
malattia.
Ritroviamo la medium in Svezia, dove si prodiga
come guaritrice tra gente lontana dai centri
cittadini e trascurata dai medici. Verso il 1890
si riprendono le sedute per ottenere fotografie
medianiche, ma un articolo maligno apparso sui
giornali, sembra con la complicità del
fotografo,
interrompe questo ciclo. E' del '90 il famoso
caso Stromberg, un caso veramente notevole di
identità, alla cui voce rimandiamo. Il 28 giugno
dello stesso anno, alla presenza dell'Aksakov,
il più
autorevole studioso della D’Espérance, avviene
l’apporto, per mezzo di Yolande, di un giglio
dorato
alto due metri, che rimane per una settimana
nella stanza delle esperienze e poi scompare
perché
«deve essere restituito». E' l’ultima
manifestazione di Yolande.
Del 1893, in Norvegia, è la materializzazione di
un altro fantasma, Nepenthes, che scrive sul
taccuino di uno sperimentatore un messaggio in
greco antico, lingua ignota a tutti i presenti,
che
viene tradotto il giorno dopo: «Io sono
Nepenthes, tua amica; quando la tua anima sarà
oppressa da
eccessiva pena, chiama me, Nepenthes, e io verrò
a sollevarti». E' da notare che, dopo l'episodio
del
1880, la D’Espérance entrò raramente nel
gabinetto medianico e rimase per lo più tra i
presenti per
escludere ogni possibile frode. Fu uno dei pochi
medium a materializzazione che non cadesse mai
in trance vera e propria.
Due volte l’Aksakov potè constatare che, durante
i fenomeni di materializzazione, il corpo della
medium si smaterializzava totalmente o in parte.
Una prima volta si trattò di una
smaterializzazione
completa: passando una mano dietro la tende del
gabinetto medianico, lo studioso si accorse che
la
sedia della medium era vuota, ma sentì
nuovamente il suo corpo non appena il fantasma
scomparve
dinanzi ai presenti; una seconda volta, mentre
la medium era seduta fra gli altri, potè
accertare che
le sue gambe erano scomparse. Fenomeni, questi,
che potrebbero fare qualche luce sulla meccanica
delle materializzazioni.
Durante la prima guerra mondiale, la D’Espérance
rimase praticamente prigioniera in Germania,
dove si trovava. Le sue carte vennero requisite
e distrutte: fra di esse il secondo volume del
Paese
dell’ombra. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 368/369).
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Didier Alexis (m. 1886). Il più famoso
chiaroveggente tra la prima e la seconda metà
del secolo
scorso: messo in stato ipnotico dal suo
ipnotizzatore, un certo Marcillet, che lo
seguiva dappertutto,
leggeva in libri chiusi, localizzava oggetti
perduti, giocava a biliardo con gli occhi
bendati e a carte
tenendo le carte rovesciate col dorso in alto,
faceva esperimenti di chiaroveggenza viaggiante
e via
di seguito. Fu, per i fenomeni psichici, in
Francia, un soggetto non meno eccezionale di
quanto lo fu
Home per i fenomeni fisici, in Inghilterra.
Nel luglio del 1844, durante una seduta tenuta
con Lord Adare e con lo scettico colonnello
Llewellyn, gli fu consegnata una custodia di
cuoio; egli se la pose sul petto e subito disse
che
conteneva una scheggia di osso umano avvolta in
una sostanza brillante.
Si trattava infatti della scheggia di un osso
del colonnello avvolta in carta stagnola. Presa
in mano
tale scheggia, Alexis descrisse come e quando il
colonnello era stato ferito e perfino le
uniformi dei
suoi soldati. Al presidente della repubblica
francese Seguier descrisse esattamente la sua
stanza
precisando che v’era un campanello sul tavolo:
il Seguier lo escluse, ma, tornato a casa, si
accorse
che realmente, durante la sua assenza, qualcuno
aveva messo un campanello sul suo tavolo. Nel
1847 il famoso prestigiatore Houdini mise alla
prova Alexis facendolo leggere a una data pagina
di
un libro chiuso che aveva portato con sé e
invitandolo a giocare a carte con lui con le
carte
rovesciate: in seguito dichiarò che i fenomeni
erano autentici e che non si sarebbero potuti
ottenere
con alcun trucco illusionistico. Un’altra volta,
invitato a leggere in un libro appena acquistato
e
ancora intonso di cui nessuno conosceva il
contenuto, lesse immediatamente la riga indicata
alla
pagina indicata, traducendola in francese
dall'inglese. Alla duchessa di Modena, che gli
mostrava un
medaglione, disse di dove esso proveniva
aggiungendo che conteneva una ciocca di capelli
di
Agnes Sorel, favorita di Carlo VII di Francia. E
al conte di Bryes, che gli chiese che cosa
teneva
nascosto nella propria mano, rispose che si
trattava di un fazzoletto impregnato del sangue
del duca
di Berry assassinato nel 1820.
E.W. Cox riferisce di aver fatto parte di una
commissione incaricata di esaminare il veggente:
fu
preparato un pacchetto contenente una sola
parola di dodici lettere, scritta da una persona
lontana, e
che nessuno conosceva; il foglio su cui questa
parola era scritta era stato chiuso in sei buste
di carta
scura. Consegnato il pacchetto ad Alexis, che
aveva gli occhi bendati, questi se lo pose sulla
fronte
e, in tre minuti e mezzo scrisse la parola
imitando anche la calligrafia.
Nel 1855 il Didier, ammalatosi gravemente,
dovette sospendere la sua attività fino al 1871.
In
questo anno riprese le esperienze fino al 1874,
quando, per ragioni di salute, dovette
definitivamente ritirarsi. Molti dei suoi
fenomeni possono essere stati di origine
telepatica ma altri,
non meno numerosi, furono senz’altro di
chiaroveggenza pura. L’Osty lo considerò dotato
della più
potente facoltà di conoscenza paranormale di cui
ci sia pervenuta una prova documentaria precisa.
Lasciò un’opera interessante: Il sonno magnetico
spiegato dal sonnambulo Alexis in stato di
lucidità
(Le sommeil magnétique expliqué par le
somnambule Alexis en état de lucidité, 1856)
dalla quale
risulta che non invocava, nei suoi fenomeni,
l’intervento degli spiriti.
Suo fratello Adolphe fu pure chiaroveggente
professionista, ma la sua fama fu oscurata da
quella di
Alexis; lasciò alcune opere sul magnetismo
animale, sul mesmerismo e sulla chiaroveggenza.
(U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 375/376).
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Dixon Jeane (n. 1915). Una delle più note
sensitive americane viventi, detta la veggente
di
Washington. Fin dalla fanciullezza ebbe visioni
precognitive che si avverarono regolarmente; nel
1947 predisse l’assassinio di Gandhi, avvenuto
nel gennaio del '48; nel 1956 avvertì che nelle
elezioni presidenziali del ’60 avrebbe vinto il
partito democratico, ma che il nuovo presidente
sarebbe rimasto vittima di un attentato, e in
realtà John F. Kennedy fu ucciso nel novembre
del ’63;
predisse nel 1960 l’assassinio di Luther King,
ucciso nell'aprile del '68, e, con due mesi di
anticipo,
quello di Robert Kennedy.
La Dixon distingue queste predizioni a carattere
profetico dalle numerose precognizioni di cui dà
prova nelle consultazioni private: a suo dire le
prime consistono in visioni che le giungono
dall'alto
e sono quindi ineluttabili, mentre le
precognizioni sarebbero dovute alle sue capacità
paranormali di
percepire i pensieri, i sentimenti e le
«vibrazioni» altrui: queste ultime possono anche
non avverarsi
qualora le condizioni psichiche del consultante
cambiassero in seguito. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 386/387).
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Doten Lizzie (1828-1908). Medium americana a
ispirazione: improvvisava davanti al pubblico
poesie di notevole valore, nello stile di poeti
defunti. Nota è rimasta la lirica Resurrexi, che
le
sarebbe
stata ispirata dallo spirito di Edgar Allan Poe
e in cui lo stile e l'ispirazione di questo
scrittore sono
evidenti. Nella seconda metà del secolo scorso
questo tipo di medianità fu abbastanza diffuso
in
America, dove numerosi sensitivi davano
spettacoli di improvvisazione. La Doten, fino al
1880, fu
considerata la più dotata tra questo stuolo di
improvvisatrici e improvvisatori, e lasciò due
volumi:
Poesie della vita interiore (Poems front the
Inner Life) e Poesie del progresso (Poems of
Progress).
Dopo il 1880 ella si ritirò dall'attività
medianica: le era ormai impossibile distinguere
quando
l'ispirazione le proveniva dalla sua stessa
personalità o quando sembrava avvenire
l'intervento di
una personalità a lei estranea. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 393).
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Dowden Hester, poi signora Travers-Smith. Medium
inglese a scrittura automatica, attiva fra il
1914 e il 1935 circa. Donna di ottima cultura,
ebbe un'interessante carriera come medium
professionista, in fasi successive
caratterizzate dalla manifestazione di vari
controlli. La prima di
queste entità si presentò nel 1914 col nome di
Peter Rooney, un irlandese passato in America,
raccontando la sua triste vita e il suo
suicidio, compiuto a Boston buttandosi sotto un
tram. Sir
William Barrett fece ricerche in proposito e
trovò che i fatti corrispondevano a verità ma
non il
nome: Peter, interrogato, ammise di averlo
cambiato non desiderando dare il suo nome vero.
Con
lui avvennero interessanti esperimenti a occhi
bendati con l'ouija e fenomeni telepatici.
La seconda entità controllo fu Eyen, che diceva
di essere stato un sacerdote egiziano del tempio
di
Iside all'epoca di Ramsete II. Era una
personalità capricciosa che non tollerava la
presenza di altre
entità, e bisognava spesso allontanarlo
ipnotizzando la medium. Inoltre più volte le sue
affermazioni
risultarono false. Il terzo controllo, Astor,
affermava di essere la guida della signorina
Cummins,
spesso presente alle sedute; si interessava
soprattutto a lei e dimostrava buone doti di
chiaroveggenza e di precognizione. Una quarta
entità si chiamava Shamar, era un indù e
affermava
di essere il vero spirito guida della medium: la
sua specialità era di procurare comunicazioni
con
persone viventi addormentate; si dimostrò sempre
veritiero e onesto. L'ultimo controllo fu
Johannes, uno studioso della biblioteca di
Alessandria vissuto 200 anni prima di Cristo.
Faceva
ragionamenti filosofici chiaramente influenzati
dal neoplatonismo di Plotino. La sua personalità
si
manifestò anche tramite Valiantine nel febbraio
del 1924, alla presenza di Dennis Bradley, e
fece
anche allusioni a discorsi tenuti con lui
tramite la Dowden, che non era presente alle
sedute di
Valiantine. A proposito di questi controlli, Sir
William Barrett scrisse: «Sono fortemente
propenso a
considerare alcuni di essi come entità psichiche
distinte e non in tutti i casi semplici fasi
della
personalità della medium».
Durante una seduta a cui era presente Nandor
Fodor fu trasmesso il messaggio: «Pregate per
Hugh
Lane», seguito dalla descrizione delle cause e
delle circostanze della sua morte durante
l'affondamento del Lusitania. Quando furono
pubblicati i nomi delle vittime del disastro, vi
era tra
essi quello di Sir Hugh Lane, che la medium
conosceva, pur ignorando che fosse in viaggio
sul
Lusitania. Sir Hugh continuò a presentarsi in
sedute successive pregando di comunicare alcune
sue
disposizioni ai suoi esecutori testamentari. In
circostanze simili la medium aveva avuto notizia
dell'affondamento del Titanic.
Tramite la Dowden, il rev. Bligh Bond ebbe
comunicazioni relative alla Tavola Rotonda di Re
Artù,
ai viaggi di san Filippo Evangelista, alle
vicende dell'antica abbazia di Glastonbury. I
messaggi
ricevuti furono da lei raccolti in tre volumi:
Voci dal nulla (Voices front the Void, 1919);
Messaggi
psichici di Oscar Wilde (Psychic Messages from
Oscar Wilde, 1929), scritti con la stessa
calligrafia
dello scrittore e ricchi di giudizi acuti e
vivaci su vari autori; La vita eterna (The
Eternai Life,
1933). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 393-394).
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Duguid David (1832-1907). Famoso medium inglese
che produceva una vasta gamma di fenomeni
fisici: raps, movimenti di oggetti, levitazione
del suo corpo, mani spiritiche, profumi, voci
dirette,
incombustibilità: una volta mise la mano in una
stufa ardente, ne trasse un pezzo di carbone
incandescente e lo tenne fra le dita per cinque
minuti. Ma soprattutto divenne celebre per i
suoi
disegni e pitture automatici e diretti.
Era un ebanista di scarsa cultura e del tutto
ignaro di disegno. Cominciò a dar prova delle
sue
facoltà nel 1866 durante una seduta in casa di
un editore di Glasgow, sua città natale, H.
Nisbet: la
figlia del Nisbet, che era medium scrivente, gli
mise una matita nella sinistra e poi posò su di
essa la
propria mano destra; in queste condizioni David
disegnò rozzamente un vaso con dei fiori. In
seguito si perfezionò: alternava grandi
composizioni, disegnate o dipinte, con
piccolissime
miniature che spesso dovevano essere osservate
con una lente di ingrandimento e che venivano
eseguite al buio, per pittura diretta, mentre
egli veniva tenuto dai presenti o addirittura
legato sulla
sedia. Queste miniature apparivano dopo solo
otto o dieci minuti, ancora fresche, su
foglietti di cui
era stato strappato un angolo per poterli poi
controllare e accertarsi che non fossero stati
sostituiti
con altri già dipinti. Una volta la pittura
sarebbe avvenuta su di un foglio chiuso in una
busta
sigillata e su cui tre dei presenti tenevano le
dita.
Un controllo del Duguid, che si faceva chiamare
Marcus Baker, si dichiarò poi il pittore
olandese
Jacob Ruysdaël (1636-1681): un grande quadro a
cui David lavorò per quattro giorni, risultò
essere
la copia di un’opera del Ruysdaël, La cascata.
Nella copia mancavano alcune figure, che il
controllo
disse essere state aggiunte in seguito da un
altro pittore, cosa che risultò esatta.
Secondo il Podmore il segreto delle pitture del
Duguid consisteva nel fatto che il medium non
permetteva ad alcuno di toccare i foglietti su
cui apparivano le miniature e strappava lui
stesso
l'angolo che doveva servire per accertarne
l’identità: così facendo avrebbe abilmente
sostituito al
foglio bianco quello che recava il dipinto già
fatto, strappando da esso un angolo. Ma, a parte
che il
Podmore fu presente a una sola seduta nel 1878 e
che arrivò alla sua spiegazione solo alcuni anni
dopo, quando i suoi ricordi si erano
probabilmente alterati anche in seguito
all’ostinato desiderio di
trovare un trucco, abbiamo relazioni di
testimoni oculari, come il Bond, i quali
dichiararono che
l’angolo veniva strappato spesso, non dal Duguid
ma da uno sperimentatore.
Nel 1869 intervenne nelle sedute un nuovo
controllo, un certo Hafed, che sarebbe stato un
principe
e mago persiano vissuto 1900 anni prima e che
avrebbe addirittura guidato la spedizione dei
tre
Magi alla grotta in cui era nato Gesù. In 46
sedute tra il 1870 e il ’71, Hafed dettò al
Duguid un
intero romanzo storico, Hafed, principe di
Persia, che venne pubblicato nel 1876 ed è ancor
oggi
considerato una delle migliori opere letterarie
ottenute in trance. In esso si descrivono la
vita e i
costumi di antiche civiltà come la persiana,
greca, egiziana, giudaica, babilonese, ecc.; si
parla
dell’infanzia di Cristo e dei viaggi del Messia
giovinetto, insieme con Hafed, in Persia, in
India e in
altre regioni; si narra l'incontro di Hafed con
San Paolo ad Atene, i suoi viaggi di propaganda
evangelica e infine la sua morte in un circo a
Roma. Questo libro fu accompagnato da
illustrazioni
ottenute medianicamente, alcune delle quali,
però, risultarono copie delle illustrazioni
della Bibbia
di famiglia del Cassell, cosa che suscitò
polemiche. Nel 1887 seguì un altro romanzo
storico:
Hermes, discepolo di Gesù.
Duguid fu anche medium fotografico e, come tale,
fu pure contestato: alcune sue fotografie di
spiriti
risultarono provenire da quadri più o meno noti.
J. Traill Taylor, tuttavia, sostenne che queste
fotografie, per quanto sfuocate e spesso molto
imperfette, non erano truccate. Nel 1905, ormai
settantatreenne, Duguid fu smascherato a
Manchester: aveva prodotto pitture dirette già
preparate.
Ma non era la prima volta che un medium in
declino cercava di rimanere alla ribalta
frodando, e
l’episodio non può essere invocato per mettere
in dubbio tutta la sua carriera. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 398/399).
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Duncan Helen Victoria. Medium scozzese a
materializzazione, attiva fra gli anni Venti e
gli anni
Trenta, e una delle più contestate. Chiusa in
una tuta con le maniche cucite e cucita sulla
schiena, e
legata strettamente alla sedia, produceva
ectoplasma in abbondanza, fantasmi adulti e
infantili
circondati da veli e spostamenti di oggetti che
non erano a portata delle sue mani. Spesso, dopo
la
seduta, fu trovata fuori dalla sua tuta mentre
tutti i legami erano rimasti intatti. Studiata
dal Price nel
National Laboratory of Psychical Research, da
lui fondato, ottenne una relazione, pubblicata
nella
rivista Light il 16 maggio 1931, non definitiva
ma sostanzialmente favorevole; due mesi dopo,
però,
in un articolo sul Morning Post, il Price
denunciava i fenomeni della medium come «una
delle più
abili frodi nella storia dello spiritismo».
Aveva infatti accertato che l'ectoplasma era
pasta di legno
mista a chiara d'uovo montata, e i fantasmi
rozzi ritratti avvolti in leggere garze, le cui
mani erano
guanti di gomma. Inoltre un esame ai raggi X
rivelò che la Duncan inghiottiva ciò che le
sarebbe
servito nelle sedute per poi rigurgitarlo al
momento opportuno. I difensori non mancarono: il
dott.
Montague Rust sostenne che si trattava di accuse
tendenziose; il famoso prestigiatore Will
Goldston
affermò di avere assistito a varie sedute con la
medium e che con nessun trucco si sarebbero
potuti
ottenere gli stessi risultati. Il nostro De Boni
affermò l'impossibilità di scorgere pasta di
legno e
leggere garze nello stomaco della medium per
mezzo dei raggi X, se prima non le era stato
somministrato del solfato di bario. Ma il 5
gennaio 1932, il fantasma materializzato del suo
controllo, Peggy, afferrato dalla signorina
Maule, si rivelò essere la stessa Duncan. In
seguito a ciò
J.B. M'Indoe, presidente della Spiritualists
National Union, affermò su Light di non avere
alcun
dubbio che la frode era stata «deliberata,
conscia e premeditata». Nel processo che ne
seguì, la
Duncan, sebbene si pronunciassero a suo favore
vari testimoni tra cui E. Oaten e Montague Rust,
che descrisse singolari fenomeni di
semimaterializzazione di cui era stato
testimone, fu condannata
a una multa e a un mese di carcere. (R.)
Fonte: Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore
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Eddy Horatio e William. Fratelli americani,
noti fra il 1870 e l’80 per i loro fenomeni di
materializzazione. Semplici contadini, non si
allontanarono mai molto dal loro villaggio di
Chittenden, nel Vermont. I fenomeni si
manifestarono in loro fin dall'infanzia, e i due
fanciulli
furono allora vittime del fanatismo del padre,
il quale, per svegliarli dalla trance, non
esitava a
gettare loro addosso acqua bollente o a
bruciarli con carboni accesi; in seguito pensò
bene di sfruttarli facendoli operare come medium
per denaro. Nelle mani di rozzi sperimentatori,
che li legavano crudelmente e sigillavano i nodi
con ceralacca ardente in tale abbondanza da
ustionarli seriamente sulle braccia e sulle
gambe, i due giovani svilupparono una medianità
scarsamente controllata, spesso violenta e
brutale.
Nel 1874 il colonnello Henry Olcott, inviato dal
Daily Graphic di New York, si recò nel loro
villaggio per studiarli e vi si trattenne per
dieci settimane: espose poi le sue esperienze in
quindici
articoli che vennero in seguito inseriti nel
volume Gente dell'altro mondo (People from the
Other
World). L’Olcott riferisce di avere osservato,
in quelle dieci settimane, circa un centinaio di
fantasmi fra cui i più frequenti erano un
gigante indiano, Santum, e una donna indiana che
si faceva
chiamare Honto; giunse a misurare l’altezza e il
peso di questi fantasmi, che variavano
regolarmente dall’uno all’altro, e ne notò anche
la diversità di lineamenti, di sesso e di razza,
giungendo alla conclusione che non si poteva
pensare a un camuffamento del medium. Chi
produceva queste materializzazioni era William,
che rimaneva dietro la tenda del gabinetto
medianico; Horatio era sempre in vista fuori
dalla tenda che non formava un gabinetto vero e
proprio non giungendo fino al soffitto. Dietro
di essa si udirono più volte suoni di strumenti
musicali che non esistevano e si vedevano
sporgere dall’alto mani e braccia spiritiche.
Una volta
esplose lo strepito di una frenetica danza
indiana che fece tremare il pavimento,
accompagnata da
urla bestiali. Le conclusioni a cui giunse
l’Olcott furono tuttavia molto caute.
Anche C.C. Massy studiò i due fratelli per una
quindicina di giorni, e la sua relazione è molto
meno
pittoresca: egli vide solo dei volti indistinti
sporgersi dalla tenda, e in essi i presenti si
sforzavano di
riconoscere un loro parente o conoscente
defunto. Il Podmore, su questa base, considera
del tutto
immaginario il racconto dell’Olcott, che fu
anche astiosamente criticato dal famoso medium
Home,
nel suo libro Luci e ombre dello spiritismo
(Lights and Shadows of Spiritualism, 1877). Il
Fodor
considera invece sincera la relazione
dell’Olcott ed esprime l'opinione che i fratelli
Eddy fossero
dotati di una vera e potente medianità. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 408/409).
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Edmonds Laura. Figlia del precedente, è rimasta
famosa per i suoi fenomeni di xenoglossia.
Questa capacità le si manifestò una domenica in
cui suo padre aveva riunito nella sua casa
alcuni
amici e conoscenti, fra i quali un greco, un
certo Evangelides, che era giunto lì per la
prima volta
con una lettera di presentazione.
Improvvisamente Laura, che sembrava assorta,
cominciò a parlare
in greco moderno, con voce non sua,
all’Evangelides, il quale scoppiò in lacrime. Il
giudice
Edmonds lo trasse allora in disparte per
chiedergli che cosa gli fosse stato comunicato,
e l'altro gli
rispose che la giovane, parlando con la voce di
un suo caro amico defunto, lo aveva avvertito
che
suo figlio era morto. Il giorno dopo giunse la
conferma.
In seguito, Laura Edmonds, che oltre all’inglese
conosceva solo un poco di francese, in stato di
trance parlò correntemente varie lingue diverse
fra cui lo spagnolo, il francese, il greco,
l’italiano, il
portoghese, il latino e vari dialetti indiani.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 410).
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Edwards Harry (1893-1976). Guaritore inglese fra
i più famosi, fondatore della National
Federation of Spiritual Healers e del giornale
The Spiritual Healer. Nel 1935 un medium gli
disse
che il suo compito era di lenire le sofferenze
dei malati: fin allora aveva ignorato di
possedere
facoltà guaritrici. Provò a concentrarsi su di
un paziente e il tentativo ebbe successo; da
quel
momento si dedicò tutto alla sua nuova missione.
Suo continuo intento fu di far della guarigione
paranormale una professione riconosciuta
affiancandola a quella del medico: collaborò
spesso con
medici e chirurghi, tenne corsi per guaritori,
si esibì pubblicamente e con successo per dar
prova di
una facoltà che può a buon diritto integrare le
cure della medicina ufficiale. E, se non riuscì
a
ottenere il riconoscimento giuridico della
professione, potè indurre gran parte dei medici
inglesi a
un atteggiamento più aperto nei confronti delle
cure paranormali. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 410).
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Eglinton William (n. 1857 e attivo fin verso il
1900). Famoso e quanto mai discusso medium
inglese: se tutti i fenomeni che gli sono
attribuiti fossero autentici sarebbe stato
probabilmente il
maggior medium di tutti i tempi. Aveva
diciassette anni quando suo padre cominciò a
interessarsi di
spiritismo, e, per desiderio di lui, il giovane,
sebbene scettico, cominciò a partecipare alle
sedute.
Manifestò subito poteri medianici ottenendo
fenomeni di psicocinesi e di raps sotto la guida
di
entità spiritiche. A diciotto anni divenne
medium di professione e fu subito fra i più
ricercati. Nel
1876 l'arcidiacono Colley così descriveva nello
Spiritualist le sue levitazioni: «Il medium in
trance
fu portato più volte sul tavolo da un potere
invisibile, fino a toccare con i tacchi la testa
del dott.
Malcolm. Poi fu portato fino al punto più
lontano della stanza da pranzo, e infine, dopo
aver
fluttuato tutt’in giro come una cosa senza peso,
fu deposto delicatamente sulla sua sedia». Nello
stesso anno il Daily Telegraph parlava di
scritture dirette da lui ottenute.
I suoi fenomeni di materializzazione erano
straordinari e, fatto molto raro, avvenivano in
piena luce
e anche all'aperto. Il dott. Nichols scrive:
«Per quattro volte ho visto una forma vestita di
bianco al
fianco di Willie Eglinton... ho visto Joey (una
delle guide del medium) vicino a lui e lo ho
udito
parlare con lui in una stanza bene illuminata
mentre Eglinton si trovava fra noi e non era in
trance».
E Epes Sargent descrive la materializzazione
osservata da lui e da altri testimoni, in un
giardino,
dove nessuna mistificazione era possibile, di
quattro personaggi completi, formatisi da una
bianca
nube di vapori, vestiti di bianco, i quali
passeggiarono lungo un prato, si avvicinarono ai
presenti e
parlarono loro. Uno di essi gli prese il
cappello, se lo mise in testa e, dopo essersi
allontanato, tornò
a riportarglielo. Il Farmer, che fu il biografo
del medium, afferma che un’altra delle sue
guide, Abdu-
lah, un arabo, si materializzò più volte, adorno
di splendidi gioielli che faceva esaminare ai
presenti; lo stesso autore descrive come
avvenivano in genere le materializzazioni, che
si formavano
gradualmente, in piena luce, da masse
ectoplastiche fuoriuscite dal medium e cadute
sul pavimento,
dove a poco a poco aumentavano di volume e
prendevano forma davanti agli spettatori. In
queste
condizioni ogni trucco sembrava impossibile, ma
ecco, nel 1878, una prima accusa: durante una
seduta, l’arcidiacono Colley taglia un lembo
della veste e un ciuffo di barba a una forma
materializzata e i due frammenti si adattano
perfettamente a un drappo di mussolina e a una
barba
finta che vengono trovati nella valigia del
medium. Il consiglio della British National
Association of
Spiritualists ordina un'inchiesta che assolve
Eglinton da ogni accusa perché non era risultata
alcuna
diretta prova dell'imbroglio. Poco prima di
questo incidente, nel marzo del 1878, il medium,
durante
una seduta in casa della signora Macdougall
Gregory, era stato trasportato, attraverso il
soffitto,
dalla stanza della seduta in una stanza del
piano superiore.
Nel luglio del 1878, Eglinton lascia
l’Inghilterra per il Sud Africa, dove è stato
invitato dal dott.
Hutchinson, e dove dà numerose sedute di cui
vennero fatte relazioni. Tornato in Inghilterra
l'anno
dopo, riprende presto i suoi viaggi: a Bruges dà
sedute col colonnello Lean e con sua moglie, la
famosa Florence Marryat, in una casa infestata,
e riesce infine a placare lo spirito
infestatore; in
Svezia, a Stoccolma, in una serie di diciannove
sedute è studiato da uomini di scienza che dànno
una relazione a lui favorevole; e convincenti
sembrano essere le sedute avvenute
all’università di
Upsala e poi quelle di Danimarca, Germania e
Boemia. Tornato in Inghilterra, per invito della
Psychological Society, dà sedute riuscite
all’università di Cambridge, dove opera legato
con
manette a uno dei presenti. Ma era il periodo in
cui Florence Cook era stata smascherata da Sir
George Sitwell (gennaio 1880) e l’ambiente era
nettamente ostile ai fenomeni, così che, nel
marzo,
Eglinton tornava in Germania, a Lipsia, dove il
barone von Hoffman lo ingaggiò per farlo
studiare
dal prof. Zöllner e altri universitari. Con lo
Zöllner diede venticinque sedute, tutte
positive:
purtroppo la morte impedì all’investigatore di
pubblicarne la relazione. A Vienna diede una
trentina
di sedute col barone von Hellenbach, che ne
discusse i risultati nella sua opera Pregiudizi
umani.
Passato a Monaco, dove fece esperimenti di
musica medianica, fu oggetto di nuove accuse:
venne
scoperta nella stanza delle sedute una raganella
meccanica, e tracce di nerofumo, di cui erano
stati
cosparsi gli strumenti musicali, furono trovate
sulla sua faccia e sulle sue mani. Ma si seppe
poi che
la raganella era stata portata da uno dei
presenti in vista di una possibile esperienza, e
gli
esperimenti del Crawford dimostrarono in seguito
che polveri colorate con cui l’ectoplasma veniva
a contatto si potevano ritrovare sul corpo del
medium nei punti in cui l’ectoplasma stesso vi
rientrava.
Nel 1881 Eglinton è negli Stati Uniti e poi in
India, per invito di J.G. Meugens. Qui si
manifesta un
fenomeno rimasto unico: lettere scritte a
Calcutta vengono trasportate dagli «spiriti» a
Londra e
tornano poco dopo con la risposta. Il
prestigiatore Harry Kellar sfida il medium, ma
deve
riconoscere che i fenomeni di lui non possono
essere riprodotti con la sua arte. Tuttavia
durante il
suo viaggio di ritorno in Inghilterra,
nell’aprile del 1882, avviene un incidente: una
sua lettera
indirizzata alla signora Blavatsky, che era a
Bombay e a lei misteriosamente pervenuta dalla
nave in
cui navigava il medium, risultò essere stata
rilasciata dal medium stesso, prima della sua
partenza,
alla fondatrice della teosofia.
Nel 1884 hanno inizio i celebri fenomeni di
scrittura diretta su lavagne, a cui si volge
adesso la sua
principale attività. In genere l’esperimento si
svolgeva così: lo sperimentatore scriveva o
faceva
scrivere su di una lavagna una domanda, anche in
lingue straniere come il francese, lo spagnolo e
il
greco; messa la lavagna sotto un tavolo, da sola
o legata a un’altra lavagna a essa sovrapposta,
con
un pezzetto di gesso, dopo poco appariva su di
essa, o sulla faccia interna dell’altra lavagna,
la
risposta nella stessa lingua. Sedute quasi
quotidiane diedero sempre risultati positivi.
Nel 1885
Eglinton era a Parigi dove questi suoi
esperimenti di scrittura diretta furono studiati
dal Richet, il
quale scrisse: «Tracciai sulla lavagna un
disegno in modo che Eglinton non potesse vedere.
La
lavagna fu rovesciata e vi fu posto sopra un
gessetto. Io la tenni in mano, sotto il tavolo,
mentre
Eglinton teneva l’altro estremo. Dopo due o tre
minuti fu riprodotta una strana copia del mio
disegno, ma penso che un abile illusionista
avrebbe potuto fare altrettanto». Altre
esperienze del
genere vennero condotte a Vienna davanti al Du
Prel.
Nel 1886 la signora Mary Burchett otteneva da
lui trentaquattro autografi, in scrittura
diretta,
apparentemente provenienti da un suo amico
austriaco morto tre anni prima, in tedesco,
lingua che
Eglinton non conosceva e nella stessa
calligrafia del defunto. Ma lo stesso anno la
Società per la
Ricerca Psichica si metteva decisamente contro
di lui. Uno dei suoi membri, S.J. Davey, nel
volume
IV dei Proceedings, svelò i trucchi di cui
Eglinton si sarebbe servito e con i quali egli
aveva
eguagliato i fenomeni di lui. Questi trucchi
sarebbero consistiti sostanzialmente nel
sostituire le
lavagne con altre su cui era già stata scritta
la risposta alle domande, o nello scrivere,
sotto il tavolo,
per mezzo di un gessetto fissato a un ditale. Ma
in realtà molti fenomeni non potevano essere
assolutamente spiegati con queste frodi
piuttosto elementari, e un altro prestigiatore,
il «prof.
Hoffmann», confermò che il più abile
illusionista non sarebbe stato capace di
eguagliare le
esibizioni del medium.
Nel 1887 troviamo Eglinton in Russia, dove si
produce davanti allo Zar con fenomeni di
levitazione
e di scrittura diretta: alla sua partenza
l'imperatore gli farà dono di due anelli di
grande valore. Negli
anni seguenti sembra che i poteri del medium
siano andati diminuendo e scarse notizie abbiamo
di
lui. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 414/415).
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Emmerich, Anna Katharina (1772-1824). Mistica
tedesca; monaca agostiniana, fu una delle
figure di maggior spicco nella rinascita
cattolica, in Germania, agli inizi
dell’Ottocento. Basti
ricordare che ebbe a discepolo il poeta Clemans
Maria Brentano, il quale ne raccolse la
biografia e
l'insegnamento nell'opera La dolorosa passione
di Nostro Signore Gesù Cristo nelle meditazioni
della beata A.K. Emmerich (Das bittere Leiden
unseres Herrn Jesu Christi nach den
Betrachtungen
der gottselingen A.K. Emmerich, 1883). E' grazie
a questa testimonianza che si hanno precise
notizie intorno alle visioni avute dalla
religiosa. Da ricordarsi anche che nel 1812
ricevette le
stigmate, nel corso di un’esperienza estatica
particolarmente sofferta. (A.C.A.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 425).
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Englebrecht Hans. Mistico tedesco vissuto
nel XVII secolo, che, in seguito a una malattia,
acquistò poteri paranormali. Aveva visioni
celesti, udiva musiche angeliche, che furono
percepite
anche da una devota vedova sua vicina, digiunava
per intere settimane rimanendo in stato estatico
e
dimostrò che questi digiuni erano genuini
facendosi chiudere in prigione per una decina di
giorni.
Faceva predizioni e profezie: nel 1625, una
notte ebbe la visione della rivoluzione francese
e udì
una voce che lo invitava ad alzarsi e scrivere
quello che aveva visto; tardando a eseguire
l'ordine, si
sentì colpire violentemente sul volto e gliene
rimase a lungo il livido. Un’altra volta un
soldato lo
percosse sulla testa con l’asta dell’alabarda
con tal forza da spezzarla, ma egli non ne
riportò alcun
danno. Pubblicò le sue visioni nel 1640. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 429).
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Erto
Pasquale (n. 1895). Medium italiano
specializzato nella produzione di fenomeni
luminosi, ma
alla cui presenza avvenivano anche altre
manifestazioni medianiche di tipo fisico (venti
freddi,
telecinesi). Sperimentato a Parigi nel 1924
presso l’Institut Métapsychique International,
vi
produsse lampi luminosi anche assai estesi,
globi di luce di vario colore, ecc. Ma in quella
occasione, e in altre successive (tra cui una
seduta alla Sorbonne), furono trovati nel lavabo
dove si
era lavato le mani, o addirittura nel suo
vestito, dei pezzetti di ferrocerio (la sostanza
con cui si
fanno le pietrine dei comuni accendisigari). Si
concluse così che i fenomeni di Erto erano
null’altro
che trucchi, senza preoccuparsi delle disparità
fra le luci che si possono ottenere con una
pietrina da
accendisigaro, e quelle tanto più cospicue e di
diverso tipo che il medium produceva. Dopo altre
sedute non rigorose a Napoli, o inconcludenti a
Londra (con Harry Price, al National Laboratory
of
Psychic Research), Erto si sottopose a Roma a
otto esperienze promosse da Emilio Servadio,
coadiuvato da alcuni collaboratori (tra cui gli
psicanalisti Edoardo Weiss e Nicola Perrotti).
In
condizioni assai rigorose di controllo (Erto
veniva spogliato interamente prima delle sedute,
subiva
una visita medica, indossava un pigiama fornito
dagli sperimentatori, ecc.), si produssero
importanti
fenomeni luminosi, e in più d’una occasione.
Erto si liberò istantaneamente da legami e
impedimenti vari. I controlli compresero
l’occasionale ingessatura delle mani e
avambracci del
medium, la sua chiusura sino al collo in un
sacco, ecc. Oltre ai fenomeni predetti, si
ebbero anche
abbassamenti di temperatura e manifestazioni
telecinetiche, tra cui lo squassamento di una
porta in
piena luce.
Sembra dunque assodato che Erto possedesse
genuine facoltà medianiche, malgrado gli
insuccessi e
le disavventure di Parigi e di Londra, e sebbene
non si possa escludere che in taluni casi
ricorresse a
trucchi: cosa, d’altronde, comune a molti
soggetti medianici, come i provetti
parapsicologi ben
sanno. (E.S.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 440/441).
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Estebany Oskar (n. 1897). Guaritore di origine
ungherese, che ha raggiunto molta notorietà in
Canada. Durante la prima guerra mondiale, quando
era tenente di cavalleria nell’esercito
ungherese,
notò che i cavalli malati guarivano più
facilmente se venivano da lui massaggiati; ma
solo nel 1940
cominciò ad applicare a persone sofferenti le
sue doti di guaritore con l’appoggio di alcuni
medici
ungheresi disposti a controllare le sue cure.
Emigrato in Canada, divenne presto famoso. Il
dott.
Barnard Grad, assistente al dipartimento di
psichiatria della McGill University di Montreal,
in
collaborazione col dott. Remi Cadoret della
Winnipeg Medical School, iniziò con lui, nel
1960, una
serie di esperimenti e potè stabilire che
piccole ferite praticate sulla pelle di topi da
laboratorio, le
cui gabbie venivano tenute fra le mani del
guaritore per venti minuti, due volte al giorno,
guarivano
più rapidamente di quelle, identiche, praticate
su topi non sottoposti a quel trattamento, anche
se le
gabbie di questi ultimi venivano tenute nelle
mani di studenti di medicina scelti a caso. In
seguito il
Grad provò l'influenza di Estebany sulla
crescita di semi d’orzo in un semenzaio da
laboratorio: i
semi su cui il guaritore teneva le mani, senza
toccarli, per un certo tempo ogni giorno,
crebbero più
in fretta di altri non trattati. I successi
furono anche più notevoli se i semi, tanto
quelli trattati quanto
quelli non trattati, venivano fatti crescere in
terreno essiccato in forno e con acqua
insufficiente: i
semi non trattati stentavano a crescere o
morivano, quelli trattati crescevano. Infine il
Grad potè
dimostrare che i semi traevano vantaggio anche
se non venivano trattati direttamente e il
guaritore
si limitava a tenere fra le mani le bottiglie
chiuse contenenti l’acqua con cui dovevano
essere
innaffiati.
In seguito Estebany fu studiato da altri
sperimentatori, fra i quali Justa Smith,
direttrice del
dipartimento di chimica e biologia al Rosary
Hill College di Buffalo, la quale dimostrò che,
sotto
l'influenza di Estebany, la tripsina, un enzima
che, nell’organismo umano e di altri animali,
riduce le
proteine in polipeptidi, accelerava la sua
attività corrispondendo a un campo magnetico di
13.000
gauss. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 449/450).
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Everitt, Signora (1825-1915). Medium inglese non
professionista. Moglie di un ricco sarto,
Thomas Everitt, iniziò le sedute nel 1855, ma
raggiunse la fama solo nel 1867, quando, cadendo
in
trance per la prima volta, produsse il primo
fenomeno di voce diretta in Inghilterra facendo
provenire da un tubo di cartone le voci delle
sue guide, «John Watts» e «Znippy», un isolano
dei
mari del sud. Durante le sue sedute avvenivano
anche spostamenti di oggetti, fenomeni luminosi
e,
soprattutto, scrittura diretta. Morel Theobald,
un amico degli Everitt, riferisce che durante le
sedute
si sentivano venti freddi, profumi e rumori
simili a quelli dell’ago del telegrafo. Sempre
secondo il
Theobald, la medium era anche capace di
psicometria: caduta in trance dopo che le era
stata posata
sulla fronte una pietra, descrisse scene con
mostri preistorici e cataclismi antidiluviani.
Il Theobald
e il marito della medium affermano che le frasi
in scrittura diretta venivano tracciate in
caratteri
fitti, minuti e regolari alla velocità di
100-150 parole al minuto, e, come notò anche il
Crookes, sul
retro della carta, per quanto sottile essa
fosse, non si scorgeva alcun segno della punta
della matita.
E. Dawson Rogers riferisce in una sua lettera di
avere chiesto alla medium, durante una seduta,
di
chiarirgli la differenza fra «volontà» e
«intelletto»: ebbe per scrittura diretta una
risposta di 150
parole che risultò tolta, quasi esattamente, da
uno scritto di Swedenborg. Molto spesso le frasi
prodotte per scrittura diretta risultarono
tratte da vari autori: in una seduta in cui
erano presenti il
Crookes e l’avvocato Cox fu trascritto un verso
latino di Aulo Gellio. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 451/452).
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Fancher Mollie (1849-1910). Sensitiva americana.
Nel 1866, a diciassette anni, divenne cieca e
invalida in seguito a due gravi incidenti.
Totalmente paralizzata, rimase per nove anni a
letto, con le
membra contratte, volta sul fianco destro, senza
prendere cibo: tutte le funzioni vegetative
vennero
sospese e talora veniva meno anche il battito
cardiaco mentre il suo corpo diventava freddo
eccetto
la zona attorno al cuore. In questo stato si
manifestò in lei una nuova personalità che
compiva
graziosi lavori di fantasia con le mani
rattrappite, scriveva benissimo, leggeva libri
chiusi e nascosti
sotto il cuscino, distingueva i colori al buio,
ritrovava oggetti perduti e aveva singolari
fenomeni di
chiaroveggenza viaggiante. Secondo la
testimonianza dell'astronomo Henry M. Parkhurst,
riuscì a
leggere una lettera fatta a pezzi, tratta dal
cestino della carta straccia e chiusa in una
busta sigillata.
Dopo nove anni, tornò la personalità precedente
e cessò la rigidità muscolare, ma la Fancher
andò
soggetta a intermittenti crisi convulsive, negli
intervalli fra le quali si manifestavano altre
personalità: Sumbeam, Idol, Rodebud, Ruby e
Pearl, le quali litigavano continuamente fra
loro
alternandosi fino a cinque volte per notte. La
sua singolare storia fu narrata dal giudice
Abram H.
Dailey nel libro Mollie Fancher (1894). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 462/463).
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Faraone Eugenio (n. 1901). Medium italiano a
scrittura automatica, automatismo parlante,
xenoglossia e, soprattutto, pittura paranormale.
Cominciò a dipingere in stato di semi-trance nel
1949 producendo per lo più paesaggi e figure di
animali e seguendo vari stili e varie tecniche.
Le
sue opere non mancano di valore artistico, ma
più che paranormali o medianiche, sembrano
essere
al limite del normale; dipingeva sotto l’impulso
di una forte ispirazione che lo costringeva
talora ad
alzarsi di notte per lavorare, ma era cosciente
di quello che faceva, anche se non aveva mai
studiato
pittura né aveva mai desiderato dipingere fino
ai quarantotto anni. (R. )
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 471).
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Farley Fran. Sensitiva americana, attiva da
circa un trentennio, nota per le sue doti di
psicoscopia,
chiaroveggenza, telepatia, precognizione,
radiestesia,nonché per diagnosi chiaroveggenti
confermate da una settantina di medici. E' stata
studiata, fra gli altri, dallo scrittore inglese
Aldous
Huxley. Recentemente si è esibita dinanzi al
dott. Norman Emerson dell'università di Toronto,
e al
geologo e archeologo Jeffrey Goodman in
esperimenti di radiestesia su mappe per
l’individuazione
di territori archeologici, e di psicoscopia su
reperti archeologici, durante i quali rievocò
l’incontro
dell’esploratore francese Samuel Champlain con
gli Indiani Irochesi nel 1608, dando notizie che
coincidevano con la relazione scritta della
spedizione, da lei certamente ignorata. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 471/472).
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Fidani Demofilo (1914-1994) - Fonte:
http://www.demofilofidani.net/
"La morte fisica non mi fa paura. So
perfettamente che il mio spirito continuerà a
vivere nell'altra
dimensione, ricco delle mie esperienze e con il
bagaglio dei miei errori che dovrò correggere e
rivedere." (dal testamento spirituale di
Demofilo Fidani, 1994)
Demofilo Fidani
Demofilo Fidani nasce l'8 febbraio 1914 su un
piroscafo diretto in Sardegna.
E' stato pittore - come più di ogni altra cosa
amava definirsi - sceneggiatore e regista
cinematografico (chi non ricorda la serie di
Sartana!). Amico di Federico Fellini, per la sua
lunga
attività gli venne conferita, nel 1975, la
medaglia d'oro "Una vita per il cinema".
Appassionatosi allo studio del paranormale con
l'amico Renato Piergili, scoprì nel 1936 la sua
medianità. Ha concluso la sua esperienza terrena
nel 1994.
IL MEDIUM
Demofilo Fidani è un nome ormai noto a tutti gli
appassionati e agli studiosi di medianità e di
fenomeni paranormali. Demofilo è forse l'ultimo
dei grandi medium "ad effetti fisici", l'ultimo
anello di una catena che si è allungata per
generazioni e generazioni e che sembra ormai sul
punto
di estinguersi. Introdotto da un amico medico
(Renato Piergili) alle pratiche
spiritualistiche, scoprì
di possedere grandi qualità medianiche, che
affinò con umiltà e con passione fino ad
ottenere
risultati stupefacenti. Dalle prime
interrogazioni sulla veridicità delle
manifestazioni provenienti da
un'altra dimensione, fino alla medianità vissuta
in prima persona, l'itinerario spirituale di
questo
grande personaggio si è arricchito di esperienze
straordinarie e illuminanti.
Nella sua abitazione, dove regolarmente si
tenevano le sedute, le penne scrivevano da sole
i
messaggi più svariati, si potevano ascoltare le
rare "voci dirette", si poteva assistere a
fenomeni di
materializzazione. Per questo, come ha affermato
Massimo Inardi che ebbe occasione di partecipare
ad alcune riunioni, la medianità di Fidani è una
di quelle che rimarranno nella storia della
parapsicologia, sia per il modo con cui si
estrinseca, sia per i fenomeni che essa produce
e che non
hanno niente da invidiare ai celebri medium del
passato.
Tutta la fenomenologia fu anche studiata a fondo
da Ian Stevenson. A parte i fenomeni fisici, che
possono colpire l'attenzione e alzare il velo su
possibili nuovi orizzonti, quello che più conta
è il
contenuto intellettivo delle manifestazioni
medianiche, una serie di insegnamenti che si
collegano
alla morale universale. Dopo più di
cinquant'anni di attività nel mondo dello
spiritualismo,
Demofilo Fidani, che aveva a lungo difeso la sua
riservatezza, decise di divulgare le sue
esperienze
personali per comunicare ad altri il significato
della sua lunga ricerca.
Nei suoi lunghi anni di attività Demofilo Fidani
ha ricevuto un'enorme quantità di lettere e di
richieste di persone che cercavano un contatto
con i loro cari che si erano "manifestati".
Fidani ha
sempre cercato di esaudire ogni richiesta, di
aiutare senza mai chiedere niente in cambio e
spesso ha
portato serenità e consolazione, gioia e
speranza.
Sulla medianità di Fidani andrebbero scritti
interi volumi come ha rilevato Manuela Pompas,
ma ciò
che più conta è l'esperienza interiore, il
contatto che ciascuno, nel momento in cui vive
l'evento
medianico, ottiene tra la coscienza e l'anima:
vivere certe esperienze può cambiare una vita.
Varcati i settant'anni, Demofilo accantonata la
sua lunga attività di regista cinematografico ma
non
quella di pittore, che lo aiutava ad esprimere
la sua sensibilità artistica, continuò a
diffondere il suo
messaggio con immutato impegno e rinnovata
energia. Tutti ormai conoscevano Demofilo
Fidani.
Era bello incontrarsi con lui e vederlo
puntualmente arrivare con il suo classico
cappello di paglia
ed il bastone, accompagnato dalla sua cara
moglie Mila, a tutti i convegni di
parapsicologia e di
spiritualismo.
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Fisher Doris. Soggetto studiato per molti anni,
tra la fine del secolo scorso e gli inizi del
nostro, da
Franklin Prince per gli imponenti fenomeni di
personalità alternanti che presentava. A tre
anni
Doris, in seguito a un trauma che le procurò una
violenta emozione, presentò una seconda
personalità che si diede il nome di «Margherita»
e che, col tempo, parve più intelligente di
Doris,
era consapevole dell’esistenza di lei, mentre
Doris la ignorava, ed era di carattere molto
diverso.
Ma, dopo i dieci anni, lo sviluppo mentale di
«Margherita» si arrestò e, quando Doris ebbe
raggiunto i 22 anni, «Margherita» scomparve.
Frattanto, però, essa aveva dato origine a una
terza
personalità che, poiché si manifestava
regolarmente durante il sonno di Doris, con
caratteri di
incorporazione più che di alternanza, fu
chiamata «Margherita la dormiente»; questa
appariva del
tutto indipendente da Doris e si considerava il
suo spirito guida con l’incarico di proteggerla.
Una
quarta personalità apparve quando Doris ebbe
compiuto i sedici anni: era un personaggio
isterico e
smemorato con crisi di catalessi e di letargia,
e per questo fu chiamata «Doris la malata»;
«Margherita», per punirla della sua indolenza,
le strappava i capelli e la graffiava (ossia
costringeva
«Doris la malata» a strapparsi i capelli e a
graffiarsi). Una quinta personalità apparve
infine quando
Doris aveva 17 anni: questa sarebbe stata la
Doris reale, ma ormai appariva molto di rado,
manifestandosi durante il sonno e chiamata per
questo «Doris reale la dormiente».
A 21 anni «Doris la malata» scomparve; a 22 anni
scomparvero «Margherita» e «Doris reale la
dormiente». Così la vera Doris potè riprendere
la sua personalità mentre, in stato di sonno o
di
trance, continuò a manifestarsi «Margherita la
dormiente». Il Prince. che aveva adottato Doris
(Doris Fisher è uno pseudonimo datole da lui),
giunse alla conclusione che «Margherita», «Doris
la
malata» e «Doris reale la dormiente» erano
personalità dissociate della vera Doris, mentre
la terza
personalità presentatasi, «Margherita la
dormiente», sarebbe stata un’entità spiritica
incorporatasi
nel soggetto, poiché il suo carattere non poteva
essere psicologicamente integrato con quello di
Doris. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 484/485).
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Fletcher John William (1852-1913). Medium e
chiaroveggente americano fra i più discussi,
tipico
rappresentante, insieme, a esempio, all'Eglinton
e allo Slade, di quel gruppo di medium inglesi e
americani che, fra il 1870 e il '90, alternarono
successi e disastri, soggetti ai riconoscimenti
e alle
accuse più gravi. Figlio di una sensitiva,
dimostrò fin da ragazzo doti chiaroveggenti fra
la
perplessità dei suoi insegnanti che, talora, lo
sentivano recitare brani storici o scientifici
che nessuno
gli aveva insegnato. Già a 17 anni, in stato di
trance, teneva conferenze su argomenti di cui,
da
sveglio, non aveva la minima nozione. Verso i
vent'anni sposò Susie Willis, che presentava gli
stessi
fenomeni, e, nel 1873, i due iniziarono insieme
la carriera di medium professionisti. Aveva per
controllo una ragazza indiana. «Winona», che
alcuni sostennero di avere visto
materializzarsi.
Nel 1877 i Fletcher si recarono in Inghilterra,
ma furono accolti assai freddamente a causa
della
generale diffidenza che si nutriva allora per i
medium americani in seguito al processo Slade,
avvenuto l'anno prima. Per nulla scoraggiato, il
Fletcher accettò di essere esaminato durante
sedute
in casa della medium Guppy, alla British
National Association of Spiritualists e alla
Dalston
Association. Florence Marryat riferisce delle
sue straordinarie capacità chiaroveggenti
attraverso «Winona», sia nel passato sia nel
futuro, da lei accertate nel 1879.
Nel 1881 la signora Fletcher fu condannata a un
anno di lavori forzati per essersi appropriata
indebitamente dei beni della signora Hart
Davies, una donna debole di mente che, a quanto
sosteneva l'accusata, era ricorsa a lei per
aiuto, era stata da lei accolta in casa propria
e l'aveva
pregata insistentemente di occuparsi
dell'amministrazione delle sue proprietà. Il
Fletcher era allora
in America e non tornò più in Inghilterra per
non subire la stessa sorte della moglie. Passò
gli ultimi
anni facendo il chiromante a New York e morì di
un colpo apoplettico nel giugno del 1913 quando
la polizia fece irruzione in casa sua con un
mandato di arresto. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 489).
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Flint Leslie
"Credo di poter dire con certezza che sono il
medium più esaminato che ci sia
mai stato in questo Paese ... Sono stato
rinchiuso, legato, sigillato, privato della
possibilità di parlare, immobilizzato, ma le
voci hanno continuato a comunicare i
loro messaggi sulla vita eterna"
Leslie Flint
I medium a voce diretta possiedono una dote
rara. In loro presenza è possibile sentire i
"defunti" che parlano con la loro voce; essi non
utilizzano la cassa o gli organi vocali del
medium, ma parlano attraverso una cassa vocale
artificiale costituita da ectoplasma (per una
fotografia del medium Jack Webber che mostra una
cassa vocale ectoplasmatica).
Uno dei più grandi medium a voce diretta del
Regno Unito è stato John Sloan. Per molti anni,
senza ricevere denaro, tenne sedute medianiche
per piccoli gruppi di amici. Uno dei suoi
partecipanti più assidui fu Arthur Findlay il
quale, prima d'incontrare Sloan, era un
intermediatore finanziario agnostico. Findlay si
convinse quando, attraverso Sloan, udì la
voce del padre e di un amico di famiglia,
entrambi defunti, che gli comunicarono delle
informazioni non note ad alcuna persona vivente.
Findlay iniziò uno studio monumentale
sulla scienza metafisica e produsse il classico
On the Edge of the Etheric (Findlay 1931),
un'analisi scientifica della comunicazione con
le entità dell'Aldilà.
Leslie Flint
In epoca recente, un altro medium a voce
diretta, sottoposto ad esami molto accurati, è
stato
Leslie Flint. In sua presenza, mentre era in
trance, e aveva la bocca sigillata da nastro
adesivo
o piena d'acqua:
sono state registrate su nastro a futura memoria
migliaia di voci diverse
appartenenti a persone disincarnate che
parlavano in dialetti differenti, in lingue
straniere a me sconosciute e non più parlate su
questa terra (Flint 1971: 170).
Nella sua autobiografia Voices in the Dark (Voci
nel Buio) Flint dice di essere stato
"rinchiuso, legato, sigillato, privato della
possibilità di parlare, immobilizzato, ma le
voci
hanno continuato a parlare della vita eterna"
(Flint 1971: 169). Flint afferma di avere tenuto
sedute medianiche estemporanee in camere
d'albergo, in appartamenti di estranei, in Paesi
stranieri, in aule, teatri e chiese.
Lo Psychic News del 14 febbraio 1948 riporta in
dettaglio un esperimento durante il quale
egli tenne una seduta con le labbra sigillate da
nastro adesivo, con delle bende strette intorno
al nastro adesivo e con le mani e le gambe
legate a una sedia. Gli osservatori conclusero
che,
nonostante le succitate restrizioni, le voci
iniziarono presto a parlare con la solita
chiarezza,
persino ad urlare. Una dozzina di persone
presenti nella stanza sentirono più di quanto
sarebbe sufficiente a convincere lo scettico più
ostinato che i sigilli apposti alle labbra di
Flint
non impedivano in alcun modo agli interlocutori
invisibili di dire tutto ciò che desideravano.
Alla conclusione dell'esperimento, il nastro
adesivo e i legacci furono rinvenuti intatti e
integri.
Le informazioni che pervenivano attraverso le
sedute di Flint non erano, come sostengono
alcuni critici dei medium, affermazioni vaghe
che potrebbero andar bene per chiunque. Basta
prendere ad esempio il seguente dialogo tra un
giovane aviatore morto durante la Seconda
Guerra Mondiale e i suoi genitori. Era
inizialmente apparso durante una seduta
medianica alla
quale partecipava Lord Dowding, dando il nome di
Peter William Handford Kite, e aveva
chiesto che i suoi genitori fossero contattati
all'indirizzo che aveva fornito. I genitori
accettarono l'invito per partecipare a una
seconda seduta e per quasi quaranta minuti Peter
si
presentò e con la sua voce disse loro le
seguenti cose che i genitori confermarono essere
vere:
• di uno scherzo riguardante l'acquisto di un
pastore tedesco che aveva fatto prima di morire
• che quella mattina sua madre aveva messo nella
borsa una sua foto e delle fotografie della
sua tomba in Norvegia
• che gli piaceva il ciliegio che avevano
piantato per lui nel giardino dedicato alla sua
memoria
• che la sua stanza non era stata cambiata nei
sei anni trascorsi da quando era morto
• che non gli era piaciuta la carta da parati
della sua stanza
• che suo padre guidava ancora la vecchia
automobile sebbene fosse troppo piccola per lui.
Flint descrive la sua amara delusione verso i
parapsicologi nel seguente estratto:
Quando per la prima volta accettai di essere
sottoposto ad esami ero abbastanza
ingenuo da credere che, se i test avessero avuto
esito positivo, gli scienziati e i
ricercatori che li avevano eseguiti alle loro
condizioni avrebbero annunciato a
tutto il mondo la verità della vita dopo la
morte. Ma presto ho imparato a mie
spese che molti di coloro che si definiscono
ricercatori hanno i loro valori
immutabili che precludono loro la possibilità di
credere che l'esistenza umana
abbia un significato o uno scopo e li portano a
scartare l'eventualità di una vita
dopo la morte. La loro preoccupazione era quella
di smentire la realtà delle mie
voci, e avrebbero postulato qualunque altra
alternativa, per quanto improbabile
o assurda, pur di non riconoscere le
implicazioni dei risultati dei loro
esperimenti (Flint 1971: 169).
Flint ribatte agli scettici
Flint fornisce alcuni esempi delle teorie
insensate elaborate da questi ricercatori del
paranormale. Una sosteneva che le voci non erano
reali ma erano prodotte da una
combinazione di potere ipnotico da parte sua e
di allucinazioni uditive di massa da parte dei
partecipanti alle sedute. Ciò venne smentito
quando le voci furono registrate (Flint 1971:
167). Un'altra teoria sosteneva che Flint fosse
un ventriloquo. Questa venne smentita quando
si provvide ad attaccare un microfono alla sua
gola in modo tale che il minimo suono emesso
attraverso la sua laringe venisse enormemente
amplificato, mentre degli osservatori lo
guardavano attraverso un telescopio a raggi
infrarossi (Flint 1971: 168). Quando non
trovarono altre spiegazioni, uno dei ricercatori
avanzò l'idea che Flint potesse parlare
attraverso lo stomaco (Flint 1971: 163).
A coloro che, non potendo ammettere nessun'altra
spiegazione, sostengono la frode, Flint
ebbe a dire le seguenti parole:
Si è sostenuto che potrei avere un canale di
comunicazione vocale con un'altra
stanza, nella quale dei complici imitano le voci
dei defunti, o che potrei
nascondere dei registratori che riproducono dei
messaggi preparati
precedentemente.
Non c'è fine ai trucchi ingegnosi che sono stati
escogitati da coloro che sono
determinati a non credere e che spesso non hanno
mai partecipato ad una mia
seduta ... Potrei anche chiedere a questi cinici
testardi come questi miei presunti
complici, per quanto abili nell'imitazione,
possano essere in grado di riprodurre
in maniera riconoscibile la voce di una moglie o
di un marito o di un altro
parente defunto di un partecipante che potrebbe
arrivare dall'Australia,
dall'India o da Timbuktu. Non spreco le mie
preziose energie a ribattere agli
scettici che sono tanto disinformati quanto
prevenuti (Flint 1971: 170).
Un esperto che indagò su Leslie Flint e che
verificò approfonditamente la sua autenticità fu
il
Prof. William R. Bennett, Professore di
Ingegneria Elettrica presso la Colombia
University di
New York. Dal momento che gli ingegneri sono
persone altamente pratiche, difficilmente
inclini a fantasie sfrenate, la sua
testimonianza possiede un'alta credibilità:
La mia esperienza con Flint è di prima mano; ho
sentito le voci. Inoltre, le
moderne tecniche d'indagine, non disponibili nei
test precedenti, confermano le
prime conclusioni, indicando che le voci non
sono le sue. Ma per essere
scrupolosi, occorrerebbe prendere in
considerazione la possibilità di complici
viventi ... Questa eventualità è diventata per
me insostenibile durante la sua
visita a New York nel settembre del 1970,
quando, in una seduta improvvisata nel
mio appartamento, le stesse voci non solo si
presentarono ma presero parte ad
una conversazione con gli ospiti (Flint 1971:
220).
Su Internet
Per ascoltare alcune delle voci di Leslie Flint
visitate il sito web The Leslie Flint
Educational
Trust http://www.leslieflint.com/
Fonte: Un Avvocato Presenta il Caso dell'Aldilà
- Prove Oggettive Inconfutabili di Victor
Zammit
12. La medianità a voce diretta di Leslie Flint
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Florio Augusta. Sensitiva italiana nota
soprattutto per i disegni automatici che
cominciò a produrre
verso il 1945 quando aveva già 58 anni. Iniziò
quasi per caso, perché una medium aveva
avvertito
in lei tale facoltà, producendo dapprima disegni
ornamentali. Passò poi a visioni di teste e
volti
raggruppati, eseguiti con una tecnica molto
raffinata di linee sottilissime o puntini:
infine giunse a
disegni stranamenti stilizzati condotti con una
tecnica complessa. Ebbe anche visioni affini ai
suoi
disegni, ma in movimento e a colori, che
tuttavia non riuscì a realizzare pittoricamente.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 490).
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Ford
Arthur Augustus medium della American
Spiritualist e fondatore della International
General
Assembly of Spiritualists.
Ford nacque il 8 gennaio 1896, a Titusville
Florida. Da giovane seguì un pellegrinaggio che
l'ha
portato dall'Episcopalismo ai Battisti,
all'Unitarismo e finalmente ai Discepoli di
Cristo; ove
frequentò l'Università di Transilvania, in
Lexington, Kentucky.
Ordinato come un ministro dei Discepoli, servì
in una chiesa in Barbourbville, Kentucky. Ford
si
rese conto delle sue abilità psichiche durante
la prima guerra mondiale; mentre era
nell'esercito lui
"sentiva" i nomi delle persone che aveva
servito, e quelli nomi apparirebbero molto
giorni più tardi
sugli elenchi delle vittime.
Negli anni dopo la guerra investigò i fenomeni
psichici ed infine si congiunse agli
Spiritualisti. Nel
1921 circa Ford emerse come un medium a trance,
e "Fletcher, '' il suo spirito guida, per il
resto di
sua vita, fece la sua prima apparizione durante
una seduta in trance. La sua popolarità crebbe e
nel
1927 andò in Gran Bretagna; una delle sue
conferenze fu frequentata dal ben noto Sir
Arthur Conan
Doyle, che affermò entusiasticamente il giorno
successivo: «Una delle cose più sorprendenti a
cui
abbia mai assistito in 41 anni di esperienze
psichiche, sono state le dimostrazioni che ha
fornito
Arthur Ford».
Ford fondò una congregazione nella città di New
York, ma presto entrò in conflitto con la
National
Spiritualist Association, la principale
organizzazione Spiritualista del tempo. Egli con
il tempo si
era convinto della reincarnazione, una credenza
che l'associazione rifiutava. Nel 1936 Ford,
dopo
molti anni di tensioni, agevolò la fondazione
della Assemblea Generale che aveva una
prospettiva
più aperta sulla reincarnazione.
La fama di Ford andò ben oltre la comunità
Spiritualista e nel 1928 a seguito della
presunta
decifrazione del codice segreto che era stato
concordato tra Houdini e sua moglie Beatrice.
Houdini
aveva stipulato con sua moglie che se lui
morisse prima di lei, lui avrebbe tentato di
comunicare
attraverso un codice segreto conosciuto soltanto
da loro. Si accredita ad Arthur Ford la
decifrazione
di quel codice segreto attraverso il suo
controllo, "Fletcher".
Nel 1931 a seguito di un tragico incidente
automobilistico nel quale sua sorella morì, Ford
fu ferito
gravemente, e divenne prima assuefatto a morfina
e poi all'alcol. Nella sua autobiografia Nothing
so Strange (1958) affermò che gli furono
necessari 20 anni e molto sofferenze per
superare la sua
dipendenza. (infatti, non superò mai totalmente
questa sua dipendenza e fu affetto da alcolismo
fino
alla fine della vita sua). Nonostante la sua
afflizione entusiasmò numerose persone con le
sue
capacità, incluso ricercatori prominenti come
William McDougall e William G. Roll, Jr. della
Psychical Research Foundation.
Viaggiò molto al fine di dimostrare la suo
medianità e in Gran Bretagna in Britannia
l'Amicizia
delle Chiese visitò la Churches' Fellowship for
Psychical e Spiritual Studies. Nel 1955 Ford si
attivò
per la formazione di un'organizzazione simile
negli Stati Uniti, la Spiritual Frontiers
Fellowship, ora
è la Spiritual Frontiers Fellowship.
Nel 1967 Ford fu di nuovo noto al pubblico a
seguito di un dibattito televisivo sulla vita
dopo
morte, quando andò in una trance consegnò molte
comunicazioni al vescovo episcopale James Pike.
Uno affermò di essere il figlio di Pike ed un
altro dal prominente teologo Paul Tillich.
Entusiasmato
profondamente, Pike che più tardi affermato
pubblicamente la sua credenza nella realtà dei
fenomeni psichici in un suo libro The Other Side
(1968). Il programma televisivo rianimò
l'interesse del pubblico sullo Spiritualismo e
sui fenomeni psichici, e in un mese Ford
ricevette più
di 12.000 lettere.
Fu soltanto dopo la morte di Ford che Allen
Spraggett e William Rauscher, mentre compilavano
il
materiali per la sua biografia, scoprono le sue
note sulla sessione fra le sue carte, rivelando
il fatto
che lui alterò la famosa seduta spiritica.
Ford morì a Miami, Florida, il 4 gennaio 1971.
Poco dopo la sua morte, Ruth Montgomery affermò
di avere ricevuto dei messaggi da Ford, i quali
furono pubblicati più tardi nel suo libro A
World
Beyond (1971).
L'incidente più decisivo per valutare la
medianità di Ford sembra essere la sua
rivelazione del
codice di Houdini. Il materiale sulla
autenticità della comunicazione del codice della
defunta
Houdini ricevuta attraverso la medianità di Ford
è contraddittorio. La comunicazione stessa
riguardava un codice segreto che si supponeva
essere conosciuto solamente da Houdini e da sua
moglie. Tuttavia, il mago Dunninger affermò che
il codice era già stato pubblicato
antecedentemente. La testimonianza della vedova
di Houdini è contraddittoria. Si affermava che
lei
avesse detto ad un reporter che lei non
conosceva il contenuto del messaggio, anche se
lei scrivesse
più tardi una lettera privata ed appassionata ad
articolista Walter Winchell affermando
enfaticamente che la comunicazione ricevette da
Ford erano proprio quelle concordate con Houdini
e che lei prima non le aveva rivelato a Ford;
insisté che non era una frode, come alcuni aveva
affermato.
Comunque, il reporter del New York Graphic, Rea
Jaure, intitolava questa storia così: "I
messaggi
di Houdini. Una Grande Beffa!'' (il 10 gennaio
1929) affermando che Ford era andato nel suo
appartamento per un'intervista e che ammise che
la signora Houdini gli aveva fornito codice
segreto. Jaure produsse due testimoni che
confermarono la sua storia con asserzioni
giurate.
L'avvocato di Ford produsse tre testimoni che
affermarono che Ford era altrove nel momento di
quella affermata intervista. Una persona, in
anonimato, affermò che lui era stato pagato per
personificare il medium.
Fonte:
http://www.spiritwritings.com/ArthurFord.html
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Forthuny Pascal (1872-1962). Pseudonimo di
Georges Pascal Cochet, famosissimo paragnosta
francese, dotato di cultura superiore e di
altissimo senso artistico (fu pittore, scrittore
e critico d'arte
fra i più noti del suo tempo). Fino al 1919.
quando perse il figlio Fréderic in un incidente
aviatorio,
non aveva mai mostrato alcuna capacità
paranormale. Nel luglio di quell'anno, mentre
stava
scrivendo un romanzo, la sua mano all'improvviso
cominciò a tracciare aste e lettere per proprio
conto. In breve tempo egli fu in grado di avere
delle perfette scritture automatiche, nelle
quali si
manifestavano due personalità: l’una che
affermava essere la sua guida e l'altra che
dichiarava di
essere suo figlio Fréderic. Il fenomeno durò,
quasi continuo, per un anno, poi scomparve per
dare
luogo a notevolissimi fenomeni di chiaroveggenza
e di precognizione, manifestatisi per la prima
volta durante una seduta all'Institut
Métapsychique International, allora diretto da
G. Geley e che
perdurarono per quasi tutta la sua lunga vita.
Da uomo di cultura e di ricerca, egli fece in
modo di
sviluppare e coltivare queste sue facoltà con un
allenamento costante e metodico. Durante i suoi
esperimenti non andava mai in vera trance, ma si
poneva solo in uno stato di lieve
concentrazione,
di cui l’unica manifestazione saliente era una
certa fissità dello sguardo e delle palpebre,
mentre egli
passeggiava fra la gente a lui sconosciuta.
Tipica sua manifestazione era la ricostruzione
del
passato, a grandi linee oppure in minuti
particolari, di persone che vedeva per la prima
volta o che
addirittura non aveva mai visto, oppure di
conoscenti di qualcuno dei presenti alla seduta,
e di cui
riusciva anche a dire correttamente il nome.
Talvolta narrava episodi che il consultante non
conosceva affatto e che spesso si avveravano
dopo breve tempo, quasi che egli confondesse il
passato con il futuro.
Talora le sue visioni sembravano essere
innescate da particolari simbolici o da immagini
parassite,
che lo portavano a dire frasi apparentemente del
tutto estranee al consultante, ma che a un
controllo
critico accurato si rivelavano insolitamente
esatte. - A esempio per un giovane al quale egli
disse
che lo vedeva fare minuziose ricerche alle
dipendenze di un Cardinale della Curia, la
realtà era che
egli lavorava come ricercatore nel laboratorio
di fisica della Signora Curie; per una signora
alla
quale egli senza alcuna ragione chiese scusa ad
alta voce, dicendo Pardon, la realtà era che
ella si
chiamava di cognome appunto Pardon. Era molto
sincero e disinteressato e non cercava mai di
tirare a indovinare, né usava mezzi o
stratagemmi per raggiungere il successo; le sue
informazioni,
a suo dire, gli pervenivano attraverso
intuizioni improvvise o visioni, oppure per
mezzo di una voce
interiore, se non addirittura con la visione di
uno scritto che si presentava improvviso alla
sua
mente. Le sue prestazioni erano sempre ad
altissimo livello, pur avendo giornate buone e
meno
buone; il pubblico numeroso lo stimolava, come
lo stimolavano una buona cena, un buon
bicchierino di cognac o il buon andamento dei
primi esperimenti della serata, che gli
servivano da
rodaggio.
Oltre a particolari riguardanti le persone
viventi, presenti o lontane, Forthuny aveva
spesso visioni
di particolari concernenti persone defunte,
delle quali coglieva il nome, il grado di
parentela con la
persona presente e i più salienti fatti della
vita antecedente al decesso.
Celebre nella storia della parapsicologia resta
il fatto occorsogli nel 1924. Nella primavera di
quell'anno egli, come riferì, fu spinto
irresistibilmente ad abbandonare un lavoro
urgente per
precipitarsi a Parigi dal dott. Geley, allora
direttore dell’I.M.I. Quando Geley lo ricevette
lo vide
tutto trafelato, agitato e tremante e gli chiese
la ragione della sua imprevista visita e
soprattutto del
suo stato. Forthuny allora gli raccontò di aver
avuto la terribile visione di una catastrofe
aerea, nella
quale uno scienziato in Polonia aveva trovato la
morte, e gli disse che costui si chiamava forse
Voronoff, ma il nome non era per lui sicuro.
Poiché Geley era di origine polacca, il
sensitivo aveva
«sentito» di doverlo avvertire, sia per
raccontargli il fatto da catalogare come
eventuale
precognizione, sia perché temeva che il fatto
stesso potesse riguardare proprio lui. Lo
scienziato,
che non aveva in quel momento in programma alcun
viaggio aereo in Polonia ringraziò il soggetto,
e i due, rinfrancati, ci risero sopra. Il 14
luglio di quell’anno stesso Gustave Geley, che
si era recato
a Varsavia per una riunione, periva in una
sciagura aerea insieme al pilota perché,
richiamato da
urgenti impegni a Parigi, aveva noleggiato un
aereo per tornare in Francia con maggiore
rapidità,
rinunciando al treno su cui aveva viaggiato
all’andata e col quale avrebbe dovuto poi
tornare. E' da
notare in questo episodio la singolare analogia
tra il fatto che scatenò la paranormalità di
Forthuny
(la morte del figlio in una sciagura aerea) e
quello che provocò la grandissima agitazione del
paragnosta e il suo improvviso e pressante
desiderio di vedere Geley per raccontargli la
visione, il
che confermerebbe l’ipotesi di W. Tenhaeff circa
una sorta di - «preferenza» o di
«specializzazione»
dei paragnosti nei riguardi di certe visioni o
di certi meccanismi di scatenamento delle
visioni
stesse.
Il nome di Forthuny è però consacrato alla
storia delle ricerche e degli studi sul
paranormale per
essere stato egli il primo a produrre il
fenomeno della precognizione a «sedia vuota»
(chaise-vide o
chair-test degli autori di lingua inglese) e che
da lui prende il nome di «fenomeno Forthuny».
Ideato
da Eugène Osty nel 1926 (quando egli era
diventato direttore dell’I.M.I. come successore
del
defunto Geley), l’esperimento fu poi tentato con
successo da altri paragnosti tra cui Croiset e
la
nostra «Venia». Due ore prima di una seduta
pubblica all’Institut, alla quale avrebbero
partecipato
circa 200 persone. Osty fece scegliere
casualmente da due persone sue amiche, nella
sala ancora
vuota ove avrebbe dovuto avere luogo
l’esibizione, una sedia e poi invitò il
sensitivo a descrivere
alla sua segretaria, che stenografava, la
persona che vi si sarebbe seduta di lì a poco.
Forthuny si
concentrò sedendosi sulla sedia e dettando alla
segretaria le sue visioni. Registrati e copiati
i
protocolli, dopo l’inizio della sessione ne fu
data lettura alla presenza della persona che si
era nel
frattempo seduta sulla sedia prescelta. I
responsi di Forthuny furono giudicati
sconvolgentemente
esatti dall’interessata (una signora) che vi si
riconobbe fin nei minimi particolari, somatici,
psicologici, familiari e riguardanti anche la
salute(M.I.).
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 499/501).
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Foster Charles H. (1838-1888). Medium americano.
Produsse i suoi primi fenomeni a 14 anni: a
scuola frequenti colpi si udivano provenire dal
suo banco, e, a causa sua, spesso i mobili
venivano
spostati in stanze in cui non vi era alcuno. In
seguito le sue manifestazioni si limitarono alla
dermografia e alla lettura su foglietti di carta
appallottolati, salvo alcuni fenomeni di
materializzazione e di levitazione. Una volta,
afferrato improvvisamente per le braccia da due
presenti che volevano metterlo alla prova,
apparvero sui suoi avambracci, in rosso, le
parole «due
sciocchi», seguite come al solito, dal nome
dello spirito comunicante. Per la lettura
paranormale,
invitava i presenti a scrivere su foglietti di
carta, in sua assenza, il nome di loro parenti
defunti; i
foglietti venivano poi appallottolati e messi in
un mucchio su di un tavolo insieme a foglietti
bianchi
pure appallottolati. Quando egli entrava nella
stanza della seduta, i nomi venivano sillabati
per
tiptologia da colpi che si udivano provenire dal
tavolo, e subito egli afferrava il foglietto
corrispondente dando notizie sugli spiriti così
nominati.
Nel 1861 il Foster si recò in Inghilterra, dove
divenne amico di Lord Lytton ed ebbe presenti
alle
sue sedute Dickens, Thackeray, Tennyson, Robert
Chambers e William Howitt. Secondo il dott.
Ashburner, durante una seduta si
materializzarono nove mani spiritiche che
fluttuarono nell’aria sul
tavolo, e il medium venne levitato insieme al
pianoforte su cui stava suonando. Nel 1862, su
invito
di Thomas P. Barkas, diede quattro sedute a
Newcastle-upon-Tyne, a ognuna delle quali
parteciparono dieci persone diverse, sconosciute
al medium, e che ebbero da lui comunicazioni. Il
Barkas riferisce che, in queste comunicazioni,
gli errori non superarono il 3%, ma insinua il
sospetto che il Foster, pur essendo un ottimo
medium, cercasse di aumentare con trucchi gli
effetti
dei suoi fenomeni. A questo proposito nota che
le comunicazioni erano troppo simili fra loro,
che le
sue trance avvenivano troppo facilmente e i suoi
risvegli erano troppo veloci. Come avvenne,
circa
nello stesso periodo, per Home, l'opinione
pubblica gli fu generalmente contraria e lo
Spiritual
Magazine, nel 1863, lo accusò apertamente di
frode. Passato a Parigi, il medium si esibì
davanti a
Napoleone III; fu poi in Australia e infine
tornò negli Stati Uniti. I giudizi su di lui
furono sempre
molto vari. Il Truesdell riferisce che a New
York, nel 1872, il Foster lesse le pallottoline
di carta
prendendole in mano e avvicinandole alla luce
della brace del suo sigaro, che continuamente
riaccendeva, facendo così sospettare una lettura
normale per trasparenza. Epes Sargent sostenne
invece sempre la genuinità dei suoi fenomeni
sulla base di esperienze da lui condotte. Come
molti
altri medium della sua epoca, il Foster, negli
ultimi anni, si diede all’alcool e morì di
delirium
tremens. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 501/502).
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Fowler Lottie (1846-1899). Pseudonimo di
Charlotte Cannolly, chiaroveggente americana.
Nel
1872, durante una sua visita in Inghilterra,
iniziò allo spiritismo Stainton Moses. Famosa
psicodiagnosta, fu consultata dalla Corte al
tempo della grave malattia del Principe di
Galles, e fin
dall’inizio ne predisse la guarigione. Col suo
aiuto fu trovato il corpo del defunto Lord
Lindsay di
Barlarres, trafugato dalla cripta di famiglia.
Predisse fra l’altro una rivolta a Londra e il
disastro di
Tay Bridge. Florence Marryat, a cui dobbiamo
molte notizie su di lei, trascrisse spesso le
comunicazioni ricevute in trance dalla Fowler e
provenienti da un’entità di nome «Annie», che si
diceva di nazionalità tedesca. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 508/509).
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Fox Kate ( 1840?-1892). Leah (1827?-1890) e
Margaret (1837?-1893). Sono tre celebri sorelle
americane i cui nomi si collegano ai cosiddetti
fenomeni di Hydesville e alla nascita ufficiale
dello
spiritismo moderno. La vicenda da cui ebbe
involontariamente inizio la loro attività è
notissima.
L’11 dicembre del 1847, un certo John D. Fox, di
origine tedesca (il suo vero nome sarebbe stato
Voss), si stabiliva con la famiglia, la moglie e
le due figlie più piccole, Margaret e Kate, in
una
casetta del villaggio di Hydesville, nello stato
di New York, così chiamato dal nome di uno dei
primi colonizzatori del luogo, il dottor Henry
Hyde. La casa, già appartenuta agli Hyde, aveva
cattiva fama: colui che l’aveva occupata prima
dei Fox, Michael Weakman, aveva dovuto
abbandonarla a causa di misteriosi rumori che
disturbavano i suoi sonni. Ma i nuovi inquilini
per
qualche tempo furono lasciati tranquilli.
Sembra che doti paranormali fossero ereditarie
nella famiglia Fox. Una bisnonna, in stato di
sonnambulismo, sapeva descrivere con minuti
particolari i funerali di persone viventi che
poco
dopo morivano, e al funerale tutto si svolgeva
come era stato previsto. Una zia vide in sogno
la
propria tomba con la data della sua morte, che
avvenne infatti nel giorno indicato. Le figlie
di John
Fox, tuttavia, non avevano dato, fino ad allora,
particolari manifestazioni. Il Richet, in base
al
rapporto pubblicato sul primo convegno
spiritista (1849) scrive che, nel 1847, Margaret
aveva
quindici anni e Kate dodici; ma la loro madre,
in una lettera del 1860, afferma che, all’epoca
dei
primi fenomeni, Margaret aveva dieci anni e Kate
sette: sarebbero dunque nate rispettivamente nel
1837 o ’38 e nel 1840 o ’41. Potrebbe però darsi
che la madre avesse voluto far apparire più
piccole
le figlie all’epoca dei fenomeni, attribuendo
loro un’età in cui meno probabili avrebbero
potuto
essere le accuse di frode che vennero avanzate
poi. Di Leah, la maggiore, ignoriamo la data di
nascita, che possiamo supporre più o meno
anteriore al 1830: nel 1847 era già sposata e
viveva a
Rochester col marito.
Nel marzo del 1848 cominciarono i primi disturbi
che andarono via via aumentando di intensità:
colpi secchi e rumori di mobili spostati. Il 31
marzo lo strepito è tale che si pensa siano le
imposte
sbattute dal vento; il Fox fa il giro della casa
scuotendo ogni finestra per controllare che sia
ben
chiusa, e la piccola Kate si accorge che a ogni
scossa i rumori misteriosi sembrano dare una
risposta. Le viene l'idea di controllare la cosa
battendo le mani. «Signor diavolo», dice,
«ripeti
quello che faccio io», e batte più volte le
mani. Ottiene lo stesso numero di colpi. La
madre riprende
il giuoco e chiede gli anni dei suoi sette
figli: le risposte sono esatte e, dopo una pausa
vengono
battuti i colpi corrispondenti all’età
dell’ottavo, morto a tre anni. La donna chiede
ancora: «Sei un
essere umano?» Nessuna risposta. «Sei uno
spirito? Se sì, batti due colpi». Risuonano due
colpi. È,
in sostanza, il primo dialogo spiritico
dell’epoca contemporanea.
A forza di domande e risposte così condotte si
riesce a stabilire che il comunicante è stato un
venditore ambulante assassinato a trentun anni
in quella casa a scopo di furto e sepolto in
cantina.
Frattanto il Fox è andato a chiamare alcuni
vicini che assistono al colloquio. Il giorno
dopo arriva
anche un figlio dei Fox. David, con la moglie.
Si comincia a scavare nella cantina, ma presto
si
trova dell’acqua e il lavoro viene abbandonato.
La casa di Hydes-ville diviene meta di un
continuo
pellegrinaggio di curiosi, che turbano, ancor
più dei rumori, la pace della famigliola.
Nell’estate si riprendono gli scavi, mentre i
fenomeni continuano: si trovano dei capelli e
alcune
ossa umane. Una ragazza che era in quella casa
quattro anni prima, a servizio di certi coniugi
Bell,
ricorda che una sera un venditore ambulante
aveva chiesto e ottenuto asilo per la notte,
mentre lei era
stata mandata a dormire dai genitori. Al mattino
le era stato detto che l’ospite se n'era andato.
La voce dell’assassinio si diffonde: da parte
sua il Bell, che aveva lasciato la casa nel ’46.
risponde
alle accuse esibendo una specie di certificato
di buona condotta firmato da quarantaquattro
suoi
conoscenti: nulla si può fare contro di lui.
come del resto, aveva già affermato lo
«spirito». Ma cinquantasei
anni dopo, nel novembre del 1904, il nuovo
proprietario. facendo fare delle demolizioni
in cantina, troverà, nel vano di un doppio muro,
uno scheletro umano e una cassetta da venditore
ambulante: evidentemente l’assassino aveva, in
un primo tempo, sepolto il cadavere nel luogo
che
era stato scavato, e poi lo aveva e-sumato per
nasconderlo tra una parete della cantina e un
secondo
muro da lui eretto. Questo l’episodio di
Hydesville fino alla sua conclusione.
Frattanto nella casa non si aveva pace. Le due
bambine, ormai atterrite, vennero allontanate:
Rate fu
accolta dal fratello David, ad Auburn. e
Margaret dalla sorella Leah, a Rochester. Ma i
colpi
misteriosi le seguirono in entrambe le case,
particolarmente violenti in quella di Leah —
anche lei
evidentemente sensitiva — dove oggetti vari
vengono scagliati nell’a-ria. abiti strappati di
dosso,
pezzi di legno con su frasi scritte gettati in
stanze chiuse. «Temevamo», scrive Leah nel suo
libro II
legame mancante (The Missing Link. 1885). «che
il tetto ci rovinasse addosso».
Infine un certo Isaac Post, amico di famiglia,
ricorda che David, a Hydesville, aveva ottenuto
qualche comunicazione con lo spirito infestante
mediante l’alfabeto: a-veva inventato, insomma,
la
tiptologia*. o meglio reinventato, perché casi
di tiptologia sono ricordati già nel Settecento
e anche
prima. Si ricorre a questo metodo e si ottiene
un messaggio rimasto famoso: «Cari amici, dovete
proclamare questa verità al mondo. Questa è
l’alba di una nuova èra; non dovete nasconderla
oltre.
Se farete il vostro dovere. Dio vi proteggerà e
gli spiriti buoni veglie-ranno su di voi». Da
questo
momento le comunicazioni diventano regolari,
mentre oggetti si muovono, chitarre suonano da
sole,
mani invisibili sfiorano i presenti. Sono in
molti ormai a credere nella presenza degli
spiriti: il 14
novembre del 1849 veniva tenuta a Rochester la
prima riunione di spiritisti.
I negatori dei fenomeni non furono meno
appassionati dei sostenitori; in un clima
infocato che più
volte mise in pericolo la loro vita, Leah, nella
quale si erano pure manifestati poteri
paranormali,
con le due bambine, affrontò quella che ormai
considerava una missione. Vi furono sedute
pubbliche e, nel 1850, spossanti viaggi di
propaganda ad Albany, a Troy, a New York. Poi
cominciarono le prime sedute a pagamento. Leah è
considerata la prima medium professionista;
Kate ebbe un regolare stipendio di 1200 dollari
l’anno da un appassionato spiritista, il Day,
perché
potesse continuare nella sua attività; Ho-race
Greeley, direttore del New York Tribune,
sostenne le
tre giovani a spada tratta; commissioni di studi
dovettero ammettere la genuinità dei fenomeni.
Nel
1851, una commissione di scienziati credette di
scoprire il trucco: i rumori erano provocati
dalle
articolazioni delle ginocchia delle medium. Era
una spiegazione del tutto inadeguata, che
tuttavia
tornò a riaffiorare per molti anni: gran parte
della stampa la accolse e si schierò contro le
tre sorelle.
Ma i sostenitori non disarmarono e le sedute
continuarono con intensità estenuante.
Due fortunati matrimoni, quello di Margaret con
il famoso esploratore artico Elisha Kane, e
quello
di Leah - il terzo - con il ricco assicuratore
David Hunderhill, entrambi contrari ai fenomeni,
permisero loro di ritirarsi dalle esibizioni in
pubblico. Quanto a Kate, a partire dal 1861 si
dedicò
esclusivamente, per cinque anni, a un ricco
banchiere di New York, Charles Livermore.
producendo
il notissimo fantasma materializzato della sua
defunta moglie, Estelle, che lasciava messaggi
scritti
e apparve in 388 sedute insieme al fantasma di
Beniamino Franklin. Nel 1871, per gratitudine,
il
Livermore finanziò alla medium un viaggio in
Inghilterra.
Là, Kate crede di trovare una seconda patria: è
studiata dal Crookes, dinanzi al quale produce
eccezionali fenomeni acustici, luminosi e di
scrittura diretta; nel 1872 sposa l'avvocato
H.D.
Jencken. Nel 1883, rimasta vedova, è chiamata a
prodursi in Russia dall'Aksakov. Frattanto
Margaret, vedova dal 1857, ha dovuto riprendere
la professione; nel ’76 ha fatto a sua volta una
visita in Inghilterra e vi tornerà più tardi. I
suoi rapporti con Leah sono diventati
burrascosi: Leah
rimprovera alle sorelle la vita disordinata e,
soprattutto, la loro tendenza all’alcoolismo. E'
il vizio
che accompagna il declino di molti medium:
perfino la dolce Margery e l’austero Stainton
Moses non seppero resistervi. Nel 1888 Margaret
e
Kate, ormai alleate contro la sorella, sono di
nuovo a New York e, in una specie di delirante
autolesionismo, decise a trascinare Leah nella
propria rovina, dichiarano in interviste e
conferenze
di avere sempre frodato, capeggiate dalla
sorella maggiore, e che lo spiritismo è un
imbroglio. La
stampa allarga lo scandalo, gli antispiritisti
trionfano.
Ma, un anno dopo, Margaret ritratta tutto: era
in miseria, spiega, aveva lo spirito sconvolto
ed era
stata pagata per fare la confessione; adesso
vuole ristabilire la verità. Sono le ultime
battute di tre
esistenze travagliate; Leah muore nel 1890. Kate
il 2 giugno del 1892, alcuni anni dopo il suo
secondo matrimonio con un certo Sparr, e
Margaret l’8 marzo del 1893.
I fenomeni delle tre sorelle Fox furono senza
dubbio genuini, come riconobbe lo stesso Richet:
le
confessioni di Margaret e di Kate, come quelle
di tanti altri medium fra cui, forse, la stessa
Florence
Cook, sono evidentemente da attribuirsi
all’instabilità e al disperato esibizionismo di
alcuni di
questi personaggi che si ostinano a rimanere in
qualche modo alla ribalta quando le loro facoltà
vengono meno e il pubblico le abbandona. Nel
1905, durante un congresso della Società Medico
Legale di New York, la dottoressa Mellen, che
non era spiritista, dichiarò di avere assistito
Margaret
nelle ultime ore della sua vita. La morente era
ormai incapace di muovere le gambe e le braccia
e
tuttavia forti colpi risuonavano sulle pareti e
sul soffitto dando risposte alle domande che
venivano
fatte. «In quel momento», disse la Mellen, «ella
non poteva assolutamente far scricchiolare le
sue
giunture più di quanto lo potessi io stessa».
(U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 509/513).
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Fraya Madame (Valentine Dencausse, 1871-1954).
La più famosa chiromante parigina della
prima metà del nostro secolo. Per le sue
precognizioni e retrocognizioni si valeva
dell'esame della
mano e della calligrafia, ma lei stessa
affermava di non seguire in questo regole
prestabilite e di
affidarsi piuttosto al suo intuito e alla sua
esperienza. Le più alte personalità della
politica, della
letteratura e delle arti francesi la
consultarono e credettero in lei, la nobiltà e
l’alta borghesia
parigine erano sue regolari clienti e non di
rado personaggi politici si fecero annunziare
nel suo
gabinetto di lavoro. Fra le sue amicizie contava
la regina Nathalie di Serbia, i baroni di
Rothschild,
Marcel Proust, Pierre Loti, Colette, Sacha
Guitry, Anna de Noailles. Alfred Caput, Adrien
Hébrard,
direttore del Temps ecc. A Jean Jaurès,
fondatore dell'Humanité, predisse la morte
violenta, che
avvenne nel luglio del 1914; alla principessa di
Saxe-Meiningen, sorella dell’imperatore
Guglielmo
II, predisse la seconda guerra mondiale e la
sconfitta della Germania; agli inizi del
settembre del
1914, chiamata alle due del mattino al Ministero
della Guerra, assicurò ai ministri, angosciati
dall’avanzata germanica, che i Tedeschi non
sarebbero entrati in Parigi e che la loro guerra
lampo
sarebbe stata arrestata, cosa che avvenne poco
dopo con la vittoria della Marna. Anche studiosi
come il dott. Schrenck-Notzing, il prof. Alfred
Binet e il dott. Eugène Osty la avvicinarono;
quest’ultimo la definì «un
prodigio permanente... chiromante e grafologa in
apparenza, intuitiva pura in realtà». Per
metterla
alla prova, le fece presentare da sua moglie,
sconosciuta alla sensitiva, alcune righe da lui
scritte
con la sinistra e in modo da eliminare tutti i
particolari che avrebbero potuto avere un
significato
psicologico: ma Fraya riconobbe il trucco e
tracciò egualmente un perfetto ritratto dello
studioso.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 513).
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Gallotti Maria. Sensitiva a disegno automatico,
attiva fra il 1932 e il 1940 circa. Cominciò a
disegnare in età già matura, e la sua attività,
più che paranormale, sembra ai limiti del
normale.
Senza alcun insegnamento né preparazione, una
notte del 1932, disegnò improvvisamente un volto
di Cristo con una tecnica molto personale e
delicatissima in cui si rivela un’artista già
provetta.
Mantenne poi questa tecnica in tutte le sue
opere, per lo più di soggetto religioso, in cui
appaiono
figure evanescenti, che sembrano affiorare come
ombre dal fondo chiaro. Non disegnava mai in
trance, ma tracciava rapidamente il disegno dopo
una lunga meditazione, durante la quale
l’immagine si fissava nella sua mente. La sua
opera, che fu raccolta in una mostra personale
al
Circolo della Stampa di Roma, nel 1935 e in
un’altra, nel Convento di San Francesco, in
Assisi, nel
1937, piuttosto che un manifestazione
paranormale sembra essere una conferma della
paranormalità
dell’arte in genere. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 528).
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Gardini Maria (n. 1910). Paragnosta. chiromante,
grafologa e astrologa tra le più dotate in
Italia.
Bolognese di nascita, vive a Roma dal 1958. Fu
studiata a lungo, mentre risiedeva a Bologna, da
Cassoli. Marabini e Guarino che la presentarono
al Congresso di Metapsichica di Roma del 1956 e
che pubblicarono su di lei due lavori
sperimentali apparsi il primo su Minerva Medica
nel 1957 e il
secondo sul Giornale Italiano per la Ricerca
Psichica nel 1964. Dotata di notevolissimi
poteri di
veggenza ella lavora prevalentemente attraverso
la lettura della mano, ma i suoi responsi vanno
molto al di là della semplice interpretazione
chiromantica, facendo intravedere autentiche
doti di
telepatia. veggenza e precognizione, con
risultati eccezionalmente probanti e soprattutto
quasi
costanti. I lavori degli autori citati furono
concordi nel segnalare che la Gardini otteneva
risultati
assolutamente singolari anche se costretta a
operare in condizioni di estremo rigore
scientifico:
senza vedere la persona consultante, senza
parlare con essa ma solo potendo vedere le mani
che
sporgevano da manicotti attaccati a un paravento
e soprattutto senza che la persona a lei
sottoposta
fosse da lei conosciuta o conosciuta da alcuno
dei presenti alla seduta. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 530).
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Garrett Eileen Jeanette (1893-1970). Celebre
medium e scrittrice inglese. Figlia di
un'irlandese e
di un pittore basco, un certo Vancho, perse i
genitori in tenerissima età rimanendo affidata a
un
bonario zio e a una zia dura e autoritaria con
la quale non fu mai possibile un'intesa. I suoi
primi
compagni furono dei «bambini» che lei sola
vedeva e con cui giocava in una sorta di sereno
vaneggiamento. Ma quando parlò alla zia di
queste singolari amicizie, fu tacciata di
bugiarda e
punita. Presto si rese conto di essere diversa
dagli altri. Vedeva nell’aria strane luci
colorate in
forma di globi che talora circondavano le
persone e sembravano muoversi a seconda di
quello che
esse vedevano e pensavano: questa facoltà le
rimase per tutta la vita. Ma non riusciva a
intendersi
con le compagne di scuola, che deridevano i suoi
sogni, e i contrasti con la zia la chiudevano
sempre più in se stessa: erano entrambe
caratteri forti e inconciliabili. Una volta, per
vendicarsi,
Eileen le annegò freddamente un’intera covata di
anatroccoli e vide levarsi dai cadaverini
spirali
fumose che presto dileguarono: fu la sua prima
esperienza diretta del passaggio dalla vita alla
morte.
Mandata in collegio a Dublino, rimase solitaria
e incompresa; una innocente amicizia con uno
studente di medicina provoca la sua espulsione.
In questo periodo le muore lo zio; qualche
settimana dopo, mentre è nella sua camera, «la
porta si aprì silenziosamente, e là, nella luce
del
vestibolo, vidi la cara figura di mio zio
stagliarsi nitida davanti a me».
Debole di polmoni, viene mandata nel sud, a
Londra, presso amici. Ha quindici anni quando
incontra un giovane ventisettenne. Clive Barry,
e lo sposa. Ma il marito si sente in dovere di
imporsi
a quella moglie bambina; cominciano contrasti
che porteranno, dopo alcuni anni, al divorzio.
Intelligente, pratica, attiva, Eileen apre una
tearoom dove si radunano artisti, studiosi e
politici: tutto
un mondo intellettuale che la attrae: ma, con lo
scoppio della prima guerra mondiale, sente di
dover
fare qualche cosa di più e fonda una casa di
riposo per soldati feriti e convalescenti. Uno
dei suoi
ospiti, Garth Wilcox, si innamora di lei ed
Eileen lo sposa, nel 1916, pur sapendo che è
destinato a
morire presto: il marito cadrà pochi mesi dopo,
appena tornato in linea. Nemmeno il terzo
matrimonio con J.W. Garrett, nel 1918, sarà
fortunato e i coniugi divorzieranno.
Finita la guerra, la Garrett si interessa al
movimento di liberazione dell'lrlanda. Conosce
il poeta e
filosofo Edward Carpenter e viene da lui
iniziata ai movimenti teosofici e antroposofici
dell'epoca.
Un giorno, per curiosità, assiste a una seduta
medianica, cade in trance e ha visioni di
parenti
defunti dei presenti. Un maestro di teosofia la
ipnotizza e, attraverso di lei, parla con il suo
«spirito
controllo», un certo «Uvani», personalità
orientale, il quale gli comunica che Eileen è
destinata a
divenire medium. Quando l’ipnotizzatore le
riferisce questa comunicazione, Eileen ne è
profondamente sgomenta. Ma l’incontro con il
metapsichista Hewat Mackenzie, fondatore del
British College of Psychic Science, è per lei
fondamentale. Il Mackenzie educa e sviluppa la
sua
medianità, e, convinto che le personalità
infestanti siano spiriti inquieti e infelici che
possono essere
pacificati con l’aiuto dei viventi, si vale
spesso di lei per risolvere casi di
infestazione. Nel 1929,
alla morte del Mackenzie, Eileen è una medium
perfettamente allenata, a effetti di
chiaroveggenza,
personificazione e precognizione, e tuttavia
insoddisfatta, sempre dubbiosa sul reale
significato
delle sue facoltà.
Viene studiata dai principali indagatori inglesi
dell’epoca, quali il Soal, il Lodge, il Price. E
proprio
durante una seduta con Harry Price, il 7 ottobre
del 1930, avviene il famoso caso del Dirigibile
R.
101.
Nel 1931 Eileen passa negli Stati Uniti dietro
invito della Society for Psychical Research
americana: desidera soprattutto avere
chiarimenti sulle sue facoltà e sulla loro
origine. Studiata da
William McDougall, viene da lui presentata alla
Duke University, dove il Rhine ha iniziato le
sue
esperienze quantitative. Ma i risultati
raggiunti con questo nuovo metodo non sono
notevoli. Più
importanti gli esperimenti di telepatia e
bilocazione come quello tra New York e
Terranova, nel
quale descrisse esattamente agli sperimentatori
di New York l'ambiente e gli oggetti del
laboratorio
di Terranova, dove il ricevente avvertì la sua
presenza. Altri sperimentatori di questo periodo
furono
la Muhel, il Pratt, il Meyer, il Carrington.
Nel 1934 è ancora in Inghilterra. Durante la
seconda guerra mondiale il suo spirito
intraprendente la
porta a lavorare per la resistenza in Francia;
fonda la Creative Age Press e la rivista
letteraria
Tomorrow. Poi si stabilisce definitivamente
negli Stati Uniti dove, nel 1951, grazie agli
aiuti della
ricchissima amica Mrs. Bolton, crea la
Parapsychology Foundation, e, l'anno dopo, dà un
nuovo
carattere alla sua rivista dedicandola solo a
studi sul paranormale. Divenuta così uno degli
elementi
più attivi nel campo di questi studi, nel 1953,
insieme col prof. Gardner Murphy, organizza il
quinto
Congresso intemazionale di parapsicologia a
Utrecht. Muore il 15 settembre 1970 a Nizza,
dopo
avere seguito fino a pochi giorni prima il 19°
Convegno Internazionale della Fondazione.
La vita di Eileen Garrett è una continua ricerca
di se stessa, tenacemente perseguita anche
attraverso
le varie vicende di un’attività eccezionale. Ma
forse non si trovò mai. Se, nel 1938, nella sua
prima
autobiografia, parlando dello zio defunto,
poteva scrivere; «Per la prima volta sapevo,
senza
possibilità di dubbio, che la morte era un
vivere di nuovo», e, nel 1948, durante il
Congresso di
Londra, poteva affermare al dott. De Boni di
ritenere personalità spiritiche le sue guide, in
realtà fu
sempre tormentata da dubbi in proposito,
ripugnandole soprattutto l’idea che personalità
estranee
potessero valersi di lei annullando, sia pure
momentaneamente, la sua propria personalità; e
infine
considerò le sue quattro personalità-controllo
come espressioni del suo subcosciente facendo
proprio un atteggiamento rigorosamente
«scientifico». Questo tuttavia non le diede la
serenità: lo
stesso fatto di essersi messa in una posizione
decisamente polemica contro qualsiasi concezione
spiritista, sembra mostrare che era rimasto in
lei un problema segretamente insoluto, un punto
dolente che cercò di dimenticare dedicandosi
tutta alle sue eccezionali capacità di
organizzazione e
di azione. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 530/532).
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Gazzera Linda. Medium italiana non
professionista, scoperta verso il 1910 dal dott.
E. Imoda, che
tenne con lei una serie di importanti esperienze
a Torino, in casa della marchesa Ruspoli. Fu
studiata inoltre dal Richet, dallo
Schrenck-Notzing e dal De Fontenay. Produceva
fenomeni di
telecinesi, apparizioni luminose e, soprattutto,
materializzazioni. Il Richet afferma che Linda,
con le
mani, la testa e le ginocchia trattenute da lui
stesso e dal dott. Imoda, faceva muovere oggetti
e
produceva mani materializzate che lo toccavano e
accarezzavano. In trance, rimaneva perfettamente
immobile facilitando così i controlli. L’Imoda,
nel suo libro Fotografie di fantasmi (1912)
pubblicò
una numerosa serie di fotografie di forme
fantomatiche, fra le più belle e distinte che
siano mai state
ottenute, tutte provenienti dalle sedute di
Torino. Queste sedute si svolgevano al buio, ma,
a un
certo momento, si udiva un segnale annunciante
la materializzazione avvenuta, e allora veniva
presa
la fotografia con un lampo al magnesio. Questa
modalità poteva suscitare sospetti, tanto più
che
spesso le immagini fotografate risultavano
piatte e talora con le ombre spostate rispetto
alla
sorgente della luce: si poteva insomma pensare
che si trattasse di ingrandimenti fotografici
opportunamente disposti dalla medium durante
l’oscurità. Ma tanto l'Imoda quanto il Richet
scartarono questa ipotesi, anzitutto perché non
si poteva spiegare come Linda, esaminata prima
della seduta dalla marchesa Ruspoli, riuscisse a
portare con sé questi ingrandimenti nella stanza
delle sedute, secondariamente perché durante la
seduta stessa la medium era tenuta sotto severo
controllo dai presenti e non poteva praticamente
muoversi. Non si può negare che a volte questi
fantasmi hanno tutto l'aspetto di grandi
fotografie incollate su cartoni e avvolte da
veli; ma il Richet,
che ospitò Linda nella propria casa ed esaminò
il contenuto della sua valigia, pur avendo
notato il
fenomeno escluse l’inganno: per lui si trattava
di immagini create dalla fantasia della medium e
da
lei materializzate in forma piatta. D’altra
parte altre immagini apparivano nettamente
tridimensionali. Una volta, in una seduta,
furono apportati due orecchini che erano apparsi
alle
orecchie di un bel fantasma femminile
fotografato in una seduta precedente.
Recentemente il
Tocquet ha sostenuto l’ipotesi degli
ingrandimenti fotografici, ma senza dare alcuna
nuova
spiegazione convincente. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 533/534).
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Geller Uri (n. 1946). Nato a Tel Aviv, questo
famoso sensitivo è figlio di profughi ungheresi:
Itzhak
e Margarete. La sua lingua madre è quindi
l'ungherese; a scuola parlerà l'ebraico, e a
Cipro l'inglese
e il greco. Il padre, fin dal suo arrivo in
Palestina nel 1939, ha trascorso tutta la vita
sotto le armi, e
quando Uri aveva otto anni divorziò dalla
moglie.
Il primo episodio importante nella vita di Uri è
legato a un remoto ricordo della sua prima
infanzia.
Quando aveva tre o quattro anni amava rifugiarsi
in un giardino arabo che si trovava di fronte
alla
sua casa. Il giardino era abbandonato, ma ricco
di una folta vegetazione e immerso in un
insolito
silenzio che esercitava su di lui un fascino
singolare. Una sera, all'imbrunire, un rumore
inconsueto
riempì l'aria, mentre una vivida luce argentea
scendeva dal cielo fino ad avvicinarsi sempre
più
diventando accecante. Uri ebbe l'impressione che
qualcuno, o qualcosa - forse lo stesso raggio
luminoso - lo colpisse con violenza alla fronte,
così forte da fargli perdere i sensi. Per il
sensitivo
questo episodio ha costituito un evento
importante nella sua vita. Fu sua madre ad avere
i primi
vaghi sospetti che nel figlio ci fosse qualcosa
di inconsueto, quando si accorse che, ogni volta
che
rientrava in casa dopo l'abituale partita a
carte con le amiche, Uri (che aveva allora
cinque o sei
anni) indovinava sistematicamente e con la
massima precisione quanto aveva vinto o perso.
Il secondo episodio importante ha una data
precisa: il 1953. Riguarda un orologio che gli
era stato
regalato dal padre e al quale teneva molto.
Erano le 10,30 di un mattino e Uri attendeva
insofferente
che le ore della scuola passassero in fretta.
Continuava a controllare il suo orologio, nella
speranza
forse che il tempo trascorresse più veloce,
quando si accorse che il quadrante segnava le
12, mentre
l'orologio a muro della classe faceva ancora le
10,30. Diventò famoso fra i compagni per i suoi
«giuochi» con l'orologio, e si accorse che
poteva riprodurre il fenomeno a volontà, ma
sempre
soltanto quand'era fra loro.
Nel 1957 la madre, che frattanto si era unita
con un altro uomo, si trasferisce a Nicosia
(Cipro) dove
gestisce un piccolo albergo. Uri continua,
nell'ambito della nuova scuola, a esercitare i
suoi poteri
paranormali, producendo all'inizio soltanto
fenomeni del tipo «psicognitivo», e in seguito
anche del
tipo «psicocinetico», specie dopo
l'interessamento dei suoi insegnanti. Diventa
più tardi un agente
dello spionaggio israeliano, e nel 1965 entra a
far parte dell'esercito come paracadutista.
Prende
parte alla guerra dei 6 giorni contro l'Egitto e
rimane ferito. Nell'ospedale conosce i fratelli
Hannah
e Shimpson (detto Shipi), e Shipi convince Uri a
riprendere quelli che i suoi compagni di scuola
chiamavano i suoi «trucchi» e lo induce a
esibirsi durante alcune feste in famiglia,
finché nel 1970 il
sensitivo lascia l'attività di direttore
all'esportazione, che aveva intrapreso dopo il
congedo, per
dedicarsi allo spettacolo. In un locale di Tel
Aviv il dott. Andrjia Puharich lo incontra il 17
agosto
1971. Inizia allora con lo stesso Puharich e
altri suoi collaboratori la serie di
sperimentazioni che
sono descritte nel libro: Uri: diario del
mistero di Uri Geller (Uri: A Journal of the
Mistery of Uri
Geller trad. ital. Uri Geller, 1975).
Stabilita la sua residenza a New York. Geller ha
continuato da allora a girare il mondo per
esibirsi
davanti a un pubblico di ogni tipo: dai
ricercatori più seri ai più semplici curiosi.
Nel novembre e
dicembre 1972 è stato sottoposto a una serie di
esperimenti e severi controlli allo Stanford
Research
Institute (SRI), a Palo Alto in California, da
parte dei fisici Russell, Targ e Hal Puthoff.
Gli
esperimenti furono sovvenzionati per
l'intervento dell'astronauta Edgar Mitchell. Una
relazione dei
test eseguiti venne comunicata nel corso di una
tavola rotonda alla Columbia University nel
marzo
1973, e dopo lunga attesa pubblicata su Nature
nell'ottobre 1974. Nel giugno 1974, Uri fu
sottoposto a una ulteriore serie di test da
parte del prof. John Taylor presso il King's
College
dell'Università di Londra, e dai fisici David
Bohm e John Hasted del Birkbeck College.
Ma Geller non ha mai cessato di essere al centro
di una furibonda battaglia che vede schierati
contro
l'autenticità dei suoi fenomeni decine di
illusionisti (con a capo James Randi,
statunitense), e
giornali della forza di un Times o di un New
Scientist, mentre la sua dinamica,
incontrollabile,
infantile personalità finisce con il raffreddare
anche gli entusiasmi dello stesso Puharich e di
Mitchell.
Ecco i fenomeni che i vari studiosi e
osservatori di diverse competenze e preparazione
dicono di
avere osservato. Ricordiamo che questi stessi
fenomeni sono oggi posti tutti in discussione.
1) Deformazione di oggetti metallici o loro
spezzamento.
2) Capacità di muovere a distanza selettivamente
uno o più fiammiferi su di un tavolo.
3) Influenzamento dell'ago di una bussola.
4) Influenzamento di un magnetometro (Gaussmetro
di Bell).
5) Influenzamento sull'equilibrio di una
bilancia da laboratorio posta sotto campana di
vetro.
6) Possibilità di fare avanzare o arretrare le
lancette di un orologio normalmente funzionante.
7) Possibilità di rimettere in moto orologi
fermi da anni e giudicati non aggiustabili da
orologiai, e
possibilità di mettere in moto orologi di cui
artificialmente era stato manomesso il
meccanismo.
8) Influenzamento sul ritmo di un apparecchio
Geiger Müller (apparecchio atto a svelare la
presenza
in ambiente di particelle atomiche
elettricamente cariche).
9) Possibilità di spezzare cristalli
(monocristallo di silicio) racchiusi in una
scatola, senza toccarli.
10) Voce diretta.
11) Incisione di voci sconosciute su nastri
magnetici.
12) Smagnetizzazione di nastri incisi.
13) Scomparsa e ricomparsa di oggetti, anche
chiusi in recipienti sigillati e controllati
(cartucce per
caricamento di penne a sfera, nastri incisi
avvolti in bobine).
14) Teletrasporto di oggetti e animali (e di se
stesso) a grandi distanze.
15) Arresto della teleferica del Monte Chiemgau
(riferito dal Bild-Munchen del 12 giugno 1972).
16) Aggiustamento di un calcolatore portatile di
proprietà di Werner von Braun, senza
manometterlo.
17) Guida di auto in una città, bendato e con
parabrezza oscurato da un cartone.
18) Accelerazione di crescita di piante.
19) Attività come guaritore.
20) Riproduzione di disegni ignoti e a lui non
visibili.
21) Induzione su vari studiosi a riprodurre, a
loro insaputa, disegni o numeri che essi
credevano in
quel momento di disegnare o scrivere
spontaneamente affinché, in seguito, Geller li
potesse
indovinare telepaticamente.
22) Esperimenti con dadi chiusi in una scatola:
rilevazione della faccia esatta dei dadi
nascosti
dentro le scatolette che erano state ovviamente
sigillate e previamente agitate in modo che
nessuno
potesse conoscere quale faccia del dado sarebbe
rimasta esposta in alto.
23) Indovinamente di disegni presentati al di
fuori di una camera schermata a doppia parete di
metallo, inaccessibile alla maggior parte delle
onde elettromagnetiche, mentre Geller stazionava
all'interno della stessa.
24) Indovinamente di disegni racchiusi nella
camera schermata, mentre Geller stava fuori
dalla
camera anzidetta.
25) Indovinamente di disegni eseguiti da un
computer, sia con loro comparsa sul video (in
luogo
non visibile a Geller) sia con il solo
immagazzinamento nella memoria, sia con
proiezione sul video
ma con intensità luminosa zero.
26) Fotografia di UFO invisibili allo stesso
Geller, dopo aver esposto l'obiettivo della sua
macchina
fotografica verso il cielo apparentemente vuoto,
e dietro indicazione della macchina fotografica
stessa che da sola si era mossa, innalzata e
«offerta» alla sua attenzione.
27) Fotografia di se stesso presa con un
apparecchio da lui fatto scattare e il cui
obiettivo era
coperto dal cappuccio protettivo fissato con
nastro adesivo.
28) Il fenomeno seguente (che più di un fenomeno
è un reperto di laboratorio) sembra uno dei più
sensazionali fra quelli provocati da Geller e ha
indotto il prof. E. Servadio a chiedersi se non
si
dovesse ormai usare il termine «iperfisica» per
inquadrare fenomeni di tal tipo. A seguito della
rottura di un anello effettuata da Uri è stata
esaminata la sezione di frattura con
l'elettromicroscopio.
Il prof. Wilbur Franklin della Facoltà di Fisica
della Kent State University dell'Ohio ha
riferito che
la microstruttura ha rivelato un comportamento
del metallo «come se» in qualche modo si fosse
trattato in alcuni punti di distorsione, in
altri punti di fusione, in altri ancora di
sfaldamento. «Non si
conoscono attualmente metodi per cui si possano
ottenere fratture di tal sorta», conclude il
prof.
Franklin.
Mentre scriviamo, infuria attorno a Geller e
attorno ai giovani che hanno presentato
l'«effetto
Geller» la battaglia sulla autenticità dei
fenomeni. I 28 tipi di fenomeni sopra elencati
raggiungono
spesso la fase aneddotica o al massimo la
seconda fase sperimentale. Nessuno ha raggiunto
la fase
di convalida. La stragrande maggioranza dei
fenomeni è stata offerta agli studiosi (così
come alla
commissione del Centro Studi Parapsicologici di
Bologna) sotto forma di «dimostrazione» più che
di esperimento vero e proprio, spesso a livello
di spettacolo da palcoscenico.
La battaglia più seria e più avvelenata è stata
condotta dalla rivista New Scientist (numero del
10
ottobre 1974) che ha confutato persino la
attendibilità degli studiosi (fra cui gli stessi
Targ e
Puthoff) che hanno esaminato Geller allo
Stanford Research Institute. Un altro
implacabile
avversario è James Randi, illusionista di grande
capacità che è assurto a fama internazionale per
avere dichiarato e dimostrato di potere ripetere
tutti i fenomeni presentati dal Geller. Il che
comunque è irrilevante per due fondamentali
ragioni: anzitutto perché anche se potesse fare
per
mezzo di trucchi ciò che fa Uri, non è detto che
Uri - la cui vita dimostra tutto il contrario -
sappia e
voglia frodare; secondariamente perché Randi non
opera nelle stesse condizioni strettamente
sperimentali in cui ha operato Uri.
Per quanto invece riguarda le opinioni
favorevoli, sono centinaia gli studiosi che si
sono dichiarati a
suo favore e a favore della realtà dei fenomeni
prodotti (i ricercatori del Centro Studi
Parapsicologici di Bologna si pongono fra essi).
Per chi si vuole interessare più a fondo
dell'argomento suggeriamo la lettura dell'ormai
famoso
numero di Nature (ottobre 1974): «Trasmissione
di informazioni in condizioni di esclusione
dell'uso
dei sensi», relazione dei fisici Harold Puthoff
e Russel Targ sulle famose esperienze condotte
allo
Stanford Research Institute, ristretta però alla
sola capacità di Geller di effettuare gli
esperimenti
catalogati più sopra ai numeri. 22 , 23 , 24 ,
25. Tali esperimenti, che hanno raggiunto il
terzo stadio
della più ferrea ricerca scientifica, attendono
di essere ripetuti da altri studiosi per
arrivare al quarto
stadio della «conferma o convalida».
Come si può vedere, il caso Geller mostra ancora
una volta la aleatorietà (non inutilità) degli
esperimenti di un solo soggetto. La storia della
parapsicologia dimostra che molti non credono se
non vedono personalmente, quando si tratta di
fenomenologia densa di implicazioni anche
metafisiche ed escatologiche. Il caso Geller
ricalca altri casi clamorosi ben noti:
basterebbe quello
di Eusapia Paladino per rappresentarli tutti. Si
deve cessare di ricercarli e studiarli? Con
questo
defatigante interrogativo si chiude
momentaneamente il caso Uri Geller. (P.C.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 535/538).
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Giuseppe da
Copertino, santo (1603-1663). Entrato
nell'ordine dei Frati Minori Conventuali e
ordinato sacerdote, divenne famoso per gli stati
estatici in cui trascorse, si può dire, tutta la
vita e
durante i quali presentò imponenti fenomeni di
levitazione e di bilocazione. Di una di queste
levitazioni fu testimone, a Roma, il pontefice
Urbano VIII, dinanzi al quale il santo si levò
improvvisamente nell'aria. Di un'altra il duca
Federico di Brunswick, che, ad Assisi, vide
Giuseppe
sollevato da terra mentre celebrava la messa. Di
lui si racconta anche che una volta, la vigilia
di
Natale, dinanzi a un pubblico numeroso, volò al
centro della chiesa fino all’altare maggiore
rimanendo sospeso nell’aria per vari minuti
abbracciato al tabernacolo. Un’altra volta
avrebbe
trascinato con sé. nella levitazione, un altro
sacerdote. Gli si attribuiscono oltre settanta
levitazioni.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 553).
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Godicini Avalle Luisa (n. 1903). Paragnosta e
psicoscopista italiana. Risiede in Piemonte.
Dotata
di notevolissime capacità paranormali fin da
bambina, fu studiata dapprima dal Centro
Emiliano di
Metapsichica, poi dal Centro Studi
Parapsicologici di Bologna, che raccolse
l’eredità del primo, in
specie da Cassoli e Marabini, che fecero con lei
due serie di esperienze di psicoscopia o di
psicometria, nel 1953 e nel 1955, presentandola
al Congresso di Metapsichica di Roma del
1956. Allontanatasi da Bologna per trasferirsi
in Piemonte, saltuariamente vi ritornò e fu
ancora
seguita nel 1970 e 1975. In questa ultima
occasione ella fu anche presentata in un’aula
universitaria
durante un seminario di parapsicologia tenuto da
Marabini presso l’istituto di Psicologia
dell’Università di Bologna.
Durante i suoi esperimenti, oltre a prove di
psicoscopia, ella usa compiere prove di veggenza
su
persone che tiene per mano, in un lieve stato di
trance autoindotta, fissando un oggetto lucente
o
una sorgente luminosa. Nonostante l’età avanzata
e la salute un poco malferma, ottiene ancora
risultati di eccezione nelle sue prove. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 557).
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Goligher Kathleen (n. 1898). Medium inglese a
effetti fisici, il più noto rappresentante di
una
famiglia di medium generalmente indicata come il
«Circolo Goligher». Il suo nome è legato
soprattutto agli esperimenti compiuti da W.J.
Crawford sulla materializzazione e la
levitazione: per
sei anni, dal 1914 al 1920, la Goligher fu
infatti il soggetto preferito dallo studioso.
Sperimentando
con lei, il Crawford potè constatare che,
durante i fenomeni di produzione di ectoplasma e
conseguente materializzazione, le carni della
medium si afflosciavano e il suo peso diminuiva.
Sospendendo le sue cosce a un dinamometro, egli
potè infatti stabilire che la tensione passava
da
1800 grammi a 450; mettendo la medium su di una
bilancia, constatò che, durante l’emissione di
ectoplasma, il suo peso poteva diminuire da 7 a
24 chili: questo massimo durava però solo
qualche
secondo.
In seguito agli esperimenti di levitazione
condotti con la Goligher, il Crawford giunse a
formulare la
sua teoria della «leva psichica». Mettendo il
soggetto su di una bilancia durante la
levitazione di un
tavolo, lo studioso si accorse che il peso del
tavolo si aggiungeva quasi totalmente a quello
del
soggetto stesso: ne concluse che dal corpo di
Kathleen doveva sporgere una sorta di leva
ectoplasmatica che sollevava il tavolo. Questa
teoria, accolta per alcuni anni da molti
studiosi,
risultò in seguito priva di fondamento: la
Goligher, influenzata dalle idee dello
sperimentatore,
cercava inconsciamente di confermarle.
Dopo la morte del Crawford, Kathleen venne
studiata da uno scienziato inglese, E.E.
Fournier
d’Albe, con il quale tenne venti sedute dal 15
maggio al 28 agosto del 1921. Lo sperimentatore
constatò alcuni fenomeni di cui non seppe
trovare la causa, come il movimento di un tappo
di
porcellana che venne tolto, senza alcun
contatto, da una caraffa piena di mercurio, ma
nella sua
opera Il circolo Goligher (1922) avanzò molti
sospetti sull’onestà della medium, di cui però
non
aveva mai potuto accertare la frode. Il Barrett
e lo Schrenck-Notzing, che avevano pure
sperimentato con Kathleen, ne presero le difese
sostenendo che in venti sedute non si potevano
distruggere sei anni di esperienze.
Le sedute col Crawford vennero tenute a luce
rossa, nella casa dei Goligher o in quella dello
sperimentatore; il circolo era composto dai
membri della famiglia Goligher, il padre,
quattro figlie e
un figlio. Dopo le accuse del Fournier d’Albe,
Kathleen Goligher diede solo sedute private. Non
fu
mai medium professionista considerando lo
spiritismo come una religione. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 560/561).
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Greatrakes Valentine (1628 ?). Famoso
guaritore irlandese soprannominato «The Stroker»
(lo
strofinatore). Alto sceriffo di Waterford,
iniziò la sua attività nel 1662 in seguito a
sogni che gli
rivelavano le sue facoltà. Ebbe da Carlo II il
permesso di esercitare quella che considerava la
sua
missione, e, oltre alla scofola - il cosiddetto
«male del re» perché era tradizione che i re
inglesi e
francesi avessero il potere di guarirla - curò
numerose altre malattie come le paralisi,
l'idropisia,
l'epilessia, le ulcere, il mal della pietra, la
sordità e la cecità. Il suo metodo consisteva
nello
strofinare con le dita la parte malata fino a
farne uscire, come diceva, il male. Perse però i
suoi
poteri dopo pochi anni. La Royal Society
pubblicò resoconti delle sue cure, ed egli
stesso ne lasciò
una relazione in un libretto da lui pubblicato
nel 1666: Valentine Greatrakes, gentiluomo di
Waterford, famoso per saper curare molte
malattie solo strofinandovi le mani (Valentine
Greatrakes,
Esq. of Waterford, Famous for Curing Several
Diseases and Distempers by the Stroke of His
Hand
only). (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 573).
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Gruzewski Marian (n. 1898). Medium polacco a
effetti fisici e, soprattutto, a pittura
automatica.
Singolari fenomeni nervosi gli impedirono di
seguire studi regolari. Nel 1915 cominciò ad
avere
manifestazioni medianiche: produceva movimenti
di tavoli, apporti, scrittura diretta, voce
diretta,
materializzazioni di mani, braccia e figure
complete: le mani materializzate erano per lo
più unite al
corpo del medium da prolungamenti tangibili. Le
prime pitture e disegni ebbero inizio nel 1919,
per
suggerimento dell’ing. Prospero De Szmurlo, che
fu il primo a studiarlo. Dipingeva e disegnava
in
trance profonda, a occhi chiusi, al buio o a
luce rossa, ottenendo composizioni per lo più
simboliche, di un fantastico spesso volto
all’orrido, con una colorazione intensa in cui
consiste il
meglio della sua opera. Faceva anche ritratti
dal vero o per chiaroveggenza psicometrica,
raffigurando cioè persone a lui ignote e
lontane, solo col contatto di oggetti di loro
proprietà.
Studiato dall'Osty, nel 1927, si esibì
all’istituto Metapsichico Internazionale di
Parigi producendo
vari disegni di grande formato, al buio e in non
più di cinque o dieci minuti. Anche i suoi
quadri, a
olio o a pastello, venivano eseguiti con grande
rapidità, da dieci a quaranta minuti, senza
cancellature né ripensamenti, cominciando dai
particolari. Da ragazzo aveva studiato disegno,
l’unico studio che avesse potuto seguire con una
certa continuità, dimostrando una notevole
disposizione; la sua produzione medianica,
tuttavia, è del tutto diversa dalle opere
giovanili e di
carattere inequivocabilmente paranormale. Per un
certo periodo fu anche capace di improvvisare
composizioni poetiche su temi dati, e, del
resto, molte delle sue pitture vennero eseguite
egualmente
su di un tema a lui proposto. Le sue opere
furono esposte in varie mostre a Varsavia e a
Wilno. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 574).
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Guldenstubbe Ludwig, barone di (1820-1873).
Sensitivo scandinavo a cui è attribuita
l'introduzione in Francia dei tavoli giranti
verso il 1850, e che fu il primo in Europa a
sperimentare,
fra il 1856 e il 1872, la scrittura diretta,
ottenendone oltre 2000 documenti, in venti
lingue diverse,
anche in assenza di materiale scrittorio.
Convinto dell’esistenza di spiriti disincarnati
e della
possibilità di comunicare con loro, egli cercava
un mezzo per stabilire il colloquio con un
sistema
più celere della tiptologia quando si accorse
che nel suo studio, al mattino, si presentavano
su fogli
di carta delle scritte che la sera precedente
non c’erano. Cominciò allora a sperimentare in
questo
senso mettendo in una scatola un foglio di carta
e una matita: con sua sorpresa vide apparire sul
foglio comunicazioni di amici o parenti defunti,
suoi o di suoi amici, o anche di grandi
personalità
del passato come Cicerone, Schiller e Voltaire.
In seguito le scritte apparvero anche se non vi
era la
matita.
Avendo notato che queste scritture dirette si
ottenevano più facilmente in luoghi determinati,
prese
l’abitudine di lasciare, alla sera, fogli di
carta in chiese, cimiteri, musei, nella
convinzione che
queste località fossero più adatte per
richiamare gli spiriti disincarnati, e, per lo
più, trovava al
mattino delle comunicazioni. Testimoni di questi
fenomeni e suoi collaboratori furono personalità
molto note come i giornalisti Delamarre e
Choisselat, Robert Dale Owen, lo storico
Bonnechose, il
pittore svedese Kiorboe, il barone von Rosenberg
ecc. Scritture dirette furono ottenute
specialmente
al Louvre, al museo di Versailles, nella
cattedrale di Saint-Denis, nell’abbazia di
Westminster, al
British Museum, nei cimiteri di Montparnasse, di
Montmartre e del Pére la Chaise. Opere
principali: Pneumatologia positiva e
sperimentale (Pneumatologie positive et
expérimentale, s.d.,
circa 1865); La realtà degli spiriti e il
meraviglioso fenomeno della loro scrittura
diretta (La réalité
des esprits et le phénomène merveilleux de leur
écriture directe, 1872). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 578).
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Guppy Agnes (già Miss Agnes Nichols) (m. 1917).
Medium inglese a fenomeni fisici, forse la più
potente medium femminile del suo tempo. Fu
scoperta nel 1865, ancora giovane (deve essere
nata
intorno al 1845) dal famoso naturalista Alfred
Russel Wallace, che la studiò per vari anni: era
allora
una medium professionista e produceva movimenti
di oggetti senza contatto e levitazioni. Da lei
il
Wallace seppe che, da bambina, ella vedeva
spesso fantasmi e, in sua presenza, avvenivano
spesso
fenomeni di Poltergeist. In seguito si
specializzò in levitazioni e apporti. Donna di
forte costituzione
fin da giovane (in seguito fu detta
scherzosamente la donna più grossa di Londra),
durante molte
sedute fu trasportata, seduta sulla sua sedia,
sul tavolo: queste sedute avvenivano al buio, ma
i
presenti le tenevano le mani e non si vede come
potesse eseguire la levitazione con un inganno.
I
suoi apporti furono imponenti: in casa
dell’avvocato Cox vennero apportati
contemporaneamente
una grande massa di neve e fiori di serra; fiori
e frutti vennero più volte apportati in grande
quantità,
tanto che il Podmore, pur incredulo qual era, si
domandò quale guadagno la medium potesse
ricavare dalle sue esibizioni, quando, ancora
signorina Nichols e non ricca, avrebbe dovuto
affrontare una spesa non indifferente per
acquistare tali apporti, qualora li avesse fatti
apparire
fraudolentemente. Spesso furono apportati
animali vivi come anguille, gamberi, farfalle,
anche a
richiesta dei presenti. A Napoli, dove si recò
durante un suo viaggio in Europa, dopo avere
sposato,
nel 1867, il ricco Samuel Guppy, la principessa
Margherita, da poco sposa di Umberto di Savoia,
le
chiese un apporto di piante di cactus, e subito
ne piovvero dal soffitto una ventina. Nel 1872
fece
ottenere a Hudson la sua prima fotografia
spiritica. Il suo fenomeno più straordinario
avvenne
quando, durante una seduta data dai medium Frank
Herne e Charles Williams, ella venne asportata,
in stato di trance, da casa sua nella stanza
della seduta in Lamb’s Conduit Street, a tre
miglia di
distanza. Questo episodio, però, data la cattiva
fama dei due medium, rimane molto discusso.
(U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 578/579).
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Guzyk Jan (1875-1928). Medium polacco a
materializzazione, molto discusso, più volte
colto in
frode, e tuttavia studiato da ricercatori come
il Richet, il Geley, l'Osty, il Flammarion, il
Sudre, i
quali tutti sostennero la genuinità dei suoi
fenomeni, per lo meno di quelli da loro
osservati.
Divenne medium professionista a 15 anni e,
innegabilmente, cercò sempre di fare lauti
guadagni: gli
piaceva vivere bene. Dava le sue sedute al buio
completo, e anche questo fece sorgere dubbi
sulla
sua onestà. L’Aksakov, che fu tra i primi
studiosi a indagare su di lui, lo fece venire a
Pietroburgo,
dove diede buone prove. Ma l’Ochorowicz mantenne
su di lui molti dubbi. Nel 1921 il Geley lo
sottopose a uno studio sistematico durante una
cinquantina di sedute condotte a Varsavia:
osservò
spostamenti di oggetti pesanti e la
materializzazione di un volto umano parlante. Lo
condusse poi a
Parigi dove il Guzyk fu sottoposto a esperienze
particolarmente severe nell’istituto
Metapsichico
Internazionale: veniva spogliato, esaminato
medicamente, rivestito di un indumento a un
pezzo,
chiuso al collo e ai polsi; le sue mani erano
legate a quelle di due sperimentatori con nastri
sigillati.
Dopo numerose sedute che durarono due anni,
1922-23, e durante le quali si udirono passi
nella
stanza, si videro luci e, con illuminazione
rossa attenuata, materializzazioni di figure
umane e di una
specie di scimmione, o pitecantropo, che andò in
giro leccando le mani ai presenti, venne firmata
da
34 (in realtà 35) personalità del mondo
scientifico, artistico, letterario - il
cosiddetto «manifesto dei
trentaquattro» - una relazione che concludeva:
«Affermiamo la nostra convinzione che i fenomeni
ottenuti con Jan Guzyk non si possono spiegare
con una allucinazione individuale o collettiva
né
con trucchi». Il Mackenzie riferisce di un
pianoforte a coda che fu udito risuonare con
tutte le sue
corde sebbene chiuso a chiave, di toccamenti e
graffi come provenienti da zampe di animali e
della
materializzazione di un Arabo che parlò in
aramaico con un dotto sceicco beduino.
Ma dopo il 1923 sembra cominciare il declino.
Dieci sedute tenute alla Sorbona dànno esito
negativo: i pochi fenomeni telecinetici
osservati sono attribuiti a trucchi sebbene il
medium non sia
colto in flagrante frode. Harry Price tiene con
lui sedute a Varsavia e dichiara senz'altro una
frode.
Nel 1924, a Cracovia, viene presa
inaspettatamente una fotografia al lampo di
magnesio e il
medium appare in atto di frodare. Nel 1927, a
Varsavia, Walter Franklin Prince tiene sedute
con
esito del tutto negativo. Poi il medium
scompare, rovinato dall’alcool a cui si era dato
come molti
altri medium. Lo Schrenck-Notzing, che
sperimentò con lui, affermò che indubbiamente il
Guzyk
ricorse più volte a trucchi: era avido di
guadagno e dava fino a cinque sedute al giorno;
ma con
eguale certezza molti dei suoi fenomeni erano
genuini. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 582).
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Harary Stuart Blue (n. 1953). Sensitivo e
ricercatore americano, ricercatore aggiunto
nella
Divisione di parapsicologia del Maimonides
Medicai Center, membro della Parapsychological
Association. Come sensitivo e come studioso ha
portato contributi agli studi sulla bilocazione,
essendo in grado di seguire con interesse
scientifico i suoi propri fenomeni e
collaborando con gli
sperimentatori (quali Morris, Roll, Wells ecc.)
nel darne relazione. E' riuscito a controllare
le
proprie bilocazioni dirigendole verso bersagli
stabiliti, per lo meno quando si trova in buona
salute e
non è stanco. Noto un esperimento in cui il suo
doppio sembrò essere visto e riconosciuto da un
gatto che gli era particolarmente affezionato
(1974). Ha fatto anche esperimenti di
psicocinesi sulle
piante e ha studiato fenomeni di infestazione.
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 583).
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Hardy Mary. Medium americana a effetti fisici,
nota soprattutto perché, nel 1875, fu la prima a
ottenere i primi calchi di paraffina di mani
spiritiche. Le sue sedute avvenivano in
pubblico, davanti
a centinaia di persone, ma al buio e in
condizioni non certo di severo controllo. Sul
palcoscenico
v’era un tavolo coperto da una tovaglia che
arrivava fino a terra e sul quale venivano poste
due
bacinelle, l’una colma di paraffina liquida e
l'altra di acqua fredda. Dopo circa un quarto
d'ora, fatta
la luce, si vedevano galleggiare sull'acqua i
calchi ottenuti. Fu studiata in condizioni
sperimentali
dal prof. Denton. Nel 1875 fece un lungo giro in
Inghilterra e nel continente europeo dando
numerose sedute. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 583).
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Hauffe Frederica (1801-1829). Medium tedesca,
studiata per tre anni dal medico e poeta Justine
Kerner e da lui resa celebre con il libro La
veggente di Prevorst (Die Seherin von Prevorst,
1829).
Fin da fanciulla Frederica ebbe visioni che le
predicevano eventi, per lo più luttuosi, e in
sua
presenza avvenivano fenomeni di Poltergeist. Nel
1819 si sposò e quasi contemporaneamente fu
afflitta da mali di ogni genere che la
costrinsero al letto, salvo qualche intervallo
ogni tanto, per
tutto il resto della sua breve vita. Aveva crisi
di convulsioni, il suo corpo si irrigidiva,
restava giorni
e giorni senza prendere alimento. Nel 1926 si
trasferì a Weinsberg e divenne paziente del
Kerner, il
quale cominciò col sottoporla a una cura
omeopatica ottenendo risultati del tutto
negativi. Lei
stessa, in stato di trance, propose al medico un
trattamento magnetico, e questi, sebbene
contrario,
fece il tentativo, che ebbe qualche buon
risultato. Frattanto si rese conto dei singolari
fenomeni
prodotti dalla malata e prese a studiarli con
sempre maggior interesse. Frederica cadeva
regolarmente in trance alle sette del mattino e,
in questo stato, diveniva chiaroveggente, faceva
predizioni e presentava una vastissima gamma di
altri fenomeni paranormali. Una volta, per tre
giorni di seguito, parlò solo in versi; eseguiva
perfetti disegni geometrici al buio e con
estrema
rapidità; vedeva spesso il suo doppio seduto
accanto a lei; parlava con entità disincarnate
che
scorgeva riunite attorno al suo letto e che le
davano notizie sulla vita dell’aldilà. Il Kerner
stesso
vide una volta presso di lei una nube a forma di
colonna che sembrava terminare con una testa.
Altre volte si trattava di spiriti inquieti che
cercavano aiuto da lei e riempivano la stanza di
rumori
vari, muovevano oggetti, strappavano le scarpe
dai piedi della medium, spegnevano le candele.
Inoltre Frederica poteva leggere avvicinando lo
scritto allo stomaco e riconosceva i minerali da
un
fluido luminoso che emettevano.
Filosofo e poeta oltre che medico, il Kerner
prese particolarmente nota degli insegnamenti
che la
malata diceva provenire dagli spiriti. Per la
prima volta fu enunciata la dottrina del corpo
eterico, un
corpo, cioè, di una materia molto sottile che
avvolge l'anima e che può, con essa, lasciare il
corpo
fisico e andare in cerca di sue proprie
avventure conoscendo i vivi e i morti. Dopo la
morte del
corpo fisico, l'anima passa nell’aldilà col suo
corpo eterico, che però, dopo un certo periodo
di
tempo scompare. L’aldilà, poi, sarebbe
costituito da un sistema di circoli sempre più
perfetti,
popolati da spiriti in corrispondenti gradi di
perfezione. Frederica accompagnava queste
rivelazioni
con strani diagrammi perfettamente disegnati, in
cui si alternavano numeri e parole di un
linguaggio
da lei definito primordiale ed espressi in
ideogrammi. Furono trovate affinità fra questo
linguaggio
e l’ebraico, il copto e l’arabo.
Un caso che impressionò molto il Kerner e lo
indusse a credere al reale intervento degli
spiriti, fu
quello del signor K., un mercante di Weinsberg,
ormai defunto, che era stato condannato per
frodi in
commercio. Questi apparve più volte alla Hauffe
scongiurandola di fare riconoscere la sua
innocenza grazie ad alcuni documenti rimasti
nascosti negli atti del processo esistenti nella
pretura
della città. Il Kerner, pur incredulo, si decise
a fare un’indagine, soprattutto per calmare la
malata a
cui lo spirito appariva sempre più insistente,
e, dopo numerose ricerche, scoprì effettivamente
i
documenti che provavano l'innocenza del defunto.
Frederica Hauffe fu la prima medium a essere
sottoposta a uno studio sistematico in un
periodo in
cui di spiritismo non si parlava ancora e nessun
soggetto presentava tanta abbondanza di fenomeni
paranormali. Sebbene l’opera del Kerner avesse
una notevole diffusione, nessun uomo di scienza
la
prese in considerazione e il caso rimase, per il
momento, dimenticato. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 586).
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Hayden, Signora. Una
delle prime medium americane e la prima a
visitare l’Inghilterra, dove si
recò nell’ottobre del 1852. Donna di buona
cultura, non possedeva grandi doti medianiche;
manifestava i suoi poteri soprattutto mediante
raps che indicavano di volta in volta una delle
lettere
dell’alfabeto stampate in un cartellone su cui
un assistente faceva scorrere la mano: quando
egli
giungeva alla lettera voluta si udiva un colpo.
Era il sistema in uso nei primi tempi dello
spiritismo,
e, mediante esso, la Hayden diede informazioni
ignote ai presenti. La stampa inglese le fu
subito
contraria, accusandola di essere un’avventuriera
e di non sapere dare le risposte se non vedeva
il
cartellone, cosa che, secondo molte
testimonianze, non era vera. Il primo a
difenderla fu lo scrittore
ed editore Robert Chambers, che si dichiarò
incapace di spiegare i fenomeni della medium e
affermò che essa dava informazioni esatte anche
quando l’alfabeto era alle sue spalle. In
seguito,
varie personalità, come l'illustre medico
Ashburner e Sir Charles Isham, presero le sue
difese.
Memorabili le conversioni allo spiritismo a lei
dovute, come quella dell’ottantaduenne Robert
Owen, grande esponente del socialismo, e del
matematico Augustus De Morgan, che scrisse la
prefazione dell’opera Dalla materia allo spirito
(From Matter to Spirit), in cui sua moglie diede
relazione delle sedute tenute con la medium. Nel
1853, suo marito, W.R. Hayden, la raggiunse in
Inghilterra, dove iniziò la pubblicazione,
arrestatasi al primo numero, della prima rivista
spiritista
inglese. Il mondo spiritico (The Spirit World).
Ottenuta, in Inghilterra, la laurea in medicina,
la
Hayden tornò in America, dove ottenne, in
quindici anni di attività, una percentuale così
alta di
guarigioni, anche in casi disperati, da far
sospettare in lei capacità di guaritrice. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 586/587).
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Herne Franck. Uno dei primi medium inglesi a
effetti fisici. A partire dal 1869 manifestò
fenomeni
vari: elongazione, voce diretta, fenomeni
luminosi, apporti, levitazioni,
materializzazioni. Nel 1871
si unì a un altro medium, Charles William, con
il quale tenne famose sedute a Lamb’s Coduit
Street
61, in Londra. Florence Cook fu loro allieva.
Alla loro medianità fu dovuto il per altro
discusso
trasporto della signora Guppy da una distanza di
tre miglia. Herne e William furono più volte
accusati di frode, ma bisogna notare che in
quegli anni, in Inghilterra, la maggioranza
della stampa
era contraria allo spiritismo e le polemiche
erano così accese da rendere molto dubbie sia le
accuse
sia le difese. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 587)
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Holland, Signora (Alice Fleming Kipling,
1868-1948). Medium inglese a scrittura
automatica.
Sorella di Rudyard Kipling, passò in India a
sedici anni, dove sposò un ufficiale
dell’esercito
inglese. Nel 1893 cominciò ad avere
comunicazioni per scrittura automatica: si
trattava per lo più di
composizioni in versi. Tornata in Inghilterra
nel 1903, si mise in contatto con la Società per
la
Ricerca Psichica e, poco dopo, cominciò ad avere
comunicazioni da alcuni membri defunti della
Società stessa: il Myers, il Sidgwick, il
Gurney. Molte di queste comunicazioni formavano
corrispondenze incrociate con quelle ricevute da
altri medium, e il contributo da lei portato
allo
studio di tali corrispondenze è considerato di
particolare interesse perché corrispondenze
incrociate
erano già state ottenute da lei quando era in
India e non aveva ancora avuto alcun rapporto
con la
S.P.R. e le sue indagini in questo senso. Alice
Johnson, segretaria della Società, riferì sui
fenomeni
della signora Holland nei Proceedings
(1908-1910). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 588).
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Holmes Nelson. Medium americano a
materializzazione, che operava insieme alla
moglie, anche
lei medium: loro controlli erano John King e
Katie King. Nel 1873 vennero in Inghilterra,
dove
trovarono un ambiente piuttosto sfavorevole e
furono oggetto di molte accuse; ma numerose
furono
anche le testimonianze a loro favore. Il dott.
Speer, con la moglie e il fratello di lei
riconobbero
durante una seduta il volto di un loro parente
defunto, e Stainton Moses riferì che questa
materializzazione apparve in buona luce e fu
potuta osservare da vicino. Anche il generale
Lippitt
pubblicò sul The Galaxy un articolo a sostegno
della loro medianità, e molto positivamente si
espresse Robert Dale Owen, il quale affermò di
aver visto più volte Katie King materializzarsi
davanti a lui, rimanere sospesa in aria a circa
mezzo metro per una quindicina di secondi e poi
svanire. Una volta l'Owen le offrì un fiore di
calla: Katie lo prese, quindi sparì a poco a
poco e la
calla rimase sospesa nell'aria; scomparve infine
anch'essa per ricomparire insieme al fantasma.
Ma nel dicembre del 1874, quando gli Holmes
erano già tornati in America, lo stesso Owen e
il
dott. Henry T. Child rivelarono che la padrona
di casa degli Holmes, certa Eliza White, aveva
loro
confessato, dandone la prova in una finta
seduta, di essere stata lei a impersonare Katie
King
introducendosi nel gabinetto medianico
attraverso un pannello scorrevole. Scoppiò uno
scandalo
che minacciò di travolgere gli Holmes, ma essi
trovarono sostenitori nel colonnello Olcott e
nel
generale Lippitt. Il primo fece inchieste sulla
White dimostrando la pessima reputazione e il
carattere menzognero di questa donna; il secondo
riferì di avere fatto ispezionare, una volta, il
gabinetto medianico da un prestigiatore
professionista, il quale non vi aveva trovato
alcun trucco.
Inoltre il giudice Allen testimoniò di avere
sentito la White cantare in una stanza vicina
mentre
Katie King si materializzava. Da parte loro gli
Holmes dimostrarono che già tempo prima la White
aveva tentato di ricattarli alludendo al fatto
che avrebbe potuto guadagnare del denaro se
avesse
dichiarato di essere stata lei a impersonare
Katie King. Risultò infine che, mentre la White
dava al
Child e all'Owen la finta seduta per dimostrare
l'inganno, gli Holmes davano una vera seduta
davanti a venti persone, materializzando forme
spiritiche.
Si decise di fare una prova di appello, e il
colonnello Olcott, dopo avere fatto alcune
sedute con la
signora Holmes chiusa in un sacco legato intorno
al collo in un locale ben controllato, concluse
che
la donna aveva genuine facoltà medianiche,
parere, questo, che fu condiviso dal Lippitt.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 588/589).
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Home Daniel Dunglas (1833-1886). E' considerato
il più grande medium a effetti fisici del secolo
scorso; certo fu il più famoso, quello i cui
fenomeni furono meglio accertati e uno dei
pochissimi
che non furono mai colti in frode flagrante.
Studi recentissimi hanno dimostrato che il suo
vero
nome era Daniel Home (non Hume né Humes, come si
è creduto finora); egli si aggiunse il secondo
nome Dunglas (che alcuni scrivono erroneamente
Douglas) per farsi credere figlio di un figlio
naturale del conte Alexander Home di Dunglas. La
vanità era la sua più vistosa caratteristica e
determinò tutta la sua vita, sebbene non
mancasse di doti morali.
Nella sua autobiografia egli ci fa sapere che,
quando era ancora poppante, la sua culla
dondolava da
sola, e che, a quattro anni ebbe la visione
della morte di una cuginetta lontana. Non si sa
per quale
ragione fu allevato da una zia materna, la
signora Cook McNeill, con cui trascorse
l'infanzia in
Scozia, dove era nato. A nove anni (così dice,
ma in realtà doveva averne quattordici o
quindici)
seguì la zia negli Stati Uniti, dove già da sei
mesi si erano stabiliti i suoi genitori con i
suoi fratelli.
La famigliola si stabilì dapprima a Greenville,
nel Connecticut, poi a Troy, nello Stato di New
York,
dove pochi anni dopo sarebbe esploso il
movimento spiritista. E a Troy ebbe la visione
di un
compagno di scuola che in quel momento moriva a
Greenville. In seguito la zia passò a Norwich.
Là un giorno del 1850, ebbe la sensazione che
sua madre, residente a Waterford, a circa dodici
miglia di distanza, desiderasse vederlo. Si mise
in cammino per raggiungerla e la trovò in buona
salute ma triste: aveva avuto la visione della
figlioletta Mary, morta annegata quattro anni
prima, la
quale aveva lasciato cadere a terra quattro
gigli dicendo: «Allora verrai da me». La donna
era sicura
che sarebbe morta entro quattro mesi. E così
avvenne. Quattro mesi dopo, al tramonto, Daniel
ebbe
la visione della madre che diceva: «Dan,
mezzogiorno». Era l'ora in cui era morta.
Questi fenomeni psichici gli diedero la
certezza, mantenuta per tutta la vita, della
sopravvivenza
dello spirito e della possibilità di comunicare
con i defunti. Allora cominciarono i fenomeni
fisici:
frastuoni improvvisi, colpi che provenivano
dalle pareti e dai mobili. Da due anni lo
spiritismo
stava dilagando in America, considerato
demoniaco da alcuni e angelico da altri. La pia
zia, che era
fra i primi, non trovò altro di meglio che fare
esorcizzare quel singolare nipote. Ma non servì
a
nulla. Allora il giovane Dan fu senz'altro
pregato di lasciare la casa. Avrebbe forse
potuto tornare
dai suoi, ma aveva amicizie altolocate e si era
abituato a un'altra vita. Da questo momento
visse
ospite di vari amici desiderosi di essere
testimoni delle sue eccezionali capacità, e fu
così per la
maggior parte della sua vita.
Nel 1852, quando era ospite di Rufus Elmers a
Sprinfield, fu esaminato da una commissione di
Harvard, la quale riconobbe di avere assistito a
fenomeni inesplicabili: il tavolo si muoveva e
si
alzava anche se vi sedevano sopra tre persone;
la stanza tremava tutta come per effetto di un
terremoto, e tutto in piena luce. Lo stesso anno
e il seguente, un grande industriale americano,
Ward
Cheney, che lo ospitava a sua volta, organizzò
per lui numerose sedute a cui fu presente fra
gli altri
F.L. Burr, direttore dell'Hartford Times. Il
Burr riferì i fenomeni da lui osservati:
materializzazioni
di mani spiritiche, campanelli che si muovevano
nell'aria squillando, movimenti e levitazioni
del
tavolo; colpi che, alfabeticamente interpretati,
davano messaggi; una levitazione dello stesso
medium. Comunicazioni ottenute per mezzo di Home
contribuirono a convertire allo spiritismo il
famoso giudice Edmonds.
Frattanto una malattia di petto, che durò tutta
la sua vita, e lo portò alla tomba, faceva
progressi.
Daniel dovette interrompere gli studi di
medicina, già iniziati, e partire per l'Europa
in cerca di un
clima più mite. Nell'aprile del 1855, a ventidue
anni, sbarcava in Inghilterra.
La sua fama lo aveva preceduto e gli amici
americani lo avevano fornito di lettere di
presentazione
per l'alta società inglese. Il signor Cox,
proprietario dell'albergo in cui Home si era
fermato, e
spiritista, lo alloggiò gratis; poi fu accolto
in casa di un altro ricco spiritista, il
procuratore Rymer. E
subito cominciò a dare sedute a cui assistettero
personalità come Lord Brougham, Sir David
Brewster, Lord Lytton, lo scrittore T. Adolphus
Trollope, il poeta Robert Browning con la moglie
Elisabeth Barrett. I fenomeni erano i soliti:
movimenti e levitazioni del tavolo, raps in
tutte le parti
della stanza, toccamenti da parte di mani
invisibili, effetto terremoto, dolci arie
suonate da una
fisamonica tenuta con due dita.
La stampa, in genere, gli fu contraria, come lo
era stata per i medium americani che già da tre
anni
erano cominciati a giungere in Inghilterra, e
non mancarono le polemiche; uomini in vista che,
come il Brougham e il Brewster, in un primo
momento avevano riconosciuto la genuinità dei
fenomeni, si trassero indietro per non essere
considerati spiritisti.
Frattanto Home lasciava l'Inghilterra per
recarsi a Firenze, ospite del Trollope, e là i
fenomeni
continuarono: Home opera sempre in piena luce,
permette che i presenti controllino a loro
piacere, e
il tavolo persiste a muoversi e a sollevarsi,
sedie e poltrone passeggiano per la stanza,
campanelli
passano squillando da uno spettatore all'altro,
mani materializzate e spesso visibili, toccano i
presenti, la stanza trema come per un terremoto,
la fisarmonica suona da sola. Poi sopraggiunge
una
crisi: Home viene avvertito dalle autorità che
il popolo gli è ostile vedendo in lui uno
stregone;
qualcuno attenta alla sua vita (o forse fu una
fantasia del suo spirito inquieto); le entità
gli
comunicano che perderà per un anno i suoi
poteri, come infatti avviene. Depresso, il
medium decide
di convertirsi al cattolicesimo ed entrare in un
monastero.
Nel febbraio del 1856 Home parte dunque per Roma
dove è ricevuto dal Papa e accolto nella Chiesa
cattolica. Ma non sa decidersi ad abbracciare la
vita religiosa e, nel giugno, parte
improvvisamente
per Parigi: là, come gli era stato annunciato,
nel febbraio del 1857 ritrova i suoi poteri. E
ha inizio
un periodo glorioso. Napoleone III lo invita a
esibirsi a Corte dove sono tenute regolari
sedute.
Home risponde, mediante raps, a domande che
l'imperatore e l'imperatrice hanno solo pensato;
l'imperatrice Eugenia riconosce in una mano
materializzata quella di suo padre; tanto
Napoleone
quanto Eugenia non hanno dubbi sull'autenticità
dei fenomeni e l'imperatrice si offre di fare
educare
a sue spese una sorella del medium, che si
affretta ad andare in America per tornare con
lei.
Nell'estate del 1857 troviamo Home a
Baden-Baden, dove dà sedute alla presenza del
Granduca di
Baden, del re di Würtenberg, del Principe di
Nassau e del Principe reggente di Prussia,
futuro
imperatore. Nel febbraio del '58 è in Olanda per
invito dello scettico gruppo della rivista De
Dageraad (L'Aurora) di Amsterdam, il quale
riconosce che i suoi fenomeni sono reali, anche
se non
ammette che siano causati dagli spiriti. All'Aja
dà sedute dinanzi alla regina Sofia. Ma la sua
salute
lo costringe a cercare ancora il più mite clima
romano, e a Roma si fidanza con la ricchissima
Alexandrina de Kroll, cognata del conte
Kuchelev-Besborodka e figlioccia dell'imperatore
di
Russia. Dopo un breve soggiorno a Napoli, il
matrimonio viene celebrato a Pietroburgo con
gran
pompa.
Adesso il medium è ricco e conduce vita
dispendiosa viaggiando per l'Europa, ma senza
abbandonare le sedute; in Russia ne dà parecchie
alla presenza dello Zar Alessandro. Ma dopo
quattro anni, nel '62, sua moglie muore di mal
di petto lasciandolo in strettezze perché il
patrimonio
di lei gli viene contestato, e Home deve darsi
da fare; le sedute non gli rendono: sono per lui
una
missione ed egli non può accettare denaro per
esse. Scrive la propria biografia, Vicende della
mia
vita (Incidents of my Life, 1863); cerca di
darsi alla scultura e va a Roma per studio, ma
viene
pregato di lasciare la città; torna per qualche
tempo in America per esibirsi come
conferenziere. Ma
il lavoro lo affatica e la sua salute è
precaria. Una ricca vedova, Lady Lyon, lo salva
versandogli
una somma enorme per consiglio degli spiriti e
chiedendo solo che unisca al suo il proprio nome
in
una sorta di adozione; ma presto avvengono
attriti, il medium è accusato di aver raggirato
la donna
e ne segue un processo: Home deve restituire il
denaro avuto. Tuttavia gli amici lo aiutano. Fra
il
1867 e il '69, ospite di Lord Adare, dà sedute
famose durante una delle quali, in levitazione,
esce da
una finestra di un terzo piano rientrando da
un'altra. Nel 1871 la ruota della fortuna gira
ancora e
Home sposa un'altra ricca fanciulla russa, Julie
de Cramoulin, nipote del famoso metapsichista
Aleksander Aksakov. Lo stesso anno, in Russia,
dove è tornato cercando di avere il patrimonio
della
prima moglie, dà sedute alla presenza di uomini
di scienza, fra cui il chimico prof. Butlerov,
che
rimangono convinti. Tornato in Inghilterra, il
grande fisico William Crookes inizia su di lui
una
serie di studi e di esperimenti (1871-1874) che
segnano la nascita dello studio scientifico del
paranormale.
I fenomeni avvenuti sotto il severo controllo
del Crookes sono fra i più importanti: mutamenti
di
peso; levitazioni; una fisarmonica che suona da
sola entro una gabbia metallica, sostenuta solo
con
due dita dal medium; un fantasma che gira per la
stanza suonando la fisarmonica stessa; carboni
incandescenti che il medium toglie dalla stufa e
tiene fra le mani o addirittura affida ad altri
che non
ne riportano alcun danno. Lo scienziato farà di
tutto ciò una celebre relazione sostenendo la
genuinità dei fenomeni a rischio di mettere a
repentaglio la sua carriera. E' questo il
periodo in cui
le doti di Home si manifestano in pieno: si
odono voci dirette, appaiono fantasmi
materializzati, si
hanno levitazioni imponenti. Ma, dopo il 1876 la
sua salute lo costringe a sospendere ogni
attività.
E' di questo periodo il libro Luce e ombre dello
spiritismo (Lights and Shadows of Spiritualism,
1877). Trascorre gli ultimi dieci anni
viaggiando e muore di tisi il 21 giugno 1886 a
cinquantatrè
anni.
Ambizioso, amante del fasto, di carattere
instabile, ma sempre in buonafede, in tutti gli
aspetti della
sua romanzesca vita, Home fu senza dubbio un
medium eccezionale. Di lui il Crookes scrisse:
«Durante tutto il tempo dei miei rapporti con
D.D. Home, che si protrasse per parecchi anni,
nemmeno una volta ebbi la minima occasione di
sospettare che si valesse di trucchi... Coloro
che lo
conobbero trovarono in lui il più amabile degli
uomini; la sua lealtà e la sua rettitudine erano
al di
sopra di ogni sospetto». (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA
EDITORE (pagine 589-591).
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Hope
William (1863-1933). Medium inglese a
fotografia, forse il più noto nel primo quarto
del
nostro secolo. Nel 1905, dopo aver fotografato
un amico, trovò sulla lastra, accanto
all’immagine di
lui, quella trasparente di una giovane donna in
cui l’amico riconobbe la sorella defunta. Si
dedicò
allora alle fotografie dette «spiritiche» con un
circolo di amici e ne ottenne parecchie che però
vennero distrutte per il timore di un’accusa di
pratiche diaboliche. Hope, che era un semplice
falegname, non si faceva pagare per la sua opera
e sembra essere stato sempre in buonafede.
Quando l’arcidiacono Colley riconobbe la propria
madre in un extra da lui ottenuto, Hope non
esitò
ad affermare che quella immagine gli sembrava
piuttosto molto simile a quella di un quadro da
lui
copiato due anni prima. Ma il Colley non si
lasciò convincere. Nel 1922, Harry Price, il
quale non
aveva alcuna fiducia nelle fotografie
paranormali considerandole tutte truccate,
sostenne nei
Proceedings della Società per la Ricerca
Psichica che le fotografie del medium erano
fraudolente e
che Hope era stato colto nell’atto di sostituire
le lastre. Ma un’indagine dimostrò che la
sostituzione
era avvenuta indipendentemente dalla volontà del
medium, e lo stesso Price ammise che Hope
poteva avere poteri paranormali. Del resto Sir
William Crookes aveva già studiato il soggetto
riconoscendo che le sue fotografie erano
genuine. Anche Sir William Barrett si schierò a
favore di
Hope, mentre Sir Oliver Lodge rinnovò le accuse.
Come per tutti i fotografi medianici, anche per
William Hope le accuse e le difese si alternano
in modo sconcertante: suoi decisi sostenitori,
come
il Barlow, cambiarono improvvisamente
atteggiamento divenendo suoi non meno decisi
avversari;
per altri accadde il contrario. Certo è che Hope
era uno spiritista convinto fino al fanatismo e
che,
indifferente alle accuse, talora si divertiva a
fingere di frodare per beffare così lo
scetticismo dei
suoi nemici. Queste bizzarrie non gli furono
certo di aiuto per dare la prova della sua
onestà. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 592/593).
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Hurkos Peter. Sensitivo belga a cui si
attribuiscono imponenti fenomeni di
chiaroveggenza e
precognizione. Le sue doti si manifestarono dopo
una caduta, con conseguente trauma cranico, da
lui fatta quando era un semplice verniciatore.
Giunse alla notorietà dopo la seconda guerra
mondiale
rintracciando per chiaroveggenza le tombe di
caduti e di dispersi; poi dimostrò una singolare
capacità di rivelare il nome e l’indirizzo degli
autori di delitti e fu spesso consultato con
successo
dalla polizia belga e da quella inglese. Si
esibì anche negli Stati Uniti. Al pari di
Croiset ha
rintracciato numerose persone scomparse e, come
lui, si è rifiutato di sottoporsi agli
esperimenti
quantitativi del Rhine alla Duke University; ma
diversamente da questo suo collega, col quale ha
molti punti in comune, non ha mai voluto
sottoporsi a esami sperimentali. Nel 1951 la sua
collaborazione fu decisiva per permettere a
Scotland Yard di rintracciare la pietra
d'incoronazione,
rubata all’abbazia di Westminster, e arrestare i
malfattori. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 595).
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Husk
Cecil (1847-1920). Medium inglese a effetti
fisici. Già cantante, abbandonò la professione
per un grave indebolimento della vista e divenne
medium professionista. I suoi fenomeni
consistevano soprattutto in materializzazioni,
compenetrazioni, levitazioni, voci dirette.
Aveva vari
controlli, di cui il principale era John King, e
le cui voci erano spesso udite. Operava al buio,
ma le
sue materializzazioni potevano essere viste per
mezzo di pannelli fosforescenti. L'ammiraglio
Moore riferisce di avere osservato così numerosi
volti spiritici più piccoli della grandezza
naturale.
Particolarmente notevoli i suoi fenomeni di
compenetrazione: mentre gli sperimentatori gli
tenevano le mani, anelli di ferro o spalliere di
sedie si infilavano nelle sue braccia. Il dott.
George
Wyld riferisce che, una volta, dopo molti
tentativi, un anello di ferro, da lui tenuto
nella destra, gli
fu tolto di mano e infilato nel braccio sinistro
del medium, di cui egli stesso stringeva la
mano. In
egual modo lo sperimentatore ottenne che gli
fosse infilato al polso un anello di ferro molto
stretto,
che poi non si potè più togliere e che il medium
portò nella tomba. La Società per la Ricerca
Psichica gli chiese di lasciarsi cloroformizzare
e sottoporsi così al tentativo di togliere
l’anello con
mezzi naturali; Husk si rifiutò, e la società si
rifiutò a sua volta di riconoscere il fenomeno.
Nel 1890 avvenne un palese smascheramento:
accesa d’improvviso una piccola torcia
elettrica, si
vide che lo spirito materializzato era
semplicemente il volto del medium illuminato da
un pannello
fosforescente e avvolto in un drappo che non si
smaterializzò. Gli spiritisti sostennero che si
trattava
di un caso di trasfigurazione e che il drappo
non era stato materializzato ma apportato.
Sembra che
il medium, svegliato dalla luce inattesa, sia
stato poi a lungo malato. Henry A. Fotherby,
negli
Annali di Scienza Psichica (luglio 1906) diede
relazione di fantasmi che, nelle sue sedute, si
sviluppavano da una sorta di vapore
fosforescente che si formava nell'aria e in cui
turbinavano
numerosissimi punti luminosi. Una sua
levitazione venne riferita da Gambier Bolton in
Psichic
Force. Husk è un caratteristico rappresentante
di quella fenomenologia fisica così abbondante
in
Inghilterra e in America nella seconda metà del
secolo scorso, che si presentò con fenomeni
molto
simili e fu soggetta agli stessi smascheramenti,
alle stesse accuse e alle stesse sconcertanti
testimonianze a favore. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 595/596).
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Ignath Lujza Linczegh (n. 1891). Medium
ungherese, attiva fra il 1925 e il 1940 circa:
produceva
apporti, scrittura diretta, materializzazioni,
ecc. Studiata dal prof. Jaeger e dal prof.
Wereide
dell'università di Oslo, fece apparire scritture
dirette in vari luoghi della sala secondo le
richieste dei
presenti. Il dott. Jorgen Bull, a Oslo, ottenne
da lei una scrittura diretta incisa su di una
tavoletta di
cera chiusa in una scatola. Un fenomeno suo
particolare era la materializzazione di piccole
teste,
delle dimensioni di una noce, in bicchieri pieni
d'acqua. Theodore Besterman fece con lei, a
Budapest, esperienze di psicoscopia e ne diede
relazione nel XXXVIII volume dei Proceedings
della Società per la Ricerca Psichica. (R.)
Fonte: Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 607).
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Indriadson Indride (m. 1912). Medium
islandese, il primo apparso nel suo paese,
studiato dal
1904 al 1909 dalla Società Psichica Sperimentale
di Reykjavik, che venne fondata appunto per lo
studio della sua medianità e si sciolse dopo la
sua scomparsa. I suoi primi fenomeni furono di
scrittura automatica e automatismo parlante;
seguirono manifestazioni di psicocinesi,
levitazione,
materializzazione e voce diretta; da ultimo
manifestò anche doti di guaritore. Nel 1909 i
suoi poteri
erano al colmo, ma l'etisia, che lo colse in
seguito a un attacco di febbri tifoidee, minò la
sua salute
e le sue facoltà portandolo a morte in pochi
anni. La genuinità dei suoi fenomeni venne
sostenuta
dalla Società e, in particolare da Haraldur
Nielsson, professore di teologia all'università
di
Reykjavik. Un'ampia relazione su di lui fu
pubblicata da un altro docente di quella
università,
Gudmundur Hanneson, sul Journal della Società
Americana per la Ricerca Psichica, nel 1924.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 625).
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Jobson Mary. Sensitiva inglese, protagonista
di un singolare caso, affine a quello di
Frederica
Hauffe, riferito in un libretto del dott. Reid
Clanny: Fedele resoconto del miracoloso caso di
Mary
Jobson (A Faithful Record of the Miraculous Case
of Mary Jobson, 1841). Nel novembre del 1839,
a tredici anni, Mary si ammalò e andò soggetta a
continui attacchi di convulsioni. Durante le
crisi si
udivano forti colpi nella sua stanza, stridori
di vario genere, rumori sordi, mentre la porta
si apriva e
chiudeva con violenza. Aggravatosi il male, la
fanciulla cominciò a udire voci e a fare
predizioni
molto esatte come quella di un attentato alla
vita della regina Vittoria. Spesso la stanza
veniva
allagata da acqua di ignota origine, apparivano
sul soffitto strani disegni e si udiva in
continuazione
una musica dolcissima. Mary diveniva
alternativamente cieca, sorda e muta.
Dopo diciotto mesi guarì misteriosamente come si
era ammalata e anche quei fenomeni
scomparvero. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 654).
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Johnson Gertrude
M. Sensitiva inglese con la quale il Tyrrel
sperimentò per trent'anni, ospitandola
per lungo tempo nella sua casa. Fin da bambina
lo studioso aveva notato in lei evidenti
fenomeni di
telepatia, chiaroveggenza e precognizione, che
avvenivano in stato di trance leggera o profonda
e si
esprimevano per lo più attraverso la scrittura
automatica. Il 14 settembre 1921 il Tyrrel fece
con lei
quello che si può considerate il primo
esperimento quantitativo pienamente riuscito,
servendosi di
comuni carte da giuoco di cui Gertrude doveva
indovinare solo il numero (escludendo cioè il
seme).
Su otto prove la sensitiva ne indovinò sette.
In seguito lo sperimentatore si servì di cinque
scatole messe in fila e inserite in uno schermo.
Al di
qua dello schermo, dove si trovava il Tyrrel,
invisibile al soggetto, le scatole erano aperte;
al di là,
dove era la sensitiva, erano chiuse da uno
sportello apribile. Lo sperimentatore infilava a
caso in
una delle scatole l'estremità di una bacchetta
dicendo: «Pronto», e Gertrude, dall'altra parte,
doveva
aprire lo sportello della scatola indicata. La
Johnson ottenne risultati molto favorevoli sia
con il
Tyrrel sia con altri sei sperimentatori. Infine
fu creato un congegno simile ma azionato
elettricamente. Nelle cinque scatole fu messa
una lampadina che si accendeva automaticamente e
assolutamente a caso, in modo che nemmeno gli
sperimentatori sapevano quale fosse la scatola
illuminata e che la sensitiva doveva indovinare
aprendola. In questo modo veniva esclusa ogni
possibilità di telepatia e di intesa inconscia
fra Gertrude e gli sperimentatori. I risultati,
giudicati
statisticamente, furono egualmente favorevoli.
In alcune esperienze la Johnson fu invitata ad
aprire
la scatola prima che il congegno elettrico
facesse accendere la lampadina, ed ella vi
riuscì
superando notevolmente la media casuale (un
successo su cinque prove) e dimostrando con
evidenza doti chiaroveggenti. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 655/656).
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Jones Glyn e Jeuan.
Cugini inglesi scoperti dal prof. Soal nel 1955,
quando essi avevano circa
quattordici anni, divenuti famosi per i fenomeni
di telepatia che avvenivano fra di loro e per i
quali
furono considerati una tipica «coppia
telepatica». Il Soal li studiò per circa due
anni con il metodo
quantitativo, assistito dal collega H.T. Bowden,
e diede relazione delle sue esperienze nel libro
I
lettori del pensiero (The Mind Readers, 1959).
Operando con mazzi di carte ESP, in cui però ai
cinque simboli classici erano sostituite figure
di animali (elefante, giraffa, leone, pinguino e
zebra)
ottenne più volte punteggi di 19 su 25 e 20 su
25. Nel 1957 i «cugini Jones» apparvero alla
televisione e, in questa occasione, Glyn
indovinò quasi tutte le carte che venivano
mostrate a Jeuan.
Lo studio fu tutt'altro che facile perché i due
ragazzi non volevano sottoporsi agli
esperimenti, che li
annoiavano mortalmente, e accettavano di farlo
solo dietro piccoli compensi pecuniari. Non
mancarono le accuse di trucco: si parlò di
fischietti supersonici grazie ai quali i due
cugini
avrebbero imitato i fenomeni telepatici, e si
giunse anche a sospettare una connivenza da
parte del
Soal; ma tutte le prove addotte per dimostrare
la frode risultarono negative. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 656).
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Jonsson Olof. Sensitivo svedese tra i maggiori
viventi, ingegnere di professione. La gamma dei
suoi fenomeni è vastissima comprendendo
manifestazioni psichiche e fisiche, studiabili
qualitativamente e quantitativamente. Il
Jonsson, infatti, è forse l'unico fra i grandi
sensitivi che si
adatti agli esperimenti con carte ESP ottenendo
successi eccezionali: dai 20 ai 25 su 25 prove.
La
pratica, invece di annoiarlo, lo diverte.
D'altra parte non gli dispiace dar prova della
sua sensitività
anche con carte normali, in esperimenti affini a
quelli del Rol: indovina una carta solo pensata;
predice dopo quante carte si troverà nel mazzo,
che deve essere ancora mischiato, una carta
prestabilita; dopo avere scelto una carta a
caso, fa mescolare a lungo e più volte il mazzo,
e la carta
scelta risulta sempre la prima; ottiene veri e
propri fenomeni di smaterializzazione e
rimaterializzazione facendo scegliere una carta,
che viene chiusa in una busta, e invitando i
presenti
a indicarne un'altra: mescolato il mazzo, viene
trovata in esso la carta messa nella busta
mentre
nella busta viene trovata la seconda carta
indicata. Al pari del Croiset, indica gli autori
di delitti, ha
visioni di avvenimenti trascorsi, predice fatti
futuri. Una volta, in viaggio per mare verso gli
Stati
Uniti, seppe di una vecchia signora che era
disperata perché le avevano rubato i gioielli:
messosi in
stato di trance, visualizzò la signora stessa
che nascondeva i gioielli in un guanto
riponendolo poi in
una valigia: evidentemente ella si era
dimenticata del fatto. I gioielli vennero di
fatto trovati in un
guanto, nella valigia indicata.
Olof afferma anche di poter fare a volontà
esperienze di bilocazione: un medico svedese,
che ha
però voluto mantenere l'incognito, ha
testimoniato che il fantasma di lui era stato
visto in casa sua
durante un esperimento di proiezione
extracorporea. Numerosi i suoi fenomeni di
psicoscopia,
durante i quali, talora, visioni del passato
sembrano confondersi con visioni del futuro. A
volte può
avere visioni del passato anche senza oggetto
induttore, come quando ricostruì le vicende di
tre
ragazze scomparse e credute morte. Al pare di
Uri Geller, può fermare le lancette di un
orologio;
inoltre fa muovere oggetti a distanza, ottiene
levitazioni di oggetti pesanti, comunica con
entità di
case infestate, produce apporti e asporti,
ottiene guarigioni, fa rivelazioni sull'aldilà.
Sebbene
studiato da molti sperimentatori che hanno
riconosciuto la genuinità dei suoi fenomeni, il
Jonsson
non ha mai incontrato uno studioso che, come ha
fatto il Tenhaeff con il Croiset, lo studiasse
per
anni raccogliendo su di lui una casistica
ineccepibile. Perfino il suo caso
scientificamente più
importante, le comunicazioni telepatiche che
sembra abbia avuto dal capitano Edgar Mitchell
nel
corso della missione Apollo 14, è rimasto velato
dal segreto militare ed è stato conosciuto in
parte
solo per indiscrezioni. Tuttavia la realtà dei
suoi fenomeni sembra indiscutibile. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 656).
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Jürgenson Friedrich (n. 1903). Sensitivo e
ricercatore svedese, che, nel 1959, scoprì le
cosiddette «voci dell’aldilà». Cantante e
regista di professione, già nel 1957, mentre
registrava la propria voce su nastro magnetico,
con un pianista, si accorse che la registrazione
aveva degli affievolimenti inesplicabili, dato
che il magnetofono era in perfette condizioni.
Nell’estate del ’59 sul nastro del registratore
cominciarono ad apparire strane voci, che
nessuno aveva emesso al momento della
registrazione e che affermavano di essere di
defunti:
fra di esse dominava quella di un’entità che
diceva chiamarsi Lena, il controllo di
Jürgenson.
Nell’inverno del 1960, Lena riuscì a fargli
capire che la registrazione delle voci sarebbe
riuscita molto meglio se, accanto al
registratore, fosse stato acceso un apparecchio
radio su
lunghezze d’onda da lei consigliate via via. La
stessa Lena avvertì Jürgenson che doveva
lasciare il suo appartamento di Stoccolma per
ritirarsi nella sua tranquilla casa di campagna
a
Nysund e dedicarsi, con quel mezzo, alle
comunicazioni con l’aldilà.
Dopo quattro anni di esperienze, lo studioso
organizzò una conferenza stampa che durò otto
ore e con la quale rese di pubblica ragione il
fenomeno. Le voci parlavano in varie lingue che,
per lo più, erano frammiste in una stessa
comunicazione; molte erano di defunti conosciuti
da
Jürgenson, altre di personaggi celebri come van
Gogh e Ciaikovski. Negli ultimi anni il
ricercatore ha perfezionato alquanto i suoi
metodi e ha elaborato una sua dottrina sulla
vita
nell’aldilà. Il prof. Bender ha assistito ai
suoi esperimenti nel 1964 e nel 1967. Jürgenson
ha
dato relazione delle sue esperienze in due
opere: Voci dell'universo (Rösterna fran Rymden,
1964) e Comunicazioni radio con i morti
(Sprechfunk mit Varstorbenen, 1967). Dalle sue
ricerche furono ispirati gli studi di Konstantin
Raudive. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 658).
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Kahl Olga. Sensitiva russa, attiva nei primi
decenni del nostro secolo, nota soprattutto per
le
esperienze condotte su di lei da Eugene Osty fra
l'ottobre del 1927 e il marzo del 1928. L'Osty
afferma che fu l'unico soggetto da lui studiato
capace di percepire il pensiero «selezionato»,
ossia
cosciente, dell'agente nell'atto della «sua
rappresentazione mentale», e l'unico che, in
alcuni casi,
potè fare apparire l'immagine o la parola
pensata dall'agente sulla sua pelle in fenomeni
di
dermografia. In undici sedute e 73 trasmissioni
di pensiero si ebbero 51 successi, di cui 20
espressi
dermograficamente e 15 incompleti, 11 errori e
11 impossibilità di percepire il pensiero
trasmesso:
l'Osty spiega, per lo meno in parte, le
incompletezze, gli errori e le impossibilità di
percezione col
fatto che la signora Kahl conosceva assai poco
il francese rimanendo così ostacolata nella
lettura del
pensiero, in cui era specializzata.
La percezione avveniva per lo più sotto forma di
visione, altre volte come percezione auditiva.
Si
ebbe anche qualche caso di precognizione e di
descrizione del carattere delle persone pensate
dall'agente. Alle sedute prese parte anche il
prof. Richet.
Di norma l'agente doveva pensare intensamente la
parola o l'immagine che trasmetteva; talora la
parola o l'immagine vennero anche scritte su di
un foglietto; la risposta veniva data a voce o
per
scritto (talora in forma rovesciata), o per
dermografia: in quest'ultimo caso, se la
sensitiva era
stanca, la parola poteva risultare incompleta,
ma la signora Kahl, in genere, la completava a
voce.
Operava sempre in stato di trance brevissima,
entrandovi per un momento a ogni domanda che le
veniva fatta, processo, questo, che la stancava
notevolmente così che non si potevano fare più
di
una dozzina di esperimenti per seduta. L'Osty
nota che non tutti i partecipanti alle sedute
avevano le
stesse capacità di trasmissione: alcuni si
mostravano molto più adatti di altri, e spesso
era necessario
che gli agenti fossero due. Fu così messo in
luce per la prima volta, in queste sedute, il
fenomeno
dei rapporti emotivi che possono sussistere tra
l'agente e il percipiente favorendo o
ostacolando i
successi. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 658/659).
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Kahn Ludwig (1874 - dopo il 1935). Sensitivo
tedesco di origine israelita. Da bambino aveva
mostrato facoltà di calcolo paranormale;
emigrato in America, fece fortuna esibendosi
come lettore
di pensiero e chiaroveggente, ma, quando volle
applicare la sua chiaroveggenza al giuoco, si
rovinò.
Di nuovo in Germania, si distinse nella lettura
in libri chiusi e in plichi suggellati; sembra
invece
che frodasse nel tentare fenomeni di
precognizione, tanto che, nel 1908, finì in
tribunale. Il giudice
lo fece studiare da due medici i quali
riconobbero le sue facoltà di chiaroveggente.
Nel 1925 era a
Parigi dove si esibì all'Istituto Metapsichico
Internazionale: Osty e Richet considerarono
indiscutibile la sua capacità di leggere in
buste chiuse e, alla scadenza del suo permesso
di
soggiorno in Francia, lo stesso Richet scrisse
al questore Maurain pregandolo di prolungargli
il
permesso in favore della ricerca scientifica. Il
Maurain lo fece solo dopo avere avuto la prova
dei
poteri del sensitivo. Numerose le personalità
della scienza che assistettero alle sue
esibizioni; le sue
capacità si attenuarono e probabilmente
scomparvero dopo il 1930. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 659).
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Karadja Mary (1868 - dopo il 1940). Medium
svedese non professionista, molto nota nei primi
anni del nostro secolo in tutta l'Europa. Andata
sposa al principe Karadja, ministro della
Turchia
all'Aja, fu conosciuta sotto il nome del marito,
che la lasciò vedova a ventisei anni. I suoi
fenomeni
erano di carattere psichico, ma molto vari:
paramnesia, bilocazione, precognizione,
telepatia,
disegno paranormale, e spesso si combinavano fra
loro. Spiritista convinta, presentò alcuni
fenomeni medianici che gli spiritisti
considerarono tra i più validi a conferma delle
loro teorie.
Notevole il caso del signor Larsen, riferito
dall'Egidi. Questi, che aveva letto il libro
della stessa
Karadja, Fenomeni spiritici, scrisse all'autrice
desiderando comunicare con la propria moglie
defunta da poco. La sera stessa in cui giunse la
lettera, durante una seduta, si manifestò lo
«spirito»
del principe Karadja, il quale comunicò che era
presente la moglie del Larsen, che la lettera
era stata
scritta per sua ispirazione e che ella
desiderava la presenza del marito alle sedute.
Il Larsen si recò
dunque da Copenaghen a Stoccolma: il giorno
stesso del suo arrivo, prima che si presentasse,
Mary
disegnò un ritratto femminile in cui il Larsen
riconobbe subito la moglie defunta. Nella seduta
che
seguì, la donna si manifestò pregando il marito
di presentarsi a un dato indirizzo di
Copenaghen,
ignorato da tutti i presenti, dove avrebbe
trovato una donna di nome Cristina alla quale
ella voleva
chiedere scusa di un torto che le aveva fatto.
Tornato a Copenaghen, il Larsen trovò
effettivamente
questa signora, che confermò la cosa.
La Karadja non fu mai direttamente studiata da
uomini di scienza. Lasciò alcune opere: Fenomeni
spiritici, Il Vangelo della speranza e un poema
scritto per scrittura automatica: Verso la luce.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 659/660).
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Keeler Pierre L.O.A. Medium americano a effetti
fisici e a scrittura diretta, attivo nell'ultimo
ventennio circa del secolo scorso. Di solito,
mentre era chiuso nel gabinetto medianico,
uscivano da
esso mani materializzate che scrivevano su
lavagne o su fogli di carta, oppure messaggi
scritti
passavano attraverso la tenda del gabinetto
sebbene in essa non vi fosse alcuna apertura.
All'interno
del gabinetto il medium era sorvegliato e tenuto
per le braccia da due sperimentatori.
Nel 1885 fu esaminato da un comitato della
Commissione Seybert, il quale, pur non avendo
scoperto alcun trucco, venne alla conclusione
che i fenomeni potevano essere spiegati in modo
normale e che le mani materializzate non erano
di origine spiritica. Alfred Russel Wallace, nel
suo
libro La mia vita (My Life, 1905), descrive
varie sedute da lui tenute con questo medium
dopo aver
esaminato attentamente il gabinetto, la tenda,
le pareti e il pavimento della stanza. Una volta
egli
vide apparire al di sopra della tenda una mano
materializzata che, agitando le dita, chiese una
matita
e dei fogli; poi si udì il fruscio della matita
che scriveva rapidamente e infine vari fogli
passarono
attraverso la tenda portando messaggi
appropriati ad alcuni dei presenti. Talora i
fogli erano stati
siglati in precedenza. Un'altra volta uscì dalla
tenda il panciotto del medium, sebbene egli
continuasse a indossare la giacca e le sue mani
fossero tenute dai due sperimentatori che lo
controllavano. Anche un tamburello del diametro
di trenta centimetri uscì dalla tenda che,
esaminata
in seguito, non presentò alcuna apertura.
Negli ultimi anni della sua carriera, il Keeler
si specializzò soprattutto in scritture dirette
su lavagna
e su fogli di carta appallottolati chiusi fra
due lavagne: ne danno notizia A.B. Richmond e
l'ammiraglio Moore. Le comunicazioni non erano
mai di particolare interesse né davano prove di
identità, ma il fenomeno era comunque singolare.
Hereward Carrington, che esaminò varie relazioni
nel 1907, fu del parere che il Keeler fosse un
abilissimo prestigiatore, ma riconobbe che molti
casi
rimanevano inesplicabili e che sarebbe stata
necessaria un'indagine più approfondita per
stabilire la
verità. Anche William M. Keeler. fratello di
Pierre, ebbe notevoli facoltà come fotografo
spiritico,
ma non fu mai studiato scientificamente. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 666).
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Kluski Franek (1874-1944). Pseudonimo sotto il
quale è conosciuto un ricco banchiere polacco,
poeta e scrittore, che fu uno dei più potenti
medium a effetti fisici e psichici della prima
metà del
nostro secolo. Fin da fanciullo aveva visioni
precognitive e vedeva fantasmi con cui parlava
credendoli esseri naturali. Nel 1919, durante
una seduta col Guzik, si accorse di avere poteri
medianici e si mise a disposizione della sezione
polacca della Società per la Ricerca Psichica e
dell'Istituto Metapsichico Internazionale di
Parigi. Produceva una numerosa gamma di fenomeni
fisici, ma soprattutto materializzazioni
parziali e complete: sembra che siano stati
circa 250 i
fantasmi materializzati da lui prodotti, molti
dei quali parlavano in lingue straniere. Diede
le prime
sedute nel 1920, all'Istituto Metapsichico,
davanti al Richet, al Geley e al conte di
Grammont: in
questa occasione furono presi eccellenti calchi
di mani e di piedi, che sono attualmente
conservati
all'Istituto.
Caratteristiche erano le sue materializzazioni
di animali, tra cui, molto note, quella di una
grande
aquila, che si materializzò su una sua spalla, e
quella di un felino che corse sul tavolo e sulle
ginocchia dei presenti emanando un forte odore
di selvatico. Il 20 novembre del 1921 fece molta
impressione la comparsa di un cosiddetto
«pitecantropo», un grande essere villoso e
barbuto,
dall'aspetto scimmiesco, che passeggiò
mansuetamente fra i presenti leccando loro le
mani e il
volto. Un essere simile si materializzò il 10
agosto del 1923, dando prova di una forza
enorme: alzò
alcuni degli astanti con le loro sedie e
rovesciò facilmente un pesante divano.
Nel 1925, F.W. Pawlowski, professore di
ingegneria aeronautica dell'università di
Michigan, dava
relazione, nel Journal della Società Americana
per la Ricerca Psichica, di alcune
materializzazioni
da lui osservate, fra cui quella di un Turco,
che parlava la sua lingua ma capiva il polacco,
e quella
di un vecchio così luminoso da rischiarare la
stanza, vestito di una lunga toga e con in testa
un
cappello a cono: un costume simile a quello dei
sacerdoti assiri. Parlava correntemente una
lingua
gutturale che non si riuscì a identificare. Il
Pawlowski afferma di aver sentito respirare i
fantasmi e
di avere ascoltato una volta i battiti del cuore
di uno di loro.
Il fantasma della sorella del conte Potocki
apparve il 20 novembre del 1920 e andò ad
abbracciare il
fratello facendogli sulla fronte un segno di
croce in un cerchio, come era solita fare da
viva. Nel
1921 il Geley riuscì a fotografare il fantasma
di un ufficiale tedesco in uniforme, col suo
elmo
lucente.
Per scrittura automatica, Klusky manifestò una
chiaroveggenza e poteri di precognizione che il
Geley definì «quasi paurosi». Faceva spostare
l'ago della bussola avvicinandovi una mano o un
piede. Al pari della D'Esperance non cadeva mai
in trance durante le materializzazioni. Su di
lui non
furono mai formulati sospetti né sorsero
polemiche. Di lui parlò soprattutto il Geley
nell'opera
L'ectoplasmia e la chiaroveggenza (L'ectoplasmie
et la clairvoyance, 1924), e sulla sua medianità
il
colonnello Norbert Ocholowicz pubblicò, nel
1926, un libro in polacco che non ebbe
traduzioni.
(U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 670/671).
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Koons Jonathan. Uno dei primi e dei più potenti
medium americani, la cui attività si può seguire
particolarmente dal 1852 al 1856. Proprietario
di una fattoria isolata nel distretto di Athens
County
(Ohio), padre di otto figli e decisamente ateo,
agli inizi del 1852 cominciò a interessarsi alle
sedute
spiritiche che, dopo i fatti di Hydesville e i
fenomeni delle sorelle Fox, si tenevano ormai in
tutti gli
Stati Uniti, in circoli privati. Gli «spiriti»
gli comunicarono che tanto lui quanto i suoi
figli
possedevano eccezionali facoltà medianiche, in
particolare suo figlio Nahum, allora
diciottenne; e
lo invitarono a costituire un circolo privato. I
risultati furono eccezionali, i migliori
avvenuti in tutto
il distretto: Nahum, in trance, scriveva
automaticamente e parlava per ispirazione.
Bisogna ricordare
che allora, per lo più, i fenomeni si riducevano
di solito a messaggi ottenuti per tiptologia.
In seguito le entità lo indussero a costruire
nel suo giardino una camera di legno, da
dedicarsi solo
alle esperienze, e un tavolo spiritico, dando
tutte le indicazioni necessarie. Il Koons obbedì
e,
secondo gli ordini ricevuti, mise sul tavolo
carta e matita, uscì dalla camera, la chiuse a
chiave e si
pose di guardia alla porta; rientrato dopo
qualche tempo, trovò un lungo messaggio nel
quale gli si
davano indicazioni e incoraggiamenti sul lavoro
da compiere: era la seconda volta che appariva
in
America la scrittura diretta, dopo il caso
avvenuto nel 1850 durante una seduta tenuta
dall'on. James
F. Simmons.
Cominciarono così le sedute nella «camera di
legno»: i fenomeni consistettero in scritture
dirette
eseguite da mani spiritiche che divenivano
luminose immergendosi in una soluzione
fosforescente
di cui gli spiriti stessi avevano dettato la
ricetta; poi cominciarono le voci dirette, per
la prima volta
nella storia del movimento spiritico, la musica
paranormale, i cori angelici, i fenomeni
luminosi. Gli
spiriti guida erano parecchi e si facevano
chiamare Kings, ossia Re. Secondo le loro
dichiarazione
costituivano un gruppo di spiriti molto elevati,
vissuti in terra migliaia e migliaia di anni
prima,
quali, per comunicare con gli uomini e rivelare
loro i misteri del l'aldilà, si servivano di
spiriti
inferiori, ancora legati alla terra, capaci di
servirsi delle energie terrene dei medium. Uno
di questi
spiriti inferiori fu John King, che si
identificava con il pirata Henry Owen Morgan,
vissuto nel XVII
secolo.
I Kings fornirono al Koons anche le istruzioni
necessarie per costruire una «macchina
spiritica»,
che avrebbe dovuto accumulare le energie
magnetiche sottratte ai medium per metterle a
disposizione degli spiriti. I particolari di
questa macchina sono andati perduti: sappiamo
solo che
era composta di elementi di zinco e di rame
disposti in modo alquanto complesso.
Probabilmente
produceva qualche fenomeno elettrico.
Le sedute nella camera di legno erano sempre
numerose: il Koons non solo le offriva
gratuitamente,
ma ospitava addirittura gli intervenuti, dato
che la fattoria era lontana dai centri abitati.
I presenti
potevano conversare a voce diretta con i loro
defunti, potevano afferrare le mani spiritiche,
generalmente gelide ma in tutto eguali a mani
viventi, e che talora si dissolvevano sotto la
stretta, le
potevano vedere scrivere rapidamente i loro
messaggi o fluttuare nell'aria fra miriadi di
fiammelle.
Dalle comunicazioni avute, il Koons trasse una
sorta di dottrina che rimase in buona parte alla
base
delle teorie spiritiste moderne. Secondo essa
gli spiriti sono dotati di un corpo eterico in
cui prevale
un'energia elettromagnetica: questa energia,
combinandosi con l'energia vitale che proviene
dai
viventi, produce i fenomeni fisici, le
psicocinesi, le levitazioni, le scritture e le
voci dirette, le
musiche paranormali, le materializzazioni.
D'altra parte le comunicazioni spiritiche,
dovendo valersi
del cervello del medium e del linguaggio umano,
non possono mai esprimere nella sua purezza il
pensiero dei comunicanti, specialmente quando si
tratta di entità superiori: la personalità del
medium, anche in stato sonnambolico, interviene
sempre a tradurre in linguaggio umano le
comunicazioni spirituali e spesso, così facendo,
le altera e le distorce. Anche le
materializzazioni,
avendo come base la forza vitale del medium e il
suo stesso doppio eterico, finiscono spesso con
l'assomigliargli o col presentare segni
caratteristici del suo corpo. Il corpo fisico è
compenetrato in
ogni molecola da un corpo spirituale, sede della
coscienza e dell'intelligenza: al momento della
morte il corpo spirituale, intelligente e
cosciente, si separa dal corpo fisico, ma ne
mantiene la
forma e gli orientamenti, positivi o negativi,
che aveva avuto in vita, così che i vizi e le
virtù del
vivente permangono nell'aldilà e gli spiriti
devono affrontare un lungo processo di
purificazione e di
sublimazione per salire a sfere sempre più alte.
Tutte le religioni hanno in sé qualche motivo di
verità e tutte rispondono al grado di evoluzione
di chi le pratica: di qui la condanna di ogni
forma di
intolleranza religiosa.
Il Koons si avviava così a formare una vera e
propria setta religiosa quando si trovò in
aperto
contrasto con le Chiese e con l'opinione
pubblica. Furono inviate commissioni di
inchiesta che
operarono con molto rigore sotto un velo di
legalità; poi cominciarono le ostilità violente:
incendi
alla fattoria, distruzione dei raccolti,
minacce; la macchina spiritica fu messa in
pezzi, la stampa si
unì al movimento ostile. Nel 1856, la famiglia
Koons, ormai rovinata, abbandonava la fattoria
per
dedicarsi, in povertà, alla diffusione dello
spiritismo. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 671/672).
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Kulagina Nina. Sensitiva russa, studiata
dapprima, sembra, dal Vasilev verso il 1965. In
un primo
momento mostrò una singolare facoltà di leggere
facendo scorrere le dita sulla pagina stampata,
fenomeno che fu testimoniato, nel 1968, anche
dallo psicologo ceco Zdenek Rejdàk. Poco dopo, a
richiesta del Vasilev, fece deviare a volontà
l'ago della bussola; infine ottenne lo
spostamento e la
levitazione di piccoli oggetti. La Kulagina ha
potuto essere studiata anche da scienziati
occidentali,
tra i quali i primi furono gli inglesi Benson
Herbert e Manfred Cassirer, che portarono in
Inghilterra
i primi film dei suoi fenomeni. Herbert
riferisce di oggetti galleggianti sull'acqua che
si
avvicinavano alla sensitiva, o se ne
allontanavano, a seconda dei movimenti delle
mani di lei, e di
una ustione apparsa sul proprio braccio per
influsso mentale della Kulagina. In seguito è
stata
studiata anche dagli americani J.G. Pratt e
H.H.J. Keil i quali videro piccoli oggetti
muoversi sul
piano del tavolo mentre la sensitiva teneva le
mani su di essi a una ventina di centimetri di
distanza.
Fenomeni di levitazione, sempre di piccoli
oggetti, furono ottenuti a partire dal 1970.
E' stato osservato che, durante gli esperimenti,
la Kulagina perdeva di peso fra gli ottocento e
i mille
grammi, presentava un ritmo cardiaco irregolare,
nonché un aumento di zucchero nel sangue e
alterazioni nella secrezione ormonica. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 672).
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Kuleshova Rosa (n. 1940) . Sensitiva russa ,
attiva fra il 1962 e il 1965 circa, dopo di che
perse le
sue doti. Impiegata in un istituto di ciechi.
apprese a leggere la scrittura Braille e
accortasi della
singolare facilità con cui era riuscita a farlo
, volle provare a leggere, col semplice tatto,
anche la
scrittura stampata riuscendo anche in questo.
Nel 1962 venne ricoverata in una clinica
per malattie nervose in seguito a disturbi
epilettici
e, in questa occasione, rivelò le sue singolari
capacità.
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Lanzillo Giuseppe (n. 1913). Odontotecnico
napoletano, da circa 33 anni residente a
Bologna.
Ebbe vari fenomeni paranormali di tipo
chiaroveggente e precognitivo in gioventù e in
età adulta. A
seguito di una serie di esperienze oniriche di
tipo erotico che gli causarono serie
ripercussioni
neuropsichiche, cominciò a dipingere, in stato
di sonnambulismo e solo nelle ore notturne, una
serie
di pregevoli quadri a olio, senza che fosse
possibile appurare (fu accuratamente studiato e
seguito
dal Gruppo di Studio e di Sperimentazione del
Centro Studi Parapsicologici di Bologna) alcun
precedente pittorico nella sua vita.
La serie dei dipinti - uno per notte - che
iniziò il 19 marzo 1970 e terminò nel febbraio
1971, con
una breve parentesi nelle giornate dal 24 al 28
agosto 1971, consta di 234 quadri di soggetto
vario
(paesaggi misteriosi o ritratti talora anche di
tipo sacro, cattedrali o grotte). Dopo il 28
agosto '71 il
Lanzillo non ha più dipinto, pur continuando
saltuariamente ad avere esperienze paranormali
di
vario genere e di tipo spontaneo. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 677).
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Lava
Bruno (n. 1922). Geometra trevigiano e medium a
effetti fisici, che ha avuto una certa
notorietà tra gli anni '50 e '60. Le sue
capacità furono testimoniate da vari scrittori
come Buzzati,
Comisso, Parise e Talamonti che ebbero a
scrivere, in particolare quest'ultimo, sui
fenomeni da lui
prodotti. Fu sperimentato e osservato a lungo
dal dott. Gino Boccazzi, medico di Treviso, che
per
circa dieci anni lo seguì assiduamente
(1956-66), e intorno agli anni '60 fu studiato
anche dal dott.
Gastone De Boni, che riferì di aver assistito a
una ventina di notevoli sedute con lui.
La sua figura di medium è però alquanto
discussa, perché accanto a estimatori sinceri
come il
Boccazzi e altri, che dichiararono genuine
moltissime sue produzioni medianiche se non
tutte,
almeno fino al 1965-66, ve ne sono altri che
sostennero e sostengono continui e palesi
trucchi. Dal
1966 circa le sue capacità sembra si siano
molto, se non totalmente, affievolite: l'ultimo
a
testimoniare sul Lava fu il giornalista Remo
Lugli, che riferì, nel 1973. su La Stampa, di
alcune sue
riuscite sedute.
Nella sua famiglia il nonno e il padre sembra
fossero dotati di poteri di veggenza e di
precognizione
e il suo fratello minore. Plinio, pare fosse
dotato della capacità di levitarsi. La sua
medianità -
scoperta per caso nell'immediato dopoguerra,
dopo fenomeni di chiaro tipo precognitivo e
chiaroveggente manifestatisi durante la
prigionia - consistette soprattutto in
manifestazioni di
levitazione, di apporto e di asporto; e durante
le sue sedute non si ebbero mai fenomeni di
trance,
stato che fu sempre evitato perché da lui
ritenuto inutile e dannoso alla salute. Egli
produceva i
fenomeni medianici senza alcun rituale di
carattere spiritista, in piena luce. Spesso,
dopo la seduta,
il gruppo si recava in particolari luoghi, ove
le capacità del medium sembravano potenziarsi,
come
cimiteri, boschi, luoghi solitari o zone vicine
a corsi d'acqua. In tali località si producevano
notevoli
fenomeni di apporto (animali vivi, paracarri,
lapidi, pacchi di documenti, sassi, utensili,
torce
elettriche, strumenti musicali suonati da mani
che li reggevano e che apparivano come mozzate).
Non ha mai avuto particolari spiriti guida, né
«entità», salvo una che con una certa frequenza
si
qualificava col nome di «Mare». (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 679/680).
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Lawley Franco. Sensitivo italiano di lontana
origine irlandese, noto soprattutto per una
vasta
produzione di disegni, pastelli e pitture
automatici, eseguiti con estrema rapidità e
spesso a occhi
bendati o al buio. Ebbe anche manifestazioni di
chiaroveggenza e, produsse la voce diretta. La
sua
attività ebbe inizio nel 1931, durante la
convalescenza dopo una grave malattia, e si
protrasse fin
oltre il 1940. Operava con stile e tecniche
diverse: delicati disegni a matita, disegni a
penna dal
tratto deciso e nervoso, pitture a olio in cui
non usava pennelli ma solo le dita. Aveva
numerosi
spiriti guida che talora gli ispiravano disegni
di carattere premonitorio, come uno in cui
raffigurò
vari personaggi che avrebbero avuto influenza
nella sua vita, terminando col ritratto del
figlio. Le
sue opere, anche da un punto di vista puramente
estetico, sono notevoli e rivelano una precisa
personalità artistica, ma furono sempre eseguite
in stato di trance. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 680/681).
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Leah Frank (n. 1898). Sensitivo inglese,
specializzato nel disegnare ritratti di persone
defunte, da
lui non mai viste e di cui, talora, non
esistevano fotografie così che l'identità veniva
stabilità dai
parenti solo in base ai loro ricordi. Dotato di
grande inclinazione al disegno fin da fanciullo,
quando
disegnava visioni che gli si presentavano
spontaneamente, si dedicò per qualche tempo al
pugilato
come professionista; implicato nelle vicende
politiche irlandesi, dovette rifugiarsi in India
dove si
guadagnò da vivere come caricaturista e reporter
di un giornale canadese; infine, a Londra, si
dedicò alla professione di medium a disegno
paranormale. Non operava in stato di vera e
propria
trance così che la sua opera avrebbe anche
potuto considerarsi normale se i suoi modelli
fossero
stati persone a lui note. A volte affermava di
vedere l'entità defunta a fianco del
consultante; altre
volte vedeva invece una fotografia, che asseriva
essergli presentata da una mano fantomatica, e
che
ricopiava con grande esattezza, talora
rovesciandola specularmente. In alcuni casi il
disegno
risultava più esatto del ricordo stesso del
consultante, come quando una signora lo pregò di
tracciare
il ritratto del suo defunto padre: il Leah
disegnò un vecchio cieco dall'occhio destro
mentre la
signora sosteneva che l'occhio spento era il
sinistro; ma una sorella di lei, presso la quale
il padre
aveva trascorso gli ultimi tempi della sua vita,
confermò l'esattezza del disegno. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 681).
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Lee Ann (1736-1784). Visionaria inglese, capo
del gruppo di quaccheri formatosi a Manchester
agli
inizi del Settecento per iniziativa di James e
Jane Wardley, a cui successe nella direzione del
movimento. Figlia di un fabbro, aveva visioni e
manifestazioni di xenoglossia che presto
crearono
intorno a lei, nei suoi seguaci, una vera
venerazione e le procurarono il soprannome di
«Anna il
Verbo». Nel 1774, per rivelazione, le giunse
l'ordine di trasferirsi in America, cosa che
fece con, un
piccolo gruppo di parenti e di amici
stabilendosi dapprima a New York e poi a
Watervliet presso
Albany. Qui le manifestazioni divennero ancora
più imponenti con fenomeni di visioni
collettive, di
messaggi dati per voce diretta, di guarigioni
miracolose, che avvenivano durante le riunioni:
bambini facevano elevati discorsi, intere folle
cadevano in estasi, si avevano singolari
fenomeni di
chiaroveggenza.
Presto la Società dei Credenti nella Seconda
Apparizione di Cristo, come si chiamò, si
diffuse in
tutta la regione creando un movimento religioso
quanto mai intenso. Dopo la sua morte. Ann
continuò a manifestarsi e a dirigere i suoi
fedeli con consigli, previsioni e annunci: lo
spiritismo era
già in atto. E in realtà, una sessantina di anni
dopo, questo movimento avrebbe trovato il suo
centro
di espansione proprio nella regione di Albany.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 681/682).
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Lees Robert James (m. 1931). Chiaroveggente
inglese, che si vuole abbia iniziato la regina
Vittoria
allo spiritismo: in realtà fu più volte ricevuto
a Buckingham Palace dalla regina, ma nulla di
preciso
si sa sui loro incontri. Il suo nome è
particolarmente legato alla vicenda di Jack lo
Squartatore, che,
sebbene avvenuta sotto gli occhi della polizia,
fu tenuta a lungo nascosta al pubblico, data la
personalità dell'assassino, un medico folle,
così che solo nel 1931, una cinquantina di anni
dopo i
fatti, il caso fu riportato dalla Revue
Métapsychique. Lasciò alcuni libri in cui dava
per lo più
notizie sulla vita dell'aldilà quali gli
venivano comunicate nelle sue visioni, ma
probabilmente la
fantasia consapevole del sensitivo intervenne in
buona parte in queste, opere. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 682).
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Leonard Gladys
Osborne (1882-1968). Medium inglese a
incorporazione, i cui fenomeni furono
molto simili a quelli della signora Piper, tanto
da essere chiamata «la Piper inglese». Da
bambina
aveva visioni di piacevoli campagne che
improvvisamente si sostituivano all'ambiente in
cui era,
facendo scomparire le pareti, il pavimento, il
soffitto, per estendersi a grandi distanze. Poi,
con due
giovani amiche, tentò sedute al tavolino finché
si manifestò la personalità di «Feda», la sua
guida,
una ragazza indiana che diceva essere lo spirito
di una bisnonna di lei. Feda insisté a lungo
perché
Gladys divenisse una medium professionista, e,
nella primavera del 1914, riuscì a convincerla,
sebbene quell'attività non piacesse affatto alla
medium: «Dirò onestamente», ella scrisse, «che
avrei
preferito lavare le scale per guadagnarmi da
vivere». Nello stesso periodo Feda annunciò
l'avvicinarsi della prima guerra mondiale:
«Qualche cosa di grande e terribile sta per
avvenire nel
mondo». Nel giugno del 1914, mentre si trovava
in un salotto con due amiche, vide sorgere
l'immagine di un giovane in uniforme che teneva
in mano una palla di cannone insanguinata
mormorando: «Povero il mio paese». Riconobbe in
lui il re Alessandro di Serbia, assassinato anni
prima.
Nel 1915, Hewat McKenzie, il fondatore del
Collegio Inglese di Scienza Psichica, dopo avere
tenuto con lei numerose sedute che considerò
senz'altro di carattere paranormale, la indicò a
Sir
Oliver Lodge e a sua moglie che avevano da poco
perduto in guerra il loro figlio Raymond: da lei
la
signore Lodge ebbe le prime comunicazioni del
defunto. Questo caso famoso rese celebre la
medium, che fu studiata regolarmente per alcuni
anni dal Lodge. Nel 1917 il reverendo Drayton
Thomas iniziò con la Leonard una serie di sedute
che durarono fino al 1922 sperimentando le sue
capacità di leggere in libri chiusi: queste
letture apparivano fatte non direttamente dalla
medium ma
dall'entità del padre defunto dello stesso
Thomas: su 348 prove, 242 ebbero risultato
positivo, 46
dubbio e 60 negativo. Inoltre 73 volte su 104 lo
spirito comunicò esattamente notizie che
sarebbero
apparse il giorno dopo sul Times indicando anche
il punto del giornale in cui sarebbero state
trovate.
Nel 1918, la Leonard fu ingaggiata dalla Società
per la Ricerca Psichica, la quale, per tre mesi
inviò
da lei sperimentatori che si presentavano
anonimi; vennero tenute 73 sedute, tutte
interamente
stenografate. La signora Salter, nel suo
rapporto pubblicato nei Proceedings della SPR
(luglio
1921), scrisse: «Credo che quanti hanno avuto
ripetute sedute con la signora Leonard – e fra
questi
io stessa – siano d'accordo che si è ottenuta
una buona prova della sopravvivenza della
personalità».
Iniziano nel 1922 le sedute tenute col Bradley,
durante le quali si manifestò a voce diretta un
parente della moglie di lui, Waren Clarke, dando
numerose prove di identità. Un altro caso di
voce
diretta, fenomeno che la Leonard produceva
piuttosto raramente, è quello riferito dal
giornalista
Robert Blatchford: in una seduta del 23
settembre 1923, egli si sentì chiamare dalla
voce della sua
defunta moglie, che, come era solita in vita,
pronunciò il suo diminutivo «Bob» come se fosse
scritto «Barb». Anche la signora Barrett
riferisce di aver udito la voce del suo defunto
marito Sir
William Barrett.
Con la Leonard furono tenute le prime sedute per
procura, nelle quali, per eliminare il sospetto
di
contatti telepatici, si presentava alla medium
non il consultante ma una persona che lo
rappresentava, del tutto ignara dei fatti su cui
si svolgeva la consultazione e del defunto con
cui si
voleva comunicare. Fu uno dei pochissimi medium
che sfuggirono a ogni dubbio di frode e i cui
fenomeni vennero giudicati genuini dalla
rigorosissima S.P.R. Lasciò tre opere: Breve
oscurità
(Brief Darkness, 1931); La mia vita in due mondi
(My Life in Two Worlds, 1931); L'ultima
Traversata (The Last Crossing, 1937). (U.D.)
Fonte: Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 681-683).
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LÉONIE B. Contadina bretone nata nella piima
metà del 1800 dotata di varie capacità
paranormali.
Fu studiata da Pierre Janet* psicologo francese
dal parapsicologo polacco Julius Ochorovicz*
e dal Myers*. uno dei fondatori della Società
per la Ricerca Psichica di Londra. Il suo nome è
rimasto legato in parti colare alle esperienze
che questi studiosi hanno condotto con la sua
collaborazione
per dimostrare la realtà di un fenomeno allora
controverso: la possibilità di addormentare e
influenzare una persona a distanza.
Oggi lo studio di questo fenomeno, chiamato più
comunemente ipnosi* telepatica, è forse uno dei
maggiori contributi sovietici alla
parapsicologia moderna.
Il primo tentativo effettuato con Léonie B.
avvenne a Le Havre nel 1886, quando la medium
aveva
ci rca cinquant' anni di età e si svolse così:
il dott. Gibert (collaboratore di P. Janet)
rimase nel proprio studio e all'ora
precedentemente concordata con i suoi
collaboratori. inviò telepaticamente alla
sensitiva il comando di cadere in ipnosi e di
recarsi subito da lui.
Gli altri tre studiosi, che erano appostati
davanti all'abitazione dell'ignara Léonie, la
videro uscire all'improvviso, a occhi chiusi,
evitare ogni ostacolo, destreggiarsi nel
traffico e giungere con un certo affanno allo
studio del Gibert.
Il Richet nel suo trattato di metapsichica (
Traité de Métapsychique, 1922) scrive: «Pierre
Janet ha potuto constatare che Léonie, posta in
sonno ipnotico da lui stesso o da suo fratello,
riconosceva esattamente
che tipo di sostanza egli si metteva in bocca:
zucchero, sale o pepe. Accadde che un giorno J.
Janet, che lavorava in una stanza accanto, si
bruciò accidentalmente la mano, Léonie proprio
in quel momento lamentò un forte
dolore e ind.icò esattamente il punto che
coincideva con quello ustionato
». (P. C.)
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Lesage Augustin (1876-1960?). Sensitivo francese
a pittura paranormale. Semplice minatore,
aveva 35 anni quando, lavorando in miniera, udì
una voce comunicargli che un giorno sarebbe
stato
pittore. L'avvertimento si ripetè più tardi per
tiptologia; Augustin fece qualche tentativo a
caso e
tracciò con singolare rapidità degli arabeschi a
matita colorata, che non mancavano di un certo
interesse. Sempre per incitamento degli
«spiriti», che si manifestavano per scrittura
automatica,
prese a dipingere una grande tela di tre metri
per tre: ne risultò una composizione astratta e
composita, a disegni perfettamente simmetrici,
che lo occupò per parecchi mesi rimanendo
tuttavia
incompiuta. Nel 1912 gli fu comunicato di avere
doti di guaritore, ed egli si diede a questa
nuova
attività aprendo addirittura un istituto con un
amico. Poi venne la guerra. Al ritorno; gli
«spiriti» gli
ordinarono di cessare la sua attività di
guaritore; tornò in miniera e riprese a
dipingere: il suo grande
quadro fu terminato solo nel 1921. Ne seguirono
altri dello stesso genere: grandi composizioni
decorative e simmetriche con figure inserite.
Nel 1923 abbandonava la miniera per dedicarsi
esclusivamente alla pittura. Quattro anni dopo
veniva studiato da Eugène Osty nell'Istituto
Metapsichico di Parigi: nei suoi quadri si
potevano riconoscere motivi decorativi indiani
ed
egiziani. L'Osty notò la sua sorprendente
capacità di eseguire disegni simmetrici senza
prendere
misure e senza guardare la parte già eseguita,
ma fu del parere che il Lesage non avesse vere e
proprie facoltà paranormali e fosse solo un
abile decoratore dotato di qualche non comune
capacità.
Tuttavia, quando nel 1939 il medium si recò in
Egitto, trovò in una tomba recentemente scoperta
un
affresco che riproduceva una scena di mietitura
da lui dipinta tempo prima.
In definitiva è questo l'unico elemento
decisamente paranormale della sua opera. Il
Lesage non
dipingeva mai in stato di trance. sebbene
affermasse di operare senza avere un'idea di
quello che
faceva e di sentire la sua mano guidata da
intelligenze diverse dalla sua. Firmava con vari
nomi:
«Marie», «Léonard de Vinci», «Marius de Tyane»,
ma, dal 1926 in poi, usò solo il suo nome. Dopo
l'episodio egiziano, si convinse di essere la
reincarnazione dell'antico pittore, Mena, autore
dell'affresco da lui osservato nella Valle dei
Re. E' da notare tuttavia che le somiglianze tra
le due
opere si limitano ad alcuni particolari. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 684).
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Machner H. (1866-?). Sensitivo tedesco a disegno
e pittura automatica. Figlio di operai, privo di
cultura, a 33 anni, dopo essere stato
conciapelli e marinaio, partecipò ad alcune
sedute medianiche
durante le quali ebbe manifestazioni di
automatismo parlante, visioni e, infine, si
sentì portato alla
pittura automatica a olio. Aveva come guida
un’entità sedicente cinese, che si manifestava
per
automatismo parlante, lo dirigeva in tentativi,
spesso riusciti, di guarigioni paranormali e
ispirava i
suoi quadri di fiori o di paesaggio, che
rimangono fra i più importanti e significativi
di questo
genere, e che furono esposti a Berlino nel 1903.
Operava in semitrance cominciando dall’angolo
sinistro in alto della tela e continuando con
grande sicurezza e rapidità. La sua produzione
ha un
valore artistico indiscutibile. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 718).
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Maeterlinck Maurice (1862-1949). Poeta e
scrittore belga, fra i maggiori e più
caratteristici
rappresentanti degli orientamenti simbolisti e
misticheggianti della fine di secolo. Fino a
circa il
1900 la sua opera si svolge in un clima che
potremmo definire di pessimismo mistico: la vita
gli
appare come la manifestazione vana e illusoria
di un’anima universale che tutto dirige,
fatalmente,
verso suoi oscuri fini: l'uomo afferra solo le
forme esteriori di questa segreta vicenda e si
illude di
intervenirvi con la sua volontà, ma in realtà ne
è trasportato come un filo di paglia dalla
corrente,
fino al momento in cui si annullerà nella morte.
Col nuovo secolo, però, questa concezione si
rovescia nello spirito del poeta: l’anima
universale gli appare come un'energia
intelligente sempre
rivolta al bene, con cui l'uomo può comunicare e
collaborare, e nella quale tutti gli esseri si
affratellano volgendosi insieme verso
un'evoluzione che è insieme fisiologica e
morale. Di qui i
suoi studi sugli animali e sulle piante, che
rientrano in quell'insieme di ricerche sulle
energie vitali e
sui processi evolutivi concepiti su di un piano
scientifico-filosofico, che caratterizzarono gli
ultimi
anni dell’Ottocento e i primi del Novecento. Di
qui i suoi studi sui fenomeni paranormali,
psichici e
fisici, di cui sostenne con fermezza la realtà.
Incerto sulla possibilità di comunicare con i
defunti,
egli considerò tuttavia dimostrata la
sopravvivenza, venendo alla conclusione che,
dopo la morte
corporea, lo spirito acquista una nuova forma di
coscienza, incomprensibile per i viventi perché
affrancata dalle leggi del tempo e dello spazio.
Opere principali in questo campo: La vita delle
api (La vie des abeilles, 1901); L'intelligenza
dei
fiori (L’intelligence des fleurs, 1907); La
morte (La mort, 1913); L'ospite sconosciuto
(L'hóte
inconnu, 1917); I sentieri nella montagna (Les
sentiers dans la montagne, 1919); Il grande
segreto
(Le grande secret, 1921); La vita delle termiti
(La vie des termites, 1927); La vita dello
spazio (La
vie de l’espace, 1928); La vita delle formiche
(La vie des fourmies, 1930); La grande legge (La
grande loi, 1933). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 719).
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Maggiora Luigi (n. 1914). Sensitivo italiano a
pittura automatica. Di umile condizione e di
scarsa
cultura, privo di ogni nozione tecnica, dipinse
sempre di notte, alla luce artificiale, senza
sapere
quale sarebbe stato il soggetto del suo quadro
finché esso non gli si rivelava dopo qualche
tempo di
concentrazione. Le sue pitture sono per lo più
paesaggi, in cui egli, a opera compiuta, scorge
significati simbolici. La sua attività, condotta
in stato di semitrance, e non priva di valore
artistico,
sembra al limite fra la paranormalità e la
normalità. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 719).
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Maginot Adèle. E' considerata la prima medium
francese i cui fenomeni siano stati oggetto di
un'indagine accurata e ben documentata. Fu
studiata infatti, nel 1848, da Alphonse
Cahagnet, il
quale, sebbene fosse solo un abile mobiliere,
appassionatosi ai fenomeni detti allora di
sonnambulismo, condusse intelligenti esperienze
in questo campo lasciandone la relazione,
scritta
subito dopo le sedute, nelle varie sue opere.
La Maginot incorporava defunti dandone
comunicazioni che, a giudizio dei loro parenti,
corrispondevano effettivamente a fatti avvenuti;
ma soprattutto eccelleva nella telepatia e nella
chiaroveggenza viaggiante. Interrogata dalla
madre di un uomo scomparso da tempo, seppe dire
che
era ancora vivo, indicò la località in cui si
trovava e spiegò le ragioni della sua scomparsa;
poche
settimane dopo, la madre ricevette dal figlio
una lettera che confermava le notizie date dalla
medium. Il Cahagnet diede relazione delle sue
sedute con Adèle nel secondo volume della sua
opera
Arcani della vita futura svelati (Arcanes de la
vie future dévoilés, 1849). ( R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 726).
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Manning Matthew (n. 1956). Medium inglese tra i
più giovani viventi particolarmente notevole
per la vasta gamma di fenomeni da lui
presentati. Aveva undici anni quando nella sua
casa
cominciarono a prodursi fenomeni di Poltergeist
con inesplicabili spostamenti o addirittura
scomparse di oggetti. Questi disturbi cessarono
però dopo pochi mesi e per tre anni tutto tornò
nella
normalità. I fenomeni ripresero però in modo
molto più imponente, sia nella nuova casa
-un’antica
villa settecentesca presso Cambridge - in cui la
famiglia Manning era andata ad abitare, sia nel
collegio dove il giovane Matthew seguiva i suoi
studi. In casa, un grande e pesante armadio
nella
stanza del ragazzo cominciò a muoversi, oggetti
vennero levitati, mobili scomparvero dal loro
posto
per essere ritrovati nella cantina; in collegio
i letti della camerata in cui il medium dormiva
presero
a spostarsi e si ebbero vasti fenomeni di
apporto di chiodi, viti, coltelli di oscura
origine. Seguirono
misteriose firme che apparivano sulle pareti
della stanza di Matthew e che rispondevano a
nomi di
antichi abitanti della località o di antichi
proprietari della villa. Con questi proprietari
il ragazzo
entrò in comunicazione, per scrittura automatica
e in stato di semitrance: essi gli raccontavano
vicende della loro vita trascorsa, a volte si
dichiaravano autori della scomparsa di oggetti
asportati
e, in seguito alle richieste di lui, li
restituivano. Uno di loro, un certo Webbe, si
esprimeva in modo
da far capire di non avere ancora la coscienza
di essere morto, si credeva nell'anno 1730,
parlava di
negozi dell’epoca come se ancora esistessero.
Matthew, che seguiva con singolare attenzione e
collaborazione i propri fenomeni, tentò
esperienze di bilocazione. Una volta, mentre era
in collegio,
cercò di trasferirsi nella sua casa, dove vide
sua madre intenta ai lavori domestici; sebbene
la madre
dicesse poi di avere avvertito la sua presenza,
non potè avere la certezza se si trattasse di
una vera
bilocazione o di una semplice visione
chiaroveggente. Un'altra volta tentò un viaggio
nel tempo;
vide la propria casa come era verso il 1730, una
porta in una parete attualmente chiusa e coperta
da
scaffalature, e della quale furono poi
riscontrate le tracce, un intonaco azzurro sulle
pareti delle
scale, e che fu poi riconosciuto, in seguito a
una scrostatura del nuovo intonaco. Matthew notò
che
l’inizio di queste nuove manifestazioni
esplicitamente medianiche era venuto a
coincidere con
l'attenuarsi dei fenomeni Poltergeist: se le
abbandonava per qualche tempo i fenomeni
riprendevano.
Ebbero infine inizio i fenomeni di disegno
automatico: Matthew, che non aveva alcuna
inclinazione
per il disegno, cominciò a tratteggiare
composizioni firmate da vari autori, da Dürer a
Matisse,
chiaramente nello stile di questi artisti, a
volte semplici riproduzioni di loro opere, che
egli non
aveva mai visto. L'imporsi di questa attività
segnò la definitiva scomparsa dei Poltergeist.
Frattanto si manifestavano altri fenomeni: la
notizia degli esperimenti psicofonici del
Raudive
indusse il giovane medium a imitarli ottenendo
risultati imponenti: marce militari, rumori di
fucilerie che scaturivano a pieno volume dal
nastro magnetico. Quando la televisione portò a
conoscenza di tutti le capacità di Uri Geller,
in particolare quella di piegare oggetti
metallici con la
sola forza mentale, anche Matthew volle fare
altrettanto e vi riuscì perfettamente.
Nel 1974, il prof. Owen, che aveva conosciuto
Matthew al tempo delle sue prime
manifestazioni,quando egli era docente
all’università di Cambridge, divenuto frattanto
direttore
della Fondazione di Ricerca Nuovi Orizzonti a
Toronto, in Canada, invitò il giovane a
sottoporsi,
con altri sensitivi, a una serie di studi da lui
organizzata in quell’istituto.
L’elettroencefalogramma
dimostrò che, nel momento in cui Matthew
esercitava le sue facoltà paranormali, il suo
cervello
produceva sul tracciato onde di una forma
particolare. molto rare, che furono dette onde
rampa.
Matthew Manning ha dato un resoconto della sua
fenomenologia in una sorta di biografia
documentata, L'anello di congiunzione (The Link,
1974; trad. ital. Da dove vengono i miei poteri,
1976) con una presentazione di P. Bander e un
commento dello stesso Owen. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 739/740).
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Margery (Mina
Crandon Stinson, 1890?-1941). Famosa medium non
professionista
americana, moglie del chirurgo L.R.G. Crandon,
docente alla facoltà di medicina di Harvard.
Si fece conoscere nel 1924, quando la rivista
Scientific American mise in palio un premio di
2500 dollari per quel medium che riuscisse a
produrre fenomeni riconosciuti reali da
un’apposita commissione. Dopo alcuni
professionisti, le cui esibizioni rimasero
dubbie, si
presentò la signora Crandon, di Boston,
avvertendo in anticipo che, se lo avesse
ottenuto,
avrebbe rinunciato al premio per metterlo a
disposizione di ulteriori ricerche sulla
medianità.
In un primo tempo si tacque il suo nome; in
seguito ella adottò lo pseudonimo di Margery.
La commissione era composta da cinque membri: H.
Carrington, W.F. Prince, W.
McDougall, D.F. Comstock e il prestigiatore H.
Houdini, scelto come competente per rivelare
eventuali trucchi. Ne fu segretario J.M. Bird,
direttore della rivista. Le sedute vennero
tenute
a Boston, nei laboratori del dott. Comstock o
del prof. McDougall, o in casa Crandon, dove si
formò poi un circolo famoso noto come circolo di
Limen Street. Purtroppo la presenza
dell'Houdini, contrario per principio ai
fenomeni paranormali e deciso a rivelarne gli
imbrogli
con ogni mezzo, anche illecito, avrebbe
compromesso le indagini.
Il controllo di Margery era un’entità che si
presentava a voce diretta, come Walter Stewart
Stinson, fratello della medium, macchinista
delle ferrovie americane morto in un incidente
ferroviario nel 1912 e rimasto noto con il nome
di Walter. Si trattava di un’entità molto
singolare, che non dava notizie sull’aldilà, non
faceva prediche morali e si dimostrava molto
legata a questo mondo, piena di senso pratico,
allegra, sempre disposta a collaborare con gli
sperimentatori.
Quando si sottopose all’esame della commissione,
Margery aveva dato, già da un anno,
prova dei suoi poteri che erano cominciati con
produzione di raps, scrittura automatica,
fenomeni di telecinesi, musica paranormale e
infine voce diretta. Era già stata esaminata da
un gruppo di scienziati di Harvard, composto dal
McDougall, dal Robak, da Gardener
Murphy e dal suo assistente Helson, ma le
esperienze non avevano dato alcun risultato
definitivo. Verso la fine del 1923, durante un
viaggio in Europa fatto col marito, aveva
prodotto, a Parigi, notevoli fenomeni davanti al
Geley e al Richet, che ne erano rimasti
convinti, e così pure a Londra, dove il
meticolosissimo Harry Price dovette ammetterne
la
genuinità.
I fenomeni avvenuti davanti alla commissione
furono numerosi e notevolissimi:
movimenti di oggetti in vasi di vetro
suggellati, spostamenti di bilance, campanelli
elettrici
che suonavano entro campane di vetro, luci che
apparivano dietro richiesta, movimenti di
mobili, orologi che si fermavano a comando, un
guanto di paraffina creato da una mano
invisibile, voci dirette. Ma Houdini, che aveva
preso il sopravvento sugli altri componenti,
inesperti di pratiche illusionistiche, insisteva
che si trattava di frode e giunse a frodare lui
stesso, cosa che fu rivelata da Walter, per dar
forza alle sue affermazioni. Non si venne così,
neppure questa volta, a una conclusione. Il Bird
rimase convinto che i fenomeni erano
genuini; Prince, Comstok e McDougall dissero di
non poter dare un giudizio sicuro,
Carrington inclinò per la genuinità: tutti prima
o poi si ritirarono. Una seconda commissione
di Harvard, di cui fecero parte l’astronomo
Sharpley e il dott. Dingwall, rimase egualmente
incerta. Dopo varie sedute tenute nei primi mesi
del 1925, il Dingwall, pur ammettendo che i
fenomeni osservati erano fra i più rari e tali
da potere essere classificati insieme a quelli
di
Home, del Moses e della Paladino, metteva in
evidenza l’estrema difficoltà di dare un
giudizio definitivo nonostante l'estrema cura
con cui l’investigazione era stata condotta e vi
rinunciava.
I fenomeni più importanti prodotti da Margery
furono senza dubbio la voce diretta, le
corrispondenze incrociate e le impronte, oltre
ad alcune manifestazioni di xenoglossia. Per la
voce diretta che veniva prodotta quasi in ogni
seduta, si invocò per molto tempo la
ventriloquia, sebbene la voce di Walter
risuonasse in vari punti della stanza, spesso
dal
soffitto, e talora addirittura in una stanza
vicina: Carrington e Hyslop, nelle loro
esperienze,
costrinsero Margery a restare con la bocca piena
d'acqua per tutta la seduta, e tuttavia la voce
di Walter risuonò chiaramente. Il dott. Mark
Richardson ideò poi una «macchina per
controllare la voce» consistente in un tubo di
vetro pieno d’acqua, dal cui fondo partivano dei
tubi di gomma che non solo la medium ma anche
gli sperimentatori dovevano tenere in bocca
chiudendo l'estremità con la lingua; sull'acqua
galleggiava un sughero fosforescente, ben
visibile al buio: se qualcuno avesse cessato di
tener chiuso il suo tubo per parlare, l’acqua
gli
sarebbe entrata in bocca e il suo livello, nel
tubo, si sarebbe abbassato. Anche con questo
controllo Walter continuò a parlare e il
galleggiante rimase immobile. Da ultimo il
Thorogood
fece un esperimento decisivo: mise un microfono
in una cassetta isolata acusticamente e
chiusa a lucchetto, collegandolo con un
altoparlante che era in un’altra stanza, e
invitò Walter
a parlare nel microfono stesso, che era nella
stanza delle sedute: i presenti non udirono
nulla,
ma la voce di Walter uscì chiara
dall’altoparlante.
Delle esperienze di corrispondenze incrociate
parliamo sotto questa voce, e così pure
rimandiamo alla voce Impronte paranormali per i
particolari su questo contestatissimo
fenomeno, che il Thorogood confermò
definitivamente quando, con un esperimento
affine a
quello da lui ideato per la voce diretta,
ottenne l’impronta del pollice di Walter su di
un
blocchetto di cera racchiuso in una cassetta
chiusa a chiave e sigillata.
Il 17 marzo 1928, Walter annunciò di essere
entrato in comunicazione con un gruppo di
personalità cinesi e che avrebbe fatto
trasmettere da loro un messaggio attraverso
Margery.
Questa infatti, in stato di trance profonda,
scrisse con grande rapidità nove colonne di
caratteri cinesi che vennero più tardi
sottoposte al sinologo Whymant e a due letterati
cinesi:
si trattava di sentenze morali in cinese
arcaico, alcune delle quali provenivano da
antichi testi.
La lingua cinese entrò a far parte anche di una
famosa esperienza di corrispondenza
incrociata fra il gruppo di Limen Street e un
gruppo di Niagara Falls, dove era medium il
dott. Hardwick, e della quale abbiamo parlato
sotto la voce Corrispondenze incrociate.
I fenomeni di Margery, che oggi vengono
considerati quasi universalmente veridici, sono
fra i più conturbanti nella storia della
parapsicologia. Gli spiritisti vedono in essi
una delle
prove più sicure della sopravvivenza;
esaminandoli obbiettivamente, non possiamo dire
che
la sopravvivenza sia da essi definitivamente
confermata: la capacità chiaroveggente dello
spirito si presenta così vasta e ricca da non
potere escludere che tutta la fenomenologia
della
medium sia stata un fatto di super ESP. Ma
questa stessa attività spirituale, che invano si
cerca di collegare con corrispondenti attività
fisiologiche, ci permette per lo meno di
supporre
- se anche non ci costringe a farlo —
un'indipendenza effettiva della mente dalle
strutture
dell’organismo, con tutte le conseguenze che se
ne possono trarre. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 743/745).
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Marshall Mary (1842-1884). E' considerata la
prima medium professionista inglese, e quella
che
fece conoscere a personalità come il Crookes e
il Wallace i primi fenomeni paranormali. Le sue
manifestazioni consistevano in raps, movimenti e
levitazioni del tavolo, scrittura diretta e, a
partire
dal 1867, voce diretta. Nel 1860, durante una
seduta, pregò i presenti di tenere i propri
fazzoletti,
per una estremità, sotto il tavolo; poi spalmò
una lastra di vetro con polvere bianca e olio, e
la tenne
lei stessa, con una sola mano, sotto il tavolo.
Quando la ritirò vi appariva scritto «Nodo su
nodo», e
ogni fazzoletto risultò annodato. In seguito
produsse scritture dirette su lavagne. (R).
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 745/746).
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Martinengo Bertelli Libia (n. 1912).
Sensitiva a incorporazione ed effetti fisici,
che ha
intenzionalmente orientato la sua attività verso
una direttrice spirituale. Colpita da
poliomielite fin
dall’infanzia, non potè frequentare alcuna
scuola e, per alcuni anni, visse fabbricando
fiori di carta.
Frattanto riuscì a farsi una cultura e cominciò
ad avere misteriose ispirazioni in stato di
trance
estatica, di cui manteneva il ricordo da sveglia
e che si conclusero in un sistema di concezioni
altamente morali. Dotata di facoltà guaritrici e
soprattutto diagnostiche, è nota soprattutto per
una
attività missionaria rivolta al bene
dell’umanità, che si esplica in conferenze,
scritti e fondazioni di
centri di studio in varie città. Fra le sue
opere, talora scritte almeno in parte «sotto
ispirazione»,
ricordiamo Giovanni l'Annunciatore, La
straordinaria avventura del soldato John e Una
donna di
nome Maria. (A.F.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 746).
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McMullen George. Sensitivo americano. Poco colto
e camionista di professione, è stato studiato in
particolare dal dott. Norman Emerson,
dell’università di Toronto, che si è valso e si
vale delle sue
eccezionali doti di psicoscopia per le proprie
ricerche archeologiche sugli Indiani Irochesi.
Recentemente ha seguito l’Emerson in Egitto e in
Persia per aiutarlo in ricerche sulla Grande
Piramide, la Sfinge e la «Città dei colli e
delle pianure» nell’Iran. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 757).
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Mellon Fairlamb Annie. Medium a
materializzazione inglese, attiva fra il 1870 e
il 1920 circa.
Nella prima gioventù ebbe manifestazioni di
scrittura automatica, telepatia, chiaroveggenza
e
chiaroudienza; in seguito si ebbero fenomeni di
materializzazione. Nel 1875 fu studiata con
esito
favorevole dal Sidgwick e dal Myers, a
Cambridge; essi però non pubblicarono la loro
relazione.
Due anni dopo, il Barkas ottenne da lei dei
calchi che risultarono genuini. Fu nota in
Europa e in
Australia, dove si sposò. Nell’ottobre del 1894,
al pari di tanti altri medium a
materializzazione,
venne colta in flagrante frode: uno degli
«spiriti » da lei materializzati, «Cissie»,
afferrato da uno
dei presenti, T.S. Henry, si rivelò essere la
medium stessa: e, al pari degli altri, ella
sostenne di avere
trasferito completamente il suo corpo nella
materializzazione. Da allora, al pari della
D’Espérance,
durante le sedute non si chiuse nel gabinetto
medianico rimanendo in vista dei presenti. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 766/767).
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Melzer Heinrich (1873-?). Medium tedesco ad
apporto, attivo fra il 1905 e il 1930 circa.
Semplice
tabaccaio, aveva vari controlli che spesso si
manifestavano a voce diretta: tutti sostenevano
di
essere entità orientali. Gli apporti
consistevano in fiori e sassolini. Operava al
buio o a luce rossa,
più raramente in piena luce, ma veniva in genere
chiuso in un sacco o in una tuta a maglia. I
fiori
apparivano freschissimi e talora erano di
notevoli dimensioni come anemoni o gigli:
cadevano verso
il medium da punti lontani della stanza,
presentandosi dapprima come ombre. I sassi erano
sempre
di piccole dimensioni e, nel 1926, gliene furono
trovati due fissati con un cerotto dietro le
orecchie.
Il Melzer riconobbe di avere frodato perché in
quel periodo i suoi poteri si stavano
attenuando.
Secondo J.H. McKenzie, i suoi apporti di fiori,
che talora divorava appena giunti, spesso
ferendosi
con le spine delle rose, erano genuini. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 767).
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Miller C.V. Medium americano a
materializzazione, francese di nascita,
antiquario di professione,
attivo fra gli ultimi anni del secolo scorso e i
primi del nostro. Secondo Willie Reichel, che
dedicò a
lui gran parte del suo libro Esperienze occulte
(Occult Experiences), i suoi fenomeni di
materializzazione erano meravigliosi: egli
restava davanti al gabinetto medianico dal quale
uscivano
in successione vari fantasmi drappeggiati di
bianco, che il medium prendeva per mano e
presentava
agli spettatori perché parlassero con loro.
Tornati davanti al gabinetto, i fantasmi si
smaterializzavano sprofondando nel pavimento o
scomparendo attraverso il soffitto. Il Reichel
ne
vide fino a dodici successivamente e una volta
ne scorse sei raggruppati nel gabinetto insieme
al
medium. In un articolo pubblicato sul Psychische
Studien, egli riferisce di una seduta del
febbraio
1904, durante la quale un suo amico defunto si
materializzò otto volte vicino a lui e alla
distanza di
tre metri dal medium: gli si avvicinò come una
fiamma fluttuante che, in circa un minuto e
mezzo,
assunse la forma completa, gli parlò a lungo e
continuò a parlare anche mentre sprofondava nel
pavimento smaterializzandosi finché rimase solo
la testa.
Nel 1906 il Miller venne in Francia, ma evitò di
farsi esaminare dal De Rochas e da un gruppo di
scienziati che era pronto a sperimentare con
lui: preferì esibirsi in circoli spiritisti e fu
studiato dal
Delanne, il maggior esponente dello spiritismo
scientifico francese, il quale sostenne che i
fenomeni
erano genuini. Anche il dott. Encausse, ossia
Papus, venne a questa conclusione, mentre il
giornalista Gaston Méry, pur ammettendo la
genuinità come molto probabile, fece alcune
riserve.
Passato da Parigi a Monaco, il medium diede
numerose sedute private in cui produsse
materializzazioni e globi o nubi luminose che
fluttuavano verso il soffitto. Di nuovo a
Parigi, non
accettò le condizioni poste dal Richet e diede
sedute alcune delle quali furono riferite nel
quarto
volume degli Annals of Psychic Science. A una di
queste sedute fu presente Cesare De Vesme il
quale scrive di avere visto una palla luminosa
di circa 25 centimetri di diametro scendere
dall’alto e
trasformarsi in una figura umana che parlò.
Tuttavia il De Vesme non si pronunciò in modo
definitivo sulla genuinità del fenomeno, e non
lo fece neppure due anni dopo, nel 1908, in
occasione di una seconda visita del Miller a
Parigi, sebbene il medium fosse stato spogliato,
esaminato medicalmente, rivestito di un abito
senza tasche datogli dagli sperimentatori, e
numerosi
fantasmi si fossero materializzati e
smaterializzati davanti ai presenti: dato il
numero di questi, una
quarantina, non potè escludere che fra loro si
celasse qualche compare. Dopo il 1908 si hanno
scarse notizie di questo medium singolare. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 777).
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Mirabelli Carlos (1889 ?). Medium non
professionista brasiliano, di origine italiana,
che, secondo
le relazioni, sarebbe stato uno dei più potenti
soggetti mai esistiti. Le sue manifestazioni
furono
infatti quanto mai varie e imponenti: scrittura
automatica, pittura automatica, xenoglossia in
ventisette lingue, guarigioni paranormali,
levitazione, apporto e, in particolare,
materializzazione.
Temperamento nevrotico fin dalla giovinezza, fu
ricoverato per questo in una clinica per
malattie
nervose, dove i suoi fenomeni vennero
riconosciuti e studiati dai medici. Presto
divenne celebre,
anche perché le manifestazioni avvenivano spesso
per la strada e in luoghi pubblici: si parlava
di
asporti e apporti a chilometri di distanza, di
levitazioni avvenute in pieno giorno all'aperto;
una
volta, mentre il medium stava per salire su di
un battello che doveva portarlo da Luz a Santos,
scomparve improvvisamente e, due minuti dopo, fu
trovato a São Vicente, alla distanza di 90
chilometri; un'altra volta, entrato in una
farmacia, tutti i vetri degli scaffali andarono
in pezzi e un
teschio si mise a volare nell'aria battendo i
denti; durante una riunione in occasione di una
festa
nazionale, si udirono rulli di tamburi e squilli
di trombe mentre i bicchieri e le bottiglie,
urtandosi
tra loro, eseguivano una marcia militare. Una
commissione nominata per esaminare i fatti,
nella
quale vi era lo stesso Ganymed de Sousa,
presidente della repubblica, venne alla
conclusione che i
fenomeni erano genuini.
All'inizio degli anni Venti, l'Academia de
Estudos Psychicos Cesar Lombroso intraprese lo
studio
del Mirabelli dandone un rapporto nel 1926 dopo
392 sedute e concluse per la genuinità di 189
esperimenti di diagnosi paranormale, di 85 di
scrittura automatica, di 63 sui fenomeni fisici
condotti
alla luce del giorno o in piena luce
artificiale. Il medium parlò inoltre in 26
lingue compresi 7
dialetti e scrisse in 28 linguaggi fra cui il
latino, il caldeo e il geroglifico egiziano.
Nella scrittura automatica si manifestarono
personalità illustri come Giovanni Huss, che
scrisse in
ceco sull'indipendenza della Cecoslovacchia,
Camillo Flammarion, che diede notizie in
francese sui
pianeti abitati. Muri Ka Ksi, che scrisse in
giapponese sulla guerra russo-giapponese. Le
materializzazioni si presentarono sempre
complete e furono esaminate medicalmente dai
medici
presenti, che riconobbero in esse la presenza di
tutte le funzioni vitali. Apparve uno scheletro
che
camminò per la stanza per una ventina di minuti
dissolvendosi davanti ai presenti, e si
presentò, tra
le altre, l'entità del vescovo José de Camargos
Barros, che era morto in un naufragio, e diffuse
nella
stanza un intenso profumo di rose. Molte di
queste materializzazioni vennero fotografate. In
una,
Mirabelli, strettamente legato, scomparve e
venne ritrovato in trance in un'altra stanza. Il
diffidentissimo E.J. Dingwall, che esaminò la
documentazione, dichiarò di non sapere che cosa
concludere: «Sarebbe facile condannare il
soggetto come mostruosamente fraudolento e gli
sperimentatori come mostruosamente sciocchi, ma
non credo che tale supposizione gioverebbe a
quello stesso che l'avanzasse».
Nel 1928, il Driesch fu presente ad alcune
sedute: non vide materializzazioni, udì parlare
il medium
in italiano e in estone, e osservò alcuni
fenomeni psicocinetici che non seppe spiegare,
ma, nel
complesso, inclinò piuttosto per la frode che
per la veridicità. Nel 1932 la Società per la
Ricerca
Psichica di Londra inviò in Brasile il Besterman
perché assistesse a qualche seduta del Mirabelli
e
ne desse un giudizio. Le sedute diedero ottimi
risultati con fenomeni di materializzazione,
telecinesi, apporto, xenoglossia ecc., e il
Besterman si dichiarò pienamente convinto
firmando tutti i
verbali. Se non che più di un anno dopo, dandone
il resoconto in una conferenza a Londra, lo
sperimentatore dichiarò che il Mirabelli
possedeva alcune facoltà medianiche ma era
riuscito
abilmente a magnificarle con una serie di frodi
per solo scopo di lucro. In realtà il Mirabelli,
di
famiglia ricca, non chiese mai denaro per le sue
sedute, e una sola volta diede uno spettacolo a
pagamento per beneficenza. La sua figura rimane
una delle più sconcertanti della medianità.
(U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA
EDITORE (pagine 780/781).
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Monck Francis Ward. Pastore battista inglese
che, riconosciute in se stesso forti capacità di
guaritore e medium a materializzazione, lasciò
l’attività ecclesiastica per divenire medium
professionista. Fu attivo per tutto l’ultimo
trentennio del secolo scorso e i primi anni del
nostro
secolo.
Dopo aver compiuto numerose guarigioni
paranormali in Irlanda, produsse, a Londra,
singolari
fenomeni di materializzazione e di scrittura
diretta su lavagne alla presenza, fra gli altri,
di Alfred
Russel Wallace, di Stainton Moses e di E.T.
Bennett, segretario della S.P.R., che ne
rimasero
convinti. Operava in genere in piena luce e
senza entrare nel gabinetto medianico. Nel
novembre
del 1876, durante una seduta, un prestigiatore
professionista sostenne che il medium frodava e
volle
perquisirlo; Monck fuggì dalla sala e si mise in
salvo passando da una finestra; furono trovati
due
guanti riempiti di stoppa che dovevano simulare
mani materializzate. Ne seguì un processo in cui
il
medium fu difeso dal Russel, il quale sostenne
di avere visto chiaramente formarsi un fantasma
femminile da una nube leggera a circa due metri
dal Monck. Tuttavia l'accusato fu considerato
colpevole e condannato a tre mesi di prigione.
Non per questo i suoi amici cessarono di credere
in lui. L'arcidiacono Colley, che gli fu intimo
amico e visse per qualche tempo con lui,
sostenne sempre la genuinità dei suoi fenomeni
facendo
relazioni abbastanza suasive. Riferì, a esempio,
di avere visto più volte formarsi volti
bellissimi da
nubi ectoplasmiche che uscivano dal fianco o dal
petto del medium, e perfino materializzazioni
complete, sempre in piena luce. Il prestigiatore
Maskelyne, allettato da un premio di mille
sterline
messo in palio dal Colley, imitò sul
palcoscenico queste materializzazioni provocando
un fumo su
di un fondo nero mentre una donna nascosta
dietro di lui mostrava a tratti un braccio o il
volto; ma
il Colley obiettò che il fenomeno era molto
diverso da quelli prodotti dal Monck: il fumo
era
rimasto fumo senza assumere alcuna forma, il
braccio e il volto erano usciti evidentemente da
dietro
il prestigiatore. e questi non aveva permesso
che gli sperimentatori fossero con lui sul
palcoscenico.
Poiché il prestigiatore esigeva il premio, ne
seguì un processo che si concluse con la
condanna del
Maskelyne alle spese.
Il Colley descrive anche un fantasma femminile.
Alice, compietamente materializzato, che si
trattenne per mezz'ora a parlare con i presenti
e poi fu riassorbito, attraverso un filamento
vaporoso,
dal corpo del medium; un bambino che si aggirò
per la stanza, attizzò il fuoco facendo cadere
un
ceppo, e fu ugualmente riassorbito; un amico
defunto dello stesso Monck, riconosciuto dai
presenti,
un certo Sam, che, materializzatosi
completamente, parlò con loro e, a loro
richiesta, svegliò il
medium dalla trance e si fece riconoscere da lui
abbracciandolo e stringendogli la mano; una
matita
che penetrò in una bottiglia chiusa.
E' difficile conciliare questi resoconti, fatti
da uno spiritista convinto, ma investigatore
coscienzioso, tanto da essersi schierato fra gli
accusatori dell’Eglinton, con l’episodio del
1876, che
portò il Monck in tribunale; ma non è certo il
primo caso del genere. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 789/790).
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Monroe A. Robert. Sensitivo americano, noto per
le sue esperienze di bilocazione, di cui ha dato
relazione nel suo libro Viaggi fuori dal corpo
(Journeys out of the Body, 1971, trad. ital.
1974).
Agiato uomo di affari, ha seguito attentamente i
fenomeni che avvenivano in lui e si è sottoposto
agli studi di Charles T. Tart, che lo prese in
esame nel 1965-66 e nel 1970. Il Tart, che
mirava
soprattutto a stabilire se si trattava di vera
bilocazione o di semplici manifestazioni di
chiaroveggenza, riferisce che. dopo sette
tentativi rimasti senza successo, nel luglio del
1966 il
soggetto ebbe due esperienze bilocative nella
stessa notte. La prima volta si trovò con due
uomini e
una donna a lui sconosciuti, e con i quali tentò
inutilmente di stabilire un qualsiasi rapporto:
era
uscito dal Laboratorio Elettroencefalografico
della facoltà di medicina dell’Università di
Virginia,
dove si svolgevano gli esperimenti, ma non
sapeva dove si trovasse. «Non ci fu dunque
modo»,
scrive il Tart, «di controllare se si trattava
di fantasia o di una reale percezione di
avvenimenti che
accadevano a distanza». Nella seconda esperienza
il Monroe ebbe la certezza di uscire dalla
stanza
in cui dormiva per cercare il tecnico del
Laboratorio, una donna, nella stanza vicina e
poi nel
corridoio, dove la trovò intenta a parlare con
un uomo. Il Monroe scrive: «Cercai di attrarre
la sua
attenzione, e quasi immediatamente lei mi
rispose con un impeto di gioia spontanea perché
avevo
raggiunto ciò per cui avevamo lavorato... Mi
rivolsi quindi all’uomo... cercando di
richiamare la sua
attenzione, ma non ci riuscii». Effettivamente
la donna, nell’ora indicata, era nel corridoio
con suo
marito, ma né lei né il marito avvertirono la
presenza del soggetto: se dunque vi fu una
reazione da
parte sua, questa si svolse a livello inconscio.
«Come parapsicologo», scrive il Tart, «non posso
dire
che questa sia stata una prova... tuttavia
considerai il risultato come molto
incoraggiante». Durante
queste due esperienze il tracciato
elettroencefalografico del soggetto fu quello
denominato «stadio
1» ossia quello corrispondente al sonno quando
si sogna.
Nei primi del 1967 il Tart, trovandosi in
California, tentò, con sua moglie, di ottenere
una
bilocazione del sensitivo concentrandosi su di
lui. Dopo cinque minuti squillò il telefono, ma
i due,
intenti all’esperimento, non risposero. Seppero
poi che il Monroe. in quel momento, si era
sentito
trascinare fuori dal corpo e si era trovato in
una stanza buia: appena svegliatosi aveva
telefonato
senza avere risposta. Il Tart aggiunse però che
il sensitivo descrisse la stanza in modo molto
vago e
lo aveva visto compiere atti che in realtà non
aveva compiuto.
Nell’autunno del 1970 lo studioso incontrò
Robert Monroe in Virginia e fu suo ospite: lo
pregò, se
nella notte avesse avuto un’esperienza
bilocativa. di venire nella sua stanza e di
cercare di
provocare anche in lui una bilocazione. Verso il
mattino ebbe in realtà una sorta di incubo
pauroso,
ma, al risveglio, pensò che l’esperimento fosse
fallito. Se non che, una settimana dopo, un suo
amico di New York gli comunicò che la propria
figliastra lo aveva visto quel mattino mentre
andava
a scuola: calcolando la differenza di orario,
l’ora coincideva con quella dell’incubo.
Nel suo libro, il Monroe descrive fenomeni molto
più imponenti: egli è convinto, che, nelle sue
bilocazioni, ha potuto raggiungere non solo
località distanti, ma anche dimensioni diverse
dalla
nostra, popolate da esseri intelligenti, e
perfino altri pianeti. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 791).
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Morris Mrs (poi signora Meurig, n. 1899). Medium
inglese a automatismo parlante. Dopo alcune
manifestazioni avute da fanciulla, cominciò a
dar prova della sua medianità nel 1922, quando,
sotto
il controllo di un’entità infantile, Sunshine, e
di quella di una suora francese, Sister
Magdalene,
cominciò a parlare in stato di trance. Le fu
predetto che avrebbe dato alti insegnamenti
ispirati da
uno spirito chiamato «Potere» (Power), cosa che
realmente avvenne: con voce nettamente maschile
la giovane medium cominciò a tenere discorsi
che, per erudizione e profondità di pensiero,
andavano molto al di là della sua cultura e
della sua intelligenza. Nel 1929 conobbe lo
scrittore e
commediografo Laurence Cowen, il quale, da
scettico che era, divenne spiritista convinto e
organizzò una serie di pubbliche sedute
domenicali nel Fortune Theatre di Londra. La
fama della
Morris come «medium a ispirazione», come si
diceva, divenne enorme.
La Columbia Gramophone Company volle registrare
la voce di Power, ma, durante la registrazione,
avvennero degli incidenti, per l’inserirsi di
altre voci e altri suoni, che, secondo i
tecnici, avrebbero
dovuto far fallire l’esperimento. Tuttavia Power
assicurò che la registrazione sarebbe stata
perfetta e
tale risultò difatti quando fu presentata al
Fortune Theatre il 25 aprile 1931.
Un fatto simile avvenne quando la British
Movietone Company volle girare un film parlato
del
fenomeno: la fune che reggeva il microfono sopra
la testa della medium si spezzò (risultò poi
tagliata nettamente da un coltello affilato), si
udì un gran colpo e il microfono per poco non
cadde
addosso alla Morris. Si pensò anche questa volta
che il «sonoro» sarebbe riuscito imperfetto, ma
l'incidente non lasciò alcuna traccia sulla
registrazione: Power affermò poi che tutto era
stato
programmato nell’aldilà per dar prova della
genuinità del fenomeno.
Nel 1932 la Morris fece causa al Daily Mail per
un articolo intitolato «Un medium smascherato»:
durante il processo, cadde in trance e pronunciò
un appello di Power al giudice. Il verdetto fu a
favore del giornale fondandosi sulla libertà di
stampa, ma aggiunse che nulla di fraudolento né
di
disonesto era stato provato contro la medium.
Sir Oliver Lodge, nel suo libro Anni passati
(Past
Years, 1932) sostenne la veridicità delle
manifestazioni della Morris e si dichiarò
incline a una loro
interpretazione sulle basi dello spiritismo.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 792/793).
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Morse J.J. (1848-1919). Medium inglese ad
automatismo parlante* e fenomeni fi sici .
Orfano a
dieci anni, ebbe un'educazione molto limitata ed
era cameriere in un bar quando fu scoperta la
sua
medianità. In stato di trance teneva discorsi
filosofici molto elevati impersonando l' entità
di un antico
pensatore cinese e di altri dotti.
L'avvocato Cox* , nel suo libro Chi sono? (What
Am ! ?, 1874) afferma di averlo sentito
discutere
con perfetta competenza con un gruppo di
filosofi su temi come la ragione, la volontà, la
precognizione,
il destino, e di avere avuto risposte molto
intelligenti a difficili domande di psicologia .
Tra i fenomeni fisici diede manifestazioni di
incombustibilità* e di elongazione*.
Fondò nel 1901 la Spirùual Review e, dal 1906,
diresse per molti anni la rivista The Two Worlds
di Manchester. Fu tra i maggiori rappresentanti
dello spiritismo inglese. Sua figlia Florence
ereditò le sue doti e si fece
conoscere in America, Australia , Nuova Zelanda
e nel Sud-Africa. (R.)
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Moses William Stainton: Medium ed insegnante
di religione, diventò uno del più prominente
Spiritualisti Inglesi del
tardo ottocento.
Nacque il 5 novembre 1839, a Donnington,
Lincolnshire. Suo padre era direttore della
Grammar School di Donnington. Nel 1852, la
famiglia si mosse a Bedford per dare al giovane
William il vantaggio di un'istruzione
all'Università di Bedford. Durante questo
periodo scolastico
occasionalmente camminava nel sonno, e in una
sola occasione, durante questo stato andò in
soggiorno, scrisse un saggio su di un soggetto
che l'aveva preoccupato la sera precedente, e
poi ritornò a letto senza svegliarsi. Fu il più
bel saggio della classe. Nessuno altro incidente
di
natura psichica fu registrato durante la sua
gioventù.
Vinse una borsa di studio all'Università di
Exeter, Oxford. A seguito di un crollo di salute
interruppe i suoi studi, viaggiò per un periodo,
e trascorse sei mesi nel convento sul monte
Athos. Quando recuperò la salute ritornò ad
Oxford, prese la laurea, e venne ordinato
ministro
della Chiesa d'Inghilterra dal rinomato vescovo
Wilberforce. Cominciò il suo ministero a Kirk
Maughold, vicino a Ramsey, nell'isola di Man,
all'età di 24 anni. Si guadagnò la stima e
l'amore
dei suoi parrocchiani. Venne ricordato per la
sua attività durante un scoppio di vaiolo,
quando
aiutò nelle cure e nel seppellimento di un uomo
la cui malattia era sì violenta che era molto
difficile trovare qualcuno che gli si fosse
avvicinato.
La sua attività letteraria per il Punch e
Saturday Review incominciarono in questo
periodo.
Dopo quattro anni, scambiò il suo ufficio di
curato con quello di St. George's, Douglas,
nell'isola di Man. Nel 1869 si ammalò
seriamente. Richiese l'aiuto medico di Stanhope
Templeman Speer. Rimase come convalescente per
un periodo nella casa di Speer. Questo fu
l'inizio di un'amicizia che rimase per tutta la
vita.
Nel 1870, prese l'ufficio di curato a
Dorsetshire. La malattia interferì di nuovo con
il suo lavoro
di parrocchia e fu obbligato ad abbandonarlo, e
per i successivi sette anni divenne l'insegnante
privato del figlio di Speer. Nel 1871, gli venne
offerto la carica di insegnante nella University
College School di Londra. Occupò questo incarico
fino al 1889, quando a seguito di problemi di
salute dovette dimettersi. Visse per altri tre
anni, patendo in modo grave di gotta, influenza
e
prostrazione nervosa. "Morì" il 5 settembre
1892.
LA VITA DI MOSES COME SPIRITISTA
Il periodo della sua vita tra il 1872 ed il 1881
fu marcato da un afflusso di poteri
trascendentali
ed una conseguenza rivoluzione religiosa che lo
allontanarono dalla Chiesa di Inghilterra e
dalla sua antecedente diffidenza sullo
spiritismo. Considerava tutti i fenomeni
psichici come
falsi e aveva respinto il libro di Lord Adare su
D.D. Home come la più cupa stupidaggine con
cui si era imbattuto. Il libro Debatable Land di
Robert Dale Owen (1870) gli fece una
profonda impressione.
Il 2 aprile 1872, a seguito della persuasione
della signora Speer, Moses decise di osservare
con
maggiore attenzione i fenomeni e assistette alla
sua prima séance (seduta spiritica), con il
medium Lottie Fowler. Dopo molto cose senza
senso ricevette una descrizione impressionante
della presenza dello spirito di un amico che era
morto nel nord dell'Inghilterra.
Successivamente andò a visitare il medium
Charles Williams. Seguirono una seduta con il
medium D. D. Home e molte altre in circoli
privati. Entro sei mesi circa, Moses divenne
convinto dell'esistenza degli spiriti dei
disincarnati e del loro potere di comunicare.
Presto lui
stesso mostrò segni di grandi capacità
psichiche. Nel 1872, cinque mesi dopo la sua
introduzione allo spiritismo, raccontò della sua
prima esperienza di levitazione.
I fenomeni psichici continuarono fino al 1881
anche se con una graduale attenuazione; le
capacità psichiche erano di natura estremamente
variegata. Il potere era spesso così enorme
che teneva la stanza in vibrazione continua. E.
W. Cox descrive nel suo libro What am I? (2
vols., 1873-74) l'oscillazione e il movimento in
piena luce, di giorno, di un tavolo di mogano
vecchio stile, largo sei piede e lungo nove
piede, che richiedeva la forza di due uomini
robusti
per essere mosso di un solo pollice. La presenza
di Moses sembrò essere determinante per il
comportamento straordinario della tavola. Quando
Cox e Moses tenevano le loro mani sulla
tavola, essa prima si alzava su un lato e poi
sull'altro lato. Quando Moses fu levitato per la
terza volta, fu gettato sulla tavola, e da
quella posizione su un sofà adiacente.
Nonostante la
distanza considerevole e la quantità della forza
usata, non venne ferito in alcun modo.
Gli oggetti sollevati nella sua camera da letto
venivano spesso ritrovati sistemati con la forma
di croce. Gli apporti erano dei fenomeni
frequenti; venivano usati oggetti comuni che
provenivano da diverse aree della casa, sempre
piccoli, che misteriosamente attraversavano
pareti e porte chiuse, venivano sistemati sulla
tavola e di solito provenivano dal capo di
Moses.
Qualche volta la loro origine era ignota. Croci
d'avorio, coralli, perle, pietre preziose,
queste
ultime proprio per Moses, provenivano anche da
fonti ignote.
Luci psichiche di intensità e di forme molto
diverse venivano osservate frequentemente; erano
particolarmente impressionanti quando il medium
era in trance. Queste luci non venivano
percepite da tutti i partecipanti, non si
formavano attorno a loro, ma potevano passare
attraverso oggetti solidi, per esempio, sorgendo
dal pavimento e attraversando una tavola. I
profumi venivano prodotto abbondantemente,
solitamente quello di muschio, verbena, fieno
appena falciato, ed uno poco familiare che si
diceva essere il profumo degli spiriti. Qualche
volta il circolo veniva avvolto da una intensa
brezze profumata.
Senza alcuni strumenti musicali nella stanza,
una grande varietà di suoni musicali
contribuirono al divertimento dei partecipanti.
Si assistettero molti casi di scrittura diretta,
dimostrazioni della materia che attraversava la
materia e la voce diretta, materializzazioni,
che
comunque, non andavano oltre alle mani luminose
o a colonne di luce che suggerivano
vagamente forme umane.
Le persone che frequentavano il gruppo medianico
con assiduità erano poche; il Dott. e la
signora Speer e F. W. Percival solitamente erano
gli unici testimoni dei fenomeni.
Partecipavano occasionalmente il sergente Cox,
W. H. Harrison, il dott. Thompson, la sig.ra
Garratt, la signorina Birkett, e il signore
William Crookes. Come al solito, gli esseri
invisibili
risentivano della presenza di un estraneo. I
fenomeni fisici di per se stessi erano di
secondaria
importanza; venivano prodotti dai visitatori
invisibili con l'intento di convincere Moses e i
partecipanti delle affermazioni degli spiriti.
Scrivendo nei Proceedings della Society for
Psychical Research (vol. 9, pt. 25), F. W. H.
Myers
asserisce questo:
« ... questi fenomeni non venivano prodotti
fraudolentemente dal Dr. Speer o dagli altri
partecipanti alle sedute. ... Io li considero
come provati sia in considerazione della
moralità sia
per il fatto che venivano osservati anche quando
Mr. Moses era da solo. Ritengo incredibile
ritenere che il Sig. Moses abbia prodotto
fraudolentemente questi fenomeni sia per il lato
morale che per il lato fisico. Dato che avrebbe
dovuto prepararli e produrli quando si trovava
in
stato di trance; considero sia fisicamente
incredibile che completamente inconsistente con
il
tenore di entrambe le dichiarazioni sia di
questi che dei loro amici. Per cui considero i
fenomeni
riportati come veramente accaduti anche se in un
modo sicuramente supernormale».
LIBRI:
Spirit Teachings
More Spirit Teachings
Spirit Identity
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Muldoon Sylvan J. (m. 1971) . Sensitivo
ameiicano divenuto celebre per i suoi fenomeni
di bilocazione*
, di cui diede notizia nella sua opera, scritta
in collaborazione con Hereward Carrington* , I
fenomeni della proiezione astrale (The Phenomena
of Astral Projection , 1951) . Cominciò ad avere
esperienze bilocative all 'età di dodici anni:
si svegliava di notte con l'impressione di avere
il corpo paralizzato, ma presto si sentiva
sciolto da ogni legame, singolarmente libero e
privo di peso, dopo di che, guardandosi attorno,
scorgeva
il suo corpo addormentato nel letto mentre lui
stesso poteva muoversi nella stanza, unito al
suo corpo da un sottile filo argenteo (v. Corda
d 'argento).
Il fenomeno gli divenne cosi abituale che egli
lo considerò come un fatto normale, e, dopo vari
tentativi,
riuscì ad ottenerlo volontariamente e
consciamente: usciva in posizione orizzontale
dal suo corpo sdraiato e poi si metteva ve
rticalmente fino a trovarsi in piedi nella
stanza.
Una volta sognò di trovarsi presso un metronomo
che era nella camera attigua all a sua :
svegliatosi
senti battere effettivamente lo strumento. Il
fenomeno si ripeté una seconda volta, ed egli
suppose di avere messo in moto lui stesso lo
strumento in stato di bilocazione.
Un'altra volta, durante un'esperienza
bilocativa, fu trasportato fuori dalla sua
stanza e si trovò in un salotto
sconosciuto dove una graziosa giovinetta
diciassettenne conversava con altre tre persone.
Dopo sei settimane.
egli incontrò per strada quella giovinetta,
riuscì ad avvicinarla. le descrisse la sua casa
e i membri
della sua famiglia che aveva visto con lei:
tutto corrispondeva, e i due divennero buoni
amici, tanto
da darsi, secondo quanto afferma il Muldoon,
vari appuntamenti bilocativi.
Debole di salute per gran parte della sua vita,
il sensitivo perse i suoi poteri quando, da
ultimo , si fu ristabilito. Lasciò anche un
altro libro: Raccolta di proiezioni astrali (The
Case for Astrai Projection, 1936). (U.D.)
Bibliografia . H.B. Greenhouse: The Astrai Journ
ey, 1974 (trad. ital. 1976).
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Mumler William H. (m. 1884). Sensitivo
americano, fu il primo dei cosiddetti fotografi
«spiritici».
Incisore presso una gioielleria di Boston, un
giorno nello studio di un amico fotografo, tentò
di
fotografarsi da solo e, sulla lastra, apparve,
oltre la sua, anche un’altra immagine. Credette
di avere
usato una lastra già impressionata, ma altri
tentativi diedero lo stesso risultato. Alcuni
suoi amici
riconobbero, in una di queste immagini
supplementari, una loro parente morta a dodici
anni, e si
diffuse così la convinzione che si trattasse di
un nuovo fenomeno spiritico: il Banner of Light
del 29
novembre 1862 ne parlò diffusamente. Presto il
Mumler divenne fotografo spiritico
professionista
con grande successo. Andrew Jackson Davis,
direttore dell'Herald of Progress di New York,
inviò
da lui un amico fotografo, il Guay, perché
studiasse i suoi fenomeni: questi eseguì per
alcune
settimane tutte le operazioni di fotografia e di
sviluppo permettendo al Mumler solo di mettere
una
mano sull’apparecchio al momento dello scatto, e
ottenne tuttavia, fra le altre, le fotografie
del
padre e della moglie defunti. Anche il Black,
che aveva introdotto nel processo fotografico il
bagno
al nitrato d’argento, studiò il medium ed ebbe
la certezza della genuinità dei suoi fenomeni.
Nel 1867, uno scandalo volse contro di lui gli
stessi spiritisti che lo sostenevano: fra le
immagini
cosiddette extra da lui fotografate ve ne erano
alcune di persone viventi, che egli non seppe
spiegare. Si ignorava, allora, la possibilità di
questo fenomeno, che venne spiegato in seguito
come
fotografia di immagini pensate dal soggetto o
fotografie del doppio. Nel 1869, dietro denuncia
del
giornale The World, il Mumler fu processato per
truffa, ma le testimonianze di coloro che lo
avevano studiato e di altre personalità, come il
giudice Edmonds e il banchiere Livermore, che
avevano ottenuto da lui extra indiscutibilmente
genuini, lo fecero assolvere: il Livermore, che
non
credeva alle fotografie spiritiche e aveva preso
ogni precauzione per evitare un imbroglio, aveva
avuto, proprio in quel periodo, tre fotografie
della propria moglie defunta, Estelle.
William Mumler descrisse la sua vita avventurosa
e i suoi fenomeni nel libro Esperienze personali
di William H. Mumler nel campo della fotografia
spiritica (Personal Experiences of William H.
Mumler in Spirit Photography, 1875). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 799).
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Neumann Theresa (1898-1967). Mistica e sensitiva
tedesca. Aveva ventun anni quando, in seguito
all'avere assistito all'incendio della casa
attigua alla sua, perse la vista e,
parzialmente, l'udito. Dopo
quattro anni li riacquistò, ma frattanto era
rimasta paralizzata alle gambe e al braccio
sinistro. In
queste condizioni si dedicò particolarmente al
culto di santa Teresa d'Avila, che, il 17 maggio
1925,
anniversario della sua canonizzazione, le
apparve annunciandole che avrebbe ripreso l'uso
degli arti
paralizzati il prossimo 28 marzo, giorno della
nascita della santa, cosa che effettivamente
avvenne.
In quello stesso anno, 1926, Theresa ricevette
le stigmate ai piedi e alle mani, e inoltre i
segni della
flagellazione, dell'incoronazione di spine e
piaghe al costato sinistro. Numerose le sue
manifestazioni di chiaroveggenza nel passato,
nel presente e nel futuro, e frequenti le
estasi, durante
le quali parlava in aramaico con perfetta
coerenza, come fu constatato da vari
orientalisti tra i quali
il prof. Wutz, che rimase così impressionato dal
fenomeno da lasciarle in eredità la sua casa.
Nel
1927 cominciò a trascorrere lunghi periodi senza
mangiare e senza diminuire di peso: il dott.
Seide
accertò che, dopo quindici giorni di assoluto
digiuno, il suo peso era rimasto di 55 chili.
Perdeva
invece quattro chili durante le estasi, ma li
riacquistava subito dopo. Theresa Neumann rimane
così
uno dei più notevoli e recenti esempi di
sensitività mistica. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 816).
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Newbrough John Ballou (1828-1891). Medium e
visionario americano, di professione dentista, i
cui fenomeni, benché notevoli, furono
scarsamente studiati. Pare che fosse
chiaroveggente e
chiaroudiente fin dalla fanciullezza: dipingeva
al buio con entrambe le mani: leggeva in libri
chiusi
e, a quanto diceva, poteva sollevare senza
sforzo pesi enormi, fino a una tonnellata. Il
suo nome è
soprattutto legato a un'opera da lui scritta in
stato di semi trance su di una macchina da
scrivere da
lui acquistata dietro un ordine occulto: Oahspe,
Bibbia cosmica nelle parole di Jehovah e dei
suoi
ambasciatori angelici (Oahspe, a Kosmon Bible in
the Words of Jehovah and his Angel
Ambassadors, 1882). In essa si parla del piano
dell'universo, dell'attività degli angeli, dei
fini delle
cose ecc. Secondo il Newbrough, egli scrisse il
libro senza sapere quello che scriveva e gli fu
ordinato di non leggere mai le pagine scritte
fino a compimento. L'opera era corredata da
disegni
tracciati automaticamente. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 816).
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Nielsen Einer (1894-1962). Medium danese a
materializzazione di cui si parlò molto tra il
1920 e il
1950. Cominciò ad avere visioni fin da
fanciullo: a dieci anni scorse l'immagine di un
vecchio dalla
faccia violacea e la lingua pendente, lo stesso
che, a sua insaputa, si era impiccato due giorni
prima;
poco dopo si manifestò in lui, a più riprese, la
doppia vista. Aveva sedici anni quando cominciò
a
esibirsi come medium in sedute al tavolino in
casa dell'ing. Stochel: a diciassette, a quanto
lui stesso
racconta, durante la sua prima trance, sarebbe
stato trasportato nell'aldilà dove, in un
tempio, gli
sarebbe stata affidata la missione di divenire
medium. Iniziò così la carriera come medium
parlante,
talora con fenomeni di psicocinesi, luminosi,
apporti, voci dirette. Verso il 1914 si
manifestò la sua
guida, «Mica», che sarebbe stata un sacerdote
indiano vissuto 400 anni a.C: con lui, a quanto
narra,
fece numerose escursioni nell'aldilà. Sul
carattere di queste escursioni, naturalmente,
ben poco si
può dire trattandosi di fenomeni del tutto
soggettivi. Le sue materializzazioni sembrano
invece
essere state veridiche: tanto lo
Schrenek-Notzing quanto il Grunevald attestano
di avere visto masse
ectoplasmiche uscirgli dalla bocca e dal naso.
Nel 1922, durante una serie di sedute tenute a
Oslo,
fu accusato, dal comitato norvegese che lo
esaminava, di produrre fraudolentemente le sue
ectoplasmie per mezzo di veli nascosti nel
retto, e ne seguì uno scandalo che fece molto
rumore; ma
le accuse non avevano in realtà alcun serio
fondamento. Numerose sono le relazioni che
parlano di
forme completamente materializzate che si
formavano, in genere, da una nube luminosa di
ectoplasma, producevano apporti, parlavano con i
presenti, e spesso venivano riconosciute da loro
come loro parenti defunti. Nel 1939 fu ottenuta
la materializzazione della regina Astrid del
Belgio,
che parlò in svedese e venne fotografata dal
reverendo Martin Lilyebland. Il De Boni
riferisce di
una seduta tenuta a Londra il 7 settembre 1948.
a cui fu presente egli stesso e durante la quale
si
presentarono diverse entità materializzate, di
fanciulli e di adulti talora giganteschi, così
da
eliminare ogni dubbio che fossero rappresentati
dallo stesso medium. In un'altra seduta tenuta a
Stoccolma nel 1951, ancora De Boni potè vedere
una diecina di forme materializzate fra cui
quella
di una giovane che fu riconosciuta dalla propria
madre e parlò a lungo con lei. Nel 1952 il
Nielsen,
per invito del De Boni, venne a Verona dove
tenne sedute; ma era il periodo in cui
cominciava a
perdere le sue facoltà: produsse solo alcune
formazioni ectoplasmiche e un asporto. Da
quell'epoca i
suoi poteri vennero sempre più attenuandosi fino
a scomparire.
Nonostante le contestazioni di cui fu oggetto,
il Nielsen fu senza dubbio uno dei principali
medium
a materializzazione, ed è un peccato che, dopo
le prime sedute tenute alla presenza dello
Schrenck-
Notzing e del Grunevald, egli non sia stato
studiato da personalità ufficiali dell'ambiente
parapsicologico con rigore e obbiettività
scientifici. Sebbene, secondo le numerose
relazioni, nelle
sedute si prendessero tutte le possibili
precauzioni, gli sperimentatori furono di norma
o spiritisti
convinti o ancor più fanatici avversari dello
spiritismo, cosa che lascia un'ombra sul valore
delle
esperienze. D'altra parte le sedute a cui fu
presente il De Boni erano sedute pubbliche in
cui questo
studioso fu piuttosto un osservatore che uno
sperimentatore.
Ha lasciato un'opera autobiografica: Le
materializzazioni come prove della sopravvivenza
(trad.
ital. in Luce e Ombra. 1951-52). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 817/818).
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Pagano Giovanni Battista (n. 1914). Paragnosta e
psicoscopista italiano, nato a Palermo, di
nobile famiglia, residente a Roma. Fin dall’età
giovanile si accorse per caso di essere dotato
di notevoli poteri di veggenza e per consiglio
di persone dotate (il medium Pecoraro, Achille
D’Angelo) e di studiosi (Mons. Giov. Battista
Alfano), fu indirizzato presso la Società
Italiana di Metapsichica che lo tenne a lungo
sotto controllo.
Fu presentato al Congresso di Metapsichica di
Roma del 1953 con notevole successo; fu
esaminato anche dal Centro Studi Parapsicologici
di Bologna nel 1960. Fortemente dotato di
poteri di veggenza e di veggenza diagnostica,
ottiene eccezionali risultati anche in campo
psicoscopico. Notevoli sono anche i suoi
risultati di veggenza dopo semplice e anche
momentanea osservazione delle persone in
fotografia o sullo schermo televisivo. Durante i
suoi frequentissimi esperimenti pubblici o
privati non usa andare in trance, ma solo in un
lieve stato di concentrazione, con conservazione
integrale della coscienza. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 865).
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Paladino Eusapia (1854-1918). Forse la più
famosa e la più studiata medium a effetti fisici
a
cavallo dei due secoli. Il suo cognome, quasi
certamente Paladino, fu scritto Palladino dai
suoi
primi studiosi italiani e stranieri. Nacque da
genitori umilissimi a Minervino Murge in
provincia di
Bari, e sembra che sua madre sia morta nel darla
alla luce o poco dopo. A un anno, o comunque
nella prima infanzia, si fratturò l'osso
parietale in seguito a una caduta: più tardi
dalla cicatrice
sarebbero usciti venti freddi, quasi a stabilire
un rapporto tra l'incidente e la sua medianità.
A otto
anni assistette alla morte di suo padre
assassinato dai briganti: l'episodio le
riapparirà più volte in
visione allucinative. Ne derivò una fancilulla
evidentemente traumatizzata, di intelligenza
sveglia,
ma ribelle ed estrosa, incapace di applicarsi
agli studi e ai lavori di casa, che rendeva
perplessi i
parenti e gli amici che si prendevano cura di
lei.
Arrivò ai sedici anni facendo un po' la donna di
servizio e un po' la bambinaia, finchè, a
Natoli,
capitò in casa di un impiegato postale, un certo
Murialdi, che a tempo perso faceva ballare il
tavolino con i suoi amici: era la mania
dell'epoca. La presenza di Eusapia alle sedute
provoca subito
fenomeni imponenti: un tavolo si alza da terra,
un pianoforte si sposta. La ragazza viene
presentata
a un appassionato spiritista, il Damiani, che la
prende sotto la sua protezione e la inizia alle
pratiche
spiritiste da lui apprese in Inghilterra. Appare
adesso per tiptologia la personalità di John
King,
antico corsaro inglese, che si dichiara guida
della medium: è probabile che la preparazione
inglese
del Damiani non sia estranea al fenomeno.
Nel 1871 lo stesso Damiani porta Eusapia a Roma
e la presenta alla Società Romana di Spiritismo,
da poco fondata, dove si svolge la prima serie
di sedute ufficiali con fenomeni controllati:
raps che
provengono da vari punti della stanza, fischi,
campanelli che volano squillando nell'aria,
macchine
da cucire che si muovono da sole, mani
invisibili che accarezzano gli astanti senza
lasciarsi
afferrare, bicchieri che saltano da ogni parte
senza rompersi, levitazioni della medium e
perfino
melodie suonate da strumenti che non esistono
nella sala.
Ma dopo circa un anno, Eusapia, sempre inquieta
e instabile, si stanca di questa attività,
diviene
cucitrice e ricamatrice e torna a Napoli dove
per alcuni anni interrompe le sedute
accondiscendendo
solo ogni tanto alle preghiere del Damiani. Nel
1885 sposa uno stagnino, un certo Raffaele del
Guiso, o del Gais, o Delgaiz, e si avvia a
divenire una donna normale aprendo un
laboratorio di
cucito. Frattanto il Damiani era morto.
Nel 1886 avviene un altro incontro decisivo:
quello col medico napoletano Ercole Chiaia e con
lo
scrittore Federico Verdinois, i quali riescono a
riportarla alle esperienze medianiche. Nel 1888,
in
una lettera aperta rivolta a Cesare Lombroso e
pubblicata sul Fanfulla della Domenica, il
Chiaia
invita l'illustre scienziato, decisamente
contrario a ogni fenomeno paranormale, ad
assistere alle
sedute della Paladino. Questo avverrà solo nel
1891, a Napoli: i fenomeni sono tali che il
Lombroso, dopo aver visto, tra l'altro, levitare
un grosso mobile a tre metri di distanza dalla
sensitiva, confessa: «Sono tutto confuso e mi
rammarico di avere combattuto con tanta
ostinazione
la possibilità dei fatti detti spiritici; dico
"fatti", perché sono ancora avverso alla
teoria».
Le sedute di Napoli, divulgate soprattutto da
uno studio dello stesso Lombroso, agitano il
mondo
dei metapsichisti in tutta Europa, e la via di
Eusapia è ormai tracciata. Nel 1892 si hanno le
famose
sedute di Milano alla presenza del Lombroso, del
Richet, dell'Aksakov, e dell'astronomo
Schiaparelli: Eusapia viene sollevata con la sua
sedia e posta sul piano del tavolo intorno a cui
gli
sperimentatori fanno catena; si hanno rumori,
venti freddi, contatti con mani invisibili,
l'impronta su
argilla della mano della medium a distanza di
qualche metro. Nel 1893-94 l'Ochorowicz, che
l'aveva
conosciuta a Roma, porta Eusapia a Varsavia per
studiarla rigorosamente con medici e scienziati:
in
questa occasione egli riconosce che alcuni
movimenti della medium, interpretabili come
tentativi di
trucco, sono inconsci e inadeguati, e non
intaccano la genuinità dei fenomeni. Nel 1894 il
Richet la
chiama in Francia, nella sua villa di Roubaud,
un'isoletta nel golfo di Marsiglia, e nel suo
castello di
Carqueiranne presso Tolone: sono presenti il
Lodge, il Myers, i coniugi Sidgwick,
l'Ochorowicz, lo
Schrenck-Notzing, massimi studiosi europei
dell'epoca. Del '95 sono le sedute di Cambridge
in casa
del Myers: un insuccesso. Eusapia viene colta
nell'atto di spostare con una mano un oggetto
riluttante alla levitazione. E' una frode
inconscia e ingenua, ma sufficiente perché il
Myers e gli altri
presenti neghino in blocco la genuinità di tutti
i fenomeni. Qualche mese più tardi il De Rochas,
dopo una serie di sedute ad Angelas, prenderà
nel modo più deciso le difese della medium.
Altre sedute sono quelle di Auteil (1896), di
Monfort-l'Amaury (1897), di Parigi e di
Pietroburgo
(1898), tutte alla presenza di personalità
illustri quali il Flammarion, il De Rochas, il
Richet, il
Flournoy, l'Aksakov e lo stesso Myers, che deve
ricredersi. E' un periodo di attività intensa
che si
svolge in tutta Europa e che non verrà meno
negli anni seguenti. Sono del 1901 le sedute al
Circolo
Scientifico Minerva di Genova, dirette dal
Bozzano, dove l'incredulissimo Morselli si
arrende
all'evidenza; del 1905-08 quelle di Parigi a cui
presenziano il celebre Curie e il Bergson; del
1906
quelle di Milano dalle quali il più famoso
giornalista dell'epoca, il Barzini, negatore
accanito dei
fenomeni, esce convinto facendo poi ammenda
della sua passata ostilità con una serie di
articoli sul
Corriere della Sera. Nel 1907 Eusapia è a New
York e viene studiata dal Carrington e
dall'Hyslop.
Ma ormai l'età e una nefrite trascurata
indeboliscono le sue facoltà. Trascorre in
Italia gli ultimi anni
della sua vita continuando a dare sedute con
risultati sempre più scarsi: l'ultima avviene a
Napoli, il
22 aprile 1918, dodici giorni prima della sua
morte.
I fenomeni della Paladino furono per lo più di
carattere psicocinetico: il Morselli li divise
in 42
categorie, ma da un punto di vista molto
esteriore. Erano spostamenti di oggetti,
levitazioni, apporti
e asporti, venti freddi, mani che lasciavano
impronte su argilla, tentacoli informi che
afferravano
oggetti, fenomeni luminosi e fotografici. Nelle
levitazioni veniva sviluppata una forza
eccezionale:
una volta venne levitato un tavolo su cui era
seduto un uomo; un'altra volta Eusapia sviluppò
al
dinamometro, senza toccarlo, una forza di oltre
110 chilogrammi. Numerose le immagini di mani
ottenute su lastre fotografiche avvolte in carta
nera. Non molto frequenti i fantasmi, raramente
completi, come quello di una donna con un
bambino in braccio, che si manifestò durante una
seduta
tenuta nel Circolo Scientifico Minerva di
Genova, alla presenza del Bozzano e del
Morselli; più
spesso parziali come la testa di Naldino, figlio
del giornalista Arnaldo Vassallo, morto a sedici
anni,
che si manifestò nello stesso Circolo. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA
EDITORE (pagine 865-867).
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Pansini Alfredo e Paolo. Fratelli pugliesi, noti
entrambi come centro di singolari fenomeni
di Poltergeist nei primi anni del nostro secolo.
Dopo che il loro padre si fu stabilito, nel
1901,
in una vecchia casa di Ruvo, nelle Puglie,
quando essi avevano rispettivamente sette e otto
anni, cominciarono a manifestarsi i consueti
fenomeni di Poltergeist: rumori vari,
spostamenti
di oggetti ecc. Ma presto avvennero nuove
manifestazioni: una sera Alfredo, caduto in
trance,
si mise a parlare in francese, in latino e in
greco. Le manifestazioni si interruppero quando
il
ragazzo fu mandato in collegio, ma ripresero al
suo ritorno nel 1904, e in modo più
imponente. In particolare i due ragazzi venivano
trasportati a distanze di vari chilometri e
tornavano a casa entro una mezz’ora al massimo:
una volta sarebbero stati trasportati
addirittura in un'altra città. Alfredo dava
anche comunicazioni per scrittura automatica
rispondendo a domande formulate solo
mentalmente: con questo mezzo spiegò che i loro
«trasporti» avvenivano per smaterializzazione
dei loro corpi.
Nei loro riguardi fu avanzata l’ipotesi di un
automatismo ambulatorio per il quale essi si
sarebbero allontanati da casa inconsciamente,
camminando in stato sonnambolico, e vi
sarebbero tornati senza mantenere alcun ricordo
del viaggio fatto. Ma questa supposizione
non risponde ai fenomeni: i due ragazzi erano
veduti in località lontane, dove non sarebbero
potuti andare e da cui non sarebbero potuti
tornare in tempi così brevi neppure correndo
velocemente. Né alcuno li vide mai in viaggio.
Di loro riferirono il Lapponi in Ipnotismo e
spiritismo e il Lombroso in Ricerche sui
fenomeni ipnotici e spiritici, 1909. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 870).
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Parise Felicia. Sensitiva americana a effetti
psicocinetici. Studiata nel Laboratorio del
sogno
del Maimonides Hospital in esperimenti di
percezione extrasensoriale, rivelò poteri di
psicocinesi deviando l’ago di una bussola tenuta
sotto una campana di vetro e infine provocò
lo spostamento di piccoli oggetti. Lo studio più
importante fu condotto, con lei, da Graham
Watkins, che ne diede relazione nel 1973, nel
simposio della Parapsychological Association.
Il Watkins notò in particolare due interessanti
fenomeni: se la bussola, dopo essere stata per
qualche tempo sottoposta ai poteri della
sensitiva, veniva cambiata di posto, la
deviazione
dell’ago non avveniva più; d’altra parte, se
veniva fatta una ripresa cinematografica del
fenomeno a breve distanza, il film risultava
molto nebbioso, mentre la nebbia scompariva
quasi totalmente se la ripresa veniva fatta a
distanza maggiore. Questo ha fatto supporre la
formazione di un campo nella zona in cui si
produceva il fenomeno, campo che potrebbe
spiegare anche i casi di cosiddetta
impregnazione psichica. Bisogna però notare che
sia il
concetto di campo psi sia quello di
impregnazione rimangono per ora molto vaghi e
che la
sostituzione dell’uno all’altro non contribuisce
molto alla chiarificazione della
fenomenologia. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 895/896).
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Parkes F.M. Fotografo «spiritico» inglese, che
fece parlare di sé nel 1872 grazie alle sue
fotografie paranormali. Operava insieme al suo
amico M. Reeves o a sua moglie, senza la
presenza dei quali le fotografie spiritiche
riuscivano nebulose. Esigeva inoltre di
collocare lui
stesso le lastre nell’apparecchio, nella camera
oscura, per poterle «magnetizzare», cosa che
suscitava sospetti anche se i presenti potevano
seguire i suoi movimenti dal di fuori attraverso
uno spiraglio. Caratteristica delle fotografie
da lui ottenute era il loro carattere simbolico:
apparivano croci, scritte, figure angeliche, una
volta una mano gigantesca, un’altra un occhio
enorme da cui partivano raggi, talora strane
nubi composte da un miscuglio di teste e di
braccia. Stainton Moses considerò genuini i suoi
fenomeni, altri rimasero in dubbio; tuttavia
il fotografo non fu mai colto in atto di
frodare. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 896).
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Pearce Hubert (n. 1910). Uno dei primi sensitivi
studiati dal Rhine col metodo quantitativo,
e uno dei pochissimi che riuscì a ottenere 25
successi su 25 prove con carte ESP. Questo
avvenne una volta che il Rhine, più che altro
per giuoco, scommise con lui cento dollari che
non sarebbe riuscito a indovinare tutte le carte
di un mazzo: il Pearce accettò e vinse. Fu il
soggetto di cui si valse il Pratt nel 1933 per
la sua famosa serie di esperimenti a distanza,
detta «Pearce-Pratt». C.E.M. Hansel, nel suo
libro ESP: una valutazione scientifica (ESP: A
Scientific Evaluation) ha avanzato l’ipotesi che
il Pearce, non essendo stato controllato
durante questi esperimenti, abbia potuto
lasciare la sua stanza, recarsi davanti alla
finestra
della stanza occupata dal Pratt e, attraverso di
essa, annotare o memorizzare le carte che lo
sperimentatore alzava via via. Lo Stevenson ha
controllato questa ipotesi giungendo alla
conclusione che il Pearce, dalla finestra, non
avrebbe potuto vedere né le carte alzate dal
Pratt
né i movimenti di lui. Dopo circa due anni di
attività. il sensitivo ricevette una lettera che
gli
portava una cattiva notizia e, in seguito
all'impressione ricevuta, perse totalmente i
suoi
poteri. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 902).
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Pecoraro Nino (1899-1973). Uno dei più noti
medium italiani a effetti fisici. Cominciò ad
avere fenomeni paranormali alla età di sei anni.
Fu sperimentato negli Stati Uniti dalla
Società per la Ricerca Psichica (New York,
Filadelfia) e alla presenza di ricercatori come
E.
Carrington ed F. Prince. Caratteristici i suoi
fenomeni di telecinesi e di asporto, oltre che
di
automatismo parlante: incatenato e inguantato
con sigilli, si ritrovava libero alla fine della
seduta. Pare che il suo spirito guida fosse E.
Paladino. In America, Harry Houdini, il famoso
prestigiatore, riconobbe la genuinità dei
fenomeni del Pecoraro (1923). Il medium tornò in
Italia nel 1932. Era anche chiaroveggente e
sotto tale aspetto fu brevemente sperimentato da
Padre G.B. Alfano, che nel suo libro Lo
spiritismo, questo mistero (1955) ne parla con
benevolenza. Negli ultimi anni della sua vita
Pecoraro si dedicò a un tipo di pittura che egli
chiamò «astrale» e di cui indicava la genesi
paranormale. Una delle sue più brillanti
precognizioni fu quella riferita alla sciagura
aerea che distrusse la squadra del Torino a
Superga nel maggio del 1949.
Al Congresso di Metapsichica di Sorrento (1952),
in seduta, manifestò diversi fenomeni alla
presenza di studiosi come Tron, Schepis, De
Boni. Bozzano giudicò «invulnerabili» le sue
manifestazioni. Esistono molti reperti
fotografici della sua ampia fenomenologia.
(G.d.S.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 904).
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Pezzola Pasqualina (n. 1908). Sensitiva e
veggente italiana tra le più dotate in senso
diagnostico. Vive a Civitanova Marche dalla
nascita e dalla quale città non si è spostata
che
per brevissimi periodi e raramente. Nata da
famiglia di contadini, ha conservato della sua
origine il candore e la genuinità. Ebbe i primi
fenomeni di veggenza dall’età di 25 anni
quando, caduta in uno stato di «svenimento» a
causa della prolungata assenza del marito, si
risvegliò dichiarando di averlo «visto» sano e
salvo che tornava a casa. Sottoposta a qualche
esperimento, ella ripetutamente estrinsecò il
potere di vedere, sia a distanza, sia attraverso
pareti. Nel 1948, sparsasi la voce di tale sua
capacità, qualcuno cominciò a interrogarla sulla
salute di malati, per i quali ella forniva anche
a distanza diagnosi sorprendenti e
circostanziate che avvenivano al termine di un
singolare cerimoniale mimico nel quale la
donna sembrava «viaggiare» nello spazio, in una
posizione caratteristica denominata «di
voga», e trasferirsi nelle località indicatele
dai consultanti. Giunta alla presenza del malato
ella, sempre in forma pantomimica, mostrava di
conversare con lui e di visitarlo in una
caratteristica maniera. Terminata la «visita» la
donna tornava a «viaggiare» a ritroso e usciva
dal suo stato di trance (nel quale entrava con
estrema facilità e rapidità) riferendo
particolari
diagnostici sorprendentemente esatti e centrati.
Durante la pantomima si potevano anche
arguire il tipo somatico. il carattere, il
gestire e il comportarsi della persona visitata.
Durante
il «viaggio» e le conseguenti rappresentazioni
gestuali Pasqualina è assolutamente assente,
talora rigida e statuaria (all'inizio del
«viaggio» e durante la cosiddetta «posizione di
voga»),
talora apparentemente normale, salvo l’assoluta
insensibilità sia al tatto che al calore, al
dolore, ai rumori, voci o richiami. Tutta la
mimica caratteristica della Pezzola si svolge a
occhi chiusi e con espressione ora atona, ora
allegra (se il malato che visita non è grave)
ora
triste e comprensiva (se invece il malato è
grave).
Studiata a lungo intorno al 1933 dalla dott.ssa
Giuseppina Mancini segretaria generale della
SIP (che per prima la scoperse) fu poi
ripetutamente controllata dagli studiosi
bolognesi
Cassoli e Marabini che le fecero visita due
volte a Civitanova Marche compiendo esperimenti
di diagnosi chiaroveggente e telediagnosi, dei
quali riferirono in un lavoro che presentarono
al Congresso di Metapsichica di Roma nel 1953.
Essa fu presentata anche in seduta pubblica
presso il CSP nel 1953.
Lo studio di Cassoli e Marabini, pubblicato su
Minerva Medica nel 1953 aveva per titolo:
«Esiste la bilocazione? Studio su una sensitiva
marchigiana» e in esso gli autori, nel tentativo
di caratterizzare il fenomeno, proponevano
l’ipotesi che la donna fosse in possesso di quel
dono che fu appannaggio di alcuni grandi santi
della cristianità (S. Alfonso de Liguori, S.
Giuseppe da Copertino, S. Teresa d’Avila ecc.),
cioè quello di trovarsi in due luoghi diversi
contemporaneamente. Altra interpretazione che
potrebbe darsi nel caso Pezzola è quello
secondo la quale la donna sarebbe dotata di una
particolare forma di chiaroveggenza, la
cosiddetta travelling-clairvoyance o
chiaroveggenza viaggiante, che le permetterebbe
di
spostarsi in una dimensione spaziale particolare
e di poter percepire realtà e luoghi, o
avvicinare persone, spazialmente lontani e
talora molto lontani, senza che avvenga un
materiale spostamento dalla iniziale posizione e
ubicazione.
Al momento attuale la Pezzola pur continuando la
sua attività diagnostica sulle persone che si
recano da lei, non desidera più compiere
esperimenti di telediagnosi in quanto dichiara
che
tutto ciò la stanca notevolmente e si ripercuote
in senso fortemente sfavorevole sul suo fisico
e sulla sua psiche. Ha perciò cessato
definitivamente tale attività. I risultati però
delle sue
diagnosi sui malati presenti conservano come un
tempo tutta la loro perfetta e sorprendente
esattezza. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 921/922).
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Phelps Eliakim. Pastore presbiterano americano,
il cui nome è legato ai resoconti, da lui
inviati al New Haven Journal, degli imponenti
fenomeni di Poltergeist verificatisi nella sua
casa per un periodo di otto mesi a partire dal
10 marzo 1850. Quando la famiglia era assente,
tutta la casa veniva messa a soqquadro e, al suo
ritorno, oggetti vari continuavano a muoversi
dal loro posto, spesso andando in pezzi, e, quel
che è più curioso, venivano trovati nelle
stanze strani e misteriosi fantocci con ogni
apparenza di vita. Apparivano anche scritti in
varie lingue, con inchiostro ancora fresco, e si
avevano per tiptologia comunicazioni
spiritiche di defunti noti e ignoti. Sembra che
i fenomeni fossero collegati alla presenza di
uno dei figli del reverendo Phelps, un ragazzo
di undici anni, e a una delle figlie: quando
essi
erano assenti la pace tornava nella casa. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 922/923).
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Phoenix William. Medium inglese a voce diretta e
fenomeni luminosi, attivo nei primi
decenni del nostro secolo. Le sue voci parlavano
in varie lingue: cinese, giapponese,
persiano, greco moderno, italiano, vari dialetti
orientali, ma per lo più erano indistinte e
quasi
inintellegibili. Lord Charles Hope, che lo
studiò a Glasgow e a Londra insieme al
poliglotta
prof. Neville Whymant nel 1927, dando relazione
delle sedute nel vol. XL dei Proceedings
della SPR, ammette che il Phoenix abbia dato
prove abbastanza convincenti di xenoglossia a
voce diretta, ma avanza anche il dubbio che
talora abbia frodato e che le luci che spesso
accompagnavano questi fenomeni non fossero
genuine. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 923).
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Piccone Imperiali Alfonsa. Sensitiva italiana a
pittura automatica, attiva fra il 1920 e il 1940
circa. Non aveva mai studiato disegno e cominciò
a dipingere per un impulso inconscio,
qualche tempo dopo avere deciso che nel suo
salotto bisognava sostituire i quadri esistenti
con dipinti di fiori. In realtà i suoi quadri di
fiori, eseguiti solo in periodi in cui si
sentiva
spinta intimamente, raggiunsero presto un
livello artistico notevole, tanto da apparire in
mostre personali e collettive ottenendo
indiscutibili successi. Il suo fu uno dei casi
in cui la
produzione artistica si manifestò ai limiti del
normale: la pittrice non cadeva in trance né
operava con rapidità eccezionale. Solo che.
quando lavorava, si sentiva in uno stato di
semicoscienza, libera da qualsiasi altra
preoccupazione. In seguito, oltre a fiori e
nature
morte, prese a dipingere ritratti. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 928).
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Pio
da Pietralcina (1887 1968). Cappuccino del
monastero di San Giovanni Rotondo, presso
Foggia, dove, con i contributi che gli
giungevano da ogni parte del mondo, fondò una
celebre Casa di sollievo per la sofferenza. Uomo
di superiore religiosità, presentò tutte quelle
eccezionali doti che, nell'agiografia, vengono
spesso attribuite ai grandi mistici e ai santi:
chiaroveggenza, precognizione, guarigioni
paranormali, bilocazione. Già quando era novizio
a Benevento manifestò singolari capacità, anche
fisiche: durante una malattia, la sua
temperatura salì a tal punto da spezzare il
termometro, risultando poi essere di
quarantacinque gradi. Nel 1918 ebbe le stigmate,
che furono constatate dapprima dal prof. A.
Bignami. dell'università di Roma, poi da
numerosi medici come il Romanelli, il Merla e il
Festa. Il 31 maggio del 1923, il Santo Uffizio,
dopo un'inchiesta, dichiarava tuttavia di non
avere constatato la natura sovrannaturale del
fenomeno, intendendo con questo che in esso,
anche se di origine paranormale, non era stato
accertato un diretto intervento divino. Assai
vasta è la casistica paranormale che si
ricollega a questa figura di eccezione. Nella
notte del 20 gennaio 1936, il dott. Sanguinetti
con due amici incontrò nella chiesa del
monastero padre Pio in preghiera, che li invitò
a pregare per l'anima del sovrano d'Inghilterra,
Giorgio V, il quale stava per comparire dinanzi
al tribunale divino: il mattino dopo, i giornali
annunciavano la morte del re inglese, avvenuta
nel momento stesso in cui il cappuccino si era
rivolto ai tre visitatori. Numerosi malati
ottennero la guarigione avvicinandolo; nel 1950,
a Viareggio, un malato lo vide entrare nella sua
stanza e fu risanato dalla visione. Innumerevoli
i casi di chiaroveggenza e di precognizione:
spesso chi si recava da lui per chiedergli
consiglio, prima ancora di parlare si sentiva
esporre da lui i problemi che lo angustiavano e
ne aveva direttive particolareggiate, con
l'annuncio di un felice esito della situazione o
con l'invito alla rassegnazione in caso
contrario. Tutti coloro che poterono avvicinarlo
sono concordi nel riferire il profondo senso di
pace che proveniva loro dalla sua presenza e
dalle sue parole, generalmente poche, anche
quando in esse era contenuta una semplice
esortazione ad accettare una prova
inevitabilmente dolorosa. Padre Pio rappresentò
senza dubbio uno dei più imponenti casi di
sensitività mistica (v. Misticismo), derivante,
cioè, non da un semplice fatto costituzionale —
del quale sono comunque ancora ignoti i modi e
le cause — ma da un intimo orientamento morale e
da profonde esperienze dello spirito. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 934-935)
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Piper Leonore Eveline (1859-1950). Famosa medium
americana a incorporazione, della genuinità
dei cui fenomeni non fu mai dubitato. Aveva otto
anni quando una frase risuonò improvvisamente al
suo orecchio atterrendola: «La zia Sara, non
morta ma ancora con voi». Questa zia stava
morendo
alla stessa ora in una località lontana. Alla
stessa età si svegliò una notte gridando di non
poter
dormire perché una luce illuminava la sua
stanza, vari volti la guardano e qualcuno
scuoteva il suo
letto. Ma, eccettuati questi episodi e pochi
altri del genere, la sua infanzia fu normale. A
ventidue
anni sposò William Piper (il suo nome di ragazza
era Simonds); circa due anni dopo, in seguito a
un
incidente di slitta, ebbe disturbi che le fecero
temere di essere malata di cancro; poiché i
medici non
riuscivano a curarla, si rivolse a J.R. Cocke,
un medico cieco e chiaroveggente di cui si
magnificavano le diagnosi e le cure. Durante le
visite, Leonore cadeva in trance e diceva di
vedere
strani volti. Una volta, sempre in trance,
scrisse un lungo messaggio e lo consegnò a uno
dei
presenti, il giudice Frost: lo scritto appariva
provenire da un suo figlio morto, ed era così
ricco di
notizie che il giudice, impressionato, divulgò
il fenomeno.
Così la Piper, nel clima spirituale americano
degli anni Ottanta, in cui lo spiritismo stava
sempre più
diffondendosi, divenne nota; ma ella rifiutava
di prodursi al di fuori della cerchia familiare
e degli
intimi amici. Un giorno una certa signora
Gibbins, a lei del tutto sconosciuta, le chiese
una seduta e,
cosa abbastanza strana, la sua richiesta fu
accolta. La Gibbins era la suocera del celebre
fisiologo e
filosofo William James, e, entusiasta dei
risultati, ne parlò con l'illustre genero:
questi, più che altro
per disilluderla, chiese a sua volta una seduta.
Fu l'inizio di un rigoroso studio che durò
diciotto
mesi e che fece scrivere più tardi al James:
«Sono assolutamente sicuro che la signora Piper,
in stato
di trance, conosce cose che non può avere udito
in stato di veglia e che la conclusiva filosofia
della
sua trance deve essere ancora scoperta».
Nel 1887. il James presentava la signora Piper
al dott. R. Hodgson, della Società per la
Ricerca
Psichica di Londra, appena giunto in America
come segretario della sezione americana della
Società
stessa. Hodgson era uno dei più acuti e scettici
sperimentatori del momento; aveva scoperto, o
creduto di scoprire, le frodi di molti medium,
fra cui gli imbrogli, o ritenuti tali, della
Blavatsky in
India. Per parecchio tempo mise alle calcagna di
Leonore un investigatore privato che doveva
controllare tutti i suoi movimenti e assicurarsi
che la medium non assumesse informazioni di
qualsiasi genere su personaggi scomparsi; le
proibì di leggere i giornali, le nascose i nomi
dei
partecipanti alle sedute i quali spesso venivano
invitati all'ultimo momento. Ma Leonore continuò
tranquilla a produrre personalità defunte,
legate in qualche modo agli astanti, e che
davano
abbondanti particolari, noti o ignoti e
controllabili, sulla propria vita. Molta
impressione fece su
Hodgson la manifestazione di una sua antica
fidanzata, che gli comunicò la propria morte,
realmente avvenuta, a sua insaputa, in quei
giorni. «Il dott. Hodgson», scrisse il James,
«considera
che l'ipotesi di una frode non può essere
seriamente mantenuta. E io concordo
assolutamente con
lui».
Nel 1888-89. il filosofo prof. James Harvey
Hyslop si unì ai ricercatori: giungeva
mascherato alle
sedute scoprendosi il viso solo dopo che la
medium era caduta in trance e ricoprendosi
quando si
svegliava. Dopo dodici sedute non aveva più
dubbi.
Nel 1889, Leonore venne invitata in Inghilterra:
fu accolta alla stazione dal Lodge e ospitata,
con le
sue due figlie, dal Myers. Furono controllati
tutti i suoi movimenti, venne assunta una nuova
servitù
che non sapeva nulla dei padroni, la medium fu
accompagnata da un membro della SPR dovunque
andasse. In 88 sedute, fra il novembre del 1889
e il febbraio del 1890, Leonore impersonò
numerosi
parenti defunti degli sperimentatori e degli
astanti dando notizie precise e
particolareggiate: in
trentotto casi le notizie date non erano a
conoscenza di alcuno e furono poi trovate
esatte.
Tornata in America, fu ancora studiata da
Hodgson. Lo scienziato era sicuro dei fenomeni,
ma si
rifiutava di accettare la spiegazione
spiritista. Solo nel 1897 questo ostinato
scettico cedeva
dichiarando esplicitamente sui Proceedings della
SPR: «Non posso più avere dubbi che i
comunicanti... siano effettivamente le
personalità che sostengono di essere, che siano
sopravvissuti
al mutamento che chiamiamo morte e che abbiano
realmente comunicato con noi attraverso il corpo
addormentato della signora Piper».
Nel 1906 Leonore fece una seconda visita in
Inghilterra. Nel frattempo alcuni grandi
sperimentatori,
fra cui il Myers e Hodgson, erano morti e
giungevano messaggi delle loro cosiddette
entità: in
particolare, quella che sosteneva di essere il
Myers aveva ideato un complesso sistema di
comunicazioni, le cosiddette «corrispondenze
incrociate». Molte delle 74 sedute, tenute per
iniziativa della SPR, furono dedicate a queste
corrispondenze, con le quali una frase veniva
dettata a
vari medium, che operavano in luoghi diversi, in
frammenti di per sé incomprensibili ma che
acquistavano un senso quando venivano riuniti.
Il Piddington, che analizzò scrupolosamente i
risultati, concluse che le coincidenze erano
troppo numerose e precise per essere attribuite
al solo
caso. William James, particolarmente
impressionato dai messaggi del defunto Hodgson,
mostrò una
perplessità profonda nella sua riluttanza ad
accogliere la tesi spiritista... «Nel
complesso», scrisse,
«questi messaggi tendono ad accertare
l'esistenza di qualche intelligenza al di là,
distinta dalla
coscienza e, per quanto possa giudicare, anche
dall'inconscio della signora Piper e di altri
medium.
E tendono a rendere probabile l'ipotesi di
lavoro, che intendo seguire, secondo la quale
l'interpretazione della natura di queste
intelligenze, data da loro stesse, sia in
qualche modo vicina
alla realtà. In altre parole penso che siamo in
contatto secondario o terziario - almeno
occasionalmente - con qualche strato della
personalità sopravvivente degli individui che
si-
ARMENIA EDITORE presentano come inviatori dei
messaggi».
Nel 1909. dopo due anni di attività privata
durante i quali furono fatti faticosi tentativi
per ottenere
fenomeni fisici - in realtà la medium produsse
solo un tipo di fenomeni fisici: riusciva a
eliminare
l'odore dei fiori e a farli avvizzire dinanzi
agli occhi dei presenti - Leonore andò una terza
volta in
Inghilterra, ma era evidentemente stanca e le
sedute, dirette dal Lodge, diedero scarsi
risultati. Nel
1911 ella perse infatti le sue facoltà per
riacquistarle però nel 1915. L'ultima sua
manifestazione
importante fu quella del cosiddetto «messaggio
del Fauno», avvenuta in una seduta dell'8 agosto
del
1915 e durante la quale l'entità che si
presentava come Hodgson comunicò: «Dunque,
Lodge,
sebbene noi si sia qui da poco tempo, o almeno
da non molto, possiamo dare e avere messaggi.
Myers dice che voi farete la parte del poeta e
lui farà quella del Fauno. Fauno. Myers.
Proteggere:
egli capirà. Che avete da dire, Lodge? Buon
lavoro, chiedete alla Verrall, anche lei
capirà». La
Verrall era una nota studiosa di lettere
classiche attraverso la cui medianità si era
manifestato spesso
il Myers. Interpellata dal Lodge, che non era
stato presente alla seduta, ella mise il
messaggio in
rapporto con una lirica di Orazio nella quale il
poeta afferma di non essere rimasto ucciso dalla
caduta di un albero grazie alla protezione del
piccolo dio Fauno. Poco dopo, il 14 settembre,
il figlio
del Lodge, Raymond, rimase ucciso in guerra. Il
reverendo Bayfield così interpretò il messaggio:
come Fauno attenuò il colpo dell'albero caduto
salvando il poeta, così il Myers, facendo la
parte di
Fauno, avrebbe attenuato il colpo ricevuto dal
Lodge, il poeta, per la morte del figlio. Le
ultime
sedute ufficiali della medium si svolsero negli
anni 1926-27.
Leonore Piper ebbe numerosi controlli o spiriti
guida. I primi furono una ragazza indiana che si
presentava come Chlorine, il commodoro
Vanderbilt, il poeta Longfellow, Lorette
Penchini, Johann
Sebastian Bach, l'attrice Siddons. Dal 1884 al
1892 si presentò l'entità di un sedicente
medico-
ARMENIA EDITORE francese, Phinuit, che fu messa
in rapporto con lo stesso dott. Cocke, il
veggente cieco ancora vivente, noto anche come
Finne o Finnett. Col 1892 apparve George Pelham,
un amico di Hodgson, morto poco prima in un
incidente. Dal 1897 prevalse il cosiddetto
gruppo di
Imperator, una serie di entità che era già stata
la guida del celebre Stainton Moses, morto nel
1892;
nel 1911 vi si aggiunse una Madame Guyon. Sua
figlia Alta ne scrisse la biografia. (U.D.)
Fonte: Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito di Ugo Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 938-939).
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Politi Augusto (1855- ?). Medium italiano a
effetti fisici, orologiaio di professione,
studiato
in Francia e in Italia nei primi anni del nostro
secolo. Produceva notevoli fenomeni di
levitazione, fenomeni luminosi e
materializzazioni. A Parigi, nel 1902, si
produsse alla
presenza del colonnello De Rochas, del dott.
Dariex, del de Fontenay, e le sue levitazioni
vennero fotografate, fra cui quella di un
pianoforte. A Roma fu studiato da un gruppo
diretto
dal prof. Milesi. In una seduta apparvero due
croci luminose, alte circa quindici centimetri;
in
un’altra una grande mano pelosa sfiorò gli
astanti. Operava in genere chiuso in un sacco la
cui apertura gli veniva cucita intorno al collo.
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 949).
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Racanelli Francesco (1904 - 1978). Medico e
guaritore di origine pugliese, risiedette per
oltre mezzo secolo a Firenze. Nato da famiglia
di contadini, si dedicò allo studio pur
continuando a lavorare la terra per un «affetto
non romantico, ma carnale» e conseguendo la
laurea in giurisprudenza e poi in medicina. Fin
da ragazzo si accorse che il tocco delle sue
dita o la vicinanza della sua persona lenivano i
dolori e risanavano i malati. Dovette a lungo
combattere e subì cinque processi per servizio
abusivo della medicina prima di laurearsi.
Uomo di vasta e varia cultura e profondamente
religioso, ha scritto alcune opere fra cui Il
dolore e la sua medicina (1939), Il dono della
guarigione (1949), Medicina bioradiante
(1951), L'altra medicina (3a ed. 1978), Natura e
anima (1977). Ha creato nella sua casa una
comunità terapeutica integrale. «L'Aquario»,
nella quale, con la sua azione «bioradiante» -
termine da lui coniato - e con la sua presenza
fisica curava malattie e disordini psichici e
psicosomatici, convivendo con i suoi pazienti in
una specie di communitas affectionis, e con
lusinghieri risultati. (M. I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1040).
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Rasmussen Anna (n. 1898). Medium danese a
effetti fisici e psichici. Cominciò a
manifestare le sue doti a dodici anni con
movimenti del tavolino, raps e movimenti di
oggetti;
in seguito si aggiunsero la scrittura diretta su
lavagne, fenomeni luminosi, scrittura
automatica e automatismo parlante. Nel 1921 fu
studiata a Berlino dal Grünewald, che diede
notizia delle sue esperienze nel Congresso
Internazionale di Ricerca Psichica tenuto nel
1923
a Varsavia. Nel 1922, il prof. Christian Winter,
dell'Accademia Politecnica di Copenaghen,
insieme a un gruppo di altri scienziati, tenne
con lei 116 sedute, alla luce del giorno o a
intensa luce artificiale. Nel suo resoconto su
Psychic Research (1928), il Winter afferma che
nessuna seduta ebbe esito negativo; la medium
era rigorosamente controllata e mai si poté
sospettare alcun trucco. Spesso scrisse
automaticamente in inglese, lingua che le era
ignota.
Caso molto raro, si udivano provenire raps dalla
sua spalla sinistra e da altre parti del suo
corpo, fenomeno che fu osservato anche da Harry
Price. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1049).
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Rasputin Grigorij Efimovic (m.1916). Monaco
russo di origine contadina che, agli inizi del
secolo,
divenne famoso per le sue virtù taumaturgiche.
Chiamato a Pietroburgo nel 1907 e protetto
dall'imperatrice
Alessandra, si valse dei suoi poteri di
suggestione per divenire una vera potenza
politica influendo, durante la prima guerra
mondiale, anche sulle operazioni militari.
Figura complessa dal carattere rozzo e volitivo,
creò intomo a sé un clima di fanatismo e di
terrore con le feroci minacce che scagliava
contro i suoi avversari , così da assumere il
carattere dell'antico mago. Difficile dire quali
fossero le sue effettive doti paranormali: si
trattò probabilmente
di un fenomeno composito e interpersonale in cui
la suggestione era il motivo principale. Fu
assassinato i116 dicembre 1916 da un gruppo di
nobili decisi a mettere fine alla situazione
creatasi (R.)
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Reese Bert (1851-1926). Sensitivo americano a
effetti psichici tra i maggiori del periodo a
cavallo dei due secoli. Al pari di molti altri
soggetti della sua epoca fu accusato di frode e
condannato ma, ricorso in appello, fu assolto
avendo dimostrato al giudice le sue facoltà. Lo
invitò infatti a scrivere tre frasi su tre
foglietti identici che, piegati in quattro,
furono mischiati
così che lo stesso giudice ne ignorava il
contenuto; dopo di che li prese a uno a uno
leggendo
ogni volta, esattamente, la frase scritta. In
Germania fu studiato dallo Schrenck-Notzing che
lo considerò uno dei più notevoli soggetti
dell’epoca per i suoi fenomeni di chiaroveggenza
e
psicometria. Una volta indicò a una ditta
commerciale le pagine del libro contabile che
erano
state falsificate. Il prestigiatore Houdini, in
una sua lettera a Conan Doyle, lo accusò di
frode,
ma senza portare prove precise: ed è noto che
Houdini non ammise mai la genuinità dei
fenomeni paranormali, convinto com'era della
onnipotenza del trucco. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1052).
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Reyes De Z. Maria (Maria Reyes Zierold, m.
1945). Sensitiva messicana non professionista,
celebre per eccezionali fenomeni di psicoscopia.
Le sue facoltà furono scoperte per caso nel
1919, dal dott. Gustav Pagenstecher, consigliere
sanitario di Città del Messico, a cui ella si
era rivolta essendo caduta, in seguito a
un'operazione, in un grave stato di depressione
accompagnata da insonnia. Il medico, dopo avere
tentato invano varie cure, le propose un
trattamento ipnotico, che fu accettato, e, con
suo stupore, si accorse che durante l’ipnosi la
paziente acquistava doti di chiaroveggenza:
vedeva quello che avveniva in altre stanze della
casa, seguiva i movimenti della figlia
attraverso una porta chiusa, scorgeva l’aura del
medico
e la descriveva. Infine cominciò a narrare la
storia di oggetti che le capitavano a caso nelle
mani, e con tale minuzia e sicurezza che il
Pagenstecher giudicò il fenomeno degno di uno
studio approfondito e le chiese se era disposta
a sottoporsi a un'indagine regolare. Maria
accettò ed ebbe così inizio una serie di
esperienze che durò vari anni. Presto la
sensitiva non
ebbe più bisogno di essere ipnotizzata, cadendo
spontaneamente in trance all'inizio della
seduta. Gli oggetti che le venivano posti nelle
mani erano per lo più avvolti in fogli di carta
o
chiusi in scatole affinché ella non potesse
riconoscerli, ma sempre le suggerivano visioni
che
si ricollegavano in qualche modo alla loro
provenienza e alla loro storia.
Toccando un frammento di aerolito, Maria
descrisse un cielo stellato col sole molto
vicino, e,
immedesimandosi nell'oggetto induttore, vide
fiamme e udì esplosioni che si susseguivano
intorno a lei finché ebbe il senso di una caduta
precipitosa. Un amuleto egiziano suscitò in lei
la visione di una cerimonia funebre nell’antico
Egitto, con processioni e danze sacre; la
lettera scritta da un uomo che stava per perire
nel naufragio del Lusitania (1915) e da lui
gettata in mare chiusa in una bottiglia, le fece
rivivere la scena del disastro e le suggerì la
descrizione esatta dell'uomo: alto e corpulento,
con barba e baffi neri e una vasta cicatrice sul
sopracciglio sinistro. A volte le visioni si
succedevano in ordine cronologico seguendo la
storia dell’oggetto: una ricetta medica le
suggerì dapprima la visione di una cartiera, poi
quella dell’episodio in occasione del quale la
ricetta era stata scritta; una moneta di
Massimiliano, imperatore del Messico, le fece
vedere in un primo momento l'interno di una
miniera, dove, evidentemente era stato raccolto
il metallo della moneta stessa, e poi le suggerì
la visione della visita fatta da Massimiliano e
da sua moglie Carlotta alla corte di Vienna nel
1864.
Nelle sue esperienze, il Pagenstecher si rivelò
indagatore intelligente e accorto: non tardò a
rendersi conto che le visioni di Maria potevano
essere colte da lei, telepaticamente, nella sua
stessa fantasia, e, per eliminare questa
ipotesi, ideò l'esperimento dei quattro pezzi di
pomice
di forma identica, da lui sottoposti a
trattamenti diversi, avvolti in carta e
mischiati in modo
che lui stesso non poteva riconoscerli. La
sensitiva udì il ticchettìo di un orologio
toccando il
frammento che era rimasto chiuso nella cassa di
un orologio a pendolo, provò un gusto amaro
toccando quello che era stato trattato con una
soluzione di assa fetida e genziana, ebbe una
sensazione di freddo quando le fu messo in mano
quello che era stato tenuto per tre giorni sul
ghiaccio e percepì un odore acre prendendo in
mano il quarto, che era stato sottoposto a
vapori di zolfo.
Una commissione nominata, dietro preghiera dello
sperimentatore, dalla Società di Medicina
di Città del Messico accertò i fenomeni di Maria
riconoscendoli di natura paranormale. Nel
1921, la Società Americana per la Ricerca
Psichica inviò a Città del Messico il suo più
abile
sperimentatore, W.F. Prince, dinanzi al quale si
ripeterono fenomeni notevoli anche se meno
imponenti di quelli ottenuti in precedenza dal
Pagenstecher. Il Prince dichiarò che gli studi
del medico erano stati condotti in modo
ineccepibile e che si doveva escludere ogni
possibilità di frode. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1064/1066).
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Richmond Cora L.V. (1840-1923). La più famosa
medium americana ad automatismo parlante,
nota anche come signora Cora Tappan e signora
Tappan-Richmond. Il fenomeno, sebbene molto
comune, assumeva in lei un particolare carattere
proprio di alcuni medium americani detti
«parlatori
a ispirazione» (inspiration speakers), ma a un
livello molto più elevato. Se le si dava un
argomento
qualsiasi, scelto a caso, di carattere
letterario, filosofico, storico o scientifico,
ella, in stato di trance,
improvvisava su di esso un lungo discorso
esprimendo idee chiare, nozioni esatte,
connessioni
logiche coerenti, e spesso concludeva la
trattazione con una lirica di buon livello,
egualmente
improvvisata. Il Podmore scrisse di lei: «I
discorsi della signora Tappan superano in
coerenza quelli
di qualsiasi altro automatista. Almeno due degli
argomenti a lei proposti nel 1874, "L'origine
dell'uomo" e "Influenza comparata della scienza
e della morale sul sorgere e il progredire delle
nazioni", le erano presumibilmente poco
familiari, ma ella non si trovò mai in
difficoltà... Il suo
stile è chiaro come gelatina: è il protoplasma
del linguaggio umano, tutto pervaso di dolci e
cosmiche emozioni».
Fu pastore della First Society of Spiritualists
di Chicago e tra i fondatori della National
Spiritualist
Association, di cui ebbe la vicepresidenza. Fu
anche nota come guaritrice e per i suoi fenomeni
di
bilocazione, durante i quali faceva singolari
escursioni nell'aldilà, di cui diede relazione
nel suo
libro Le mie esperienze fuori dal corpo (My
Experiments out of the Body). Lasciò numerose
altre
opere che ebbero grande popolarità, tra cui la
più importante è Discorsi attraverso la
medianità della
signora Cora L. V. Tappan (Discourses Through
the Mediumship of Mrs. Cora L.V. Tappan),
pubblicato a Londra, dove ella soggiornò vari
anni, nel 1878. Un altro suo libro non privo di
interesse è L'anima: la sua natura, i suoi
rapporti e le sue espressioni (Soul: its Nature,
Relations and
Expressions, 1887. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1068).
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Rol
Gustavo Adolfo (n. 1902). Pittore torinese,
laureato in legge e scienze economiche. E'
forse il soggetto vivente oggi più dotato di
capacità paranormali, sia cognitive che
cinetiche.
Vive a Torino e quasi quotidianamente si
esibisce in manifestazioni paranormali di fronte
ad
un ristretto circolo di persone, che egli tende
a mantenere fuso e omogeneo, perché è
convinto che le sue possibilità costituiscano
non doti da mostrare al pubblico come esibizione
teatrale fine a se stessa, ma una specie di
messaggio e quasi una dotazione superiore da
considerare alla stregua di una manifestazione
di alta spiritualità che non va mortificata di
fronte alla curiosità del profano o del pubblico
solamente curioso o in cerca di sensazioni.
Le sue facoltà sono per lui un seme che deve
germogliare, dando frutti di elevatezza morale e
di selezione spirituale. Ha inoltre anche
capacità di guaritore e si dedica con assoluto
disinteresse a coloro che soffrono o hanno
bisogno di aiuto o sollievo morale e spirituale.
Il Rol considera in questo quadro e in questa
ottica personale il mondo non preparato a
ricevere il suo messaggio e per lo più soltanto
alla ricerca di emozioni superficiali, per cui
lo
evita o esita ad accostarvisi, concedendo ai non
iniziati soltanto dimostrazioni semplici e
isolate, accuratamente selezionando le persone e
i gruppi con i quali progredire con la propria
opera di elevazione e di perfezionamento.
«Alla base delle mie facoltà», dichiara «c’è la
rinuncia all’orgoglio, al danaro e
all'ambizione;
tutto ciò che io faccio non è un segreto perché
ognuno nel profondo del proprio spirito, se
adeguatamente preparato ed essendo anch’egli una
creatura di Dio, può fare ciò che io
faccio». Molti scienziati di chiara fama, molti
scrittori (tra cui, primo fra tutti Pitigrilli -
che
di lui ha ampiamente riferito nel suo libro
Gusto per il mistero - Dino Buzzati, Beonio-
Brocchieri, Leo Talamonti ecc.), molti uomini di
teatro e di cinema (con Fellini in particolare
per una lunga e cordiale amicizia), hanno dovuto
ammettere che con Rol si può avere la
coscienza di una dimensione ancora ignorata
dalle possibilità umane.
Tra gli studiosi di parapsicologia che lo hanno
visto all'opera va segnalato primo fra tutti
Hans Bender, cattedratico di Parapsicologia
all’Università di Friburgo, il quale dopo averlo
conosciuto e osservato dichiarò che avrebbe
dedicato un intero anno di ricerca del suo
Istituto
allo studio delle capacità di Rol. Sono stati
testimoni delle sue manifestazioni anche molti
studiosi italiani tra cui Riccardi, Cassoli,
Inardi (che lo ha osservato in due occasioni),
Mengoli, Crosa, di Simone, De Boni, Dèttore.
Tutti costoro sono concordi nell’affermare che
il soggetto - pur nel suo reciso e sprezzante
rifiuto di farsi comunque studiare e osservare
scientificamente - è forse il più dotato e
poliedrico che sia mai stato dato di osservare
nel
nostro secolo. Le sue facoltà deriverebbero (o
sarebbero espresse), secondo Rol, dall’azione
di uno «spirito intelligente», proprio dell'uomo
e che sarebbe capace di cogliere momenti di
un’universale armonia, in cui si coordinano gli
psichismi esistiti ed esistenti. In questa
concezione si collocano sia gli esperimenti con
le carte (che assumono la più fantastica
poliedricità e talora la più grande complessità
e difficoltà, ma ai quali il soggetto non dà
alcuna importanza, chiamandoli «le aste» o «da
prima elementare»); sia i «viaggi nel tempo»,
durante i quali alcuni soggetti vengono secondo
il Rol fatti viaggiare o «a ritroso» o «verso il
futuro» con «vissuti» notevoli e di notevole
vivezza, talora anche verificabili; sia gli
esperimenti di lettura in libri chiusi
(book-tests), nel corso dei quali viene isolata
una frase e
un pensiero di qualcuno e dopo alcune risultanze
emerse dalla selezione apparentemente
casuale di carte, consultando determinati libri
(preferibilmente per lui l’Enciclopedia
Italiana), alle pagine e alle colonne indicate
dall’accostamento delle carte, si può trovare o
la
frase o lo sviluppo di essa in un nesso logico
perfettamente coincidente con i concetti
espressi.
Altri conturbanti esperimenti combinati di Rol
sono le scritture automatiche, ricevute in stato
di tensione psichica e i fenomeni di apporto
della grafite su fogli bianchi, per lo più
contenuti
nella tasca interna della giacca di uno dei
presenti, sui quali si imprimono scritture
riferentisi
alle operazioni che si stanno svolgendo o si
sono svolte nella seduta (a esempio indicazione
di elenchi di carte coperte e occultate sotto
tappeti e nascoste sotto coperchi e delle quali
nessuno conosce nulla relativamente alla loro
successione).
Altra notevole fenomenologia prodotta seppur non
con notevole frequenza da Rol è la pittura
diretta, durante la quale il sensitivo dipinge
al buio o in estrema penombra, a distanza,
spesso
senza toccare i pennelli, quadri nello spirito e
nello stile di un pittore della metà dell’800
francese, François Auguste Ravier, secondo un
soggetto proposto dai presenti.
Chi assiste agli esperimenti di Rol è chiamato a
un atto di fede, perché egli non sopporta
controllo alcuno, né atteggiamenti di critica o
di sfiducia. Ha in spregio gli studiosi di
parapsicologia perché a suo parere nei fenomeni
paranormali (e nei suoi in particolare) non
c’è nulla da studiare, perché espressioni del
Dio superiore e quindi al di fuori di ogni
possibilità umana di studio e di indagine.
La gamma della fenomenologia roliana si arresta
di fronte alle manifestazioni francamente
spiritiche, perché egli nei loro riguardi è
recisamente contrario e scettico, ritenendole
contrarie alla propria morale. Ogni esperienza
risulta per lui dalla fusione armonica dei vari
psichismi, i quali agiscono insieme sulla
materia, indipendentemente dalla volontà dei
singoli, ma in conformità con un ordine
universale superiore che trascende ogni
interesse
privato e ogni intervento razionale, ordine
superiore in cui i fatti si collegano
naturalmente fra
loro. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1075/1076).
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Rothe Anna (1850-1907). Medium tedesca,
detta la medium dei fiori (Blumen medium).
Semplice
operaia, manifestò la sua medianità verso il
1892, dopo la morte del fidanzato di sua figlia,
vedendo
continuamente il defunto sdraiato sul divano nel
suo consueto atteggiamento. In seguito ebbe
visioni di defunti riportando ai consultanti i
loro messaggi. Ma il suo fenomeno caratteristico
fu
l'apporto di fiori e di frutti in notevole
quantità. Presto fu accusata di frode, ma, come
in molti altri
casi, i suoi fautori non furono meno numerosi né
illustri dei suoi accusatori. Scienziati,
professori
universitari, alti magistrati, come il giudice
George Sulzer, presidente dell'Alta Corte di
Appello di
Zurigo, furono dalla sua parte affermando di
avere visto fiori e frutti cadere lentamente dal
soffitto,
in piena luce, materializzandosi da punti
nebulosi. Per contro alte personalità, come il
Flammarion e
il Richet, presero partito contro di lei. Il
Flammarion assistette a una sola seduta e vide
effettivamente cadere dal soffitto mazzi di
fiori di varie dimensioni, ma sempre dalla parte
opposta
a quella verso cui la medium riusciva a
rivolgere l'attenzione dei presenti. Sicuro di
una frode,
incaricò un investigatore privato di partecipare
il più possibile alle sedute da lei date, e
questi
affermò che in una seduta, essendosi posto alle
spalle della medium, la vide prendere fiori e
arance
di sotto la sua veste e lanciarli abilmente
nell'aria. Il Flammarion propose allora una
seduta
conclusiva in casa sua, ma la medium e il suo
manager, un certo Max Jentsch, lasciarono
bruscamente Parigi e non si fecero più vedere.
Il Richet asserì di essersi convinto della frode
dopo
tre sedute: avendo pesato la medium prima e dopo
le manifestazioni, si accorse che il suo peso
era
diminuito di due libbre, ossia esattamente del
peso dei fiori e dei frutti apportati.
Nel 1902, Frau Rothe, in Germania, fu accusata
di truffa, processata e imprigionata. Degli
investigatori affermarono di avere trovato 150
fiori e varie arance e mele nascosti in una
tasca sotto
le sue vesti.
A nulla valsero oltre quaranta testimonianze a
suo favore fra cui quella dello stesso Sulzer:
il
giudice giustificò la sua sentenza dicendo che
«le manifestazioni soprannaturali erano state
dichiarate impossibili dalla scienza». Nel 1903
uno dei maggiori giornalisti tedeschi
dell'epoca,
Maximilian Harden, prese le difese della medium,
condannata a un anno e mezzo di prigione e 500
marchi di multa, sostenendo che la frode non era
stata dimostrata durante il processo e che le
testimonianze a favore erano più numerose di
quelle contrarie. Ma la carriera della medium
rimase
senz'altro spezzata. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1084).
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Sambor (m. 1902). Pseudonimo sotto cui fu
conosciuto un telegrafista russo, che, fra il
1896
e il 1902, attrasse l’attenzione di molti
studiosi russi con i suoi fenomeni di
psicocinesi e
materializzazione. Durante le sue sedute si
formavano vapori luminosi in forma di colonna o
di nube, che presto assumevano sembianze umane
materializzate e potevano essere veduti
accanto al medium in buona luce; oggetti piccoli
e grandi si spostavano; un mandolino che
era nella stanza vicina entrava da solo,
suonando, nella stanza delle sedute.
Il conte Petrovo Solovovo lo studiò in numerose
sedute e, sebbene la sua fiducia rimanesse
molto scossa dal fatto che una volta uno dei
presenti, che doveva controllare la mano destra
del medium, gliela lasciò intenzionalmente
libera, ammise che molti fenomeni non potevano
essere spiegati con la semplice supposizione che
il medium si valesse di questa mano per
compiere delle frodi: i fantasmi, il mandolino,
i suoni emessi da un piano la cui tastiera era
stata chiusa a chiave avevano tutta l'apparenza
della genuinità. Lo sperimentatore diede
relazione delle sedute negli Annales des
Sciences Psychiques. Altre relazioni furono date
dalla signora Youdenitch sugli stessi Annales
(1904, XIV), e altre ancora apparvero sul
periodico spiritista russo Rebus. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1096).
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Sawyer Signora. Medium americana a effetti
fisici, attiva, sotto lo pseudonimo di signora
Salmon, negli ultimi anni del secolo scorso. Fu
studiata per dieci anni dal dott. Paul Gibier,
direttore dell’istituto Batteriologico di New
York, il quale, nel 1901, pubblicò la relazione
dei
suoi esperimenti negli Annales des Sciences
Psychiques. Secondo quanto afferma, il Gibier,
sperimentando con la medium nel suo laboratorio
o nella sua casa di campagna, soleva
chiuderla in una gabbia, le cui maglie erano
così fitte da permettere il passaggio solo di un
dito mignolo. La gabbia veniva poi oscurata con
drappi neri fungendo così da gabinetto
medianico, mentre i fenomeni, che consistevano
per lo più in materializzazione di fantasmi,
avvenivano in piena luce. Una volta, sempre
secondo il Gibier, dopo parecchie di queste
materializzazioni, lo sperimentatore fu invitato
ad avvicinarsi alla medium che aveva bisogno
delle sue cure: appena egli fu davanti alla
porta della gabbia ed ebbe scostato le tende, la
Sawyer gli cadde fra le braccia sebbene la porta
stessa fosse rimasta chiusa e sigillata con
strisce di carta che risultarono intatte. Questo
fenomeno si ripetè per altre due volte e alcuni
testimoni sostennero che i fili metallici della
gabbia risultarono fortemente riscaldati. Uno
scultore di Boston, E.A. Brackett, riferisce a
sua volta di essere stato condotto da un
fantasma
nella gabbia, tuttavia chiusa a chiave, e di
esserne poi uscito misteriosamente insieme al
fantasma stesso e alla medium, in piena luce e
davanti a venticinque testimoni. Il Gibier stava
preparandosi a portare la medium all’estero,
quando rimase ucciso, travolto da un cavallo
imbizzarrito. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1107)
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Schermann Raffael. Chiaroveggente austriaco,
attivo nei primi anni del nostro secolo. Le sue
facoltà si manifestavano in presenza di
manoscritti: solo vedendoli o toccandoli, talora
anche se
chiusi in buste, egli descriveva non soltanto il
carattere dello scrivente, ma anche il suo
aspetto, il
suo passato e il suo futuro. A volte riproduceva
la grafia dello scrivente dopo aver toccato una
sua
lettera chiusa in busta. Il prof. Fischer,
dell'università di Praga, fece con lui una serie
di esperimenti
fra il 1916 e il 1918: su 280 esperienze, il 65%
ebbe esito positivo, l’8% ebbe esito dubbio e il
27%
negativo. E.S. Bagger diede al fenomeno la
definizione di psico-grafologia. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1111).
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Schneider Rudi (1908-1957). Medium austriaco
a effetti fisici, fra i maggiori della prima
metà del secolo insieme al suo fratello maggiore
Willy. I suoi poteri si palesarono nel 1919
quando aveva solo undici anni. In casa Schneider
già da tempo si tenevano sedute private con
Willy, il quale aveva per guida «Olga», uno
spirito che affermava di essere stato Lola
Montez, favorita di Ludovico I di Baviera; e una
sera Olga dichiarò che vi era scarso
«potere» e che bisognava chiamare Rudi, il quale
era stato già messo a letto. I genitori non
vollero svegliarlo, ma dopo qualche minuto la
porta si aprì e apparve Rudi in stato di trance
profonda. Da quella sera Olga divenne la guida
di Rudi e volle che il fanciullo assistesse
regolarmente alle sedute. Il dott. Albert von
Schrenck-Notzing, avuta notizia di questi
esperimenti privati durante i quali si diceva
avvenissero fenomeni singolari, avvicinò i due
giovani medium e cominciò a sperimentare nel suo
laboratorio di Monaco, dapprima con
Willy, poi, quando i poteri di lui parvero
attenuarsi, con Rudi, che divenne il più famoso
dei
due fratelli. In questi esperimenti vennero
prese le più rigorose precauzioni: il medium
veniva
visitato medicalmente e poi vestito di una tuta
molto aderente; talora era chiuso in una gabbia
da cui uscivano la testa e le mani, controllate
dagli sperimentatori. Tuttavia vari oggetti,
spalmati di sostanze fosforescenti per potere
essere visti nell’oscurità, si muovevano
nell’aria,
si avvertivano venti freddi, avvenivano notevoli
abbassamenti di temperatura. apparivano
piccole materializzazioni di masse amorfe, o di
mani, per lo più con tre sole dita, di tentacoli
che potevano essere toccati e che scrivevano su
fogli di carta o facevano nodi su fazzoletti o
sui lembi della tenda del gabinetto medianico.
Fra il 1922 e il '23 un centinaio di scienziati
furono testimoni dei suoi fenomeni e rimasero
convinti della loro genuinità. Tra il 1923 e il
’24 i professori S. Meyer e K. Przibram,
credettero di scorgere un braccio di Rudi
liberarsi
dai controlli e affermarono che tutti i fenomeni
erano fraudolenti, ma la frode non fu affatto
provata. Rudi continuò a dare sedute e vari
uomini di scienza che lo studiarono nei due anni
successivi fecero su di lui rapporti molto
favorevoli: ma, nel 1927, Warren Jay Vinton,
sostenuto dal Dingwall, in un articolo su Psyche
affermò che, dopo avere assistito a dieci
sedute, aveva raggiunto la certezza che tutta la
fenomenologia del medium era dovuta
all’intervento di un compagno che entrava nella
stanza. Ne seguì una polemica molto vivace
in cui il Bird e il Price, ricercatori della
Società Americana per la Ricerca Psichica, si
schierarono sostanzialmente in favore
dell’accusa. Nel 1929, Harry Price invitò Rudi a
sottoporsi a una serie di esperienze nel
Laboratorio Nazionale per la Ricerca Psichica da
lui
fondato: il Price disponeva di una serie di
controlli elettrici perfezionati che avrebbero
rilevato qualsiasi movimento del medium. Si
ebbero due serie di sedute, nell’aprile del 1929
e
nel novembre-gennaio del 1929-30; la genuinità
dei fenomeni venne riconosciuta dallo
sperimentatore e da un centinaio di testimoni:
si ebbero abbassamenti di temperatura,
movimenti violenti dei tendaggi, levitazioni,
raps che davano comunicazioni intelligenti,
apparizioni di mani e di braccia perfettamente
formate. Il prestigiatore Will Goldston dichiarò
che nessun illusionista avrebbe potuto imitare
quei fenomeni nelle stesse condizioni.
Verso la fine del 1930, Rudi fu studiato
nell’istituto Metapsichico Internazionale di
Parigi: in
questa occasione Eugène Osty potè constatare
l’esistenza di una sostanza invisibile, che si
formava a distanza dal medium venendo da lui
diretta, la quale ostacolava i raggi infrarossi.
Lo scienziato riconobbe che nessuna frode era
possibile e, al termine delle novanta sedute,
consegnò a Rudi, il quale si prestava
gratuitamente, 5000 franchi da parte
dell’istituto per la
buona volontà con cui si era prestato agli
esperimenti. Nel 1932, il Price volle condurre
ancora una serie di esperienze al Laboratorio
Nazionale. I poteri di Rudi andavano allora
diminuendo; su 27 sedute, solo 9 ebbero esito
positivo. Tuttavia i fenomeni si ripeterono e un
buon numero di uomini di scienza ne riconobbero
la genuinità. Ma una fotografia parve
mostrare che il medium aveva liberato un braccio
dal controllo, e questo fu sufficiente perché
il Price mettesse in dubbio tutto il complesso
della fenomenologia. La condotta del Price in
questa occasione suscitò violente critiche, vari
membri del Consiglio del Laboratorio si
dimisero in segno di protesta, lo stesso Osty
criticò lo studioso in un articolo sulla Revue
Métapsychique dell’aprile 1933: La strana
condotta del signor Harry Price.
Nell’ottobre-dicembre 1932 Rudi diede ancora
sedute a Londra, in casa di Lord Charles
Hope: i fenomeni furono più rari e più deboli,
ma ineccepibili. Nel 1933 tenne sedute a Praga;
ma ormai era esaurito: si ritirò dall’attività
per dedicarsi solo alla sua professione di
meccanico automobilista e direttore di una
scuola di guida. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1112/1114).
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Schneider Willy (n.
1905). Medium austriaco, fratello maggiore di
Rudi e poco meno
famoso di lui. Cominciò a tenere sedute private
nel seno della sua famiglia verso i quattordici
anni, producendo fenomeni psicocinetici e di
materializzazione. La sua guida era «Olga» che
affermava di essere lo «spirito» di Lola Montez,
favorita di Ludovico I di Baviera. Nel 1921
il dott. Albert von Schrenck-Notzing cominciò a
sperimentare con lui e lo fece conoscere a
numerosi scienziati: controllato rigorosamente
produceva fenomeni luminosi, movimenti di
oggetti lontani da lui, materializzazioni di
mani che mettevano in moto o arrestavano
carillons, facevano sventolare fazzoletti ecc.
Per lo più operava chiuso in una gabbia di
garza.
Thomas Mann fu presente ad alcune delle sue
sedute e ne riferì. Nel 1922, Harry Price,
accompagnato da Eric J. Dingwall, si recò a
Monaco, dietro invito dello Schrenck-Notzing,
per assistere ad alcune sue sedute, ed entrambi
riconobbero autentici i suoi fenomeni. Negli
ultimi mesi del 1924 fu a Londra, invitato dalla
Società per la Ricerca Psichica, e lo stesso
diffidentissimo Dingwall, pur cercando di
minimizzare i fenomeni, dovette riconoscere
nella
sua relazione (Proceedings, vol. XXXVI) che
molto difficilmente si sarebbe potuto supporre
un trucco. I poteri di Willy Schneider furono
però di breve durata: dopo il 1927 scomparvero
e il medium si dedicò esclusivamente, da allora,
alla sua professione di odontotecnico. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1114).
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Serios Ted (n. 1919). Sensitivo americano
divenuto celebre per le sue psicografie o
fotografie
del pensiero. Era un fattorino di albergo, di
scarsa cultura, quando, nel 1955, cominciò ad
avere visioni di carte geografiche, stranamente
nette, che avrebbero dovuto indicare tesori
nascosti. Nessun tesoro fu però trovato con tal
mezzo. Poiché egli affermava di vedere quelle
carte con tale evidenza «che avrebbe potuto
fotografarle», un amico lo invitò a tentare una
prova, cosa che egli fece, facendo scattare una
Polaroid sulle pareti di una stanza, verso il
punto in cui gli sembrava di scorgere una
visione. Le fotografie presentarono vaghe scene
di
vita indiana da lui visualizzate. Questo, per lo
meno, è il resoconto giornalistico delle prime
esperienze. In seguito sembra che le modalità
cambiassero; nel 1963 una rivista scrisse di lui
che impressionava pellicole fotografiche «solo
concentrando lo sguardo sull’obiettivo» di una
Polaroid. Il fenomeno parve così singolare che
pochi studiosi vi credettero; solo lo
psicoanalista Jule Eisenbud, dell’università di
Denver, notò che, se si trattava di una
Polaroid,
dove le pellicole erano sigillate in un
contenitore e non possono essere manomesse, un
trucco
fotografico era poco probabile, e, nell’aprile
del 1963, poté fare un esperimento con Ted a
Chicago servendosi di una Polaroid, da lui
portata, caricata e usata, senza che il soggetto
avesse modo di toccarla. Ottenne, fra le altre,
alcune fotografie, come quella di una torre
dell’abbazia di Westminster, che sembravano
senz’altro paranormali.
Qualche mese dopo, l’Eisenbud iniziò con Ted una
serie di esperimenti a Denver, che
durarono tre anni e lo convinsero della realtà
del fenomeno. Il sensitivo aveva bisogno di
mettersi in condizioni adatte bevendo
abbondantemente birra e whisky; poi si poneva
davanti
all’apparecchio avvicinandosi a un occhio un
tubetto di cartone nero lungo due centimetri e
largo tre, da lui chiamato «gismo», e, a un
certo momento, dava l’ordine di scattare. Alcune
fotografie presentavano soltanto il suo
ritratto, altre non rimanevano impressionate e
mostravano solo un fondo nero, altre ancora
presentavano su una parte del fondo nero
immagini diverse che erano state pensate,
consciamente o inconsciamente dal soggetto. Si
trattava insomma di pensieri o ricordi
fotografati. L'Eisenbud invitò vari scienziati
ad
assistere ai fenomeni, e mai furono scoperti
indizi di trucco.
Nell’aprile e maggio 1967, Ted fu studiato
nell’università della Virginia da I. Stevenson e
J.G. Pratt. Vennero condotte sei sedute in
ognuna delle quali furono ottenute con macchine
Polaroid, fotografie che gli sperimentatori
chiamarono «anormali», non volendo chiamarle
«paranormali». Le macchine appartenevano agli
sperimentatori, le pellicole venivano da loro
acquistate e siglate in modo che fosse
impossibile una sostituzione; le mani del
soggetto e il
«gismo» minutamente esaminati. Si cercò di
ottenere fotografie di immagini che venivano
scelte dagli sperimentatori e mostrate al
soggetto, e molte volte vi si riuscì: la
fotografia
presentava in genere alcuni elementi di queste
immagini. Altre volte apparvero invece
immagini di oggetti, o di parte di oggetti, che
non erano stati mostrati a Ted ma che egli
aveva, o aveva avuto, sott’occhio. Gli
sperimentatori vennero alla conclusione che non
poteva esservi trucco e scartarono l'ipotesi
avanzata da Reynolds ed Eisendrath, secondo la
quale si sarebbe trattato di microfilms
introdotti nel «gismo» e proiettati
nell'obiettivo
dell’apparecchio fotografico: questo sarebbe
potuto avvenire solo se fosse stato proiettato
attraverso il microfilm un lampo di luce, e
negli esperimenti era stato accertato che il
«gismo» non aveva trucchi e che nessun bagliore
luminoso era avvenuto. La relazione di
Stevenson e Pratt conclude: «Noi restiamo
consapevoli di non essere stati capaci di
descrivere le condizioni e i risultati che
dovrebbero rimuovere tutti i dubbi sul fatto che
i
fenomeni di Ted Serios siano paranormali. Però,
soppesando, come abbiamo fatto, le varie
caratteristiche da noi discusse e considerando
ancora il nostro insuccesso nello scoprire
qualsiasi cosa che potesse apparire come
minimamente sospetta di inganno, riteniamo che
quanto da noi scoperto accresca l’importanza di
ulteriori ricerche con Ted, ciò che fornirebbe
una chiara prova delle facoltà che egli pretende
avere e rimuoverebbe ogni dubbio sulla
interpretazione paranormale di esse». Poco dopo
gli esperimenti con Stevenson e Pratt, Ted
Serios perse le sue facoltà. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1143/1145).
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Shackleton Basil. Sensitivo inglese, noto
soprattutto per gli esperimenti di percezione
extrasensoriale condotti con lui da G.S. Soal
dopo il 1939, servendosi di mazzi di carte
figurate che, invece di presentare i simboli
propri delle carte ESP, presentavano un leone,
un
elefante, una zebra, una giraffa e un pellicano.
Durante questi esperimenti venne confermato
il fenomeno di spostamento temporale, scoperto
dal Carington. Venivano usate due stanze, in
una delle quali era l’agente, controllato da un
osservatore, nell’altra lo Shackleton come
percipiente, a sua volta controllato da un altro
osservatore. Sebbene con questo procedimento
si cercasse di escludere ogni possibilità di
frode, lo Shackleton, alcuni anni dopo, fu
coinvolto, insieme al Soal, nelle accuse del
Hansel il quale sostenne che i due si valevano
di
un codice per ottenere falsi successi. Da parte
sua la signora Gretl Albert, che più volte aveva
funzionato come agente, aveva dichiarato in
precedenza di avere visto il Soal alterare i
risultati degli esperimenti. Dato il carattere
instabile ed eccentrico della Albert e le
inconsistenze dell'accusa di Hansel, oggi gli
esperimenti Soal-Shacklenton vengono
generalmente considerati genuini. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1152).
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Shepard Jesse (1849-1927). Medium inglese molto
noto tra l'ultimo ventennio del secolo
scorso e i primi del nostro per i suoi fenomeni
di chiaroveggenza, xenoglossia e, soprattutto,
per le musiche paranormali da lui ottenute. A
volte suonava lui stesso il piano o l’organo,
strumenti che conosceva in modo modesto, con
singolare maestria; altre volte la musica
proveniva dai due strumenti quando le loro
tastiere erano chiuse. Cantava anche duetti
alternando la voce di basso con quella di
soprano. Si produceva in piena luce o al buio:
in
quest’ultimo caso le sue esecuzioni erano
particolarmente imponenti. Il principe Adam
Wisniewski diede relazione sulla rivista Light
(1894) di una seduta in cui il medium suonò
sul piano una rapsodia a quattro mani di Liszt
con un impeto e un colorito superiori a quelli
dello stesso Liszt, mentre luci apparivano in
tutti gli angoli della sala. In stato di trance
dava
comunicazioni in inglese, francese, tedesco,
latino, greco, caldeo e arabo su qualsiasi
soggetto. Nel 1889 pubblicò due opere
letterarie, scritte automaticamente, di cui il
Maeterlinck disse di non avere mai letto nulla
di più ammirevole e profondo. Dopo il 1907 si
diede solo alla letteratura sotto lo pseudonimo
di Francis Grierson. La sua opera più
importante di questo periodo è La valle delle
ombre (The Vallev of Shadows), in cui narrò
con grande vivacità le vicende della sua vita
(R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1154).
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Showers Mary. Medium inglese a
materializzazione, attiva nell'ultimo trentennio
del secolo
scorso. Da fanciulla aveva visioni, parlava con
personalità invisibili e produceva fenomeni di
Poltergeist. Diede poi sedute nei circoli
spiritistici londinesi: entrava nel gabinetto
medianico
con un rotolo di cordicella e poco dopo, tirate
le tende del gabinetto, appariva strettamente
legata alla sedia. Infine produsse fantasmi
materializzati, tra i quali predominava una
fanciulla, Florence, che era di circa venti
centimetri più bassa di lei. Nel 1894, in casa
dell’avvocato Cox, fu sospettata di frode:
Florence, perduto il velo che le copriva la
testa, si
rivelò essere la stessa Mary. Ma l’avvocato si
convinse che la medium, in trance, aveva
inconsciamente impersonato lo spirito. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1156).
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Silbert Maria. Medium austriaca a effetti
fisici, attiva nei primi decenni del nostro
secolo.
Da fanciulla era chiaroveggente e aveva fenomeni
di precognizione; in seguito le sue facoltà
chiaroveggenti scomparvero per essere sostituite
da una fenomenologia di carattere fisico:
apporti, fenomeni luminosi e psicocinetici. Il
suo controllo era una personalità che si faceva
chiamare «dott. Franciscus Nell», e che incideva
il suo nome su portasigarette tenuti sotto il
tavolo della seduta, come riferisce il prof.
Sünner su Psychic Science (gennaio 1931). I suoi
fenomeni furono però contestati da molti
investigatori, fra cui W.F. Prince della Società
per la
Ricerca Psichica di Boston. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1158).
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Slade Henry (m. 1905). Medium americano a
effetti fisici, noto soprattutto per le
scritture dirette
da lui ottenute su lavagne e per i suoi fenomeni
di compenetrazione: pochi ebbero, al pari di
lui,
tanti sostenitori convinti e tanti accaniti
avversari. Iniziò la carriera verso il 1860,
quando doveva
avere poco più di vent'anni, producendosi con
grande successo davanti al pubblico americano.
Nel
1875, un gruppo di studiosi dell'università di
Pietroburgo, dove l'interesse per i fenomeni
paranormali era stato risvegliato dalle sedute
date da D.D. Home, lo invitò in quella città per
sottoporsi a una serie di esperienze, e lo Slade
accettò. Durante il viaggio fece una sosta in
Inghilterra, dove giunse nel luglio del 1876, e
diede molte sedute a Londra; in un articolo
apparso
sul World (30 agosto 1876) furono descritti i
suoi fenomeni: violenti colpi sul tavolo,
levitazione di
una sedia, materializzazione di una mano,
messaggi di vario genere scritti sulla faccia
inferiore di
una lavagna posta sul tavolo. Studiosi come Lord
Rayleigh, Alfred Russel Wallace e lo stesso
Frank
Podmore, contrarissimo ai fenomeni fisici,
rimasero profondamente perplessi e incapaci di
dare una
spiegazione normale alla fenomenologia.
Ma, nel settembre, il prof. Lancaster, sicuro di
una frode, volle smascherare il medium: si recò
da
lui con un amico, pagò la sterlina richiesta per
la seduta e chiese una scrittura diretta su
lavagna;
poi, afferrata la lavagna prima ancora che,
presumibilmente, potesse essersi formato lo
scritto,
mostrò che su di essa il messaggio era stato già
preparato. Evidentemente il fenomeno si limitava
a
una semplice sostituzione di lavagne: il
professore rese pubblico il fatto con un
articolo sul Times e
denunciò il medium per frode essendosi fatto
pagare indebitamente. Ne seguì un processo
accompagnato da vivaci polemiche fra gli
accusatori e i sostenitori. A fianco del
Lancaster si
schierarono, fra gli altri, personalità come il
prof. Sidgwick, Edmund Gurney e W.B. Carpenter;
a
favore del medium testimoniarono fra gli altri
Alfred Russel Wallace, l'avvocato Cox e il dott.
Wyld.
Il giudice dichiarò di dover fondare la sua
sentenza sulle leggi note della natura e
condannò lo Slade
a tre mesi di lavori forzati, che egli potè
evitare solo fuggendo dal paese mentre si era in
attesa del
processo di appello.
Trascorse alcuni mesi in Europa producendosi
all'Aja, a Berlino, in Danimarca, sempre con
successo. A Pietroburgo le sedute non poterono
avere l'estensione che era stata progettata,
data la
situazione politica della Russia; ebbero però
nel complesso esito positivo, specialmente una,
tenuta
alla presenza del granduca Costantino,
dell'Aksakov e del prof. Boutlerof, che aveva
già
sperimentato con Home. In questa seduta furono
posti, per caso, due gessetti sulla lavagna e si
trovò
che l'uno aveva scritto un messaggio da sinistra
a destra e l'altro da destra a sinistra. Sembra
però
che una volta l'Aksakov abbia scoperto una
frode.
Sono del 1877 i famosi esperimenti di Lipsia,
condotti dallo Zöllner, in cui si ebbero
fenomeni
rigorosamente controllati di scrittura diretta e
di compenetrazione: nodi in corde circolari,
anelli
infilati nel fusto di un tavolino a tre piedi
ecc. Passato a Parigi, si mise a disposizione
del
Flammarion, il quale tuttavia scrive di non
avere ottenuto niente di sicuro. Per avere
infine una
prova concreta, l'astronomo mise un gessetto fra
due lavagne sigillate l'una sull'altra con carta
intestata dell'Osservatorio, in modo che non
avrebbero potuto essere separate senza rivelare
la
frode. Queste due lavagne furono consegnate allo
Slade e rimasero presso di lui per dieci giorni,
ma, al termine, non fu rilevato su di esse
alcuno scritto. Anche il Richet ebbe una seduta
col
medium: pose un gessetto su di una lavagna e la
tenne sotto il tavolo mentre lo Slade la teneva,
pure
con una mano, all'altra estremità: si udì
stridere il gessetto e sulla lavagna apparve uno
scritto, ma lo
scienziato non rimase del tutto convinto sia per
la cattiva fama del medium sia perché gli
scritti su
lavagne si prestavano facilmente al trucco. Il
Gibier, che sperimentò nello stesso periodo,
rimase
invece convinto.
Dopo un soggiorno in Australia, dove furono
osservati gli stessi fenomeni senza che
sorgessero
accuse o sospetti, Slade tornò negli Stati Uniti
e accettò di essere studiato dalla Commissione
Seybert; l'esito fu negativo: gli sperimentatori
affermarono che il medium si valeva di un piede
per
ottenere gli scritti sulla lavagna quando questa
era tenuta sotto il tavolo. Da parte sua J.W.
Truesdell
afferma di avere trovato una volta nella sala
delle sedute una lavagna con su già preparato un
messaggio e di avervi aggiunto un frase
canzonatoria: il medium rimase molto male quando
i due
scritti vennero alla luce. Nel 1886 una nuova
denuncia portò a un nuovo arresto dello Slade,
che
però fu presto rilasciato: nessuno potè
accertare se la mano fantomatica che fu vista
scrivere sulla
lavagna in questa occasione fosse una mano
materializzata o quella del medium.
Tante testimonianze pro e contro da parte di
uomini di scienza egualmente in buonafede ed
egualmente accorti, ci lasciano perplessi.
L'accusa del Lancaster fu giudicata ingiusta
dallo stesso
Podmore: si trattava di una persona fortemente
prevenuta e non si poteva escludere che, come
sostenne lo Slade, lo scritto si fosse già
formato paranormalmente sulla lavagna quando
questa fu
afferrata dallo studioso. La Commissione Seybert
era nota per la sua decisa ostilità verso i
fenomeni
allora chiamati spiritici: non si capisce bene
come lo Slade potesse scrivere con un piede
sulla
faccia della lavagna rivolta verso il piano del
tavolo sotto cui era tenuta. Ma il racconto del
Truesdell sembra provare inequivocabilmente un
trucco. D'altra parte altri resoconti, come
quelli
dello Zöllner, e le affermazioni di
prestigiatori i quali sostennero, come il
Bellachini, che era
impossibile ripetere i fenomeni di Slade con
trucchi, non si possono scartare come frutto di
ingenuità e di disattenzione. Molto
probabilmente Slade fu dotato di genuine facoltà
paranormali e,
al pari della maggior parte dei professionisti,
cercò di aiutarle, consciamente o
inconsciamente, in
momenti in cui esse venivano meno. Negli ultimi
anni queste facoltà erano certo diminuite: come
molti altri medium, egli si era dato all'alcool,
che lo portà a finire i suoi giorni in miseria e
semifolle
in un sanatorio del Michigan. (U.D.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1167/1169).
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Sloan John Campbell da fareeeeee
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Smead, signora (Signora Willis M. Cleveland).
Medium scrivente americana, attiva fra gli
ultimi anni del secolo scorso e i primi del
nostro. Nell’agosto del 1895 cominciò a dare
notizie, in inglese e in «marziano», su Marte e
su Giove, disegnando anche mappe dei due
pianeti. Giove sarebbe stato il «paradiso dei
bambini», mentre Marte avrebbe avuto città e
abitanti. Il Floumoy, in Metafisica e psicologia
(Métaphysique et Psychologie, 1919) scrisse
che «le rivelazioni marziane della signora Smead
presentano lo stesso carattere di puerilità e
di ingenua fantasia di quelle della signorina
Smith». La medium fu studiata dal prof. Hyslop,
che attribuì le comunicazioni a una sua
personalità secondaria, e questo giudizio fu
confermato da una comunicazione ottenuta dalla
signora Piper da parte di una delle sue
guide. Hyslop, tuttavia, giunse alla conclusione
che alcune comunicazioni chiaroveggenti
della Smead erano di carattere paranormale. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1171).
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Smith Hélène (Caterine-Elise Müller, 1861 1929).
Medium svizzera a scrittura e pittura
automatica nonché a fenomeni fisici, resa
celebre dallo psicologo prof. F1ournoy, che la
studiò per
anni e scrisse su di lei un libro famoso: Dalle
Indie al pianeta Marte (Des Indes à la planéte
Mars.
1900). Figlia di un commerciante di origine
ungherese, il quale aveva una grande facilità
per le
lingue, particolare notevole, data la
fenomenologia della medium, fin da bambina
dimostrò una
fantasia singolarmente vivace, aveva visioni di
paesaggi intensamente colorati, di luci e di
strani
oggetti. Nel 1892 cominciò a frequentare i
circoli spiritisti e presto rivelò capacità di
tiptologia e di
scrittura automatica: la sua guida era allora
una personalità che si presentava come Victor
Hugo, e
che fu poi sostituita da «Leopoldo». Un anno
dopo otteneva fenomeni di psicocinesi e di
apporto,
rintracciava oggetti perduti, vedeva gli spiriti
comunicanti, udiva le loro voci.
Nel 1894 il prof. Flournoy fu ammesso alle sue
sedute e poté frequentarle quasi continuamente
per
cinque anni. Leopoldo dichiarò allora di essere
stato il famoso Cagliostro: la sua calligrafia
era
molto diversa da quella della medium, parlava
con voce di basso profondo, con modi
settecenteschi
e con accento italiano, ma non conosceva questa
lingua. Il Flournoy mise questa personalità in
rapporto con un grande spavento provato dalla
medium quando aveva dieci anni: aggredita da un
cane, fu salvata, a quanto ella raccontava,
dall'intervento di un uomo avvolto in un grande
mantello
con una croce bianca sul petto, il quale
disparve subito dopo avere scacciato l'animale.
Secondo lo
studioso, la fantasiosa bambina aveva così
travisato un passante cominciando a creare fin
da allora
la personalità della sua futura guida.
Già nel 1893, la Smith aveva cominciato a
manifestare una seconda personalità: quella
della regina
Maria Antonietta, la quale dichiarò poi di
essere stata una precedente incarnazione della
medium e
raccontò vicende della sua vita. Maria
Antonietta scriveva con un'ortografia
settecentesca, ma la sua
scrittura era diversissima da quella della
regina. Accanto a Maria Antonietta si
manifestarono altre
personalità della sua Corte, come Luigi Filippo
d'Orléans e il marchese di Mirabeau.
A queste rievocazioni, che il Flournoy chiamò il
«ciclo regale» seguì, nel 1894, il cosiddetto
«ciclo
orientale». Anche questa volta la Smith era
convinta di raccontare le vicende di una sua
precedente
incarnazione, quando era Simandini, figlia di
uno sceicco arabo del XIV secolo, andata sposa
al
principe indiano Sivruka Nayka e, dopo molti
anni di vita felice, morta bruciata sulla pira
del suo
defunto marito. Nel narrare la storia di
Simandini, Hélène parlava e scriveva in
indostano, o meglio
in un linguaggio misto di parole più o meno
inventate e di vere espressioni indiane. Scrisse
anche
alcune frasi in arabo, che sarebbe stata la sua
lingua natale, ma sembrava avere dimenticato
quasi
totalmente questo linguaggio. Come nel romanzo
di Maria Antonietta la medium aveva indicato
alcuni presenti come reincarnazioni di
personaggi della Corte reale, così nel romanzo
indù additò
nello stesso Flournoy la reincarnazione del
principe Sivruka e in un altro sperimentatore
quella di
uno schiavo arabo.
Il Flournoy suppose che le frasi indostane
scritte da Simandini provenissero da una
grammatica
indiana che la medium avrebbe consultato, ma
riconobbe che questa spiegazione lasciava molte
lacune. Ricerche storiche fatte sui personaggi
del romanzo non diedero alcun risultato finché,
per
caso, lo sperimentatore trovò una vecchia storia
dell'India del De Marles, pubblicata a Parigi
nel
1828, nella quale appariva la conferma di alcuni
dei fatti narrati. Era però da escludersi che la
Smith
avesse letto questa storia perché le uniche due
copie che esistevano nelle biblioteche di
Ginevra
erano coperte di polvere e certo non erano state
aperte da molti anni. «Il romanzo indù», scrisse
il
Flournoy, «rimane, per coloro che hanno
avvicinato questo enigma psicologico, non ancora
spiegato
in modo persuasivo, perché rivela e implica in
Hélène una conoscenza dei costumi e delle lingue
orientali la cui vera sorgente non è stato fino
a oggi possibile scoprire».
Contemporaneamente al ciclo orientale veniva
dettato il famoso romanzo marziano. Lo spirito
della
medium fu trasportato su Marte e poté così
descrivere gli abitanti, gli animali e le piante
di quel
pianeta. Per lo più Hélène faceva queste
descrizioni, scritte o parlate, in linguaggio
marziano,
dandone poi la traduzione francese. Sebbene tale
linguaggio avesse qualche apparenza di
genuinità,
il Flournoy non tardò a notare che le vocali e
le consonanti erano le stesse dei linguaggi
europei e la
struttura logica e grammaticale erano identiche
a quelle del francese. Si trattava dunque di un
linguaggio inventato in cui quello che appariva
veramente eccezionale era la memoria inconscia
della medium, la quale, dopo aver fatto
corrispondere date parole «marziane» a date
parole francesi,
le ricordava perfettamente ripetendole nella
stessa forma ogni volta che era necessario.
ll Flournoy fece notare questo alla medium, e
avvenne allora un fatto singolare: Hélène
cominciò a
parlare di un altro pianeta. Urano,
descrivendone gli abitanti e la vita in una
lingua che non aveva
niente di comune con alcun altro linguaggio
conosciuto. Mentre il Flournoy riconosceva la
paranormalità di alcuni fenomeni psicocinetici,
telepatici e chiaroveggenti, attribuiva tutto il
resto a
ricostruzioni di personalità secondarie in stati
ipnoidi, fondate su di una memoria latente; non
mancavano però coloro che sostenevano la realtà
delle personalità spiritiche manifestatesi e del
linguaggio marziano e uraniano. Ma la teoria
dello psicologo svizzero su questi linguaggi fu
confermata da V. Henry, professore di sanscrito
alla Sorbona, e appare oggi indiscutibile.
Nel 1899, tuttavia. si manifestarono altri
fenomeni. Héléne ebbe la visione di un villaggio
a lei
sconosciuto e di un vecchio che, per mezzo della
sua mano, scrisse: «Chaumontet, Sindaco». In
un'altra seduta venne scritta un'altra firma:
«Burnier, curato», e fu palesato che il
villaggio
visualizzato si chiamava Chessenaz e che il
tutto si riferiva all`anno 1839. Da ricerche
fatte dal
Flournoy risultò che il paese di Chessenaz era
nell'Alta Savoia, che un Jean Chaumontet ne era
stato
sindaco nel 1838-39 e che dal 1824 al 1841 ne
era stato parroco André Bumier. Le firme
ottenute
medianicamente erano identiche a quelle
originali, rintracciate in documenti ufficiali.
Lo studioso rimase in un primo tempo molto
perplesso, ma lasciò cadere ogni indagine e ogni
dubbio quando venne a sapere che la medium aveva
visitato non molto tempo prima degli amici in
un villaggio della Savoia non lontano da
Chessenaz: sebbene ella lo negasse, era
verosimile che
avesse avuto modo di vedere le due firme in
qualche documento.
Nel 1900, dopo la pubblicazione del suo libro,
il Flournoy non fu più ammesso alle sedute della
Smith. Il libro aveva procurato alla medium una
grande notorietà negli ambienti spiritisti, una
ricca
americana le assicurò un'entrata annua, ed
Hélène continuò la sua attività tra seguaci
dello
spiritismo. E' di questo periodo la «fase
lunare», con descrizioni degli abitanti e dei
paesaggi della
Luna.
Ma anche con gli spiritisti avvenne presto una
rottura: nel 1903 la medium entrava in una fase
mistica ed ebbe visioni di Gesù e della Madonna.
Nel 1905 cominciò a disegnare e poi a dipingere
a
olio, in stato di trance, queste visioni: per lo
più non usava pennelli, servendosi delle dita,
delle
unghie e del palmo della mano.
Quest`ultima fase della sua medianità fu
studiata dal prof. W. Deonna non però
direttamente perché
Hélène si rifiutava ormai a sottoporsi a
indagini scientifiche. Il Deonna dovette fondare
il suo studio
solo sulla corrispondenza della medium e
sull'esame dei suoi quadri. Queste opere, pur
non essendo
di alto livello artistico, superavano di gran
lunga le normali capacità della medium, e
durante la loro
esecuzione si manifestarono singolari fenomeni:
un volto di Giuda si dissolse perdendo la barba,
i
baffi e altri particolari; poi apparve
un'iscrizione: «Volontà divina, 18 novembre
1913»; infine anche
l'iscrizione scomparve. Questi mutamenti vennero
fotografati. Nel 1915. con la morte del suo più
caro amico, Hélène abbandonò la pittura
automatica e, da allora ebbe solo visioni e
comunicazioni
automatiche dello scomparso. (U.D.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1171/1173).
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Sordi Lucia (1871 ?). Medium italiana a effetti
fisici, che suscitò l'interesse degli studiosi
nei primi
anni del nostro secolo. I suoi fenomeni
consistevano soprattutto in compenetrazioni,
fenomeni
luminosi, materializzazioni e imponenti
manifestazioni di psicocinesi. Nel 1911 fu
studiata per circa
un anno dalla Società di Studi Psichici di
Milano. Sebbene strettamente legata e con
numerosi
campanelli fissati ai legami, le veniva
misteriosamente tolta la veste senza che nessun
campanello
squillasse, e la medium stessa veniva spesso
trovata fuori di una gabbia in cui era stata
rinchiusa. Il
prof. Schrenck-Notzing, che fu presente a due
sedute, non scoprì alcun trucco, ma, in un
articolo
pubblicato in Psychische Studien, espresse
l'opinione che i fenomeni potevano essere
ottenuti con
mezzi puramente meccanici, dando così origine a
una vivace polemica. Fra il 1911 e il '12, la
Sordi
fu studiata a Roma da un gruppo di scienziati.
Il prof. V. Tummolo riferisce in Luce e Ombra
che,
durante una di queste sedute, uno dei presenti,
sentendosi toccare da un braccio materializzato
accese improvvisamente una forte lampada: il
Tummolo vide allora sospesa nell'aria, una
specie di
«camicia trasparente» che subito rientrò nella
medium, mentre questa cadeva a terra gridando,
contorcendosi ed espettorando sangue. Nel
gabinetto medianico fu trovato l'abito della
medium
completamente abbottonato, sebbene questa fosse
rimasta strettamente legata con un groviglio di
nastri. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1194).
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Spear John Murray (1804-1887). Una delle
principali figure dello spiritismo americano.
Dopo aver dedicato più di metà della sua vita a
soccorrere i poveri, e in particolare i
carcerati
e i loro parenti, facendo conferenze in favore
di una riforma carceraria e dell’abolizione
della
pena capitale, nel 1851 cominciò a interessarsi
dello spiritismo scoprendo in se stesso
capacità di scrittura automatica e doti di
guaritore, che mise a disposizione dei poveri.
Divenne poi oratore «a ispirazione» e, dal 1852,
pubblicava i Messaggi dallo Stato
Superiore (Messages from the Superior State) che
asserì dettatigli dall’aldilà. Nel ’53
divenne il medium di un gruppo di spiritisti che
si chiamava Associazione dei Benefattori e
che gli dettò varie opere, a cominciare
dall'Educatore (The Educator, 1857). Un altro
gruppo,
la cosiddetta Associazione degli Elettricisti,
gli insegnò a costruire un motore che sarebbe
stato azionato dal magnetismo vitale diffuso
nella natura, agendo come un corpo umano.
Poco di sicuro sappiamo su questo motore, che
una discepola dello Spear, la signora
Semantha Mettler, avrebbe nutrito ed educato
come un fanciullo, comunicandogli movimenti
di pulsazione dopo una trance convulsiva durata
due ore. Si sostenne che la macchina era
azionata da energie vitali provenienti dalla
medium. Comunque, pochi mesi dopo,
l’apparecchio venne distrutto dai contadini di
High Rock, dove era stato costruito, i quali non
volevano saperne di quel mostro.
La costruzione di una macchina che permetta una
più agevole e continua comunicazione con
il mondo spirituale è il miraggio di molte
persone interessate all'idea della sopravvivenza
e
degli scambi fra i due mondi. Al limite,
postulando l'esistenza di infiniti piani
energetici
universali, una macchina del genere è
teoricamente pensabile, ma probabilmente (come
avrebbero affermato «spiriti» di più alta
levatura) gli uomini sono ancora troppo lontani
dall’avere individuato, nello stesso ambito del
pianeta Terra, tutte le più sottili forme di
energia e le leggi che le governano, senza
parlare di energie «trasfisiche», cioè di forze
che
sfuggono a qualunque possibilità di controllo e
di osservazione per la loro stessa natura.
Lo Spear tracciò anche i piani di una «città
circolare», perfetta sede dell’uomo, secondo i
suggerimenti datigli dagli «spiriti». (G.d.S.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1198).
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Spriggs George (1850 - 1912). Medium inglese a
materializzazione, uno dei più potenti, stando
alle
relazioni, ma che operò solo in circoli
spiritisti e non fu mai scientificamente
studiato. Fra il 1877 e
il '79 si esibì come medium non professionista
nel Circolo della Luce a Cardiff: fantasmi si
materializzavano in stanze diverse da quella in
cui era il medium, si aggiravano per la casa,
passavano nel giardino, talora in due o tre, e
spesso, durante i loro pellegrinaggi, mutavano
di
aspetto. Gli abitanti della casa vicina videro
queste forme aggirarsi nella luce serale del
giardino e
minacciarono il Circolo di denunciarlo per
pratiche diaboliche. Nel novembre del 1880 lo
Spriggs si
trasferì a Melbourne, dove si ebbero fenomeni
simili: fantasmi materializzati che
trasportavano pesi,
bevevano, mangiavano e scrivevano lettere. Nel
1886 queste materializzazioni cessarono per dar
luogo a voci dirette e a diagnosi
chiaroveggenti, che divennero il fenomeno
caratteristico dell'ultimo
periodo dell'attività del medium. Tornato in
Inghilterra nel 1900, lo Spriggs proseguì le sue
diagnosi
presso l'Alleanza Spiritista di Londra e
contribuì alla fondazione della Società
Psico-terapeutica.
Dopo il 1905 i suoi poteri declinarono. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1219/1220).
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Stanislawa P. Medium polacca a effetti
fisici, che non deve essere confusa con
Stanislawa
Tomczyk, attiva nel primo trentennio del nostro
secolo. Aveva 18 anni quando vide il fantasma di
una sua amica, Sofia M., che era morta in quello
stesso momento. Poco dopo si manifestarono per
suo mezzo fenomeni spontanei di psicocinesi.
Entrata in un circolo spiritista, produsse il
fantasma
materializzato di Sofia M., che divenne il suo
controllo. Dal 1911 al 1916 fu studiata
dall'ingegner
Lebiedzinski, che sostenne la genuinità dei suoi
fenomeni. Nel 1913 lo Schrenk-Notzing cominciò
con lei una serie di esperimenti che dovettero
però essere interrotti dal 1914 al 1916 perché
Stanislawa aveva perso le sue facoltà. Ripresi
gli studi, lo sperimentatore giunse alla
convinzione
che effettivamente la medium produceva
formazioni ectoplasmiche di cui ottenne anche
varie
fotografie. Nel 1930 fu studiata all'Istituto
Metapsichico Internazionale di Parigi, diretto
dall'Osty,
ma le sue sedute risultarono negative, cosa che
mise in sospetto lo sperimentatore, tanto più
che
Stanislawa insisteva nel voler essere assicurata
che, nella sala, non esisteva alcun apparecchio
di
controllo. In realtà vi era un apparecchio
fotografico che poteva essere azionato grazie a
un lampo
al magnesio. Alla quarta seduta, infatti, appena
si udì un rumore di oggetti che venivano
spostati sul
tavolo, il lampo scattò e la fotografia mostrò
la medium che, come del resto era stata vista da
tutti i
presenti alla luce improvvisa, aveva liberato il
suo braccio sinistro e muoveva gli oggetti.
Nella
Revue Métapsychique del novembre-dicembre 1930,
l'Osty diede relazione del fatto, ma aggiunse
che, denunciando questa frode, non intendeva
dare un giudizio sui fenomeni che Stanislawa
aveva
prodotto in precedenza davanti ad altri
studiosi. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1220).
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Stead William T. (1849-1912). Giornalista,
sensitivo e spiritista inglese, direttore, dal
1883,
della Pall Mail Gazette di Londra, fondatore
della Review of Rewiews nel 1890 e del
periodico spiritista Borderland nel 1893.
Naturalmente interessato all'insolito e al
misterioso,
nel 1891 pubblicava sulla sua rivista le Storie
vere di fantasmi (Real Ghost Stories), a cui
seguì, l’anno successivo, Ancora storie di
fantasmi (More Ghost Stories). Nel 1892 si
accorse di potere ricevere comunicazioni per
scrittura automatica: queste comunicazioni
provenivano in particolare dall'entità di una
giornalista a lui nota, Julia Ames, direttrice
del
The Woman’s Union Signal di Chicago, morta di
recente. Nel 1893 pubblicò tali messaggi
nella sua rivista Borderland col titolo Lettere
di Julia (Letters from Julia), che apparvero poi
in volume nel 1897 sotto il titolo Dopo la morte
(After Death).
Fu la stessa Julia a fargli sapere che avrebbe
potuto avere, sempre per scrittura automatica,
messaggi da amici e conoscenti viventi, e lo
Stead iniziò così una serie di colloqui a
distanza,
su qualsiasi argomento, con persone che gli
confidavano i propri pensieri, i propri desideri
e i
propri guai con una confidenza e una sincerità
che non avrebbero certo avuto in un dialogo
diretto.
La morte del figlio maggiore, Willie, avvenuta
nel 1907, e le insistenze di Julia lo indussero
a
creare una sorta di ufficio, il Julia’s Bureau
(aprile 1909), in cui due medium. Robert King e
Vout Peters, si alternavano nel fare avere
gratuitamente comunicazioni con l’aldilà a
coloro
che erano in pena per la scomparsa dei loro
cari: ogni visitatore aveva diritto a tre
sedute. Le
spese di questo ufficio, che durò fino al 1912,
anno della sua morte, erano a carico dello
Stead.
Accanto a Julia, si manifestava un’altra entità
sotto il nome di Caterina II: una scelta delle
sue
comunicazioni fu pubblicata, nel 1909, nella
Contemporary Review sotto forma di una sorta
di manifesto indirizzato da Caterina agli Slavi,
e che risultò singolarmente profetico. Nel
1908, mentre scriveva la recensione di un libro
di Sir Oliver Lodge, La sopravvivenza
dell'uomo (Survival of Man), ebbe l’idea di fare
un singolare esperimento, chiedendo a un
amico defunto del Lodge di scrivere la
conclusione dell’articolo attraverso due medium,
distanti fra loro settanta miglia, l'uno dei
quali aveva letto il libro e l'altro no.
L’esperimento
riuscì perfettamente: il primo medium scrisse,
in modo molto coerente, una parte della
conclusione e il secondo la portò a termine con
non minore coerenza cominciando dal punto
stesso in cui il primo si era fermato.
Spiritista convinto, fu sempre ostile alla
Società per la Ricerca Psichica e ai suoi
rigorosi
metodi di indagine che, a suo parere, impedivano
ogni colloquio coerente e umano con i
comunicanti dall’aldilà. «E' come», scrisse, «se
stessi per annegare e chiedessi aiuto, e
sentissi gridarmi: "Chi sei? Come ti chiami?"
"Sono Stead! W.T. Stead! Sto annegando.
Gettatemi una fune! Presto!" Ma, invece di
gettarmi una fune, quelli continuassero a
gridare:
"Come sai di essere Stead? Dove sei nato? Dicci
il nome di tua nonna?"».
E' singolare come l’idea di un naufragio si
affacciasse ripetutamente alla sua mente. Nel
1893
aveva pubblicato nella Review of Reviews un
racconto, Dal vecchio mondo a New York, in
cui un grande transatlantico, il «Majestic»,
durante la traversata urtava contro un iceberg e
affondava: il suo comandante era descritto con
tutte le caratteristiche proprie del capitano
Smith che, diciannove anni dopo, avrebbe
comandato il «Titanic» nella sua traversata
fatale.
In altri scritti sottolineò più volte la
necessità di fornire i grandi transatlantici di
un numero
sufficiente di scialuppe di salvataggio.
Nell’aprile del 1912 si imbarcò sul «Titanic» in
America; il 14 dello stesso mese l’enorme
piroscafo urtava contro un iceberg al pari
dell'immaginario «Majestic» e andava a picco: la
scarsità delle scialuppe di salvataggio
provocava 1600 vittime tra cui lo stesso Stead.
Pochi giorni dopo, la medium Wriedt riceveva
messaggi da un’entità che si presentava come il
defunto giornalista, il quale tornò a
manifestarsi più volte per scrittura automatica,
voce diretta, materializzazioni e fotografie
paranormali. James Coates, nel suo libro W. T.
Stead è tornato? (Has W.T. Stead
Returned?), sostenne che non vi erano possibili
dubbi sulla sua identità. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1222/1223).
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Stella C. (Stella Cranshaw, n. 1900). Medium
inglese a effetti fisici, infermiera di
professione, scoperta e studiata da Harry Price,
a partire dal 1923, nel Laboratorio Nazionale
di Ricerca Psichica. I suoi fenomeni
consistevano in movimenti di oggetti, raps,
apporti,
levitazioni, cambiamenti di temperatura,
formazioni ectoplasmiche, suoni di vari
strumenti
musicali: tutti furono verificati dal Price in
ottime condizioni di osservazione, per lo più
alla
luce rossastra di una lampada da sessanta
candele.
Lo sperimentatore ideò vari apparecchi per
eliminare ogni possibilità di trucco. A esempio
un
doppio tavolo nel cui interno potevano essere
alloggiati vari strumenti musicali di piccole
dimensioni e la cui cavità veniva ermeticamente
chiusa. Stella, tuttavia, in stato di trance,
riusciva a far suonare questi strumenti secondo
i desideri del Price.
Un altro apparecchio consisteva in una coppa di
rame in cui veniva posto un interruttore
elettrico; la coppa veniva poi chiusa da un velo
glicerosaponoso e da un coperchio
semisferico di vetro. L’inraggiungevano spesso
una grande violenza: un tavolo andò
letteralmente in frantumi dopo essere stato
appena sfiorato da Stella, mentre si udivano
rumori come scoppi di fulmini e si produceva una
crepa nel soffitto della stanza. I mutamenti
di temperatura furono misurati e accertati con
un termometro a massima e minima.
Stella non riusciva invece a produrre fenomeni
psichici di alcun genere, con una sola
eccezione: una volta descrisse minutamente la
prima pagina di un giornale dando i titoli dei
vari articoli. Questa pagina apparve trentasette
giorni dopo: fu questo l’unico fenomeno di
precognizione di Stella. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagine 1224-1225).
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Stepanek Pavel (n. 1910). Sensitivo
cecoslovacco, scoperto e formato da Milan Ryzl,
che lo
studiò per alcuni anni a partire dal 1960. Il
Ryzl sviluppò le facoltà chiaroveggenti di lui
con
un metodo ipnotico da lui stesso ideato e che
aveva già dato buoni risultati, e ottenne così
un
soggetto che si prestava ottimamente alle
esperienze di carattere quantitativo perché
regolare
e continuo nelle sue prestazioni sia con il Ryzl
stesso sia con altri sperimentatori e in altri
ambienti, cosa non comune nei sensitivi
utilizzati in studi di questo genere. Le
esperienze
consistevano nell’indovinare carte colorate di
nero o di altri colori su di una faccia e
bianche
sull'altra, chiuse in buste opache: il colore da
indovinare era visibile sollevando la linguetta
di
chiusura della busta. Lo sperimentatore si valse
dapprima della collaborazione di sua moglie.
Maria Ryzlova; in seguito condusse varie serie
di esperienze con l’americano John Gaither
Pratt, che operò spesso anche da solo.
In un primo tempo lo Stepanek diede risultati
significativi ottenendo in media il 60-65% dei
successi; poi gli esperimenti presentarono una
strana caratteristica: a gruppi di prove
altamente significativi che si aggiravano sui
90-92% dei successi, ne seguivano altri che
scendevano sotto il 30%. Il Ryzl cercò di
rendersi conto del fenomeno e trovò che gli
sbalzi
dipendevano dalle buste: se, a esempio il
sensitivo aveva indovinato una carta verde messa
per la prima volta in una busta, egli tendeva a
rispondere «verde» ogni volta che gli veniva
presentata quella stessa busta così che, se, su
dieci prove, veniva posta in essa per otto volte
una carta verde, si avevano otto risposte
esatte, se invece nella busta in cui era stata
messa la
carta verde indovinata, si mettevano per otto
volte carte bianche, si avevano otto risposte
sbagliate. Per evitare che lo Stepanek
riconoscesse le buste da qualche segno
impercettibile, il
Ryzl gliele presentò chiuse in una cartelletta
di cartone, ma il fenomeno si verificò
egualmente. Lo sperimentatore venne alla
conclusione che doveva trattarsi di
impregnazione
psichica. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore
- ARMENIA EDITORE (pagina 1226).
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Swann Ingo. Artista e scrittore americano,
sensitivo a fenomeni di bilocazione, studiato
nel 1971 da
Karlis Osis per conto della Società Americana di
Ricerca Psichica. Ebbe la sua prima esperienza
bilocativa a tre anni, quando, operato sotto
narcosi di tonsillectomia, potè seguire e
descrivere poi
tutto lo svolgersi dell'operazione. Secondo le
sue affermazioni, da ragazzo si divertiva a
lasciare il
suo corpo per sprofondare sotto terra e seguire
le diverse vene metallifere attraverso le rocce.
A
vent'anni cominciò ad allenarsi per abbandonare
il corpo a volontà ottenendo risultati positivi.
Durante gli esperimenti con l'Osis veniva fatto
sedere su di una poltrona, collegato con fili
elettrici a
un poligrafo che era nella stanza accanto, dove
un'assistente dello sperimentatore, la signorina
Janet
Mitchell, registrava i suoi mutamenti di
respirazione, pressione sanguigna, onde
cerebrali e altri
processi fisiologici. Il suo compito era di
vedere, con il suo doppio, e descrivere gli
oggetti
contenuti in uno scaffale posto a sessanta
centimetri dal soffitto, al di fuori del suo
raggio visivo.
Per eliminare l'ipotesi che si potesse trattare
di semplice chiaroveggenza, questi oggetti erano
disposti in modo da presentare notevoli
differenze a seconda del punto di vista da cui
erano
guardati, ed egli doveva dirigere il suo doppio
in vari punti intorno ai ripiani dello scaffale
e
descrivere, mediante un interfono, quello che
vedeva da ogni posizione. Se si fosse trattato
di
chiaroveggenza, egli avrebbe dovuto cogliere
ogni oggetto nella sua interezza e descriverlo
come
tale. I risultati furono quasi sempre positivi:
Swann disegnava i vari oggetti come li vedeva
secondo
le varie angolazioni che gli erano state
prescritte in precedenza. In un esperimento gli
oggetti
vennero chiusi, a sua insaputa, in una scatola
che aveva una piccola apertura, e potevano
essere visti
solo riflessi in uno specchio: il sensitivo li
descrisse rovesciati specularmente. Tuttavia gli
sperimentatori ammisero che tali risultati si
sarebbero potuti ottenere anche per telepatia,
chiaroveggenza o precognizione Ingo Swann è
stato anche studiato da Gertrude Schmeidler in
esperimenti di alterazione della temperatura di
oggetti distanti. Frammenti di grafite e di
bachelite
mostrarono effettivamente un aumento o una
diminuzione di temperatura in superficie per
influsso
del sensitivo, e risultò che tale aumento o tale
diminuzione si potevano riscontrare anche in
oggetti
vicini ai bersagli, sui quali Swann non aveva
concentrato le sue facoltà. Altre volte, invece,
gli
oggetti vicini presentarono un mutamento di
temperatura opposto a quello dell'oggetto
bersaglio,
cosa che era avvenuta anche negli esperimenti
condotti dal Price con Stella C. D. Scott Rogo
suppone che questo avvenga per la formazione,
intorno all'oggetto bersaglio, di un campo psi
che
produrrebbe aumento o diminuzione di calore o
che trarrebbe calore da alcune zone dell'area da
esso occupata per distribuirlo in altre zone.
(U.D.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1243/1244).
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Swedenborg Emanuel (nome di nascita
Swedberg) (29 gennaio 1688 - 29 marzo 1772) fu
uno
scienziato, mistico, medium e chiaroveggente
svedese, considerato tra i precursori dello
spiritismo.
Biografia
Nacque a Stoccolma, terzo figlio di un rinomato
ma controverso vescovo, Jesper Swedberg. Nella
prima parte della sua vita Emanuel Swedenborg
ebbe una carriera prolifica come scienziato e
inventore: si occupò di chimica, anatomia,
matematica, filosofia, e si diceva che parlasse
fluentemente in ben undici lingue. Tra le sue
opere di questo periodo si può ricordare "Opera
Philosophica Et Mineralia" (1734) un opera sui
metalli.
All'età di 56 anni iniziò una nuova fase
spirituale della sua vita, facendo esperienza
dei primi sogni
e di successive visioni di un mondo spirituale
di matrice cristiana, in cui riteneva di
comunicare con
gli angeli e gli spiriti, tra i quali molti
personaggi della Bibbia, come Mosè e Gesù. Da
quel
momento iniziò ad occuparsi di teologia. Fra le
altre cose, egli disse che questi spiriti
guidarono la
sua interpretazione delle Sacre Scritture e
sostenne di essere uno dei pochi uomini in grado
di
comunicare con l'aldilà.
Durante la sua vita Swedenborg scrisse
complessivamente più di 50 libri, la maggior
parte in latino.
Tra i suoi libri di argomento spirituale si
possono citare "Regnum Animale" (1744-1745) dove
Swedenborg esaminò i misteri dell'anima; "De
Cultu Et Amore Dei" (1745, Sulla Devozione e
l'Amore per Dio) in cui si è occupato della
nascita del mondo; e l'opera monumentale "Arcana
Caelestia" (1749-1756) ossia un commentario sul
libro della Genesi.
Attualmente è possibile consultare in italiano
moderno solo il trattato su "Cielo e Inferno",
"Conversazione con gli Angeli" e qualche
raccolta, mentre in qualche biblioteca è
possibile trovare
qualche traduzione che la società
swedenborghiana di Londra commissionò
nell'Ottocento al
professor Loreto Scocia.
La Teologia
Le nozioni teologiche che Swedenborg espose
furono molto distanti dalla Chiesa ufficiale,
queste lo
condussero a una vera e propria condanna da
parte della Chiesa Luterana di Svezia (ma solo
le
teorie furono oggetto di condanna, mai la sua
persona).
Dottrina delle Corrispondenze
La dottrina delle corrispondenze è la base di
tutto il pensiero teologico di Swedenborg. La
fede
consiste proprio nel vivere in questa funzione
ogni nostra azione e scelta; ogni nostro amore,
desiderio e pensiero, che lo vogliamo o no,
determinerà la nostra scelta per il Cielo o per
l'Inferno,
perché ogni azione o cosa di questo mondo
materiale conduce a queste due scelte.
La scelta del Bene e della Verità, che nel mondo
spirituale sono qualità reali dello Spirito di
Dio
(una sostanza divina identificabile nello
Spirito Santo), che tengono in vita ogni persona
e realtà in
modo costante, permettono all'individuo di
percorrere la strada di bene che Dio ha
costituito da
sempre per l'uomo.
La scelta alternativa consiste nel pervertire il
Bene e le Verità divine, in Mali e Falsità
(corrispondenze negative); è questa condizione a
determinare l'Inferno, che non è quindi una
punizione divina. Ogni cosa che esiste nel
nostro mondo materiale ha un suo corrispettivo
nel
mondo spirituale, a partire dalla nostra natura
umana che è l'espressione naturale di Dio, come
già
descritto, la Trinità divina è l'origine
dell'umanità, in quanto Dio è Uomo
dall'eternità, e Gesù Cristo
è l'esperienza materiale di Dio Padre. Avere la
giusta idea di Dio per Swedenborg è
fondamentale,
Coloro che credono in un Dio astratto o
identificato nella natura si precludono una
condizione di
perfezione nel mondo spirituale; credere in
"Dio/Uomo", cioè in "Dio nello Spirito"
unitamente a
"Dio nella Materia", significa predisporsi
interiormente alla perfezione del mondo
spirituale, ed è
quello che i semplici di ogni religione fanno
spontaneamente (solitamente creando un'immagine
antropomorfica di Dio).
Un'altra caratteristica che accomuna questa
teoria a quella di altri filosofi ermetici,
riguarda la
sussistenza del Cielo spirituale tramite
l'esistenza del suo corrispettivo negativo, cioè
Infernale:
L'eterna presa di coscienza di Dio di tutto ciò
che è bene comporta l'esistenza del male che lo
corrisponde. A tale proposito Jakob Böhme
affermò che "tutto ciò che esiste nell'universo
consiste
in un sì o in un no", mentre nel pensiero di
Carl Gustav Jung emerge l'importanza della
coesistenza
degli "opposti" nella psiche dell'individuo.
Esisterebbe un equilibrio tra mondo naturale
(quello in
cui stiamo vivendo) e mondo spirituale, e in
quest'ultimo, tra i tre diversi regni che lo
compongono:
"Mondo degli spiriti, Paradiso e Inferno".
Da qui ne deriva che la vita dell'uomo nel mondo
materiale è destinata a proseguire nel
corrispettivo
mondo spirituale, dove non esiste la
temporalità, ma l'eternità, e la resurrezione è
il nome con cui si
intende il passaggio a questa nuova vita
spirituale: numerose sono infatti le descrizioni
di questa
vita, che Swedenborg disse di aver sperimentato
attraverso numerosi stati di pre-morte. Le sue
presunte comunicazioni con gli spiriti furono
secondo le sue testimonianze "faccia a faccia,
come si
parla da uomo a uomo".
La Trinità
Una delle idee di Swedenborg che più di ogni
altra necessita di chiarimenti è relativa alla
Trinità
divina. Per Swedenborg la dichiarazione
dogmatica del Credo formulato da Atanasio di
Alessandria,
secondo il quale in Dio vi è una Trinità di
persone, è sbagliata, mentre è corretto
considerare la
Trinità come natura dell'unica persona divina,
ossia "Anima" (Dio Padre da cui tutto ha
origine,
ogni Amore e Sapienza), "Corpo" (l'umanità di
Dio che si esprime nella figura di Gesù Cristo),
e
"Spirito Santo" cioè il Divino Bene e la Divina
Verità (Lo Spirito di Dio è l'azione che esprime
la
volontà e il desiderio di Dio, lo Spirito non è
un'astrazione o una semplice energia, ma è in
sostanza
identificabile con Dio stesso).
Egli si esprime così attraverso dei binomi
fondamentali (corrispondenze): "Amore e
Sapienza; Luce
e Calore; Bene e Verità; Giustizia e Giudizio,
ecc." dai quali possiamo manifestatamente
goderne le
naturali rappresentazioni simboliche, quali il
sole e la luna, la luce e il calore, ecc., che
sono
corrispondenze del mondo spirituale nel nostro
mondo materiale. Questa Trinità è presente in
ogni
uomo che è fatto a sua immagine, infatti ogni
uomo è dotato di una "Anima" (la volontà e il
desiderio, che sono "buone opere" in potenza, le
quali non possono essere separate dalla fede;
qui
per buone opere si intendono le opere della
carità e non della legge), e di un "Corpo"
(attraverso il
quale l'uomo interagisce e si relaziona con gli
altri; in questo mondo il corpo spirituale è
legato al
corpo materiale, che ci permette di vivere e di
interagire dentro la realtà materiale), e di uno
"Spirito" (ossia l'azione che rende concreto il
desiderio dell'uomo, cioè le "buone opere" in
atto).
Divinità di Gesù Cristo
E' importante notare che la divinità di Gesù
Cristo è da lui confermata, Egli è identificato
nell'incarnazione terrena di Dio Padre, a
differenza delle dottrine eretiche
antitrinitarie, come quella
propugnata dal teologo Michele Serveto,
l'unitarianesimo o i nuovi fenomeni religiosi
come i
testimoni di Geova, e altri. In sintesi, l'idea
di Swedenborg assomiglia di più al modalismo, e
al
patripassianismo; egli infatti credeva nella
Trinità come modi in cui Dio si esprimeva ma
nello
stesso tempo credeva all'unicità della persona
di Dio-Uomo, vissuto nella nostra storia nella
persona
di Gesù Cristo, Egli è stato l'incarnazione
stessa di Dio Padre nella storia degli uomini.
La Trinità
non è quindi un mistero insondabile dalla mente
umana (che fatica a concepire come un unico Dio
possa essere contemporaneamente tre persone), ma
esprime invece la natura divina a cui ogni uomo
è stato fatto ad immagine e somiglianza.
Gli Angeli
Gli Angeli appartengono tutti al genere umano,
quindi non sono stati creati prima dell'uomo e
nemmeno sono di una natura diversa, ma piuttosto
si tratta di uomini in uno stato di perfezione.
Ogni uomo è destinato a diventare angelo dopo la
morte, se ha condotto la sua vita nel bene e
nella
verità. La condizione dell'uomo nella vita dopo
la morte non è una condizione di esseri eterei e
svolazzanti ma è una condizione simile a quella
di questa vita. Gli Angeli vivono in carne e
ossa ma
tutto è più perfetto ed è soggetto a condizioni
fisiche differenti! Esistono Angeli del Primo
Cielo, o
Angeli Naturali, Angeli del Secondo Cielo (o
Cielo Medio), cioè angeli Spirituali, e Angeli
del
Terzo Cielo (o Cielo Intimo), cioè Angeli
Celesti; questi ultimi sono più perfetti
nell'Amore e nella
Sapienza di Dio. Gli Angeli Celesti sono
infinitamente più sapienti degli Angeli
Spirituali che a loro
volta sono infinitamente più sapienti degli
angeli Naturali (che non sono meramente naturali
ma
Celesti/Naturali o Spirituali/Naturali).
Le Sacre Scritture
Swedenborg disse che gli fu comunicato dal mondo
spirituale la chiave di interpretazione delle
Sacre Scritture, anche in questo caso le
corrispondenze giocano un ruolo importante:
tutto ciò che
nella Bibbia ha un'espressione letterale
contiene soprattutto un significato interno, sia
spirituale che
celeste; per fare un esempio semplice si può
dire che,spesso, nella Bibbia, quando si parla
di
"Gerusalemme" a livello letterale intendiamo
immediatamente la città di Israele, ma se ci
addentriamo nel significato più interiore
scopriamo (soprattutto in Apocalisse) che per
"Gerusalemme" si intende soprattutto "La
Dottrina Celeste", e per la "lunghezza" e la
"larghezza"
che le vengono attribuite, si intendono il bene
e le verità che la caratterizzano. La lettura
quotidiana
della "Parola" aumenterebbe la congiunzione con
il Cielo, perchè contiene i significati che
uniscono
profondamente il mondo materiale con il mondo
spirituale positivo.
Le altre religioni
La Verità Divina non è univoca o unilaterale ma
prevede delle infinite varianti e di conseguenza
la
perfezione stessa è composta dalla molteplicità,
ne consegue che chiunque agisca bene, secondo
Swedenborg, è destinato al Cielo, da qualsiasi
società provenga, chiunque vive secondo i buoni
principi di qualsiasi sana religione (in
particolar modo quelle monoteiste), vive per il
Bene. Le
dottrine buone pur nelle loro differenze sono
utili alla perfezione del Bene e delle Verità
del Cielo.
Nelle sue presunte esperienze nel mondo
spirituale, Swedenborg scoprì che le persone che
vanno in
cielo con minor difficoltà sono gli orientali e
gli africani, mentre il mondo cristiano è quello
che si
trova contradditoriamente nella situazione
opposta, nonostante la dottrina del mondo
cristiano sia
quella più vicina alla verità più perfetta.
Secondo le esperienze di Swedenborg quasi tutte
le persone
del mondo occidentale, soprattutto i religiosi,
quando muoiono si stupiscono di essere ancora in
vita, in un corpo del tutto simile a quello
avuto in questo mondo. I religiosi della chiesa
in realtà
hanno la tendenza a non credere realmente alla
vita dopo la morte, anche se ne predicano
l'attualità.
Psicologia Le visioni di Swedenborg furono in
qualche modo rivalutate nella psicologia del
Novecento. In particolare nell'ambito della
psicologia del profondo, Carl Gustav Jung notò
le
profonde intuizioni che Swedenborg diede nella
descrizione dei simboli dell'inconscio; inoltre
la
teoria delle corrispondenze tra mondo spirituale
e mondo materiale divenne per Jung una via
maestra nella comprensione profonda del dualismo
tra interiorità ed esteriorità, quindi tra
conscio
ed inconscio. Jung riprese l'idea di Swedenborg
del "Grande Uomo": ogni persona sarebbe un
tassello chiamato da Dio a comporre un Uomo
immenso nel Mondo Spirituale. La relazione
implicita con l'idea di "inconscio collettivo" è
alquanto appropriata, per quanto assurda possa
risultare questa teoria. Jung infatti afferma:
"In un certo modo noi siamo parte di una grande
anima
unitaria, o, per esprimerci con Swedenborg, di
un unico, immenso essere umano".
Invenzioni
L' Hovercraft.
Fonte:
http://it.wikipedia.org/wiki/Emanuel_Swedenborg
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Talema Genoveffa Immacolata "Genny" Medium:
...........
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Tanous Alex (n. 1927). Sensitivo americano di
origine libanese. Insegnante di storia e di
filosofia, è
uno dei soggetti più noti negli Stati Uniti per
i suoi vari fenomeni di chiaroveggenza,
retrocognizione, precognizione e bilocazione. Al
pari di Croiset ha aiutato più volte la polizia
nel
ritrovare persone scomparse o il loro cadavere;
descrive luoghi lontani che non ha mai visto,
scene
storiche, avvenimenti futuri come se li
scorgesse realmente. Caratteristica della sua
fenomenologia
è il fatto che, in qualsiasi manifestazione di
percezione extrasensoriale, egli ha regolarmente
l'impressione di trasportarsi attraverso il
tempo e lo spazio nel luogo, o presso la
persona, o
addirittura nella persona che costituiscono il
suo bersaglio, dando così la descrizione di
quello che
percepisce direttamente. In altre parole tende a
ridurre i vari fenomeni a un fatto bilocativo.
In
realtà, almeno tre volte il suo doppio fu visto
da altre persone, e per due volte fu udita anche
la sua
voce. Un'altra sua capacità è quella di
proiettare immagini, che, di solito, si
profilano su di una
parete prendendo forma in un campo luminoso:
l'oggettività di queste proiezioni sembra essere
dimostrata dal fatto, che con esse, Tanous può
impressionare anche lastre fotografiche. E'
stato
studiato alla A.S.P.R. dal dott. Karl Osis e da
altri. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1249/1250).
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Thayer M.B. Medium americana a fenomeni di
apporto e di scrittura diretta su lavagne,
attiva fra il
1865 e il 1885. I suoi apporti consistevano
specialmente in fiori, frutti e talora uccelli
vivi. Nel
resoconto di una seduta a cui erano presenti due
rappresentanti della Commissione Seybert, si
legge
di fiori e di piante che caddero dal soffitto
della stanza e di un piccione che si mise a
volare sulle
teste dei presenti. Il colonnello Olcott
riferisce di una seduta in cui furono apportati
rami e foglie di
piante rare da lui visti quel giorno stesso in
un giardino e da lui richiesti mentalmente,
senza che la
medium ne avesse alcuna notizia. In genere le
sedute avvenivano al buio, mentre la medium era
chiusa in un sacco e strettamente sorvegliata,
ma l'Olcott scrive di avere ricevuto l'apporto
di un
ramoscello in piena luce. La Commissione Seybert
mise in dubbio la genuinità degli apporti e
considerò fallita la seduta di scrittura diretta
su lavagne a cui assistettero i suoi incaricati,
senza però
dare precise giustificazioni. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1292).
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Theobald Morell (1828-1908). Uno dei primi e più
noti spiritisti inglesi, medium egli stesso. La
medianità era diffusa nella sua famiglia: suo
nonno e suo padre sostenevano di vedere gli
«spiriti»;
la sua amicizia con William Howitt e con i
coniugi Everitt sviluppò, verso il 1855, i suoi
poteri di
medium a scrittura automatica, e la perdita di
tre figli favorì molto probabilmente le
manifestazioni delle sue facoltà. Poiché nelle
sedute, per lo più, operavano come medium, oltre
al
Theobald, il suo figlio maggiore, la signora
Everitt e, a partire dal 1882, la cuoca Mary,
fortemente
dotata, i fenomeni, per lo meno a quanto egli
stesso riferisce, erano imponenti: levitazioni,
voci
dirette, scritture dirette, comunicazioni di
defunti. Infine in casa Theobald una quantità di
servizi
vennero compiuti dagli «spiriti»: il fuoco si
accendeva da solo, il latte veniva bollito, la
tavola
apparecchiata da mani invisibili. Tutto questo
avveniva però quando nessuno era presente:
invano il
Theobald tentò di scoprire gli operatori al
lavoro anche alzandosi di notte. Nel 1884 Frank
Podmore
e Frank S. Hughes ebbero il permesso di
investigare i fenomeni per conto della Società
per la
Ricerca Psichica e misero in dubbio molti fatti,
specialmente quelli di scrittura diretta, che si
manifestavano un po' dappertutto nella casa in
varie lingue: francese, latino, ebraico, greco
ecc. Le
loro accuse si rivolsero in particolare a Mary e
alla figlia del Theobald, Nellie. I due
investigatori
trovarono numerosi errori nelle scritte in
latino, mentre le comunicazioni del poeta
persiano Saadi
risultarono essere state pubblicate in una
antologia. Tuttavia nessuna frode venne scoperta
con
evidenza e l'operato dei due venne criticato
come affrettato e settario dalla rivista Light.
Nel 1866,
E.T. Bennett, segretario della S.P.R., consegnò
al Theobald due buste chiuse invitandolo a far
decifrare dagli «spiriti» gli scritti che
contenevano: dopo qualche settimana apparvero
sulle buste
delle frasi che corrispondevano a quelle scritte
nell'interno. Ma, a quanto sembra, risultò che
le due
buste erano state aperte e richiuse.
Il Fodor nota che, dai due libri in cui il
Theobald diede il resoconto dei fenomeni,
Spiritismo in casa
(Spiritualism at Home, 1884) e Operatori
spiritici nel circolo familiare (Spirit Workers
in the Home
Circle, 1887), «è quasi impossibile farsi
un'idea di quanto una genuina medianità può
avere avuto
parte nelle strane manifestazioni». (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1292/1293).
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Thompson T. Medium inglese a incorporazione per
scrittura automatica e automatismo parlante,
attiva negli ultimi anni del secolo scorso. Le
sue prime manifestazioni furono di carattere
fisico:
raps, psicocinesi, fenomeni luminosi,
elongazioni, voce diretta, apporti, fenomeni
olfattivi,
materializzazioni. Ma il Myers, a cui questi
fenomeni poco interessavano, la persuase a
limitarsi ai
fenomeni psichici, durante i quali incorporava
personalità defunte dando comunicazioni sul
passato,
sul presente e sul futuro. Il dott. Hodgson, che
assistette a sei sedute, mise in dubbio i suoi
poteri
paranormali, ma lo stesso incredulissimo Podmore
prese le sue difese. La signora Verrall, dopo 22
sedute, constatò che su 238 comunicazioni
relative al passato e al presente, 33 furono
errate, 64 non
si poterono controllare e 141 risultarono
esatte: di queste ultime per lo meno 51 non
potevano essere
state conosciute dalla medium per via normale.
La stessa Verrall notò che le due guide della
medium - la sua figlia defunta Nelly e la
signora Cartwright, già direttrice della scuola
in cui essa
era stata educata - parlavano all'incirca con la
sua voce e usavano le espressioni che le erano
solite
in stato di veglia; ma riconobbe che molte delle
personalità da lei personificate sembravano
avere
una reale autonomia. Il Myers, che fu presente a
circa 140 sedute in seguito alle quali raggiunse
la
certezza della sopravvivenza, non ebbe dubbi
sull'identità delle personalità che si
manifestavano per
suo mezzo. Dopo la morte di lui, nel 1901, la
Thompson, che aveva già smesso la sua attività,
diede
due sedute a Sir Oliver Lodge e in entrambe ebbe
comunicazioni dal defunto studioso,
caratteristiche del suo carattere e della sua
cultura. (R.)
L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1294).
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Tomczyk
Stanislawa. Medium polacca a effetti fisici,
molto nota per gli esperimenti condotti con
lei a Wisla, in Polonia, dall'Ochorowicz fra il
1908 e il 1909. Prima delle seduta, in genere,
veniva
ipnotizzata dallo sperimentatore: sembra che i
suoi poteri si fossero manifestati in lei
all'età di
vent'anni, in seguito allo shock ricevuto
quando, durante un tumulto, fu arrestata per
errore dalla
polizia. In stato di ipnosi, o di trance, si
manifestavano in lei, per automatismo parlante,
due
controlli: Stasia seconda e Piccola Stasia.
Stasia seconda non si presentava come un'entità
spiritica
ma come una personalità secondaria della medium
la cui memoria era regredita fino a una vita
precedente, quando era morta a otto anni: si
comportava infatti come una bambina. Piccola
Stasia
era una personalità allegra e maliziosa che
faceva vari scherzi alla medium e si dichiarava
la vera
autrice dei fenomeni: secondo le sue
affermazioni non era lo spirito di un defunto, e
sarebbe dunque
appartenuta alla schiera di quelle entità che
gli spiritisti chiamano elementali. Tanto
Stanislawa
quanto l'Ochorowicz la consideravano una
personalità dissociata, ma lo sperimentatore
rimase
molto perplesso quando ottenne, per invito
dell'entità stessa, una fotografia di lei in una
stanza
vuota e buia, mentre lo sperimentatore e la
medium erano in un'altra stanza.
Una terza personalità, apparsa durante gli
esperimenti con l'Ochorowicz, era quella di un
certo
Woytek, che evidentemente si era formata per
involontaria suggestione da parte dello
sperimentatore. Questi, infatti, una volta che
la Piccola Stasia aveva affermato che avrebbe
fatto
levitare un certo mobile, disse che, per
sollevarlo, sarebbe stata necessaria la forza di
un contadino
polacco come Woytek; e qualche tempo dopo,
cominciò a manifestarsi la personalità Woytek,
specialmente se si trattava di far muovere
oggetti pesanti. Questa, però, rimase sempre un
controllo
secondario.
I fenomeni prodotti dalla Tomczyk, o Piccola
Stasia che fosse, erano vari: movimenti di
oggetti a
distanza, deviazioni a volontà dell'ago
magnetico, scaricamento a distanza di un
elettroscopio,
influenzamento della pallina della rTomczyk
Stanislawaoulette, che si fermava sul numero
indicato
dalla medium, arresto o messa in moto del
pendolo di un orologio tenuto sotto una campana
di
vetro, movimenti di palline di celluloide chiuse
sotto vetro, produzione di luci e scintille che
scaturivano dalle dita della medium, apparizione
e scomparsa di oggetti vari in piena luce,
impressione di lastre fotografiche avvolte in
carta nera e avvicinate alla sua testa o alle
sue mani.
Sperimentando con lei, l'Ochorowicz giunse a
formulare la sua teoria dei raggi rigidi, fili
luminosi
che, scaturendo dalle sue dita, avrebbero fatto
muovere piccoli oggetti.
Il prof. Flournoy, che fu presente a una delle
sedute del 1909, non ebbe dubbi sulla realtà dei
fenomeni psicocinetici o, come si diceva allora
telecinetici; più tardi tenne sedute con la
Tomczyk a
Ginevra, ma con scarso esito. Nel 1910
Stanislawa fu studiata, con successo, da un
gruppo di
scienziati nel Laboratorio di fisica a Varsavia.
ma, in seguito, dopo il suo matrimonio, divenuta
signora Fielding, i suoi poteri si attenuarono e
scomparvero. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1302).
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Turvey Vincent Newton (1873-1912). Singolare
figura di veggente inglese. Da bambino aveva
spesso visioni di fantasmi come quella di suo
padre nel momento in cui questi moriva a 300
miglia
di distanza; ma a dieci anni perse questa
facoltà. Dopo gli studi di ingegneria, si diede
esclusivamente alla sua professione, finché nel
1902, in seguito a un incidente, si trovò vicino
alla
morte. Ristabilitosi, si ritirò, vivendo
praticamente solo nel suo giardino, sotto una
tenda, e
dedicando tutta la giornata alla lettura e alla
meditazione. Secondo quanto affermò, queste
pratiche
lo fecero diventare, almeno in parte, uno yogi:
aveva l'impressione che i testi di filosofia
indiana
che leggeva gli fossero già familiari, avendo
elaborato quelle dottrine in se stesso durante
la
meditazione; entità orientali gli apparivano,
conversavano con lui e gli davano insegnamenti
nel
loro linguaggio, che egli riusciva a capire.
Negò sempre di essere un medium, in quanto non
cadeva
mai in trance, non assumeva mai un atteggiamento
passivo, ma si sentiva sempre vigile e attivo.
Divenuto presidente della Società degli
Spiritisti di Bournemouth, spesso, durante il
servizio
domenicale, annunciava ai presenti che, al
termine, si sarebbero presentati dati spiriti,
ed essi li
vedevano effettivamente. Diede numerose prove di
chiaroveggenza a distanza, di precognizione, di
seconda vista. Quando prediceva una sventura era
il primo a soffrirne, per una comunanza di
sensazioni con le vittime dell'incidente
previsto. Spesso, in occasione di precognizioni,
ne avvisava
per scritto la rivista Light, che poteva così
controllarle. Lasciò un'opera, Gli inizi della
chiaroveggenza (The Beginnings of Seership), in
cui descrive le sue esperienze. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1318).
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Tuttle Hudson (1836-1910). Medium americano a
scrittura automatica, autore, con questo mezzo,
di numerose opere. Cresciuto in una solitaria
fattoria sulle rive del lago Erie, dove spesso
si
fermavano predicatori viaggianti della chiesa
Unitaria, divenne presto scettico riguardo alle
loro
discussioni teologiche. Iniziato il movimento
spiritista con i fenomeni delle sorelle Fox,
partecipò
ad alcune sedute, cadde subito in trance e
scrisse automaticamente messaggi spiritici
mentre forti
raps si udivano nella stanza. Non aveva avuto
quasi alcuna istruzione, ma le entità
comunicanti lo
inducevano a scrivere, quando era solo, e in tal
modo gli facevano pervenire i loro insegnamenti.
Infine presero a dettargli opere di carattere
scientifico e filosofico. Fra le varie entità
che gli
avrebbero suggerito queste opere vi erano J.B.
Lamarck e Alexander von Humboldt. Spesso doveva
scrivere più volte i suoi lavori prima che le
entità se ne dichiarassero soddisfatte: il
primo,
voluminoso manoscritto della sua opera
principale, gli Arcana of Nature, fu dato alle
fiamme per
volere degli spiritici autori, e interamente
rifatto. Quando fu pubblicato, molti uomini di
scienza lo
credettero opera di uno scienziato e Theodor
Büchner lo citò a conferma delle sue dottrine
materialistiche. Il Tuttle, che non abbandonò
mai la sua modesta vita di agricoltore e
allevatore di
cavalli, dichiarò sempre di non avere alcuna
parte nei suoi libri, che dipendevano
interamente dal
sapere e dalla volontà di coloro che glieli
dettavano. Tra le sue numerose opere ricordiamo:
Gli
arcani della natura (Arcana of Nature, 1957);
Origine e antichità dell'uomo fisico (Origin and
Antiquity of Physical Man, 1866), che fu citata
più volte dal Darwin, il quale la credette opera
di
uno scienziato; Sviluppo dell'idea di Dio nella
storia (Career of the God Idea in History,
1869);
Sviluppo dell'idea di Cristo nella storia
(Career of Christ Idea in History, 1870);
Sviluppo delle idee
religiose (Career of Religious Ideas, 1872); Gli
arcani dello spiritismo (Arcana of Spiritualism,
1876); Etica dello spiritismo (Ethics of
Spiritualism, 1878); Religione dell'uomo e etica
della
scienza (Religion of Man and Ethics of Science,
1890); Filosofia dello spirito e il mondo
spiritico
(Philosophy of Spirit and the Spirit World,
1896): La medianità e le sue leggi (Mediumship
and Its
Laws, 1900). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1318).
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Ubaldi Pietro (1886-1972). Sensitivo e studioso
della problematica umana, lasciò il meglio del
suo
pensiero in una vasta opera, La grande sintesi,
che pubblicata dapprima a puntate sulla rivista
biosofica Ali del pensiero, apparve poi in
volume nel 1937 e nel 1948 e fu tradotta in
varie lingue.
Secondo l'affermazione dell'autore questa opera
ebbe un'origine paranormale essendogli stata
dettata, o per lo meno ispirata, da intelligenze
estrinseche, e rappresenta soprattutto un
tentativo di
rinnovare una ormai stanca tradizione spirituale
su di una base di razionalità che a volte si
sviluppa
secondo geometrie e formule di tipo scientifico.
Altre opere: Le Nouri, L'ascesi mistica,
Ascensioni
umane ecc. (G.d.S.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1319).
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Valente Nora (n. 1929). Guaritrice italiana,
nata in Calabria, ma stabilitasi da giovinetta a
Napoli.
Dotata fin dalla più giovane età di poteri
paranormali cognitivi e innamoratissima della
natura, si
accorse casualmente che sotto le sue mani le
piante, anche avvizzite, riprendevano vita.
Sposatasi
con un tecnico elettronico appassionato di
parapsicologia, fu da lui spinta a provare
queste sue
capacità su malati o sofferenti. Con la
collaborazione di un primario ospedaliero di
Napoli ella
provò le sue capacità su malati incurabili in un
ambiente ospedaliero nel 1968. Interrottasi tale
prova (che aveva avuto risultati molto
incoraggianti) per difficoltà oggettive ella
proseguì la sua
attività in proprio, sostenuta dal marito e
assistita da valenti medici napoletani
(Ametrano,
Piccirillo, Vitale). E' seguita con interesse
anche dal prof. Giorgio di Simone, presidente
del Centro
Italiano di Parapsicologia di Napoli.
La sua capacità terapeutica pranoterapica sembra
avere il massimo di effetti su esiti di
poliomelite,
gravi malattie degenerative del sistema nervoso
e muscolare, retinopatie, oligofrenie, sindromi
epilettiche, e si esercita con estrema
preferenza su bambini. (M.I.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1346).
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Valiantine George. Medium americano,
notissimo nel primo trentennio del nostro
secolo, per i suoi
fenomeni di voce diretta. Era un mercante di
coti da rasoio e non si era mai occupato di
spiritismo
né di fenomeni paranormali; aveva già 43 anni
quando, mentre era in una stanza di albergo, udì
bussare più volte alla porta, ma ogni volta che
andava ad aprire, non trovava nessuno. Una sua
conoscente lo invitò a partecipare a una seduta
al tavolino: si presentò subito lo «spirito» di
un suo
cognato defunto, Bert Everett, il quale affermò
tiptologicamente che da tempo gli «spiriti»
cercavano di manifestarsi attraverso di lui. Per
qualche tempo Bert divenne il suo controllo, e
sembra che si sia anche materializzato; ma
presto la voce diretta divenne il fenomeno
tipico di
questo medium.
Nel 1922, in occasione di una seduta, Valiantine
conobbe l'industriale inglese Dennis Bradley, il
quale rimase convinto della genuinità dei suoi
fenomeni: in questa seduta si manifestarono fra
gli
altri lo «spirito» di una sorella dello stesso
Bradley, Annie, e quello di un certo Joseph
Krauskopf, di
Filadelfia, defunto da sei giorni, sconosciuto a
tutti i presenti, il quale diede il suo nome e
indirizzo
pregando di far sapere ai suoi parenti e amici
che il suo spirito sopravviveva sebbene il suo
corpo
fosse stato cremato.
Nel 1923 fu studiato da un comitato della
rivista The Scientific American di New York, che
aveva
messo in palio un premio di 2500 dollari per un
medium che avesse prodotto in modo indubitabile
dei fenomeni fisici. Nelle prime due sedute si
manifestarono a voce diretta otto entità; nella
terza fu
applicato alla sedia del medium, a sua insaputa,
un dispositivo elettrico che lo avrebbe
denunciato
se si fosse alzato dalla sedia stessa
profittando dell'oscurità in cui venivano tenute
le sedute.
L'apparecchio rivelò che George si era alzato
una volta per 15 secondi e altre volte per
qualche
secondo. Sebbene le voci sembrassero provenire
dal soffitto, dove il medium, in ogni modo, non
avrebbe potuto elevarsi, e parlassero in
continuità, anche nei momenti in cui George era
indubbiamente seduto, il rapporto del comitato
fu negativo.
Stranamente le manifestazioni imponenti si
alternavano con insuccessi o addirittura con
fenomeni
molto sospetti. Joseph de Wyckoff, un ricco
finanziere americano, ottenne da Valiantine un
lungo
messaggio in scrittura diretta, che un esperto
dichiarò essere stato scritto dallo stesso
medium.
Questo volle dare allora una seduta facendosi
legare strettamente. La seduta non diede alcun
esito.
Recatosi in Inghilterra, il Wyckoff incontrò il
Bradley, il quale lo convinse dell'onestà del
medium,
e i due decisero di continuare le sedute
invitando in Inghilterra Valiantine, che arrivò
nel febbraio
del 1924. Furono tenute sedute quasi ogni giorno
in casa del Bradley per cinque settimane,
davanti a
una cinquantina di personalità: si manifestarono
a voce diretta più di cento entità le quali
parlarono
in russo, tedesco, spagnolo e perfino in
dialetto gallese, essendosi presentato il padre
dello scrittore
gallese Caradoc Evans, il quale parlò a lungo
col figlio.
Nel marzo del 1925, Valiantine era ancora in
Inghilterra, ospite del Bradley e tenne due
sedute
davanti alla Società per la Ricerca Psichica.
Nella prima furono udite cinque parole, nella
seconda
nessuna. In seguito, tre rappresentanti della
Società parteciparono a sedute in casa di
Bradley: il
dott. Woolley ammise di avere udito undici voci
distinte e di avere visto la tromba medianica
volare
nell'aria: ne riferì sul vol. XXVI dei
Proceedings della Società.
Il 15 ottobre 1926 avvengono le famose
comunicazioni di Confucio in casa del giudice
Cannon, a
New York. Durante le sedute tenute dai coniugi
Cannon, Valiantine produceva voci in una lingua
sconosciuta, che si sospettava essere cinese; il
giudice invitò allora un sinologo e poliglotta
inglese
di passaggio a New York, il dott. Neville
Whymant, il quale pubblicò poi in un volumetto
il
resoconto di questa seduta memorabile. Dapprima
il Whymant udì il suono di un piffero cinese,
poi
udì una voce che pronunciava: «K'ung-fu-T'Zu»,
il nome cinese di Confucio; infine questa voce
si
mise a parlare nel più puro stile dei classici
cinesi di duemila e cinquecento anni fa. Il
Whymant
volle fare una prova: poiché nella raccolta di
antiche poesie cinesi fatta da Confucio, il Shih
King,
vi sono alcune liriche il cui significato è
assai oscuro, ne citò una di cui ricordava solo
il primo
verso e pregò l'entità di continuarla. Questa
non solo lo fece, ma recitò la poesia con alcune
modificazioni che la rendevano perfettamente
comprensibile: mentre nella lezione a noi
giunta, ed
evidentemente corrotta, si può capire solo che
qualcuno lamenta l'assenza di un caro amico, e
in
modo molto strano, nella lezione declamata dalla
voce, una donna, addolorata per la morte
dell'amato, ha d'improvviso la sensazione che il
defunto la chiami dalla sommità di un'altura:
lei vi
corre, i cavalli del suo cocchio incupiscono i
loro mantelli per il sudore della paura, infine
i cavalli e
i servi cadono prostrati e terribile risuona la
voce del defunto. In questa seduta si presentò
anche una
personalità siciliana, quella di Cristo
D'Angelo, che si era già presentata, nel 1923,
alla presenza del
Bradley, cantando una canzone popolare del suo
paese.
Nel 1927 Valiantine fu in Inghilterra per la
terza volta e alle sue sedute parteciparono il
marchese
Centurione-Scotto, che aveva da poco perduto un
figlio in un incidente aviatorio e sperava di
potersi
mettere in comunicazione con lui, e un altro
italiano, il signor Rossi: Cristo D'Angelo si
manifestò
ancora annunciando al marchese che egli
possedeva facoltà medianiche e che lui stesso lo
avrebbe
assistito come controllo nelle sedute che
avrebbe tenuto in seguito in Italia: furono le
note sedute di
Millesimo.
Una quarta visita in Inghilterra fu fatta
nell'aprile 1929, ma, dopo un giorno, il medium
col Bradley
e la moglie di lui partivano per la Germania,
dove però le sue sedute ebbero scarsissimo
successo e
gli valsero un'accusa di frode. Nel maggio vi
furono sedute a Genova, in casa del marchese
Centurione Scotto, con buon esito, ma seguite
anch'esse da accuse di frode da parte del signor
Rossi, del signor Castellani e dello stesso
marchese, i quali però, poco dopo ritirarono le
accuse o
rimasero dubbiosi. Nello stesso anno, a Venezia,
in casa del conte Bon, dove era già stato l'anno
prima permettendo al conte di conversare con
parenti defunti, il Valiantine fu protagonista,
insieme
con la medium Margery, di un famoso caso di
corrispondenze incrociate.
L'ultima visita di Valiantine in Inghilterra
avvenne nel 1931 e fu disastrosa. Il medium
aveva
cominciato a produrre impronte digitali di
persone defunte, e il Bradley volle dedicare sei
sedute a
questo fenomeno: risultò che l'impronta del
pollice attribuita al defunto Conan Doyle era
identica a
quella dell'alluce del piede destro di
Valiantine; quella del defunto Lord Dewar
coincideva con
l'impronta dell'alluce del suo piede sinistro;
quelle del defunto Sir Henry Segrave e di
un'altra entità
corrispondevano alle impronte del suo medio e
del suo gomito. Valiantine di fronte all'accusa,
scoppiò in singhiozzi dicendo di non sapere come
tutto questo potesse essere avvenuto. Il Bradley
perse la fiducia che aveva riposto nel suo
protetto, pur riconoscendo di non capire per
quale ragione
il medium, che si prestava gratuitamente e
veniva rimborsato solo delle spese di viaggio,
fosse
ricorso a trucchi così facilmente scopribili
sapendo che sarebbe stato controllato da un
esperto della
polizia. Teoricamente non si può escludere che
quelle false impronte siano state genuine
proiezioni
delle sue dita, fenomeno che accadde talora con
Eusapia Paladino. Le ultime sedute date da
Valiantine con successo sembra siano state
quelle col dott. Vivian e con il dott. Nimmo:
nelle prime
la voce del medium fu udita insieme a quella di
due entità; le seconde furono tenute in piena
luce. In
seguito i suoi poteri declinarono ed egli finì
col ritirarsi. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1346/1348).
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Vay
Baronessa Adelina (1840-1924). Sensitiva
ungherese, pioniera dello spiritismo in
Ungheria. I
suoi poteri si manifestarono nel 1865 e furono
di varia natura: precognizione, chiaroveggenza,
guarigioni paranormali, automatismo parlante,
disegno paranormale ecc. Nell'ultimo trentennio
del
secolo scorso raggiunse una notorietà
internazionale, specialmente nell'ambiente degli
spiritisti,
anche in grazia di numerose opere che furono
tradotte in inglese e in francese quali Spirito,
forza e
materia (1869), Studi sul mondo spiritico
(1874); Episodi della mia vita (1900), Pitture
dall'aldilà
(1905). Nel 1873, con il marito, fondò
l'Associazione spiritista ungherese, di cui fu
presidente. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1354).
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Verrall Margaret (1859-1916). Parapsicologa e
sensitiva inglese, moglie del grecista Arthur
Woollgar Verrall (per questo, secondo l'uso
inglese e americano, è nota come signora A.W.
Verrall),
membro della S.P.R. dal 1889 e del Consiglio
della Società dal 1901, fu tra i più noti
ricercatori dei
primi tempi degli studi sul paranormale in
Inghilterra. Insegnò letterature classiche nel
Newnham
College di Cambridge. Nel 1901 cominciò ad avere
manifestazioni di scrittura automatica e con
questo mezzo ottenne comunicazioni da parte di
membri defunti della S.P.R. tra i quali lo
stesso
Myers di cui era stata molto amica, e col quale
aveva studiato la signora Piper durante il
soggiorno
di lei in Inghilterra.
Il suo nome è rimasto particolarmente legato a
queste esperienze, di cui diede relazioni nel
Proceedings della S.P.R., e al fenomeno delle
corrispondenze incrociate, che la interessò come
sensitiva e come ricercatrice. Per lo studio di
queste corrispondenze aveva organizzato intorno
a sé
un gruppo di sensitive, il cosiddetto gruppo
Verrall, che operavano in contatto con la S.P.R.
con
risultati molto positivi. Inclinò a considerare
i comunicanti dei messaggi automatici come veri
spiriti di defunti, ma affermò sempre che questa
era solo un'ipotesi di lavoro e che, in ogni
caso, le
comunicazioni erano spesso modificate e distorte
dall'intervento dell'inconscio dei medium: «Come
lavoratori che stiano scavando una galleria
dalle due estremità opposte, tra scrosci d'acqua
e altri
rumori, noi cominciamo a udire ogni tanto i
colpi dei picconi dei nostri compagni che
lavorano
dall'altra parte frammisti a quelli di coloro
che lavorano insieme a noi». Fra i suoi numerosi
articoli
apparsi sui Proceedings ricordiamo: Alcuni
esperimenti sull'acquisto di cognizioni
supernormali
(11, 1889); Sulle apparenti sorgenti dei
messaggi subliminali (11, 1895); Note sui
fenomeni di
trance della signora Thompson (17, 1901-03);
Allusioni classiche e letterarie nella trance
della
signora Piper (24, 1910). (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1357).
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Vollhardt Maria. Medium tedesca a effetti
fisici, attiva fra il 1915 e il 1930 e nota per
fenomeni di
movimenti a distanza, levitazioni, apporti,
ectoplasmie e singolari stigmate. Queste
consistevano in
punture, spesso sanguinanti, che apparivano
sulle sue mani rigorosamente controllate: il
dott.
Schwab, che la studiò per due anni, vide più
volte queste stigmate formarsi in piena luce,
escludendo che la medium potesse provocarle
stringendo fra le mani un oggetto pungente. Nel
1925, durante una seduta data dinanzi a uomini
di scienza, due grossi braccialetti apparvero ai
suoi
polsi mentre le mani erano controllate da due
sperimentatori: il prof. Moll sostenne che la
medium
aveva i braccialetti nascosti sotto le maniche e
la querelò per truffa, ma perse la causa. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1365).
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Willett, Signora (Winifred Margaret Serocold
Combe-Tennant, 1874-1956). Medium inglese a
scrittura automatica, il soggetto più dotato del
gruppo Verrall. Moglie del ricco proprietario
terriero
Charles Combe-Tennant, si prestò sempre
gratuitamente e per molti anni fu il soggetto
preferito di
Sir Oliver Lodge, di Gerard William Balfour e
della signora Verrall. Iniziò a scrivere nel
1908, dopo
la morte di sua figlia Daphne e ottenne presto
varie comunicazioni firmate «Myers» (il Myers,
marito di sua cognata, era morto nel 1901);
seguirono altre entità che avevano fatto parte
del gruppo
dei primi indagatori scientifici inglesi: il
Gurney, il Sidgwick, e più tardi alcuni loro
amici come il
prof. Verrall e il prof. Butcher.
Le scritture automatiche della signora Willett,
che per vari anni fu conosciuta solo sotto
questo
pseudonimo, avevano un carattere particolare:
non avvenivano in stato di trance, ma si
formavano
nella sua mente, sempre cosciente, ed ella si
limitava a trascriverle. Sembra che sia stato
questo un
caso unico; sebbene altri medium abbiano scritto
e scrivano in stato di veglia, essi non sanno
mai
quello che scrivono: lasciano che la loro mano
tracci le parole sul foglio e si occupano
d'altro,
leggendo o conversando. La Willett. invece,
seguiva coscientemente il fenomeno: avvertiva
anzitutto la presenza di un'entità pur non
vedendola né udendola, ma riconoscendola
chiaramente;
dopo di che le comunicazioni le si presentavano
nette nella mente senza assumere alcuna forma
sensibile, e a esse rispondeva mentalmente. «Non
ho», scrisse, «l'impressione di un'apparizione
visibile, ma ne sento piuttosto l'essenza». E
altrove: «La presenza di F.W.H. Myers mi si
manifestò
così improvvisa e strana alla coscienza, che
emisi un "oh!" come se avessi urtato qualcuno».
Dalle comunicazioni risultò che le entità Myers
e Gurney volevano di proposito produrre questo
fenomeno: «qualche cosa di nuovo», molto diverso
dall'automatismo scrivente della signora Piper,
la quale non aveva mai coscienza di quello che
scriveva e, per lo più, cadeva in trance. Si
ebbero
così lunghe serie di colloqui tra amici viventi
e defunti, dapprima, fra il 1909 e il 1911, col
Lodge;
poi, per una ventina d'anni, soprattutto col
Balfour; non di rado fra la sola signora Willett
e i
comunicanti. Le entità Myers e Gurney spiegarono
i processi da loro seguiti per comunicare
attraverso la medium, avvertendo che, in genere,
dovevano valersi degli schemi concettuali propri
della signora. Secondo queste entità, in ogni
essere umano vi sono vari gradi di profondità
inconscia
attraverso i quali si attua il passaggio dall'Io
personale, cosciente, all'Io trascendente, che è
l'unico
veramente immortale e che non si manifesta mai
direttamente alla coscienza.
Attraverso la signora Willett e altre medium del
gruppo Verrall si ottennero infine le
corrispondenze
incrociate, ideate, sembra, dall'entità Myers
per dare ai suoi amici una prova decisiva della
sopravvivenza. In particolare la Willett ebbe la
parte principale nel caso famoso dell'Orecchio
di
Dionisio. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1373/1374).
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Williams Bessie.
Medium inglese nota anche come signora
Fitzgerald e signora Russel Davies,
attiva in particolare fra circa il 1880 e il
1890. Le notizie su di lei provengono
soprattutto da
Florence Marryat, che le fu molto amica e che
scrisse di lei nelle sue opere La morte non
esiste
(There Is no Death. 1891) e Il mondo spiritico
(The Spirit World, 1894). II suo controllo
«Gocciadi-
rugiada» («Dewdrop»), che sarebbe stata una
ragazza pellerossa, appariva piuttosto come una
personalità alternante che come una vera e
propria entità spiritica, perché si impadroniva
di lei
anche fuori seduta e la sua presenza poteva
durare anche alcune ore. Al pari di varie altre
personalità alternanti, si divertiva a fare
scherzi alla personalità primaria, che potevano
metterla in
seri imbarazzi, facendola, a esempio, parlare in
indiano ai passeggeri dell'autobus in cui si
trovava, i
quali la prendevano per pazza, o intervenire in
abito da mattino a una serata mondana dove si
comportava bizzarramente. Nella personalità
«Goccia-di-rugiada», Bessie acquistava notevoli
doti
di chiaroveggenza nel passato, nel presente e
nel futuro e doti di guaritrice facendo diagnosi
molto
esatte. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1374).
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Williams Charles.
Medium inglese a effetti fisici, attivo fra il
1870 e il 1880, che operò, in genere,
insieme al medium Frank Herne. I due iniziarono
le loro sedute a Londra, nella casa del Williams
al
n° 61 di Lamb’s Conduit Street, presentati dalla
Guppy; e qui, il 3 giugno 1871, avvenne il
famoso
trasporto della signora Guppy, la quale, dalla
sua casa in Highbury, a tre miglia di distanza,
fu
trasportata, in stato di trance, in quella del
Williams, alla presenza di otto persone. Pare
che in
precedenza Herne fosse stato trasportato più
volte in casa della Guppy. Sulla genuinità di
questi
fenomeni non è mai stata fatta piena luce,
sebbene i presenti abbiano lasciato
testimonianze scritte.
Certo è che, accanto a manifestazioni imponenti
di questo genere, ve ne furono altre molto
modeste
o molto dubbie. Operando con Stainton Moses, a
esempio, il Williams diede sempre risultati
modestissimi, e il Moses rimase molto diffidente
nei suoi riguardi. Tra i fantasmi materializzati
da
lui prodotti vi era quello di John King, il
quale, a Parigi, nel 1874, afferrato da uno dei
presenti,
riuscì a sfuggirgli lasciandogli nelle mani un
frammento della sua veste.
Nel 1878 un comitato di ricerca nominato dalla
British National Association of Spiritualists
costruì
un gabinetto medianico nel quale un apparecchio
registrava automaticamente il peso del medium:
si
accertò che, durante le materializzazioni, il
Williams poteva perdere fino a 100 libbre di
peso. Nello
stesso anno, ad Amsterdam, dove il Williams si
produceva con un altro medium, A. Rita, un
fantasma materializzato fu afferrato e risultò
essere il Rita stesso; sulle persone dei due
furono
trovati vari fazzoletti, una bottiglia di olio
fosforescente, qualche metro di mussolina
bianca, una
finta barba nera. In compenso, in Russia, uno
sperimentatore serio e attento come il prof.
Boutlerov,
il quale aveva già sperimentato con Home,
credette di potere riconoscere, insieme
all’Aksakov, la
genuinità dei suoi fenomeni. Secondo l’Aksakov,
anche il Crookes sperimentò con Williams e ne fu
convinto. Rimane molto difficile, oggi, farsi
un'idea chiara di questi medium molto contestati
che
alternarono fenomeni apparentemente imponenti e
persuasivi con insuccessi clamorosi. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1374/1375).
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Wiro
(Natale Cerana, n. 1920). Medium italiano a
scrittura e pittura automatiche. Dagli undici ai
diciotto anni ebbe visioni che poi scomparvero;
a ventotto anni cominciò a dipingere, per lo più
a
pastello, in stato di semi trance o trance
completa; e ha partecipato ad alcune mostre. La
sua
produzione non è però molto abbondante perché,
mentre entra in uno stato di assoluta pace
quando
opera, finito il lavoro segue un periodo, anche
lungo, di disturbi nervosi. Talora le sue opere
hanno
avuto carattere premonitorio come nel disegno
del disastro aereo di Superga (4 maggio 1949),
in cui
peri l’intera squadra calcistica del Torino. I
suoi dipinti hanno in genere una tonalità grigia
di irreale
luminosità e vengono, o meglio venivano
eseguiti, perché negli
ultimi anni la sua capacità è scomparsa, in
tempo brevissimo. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1375).
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Wood C.E. (1855-?). Medium inglese a
materializzazione, della quale si valse, dal
1873 al 1876, la
Società Spiritista di Newcastle. Cominciò col
produrre fenomeni psicocinetici e fantasmi
parzialmente materializzati, che si presentarono
infine a figura completa. T.B. Barkas, che
sperimentò anche con la D’Espérance, scrisse di
lei, nel Medium and Daybreak del 4 maggio 1877:
«Ho visto, con la medianità della signorina
Wood, in una casa privata, forme viventi uscire
dal
gabinetto medianico, al di fuori di ogni
possibilità di frode. Ho visto fanciulli, uomini
e donne di
varie età da lei prodotti, e ho visto una forma
materializzata insieme alla stessa medium. Un
fanciullo è rimasto al mio fianco per circa
mezz’ora: mi ha passato un bracciò intorno al
collo e mi
ha permesso di fare altrettanto, ha respirato
sul mio volto, mi ha accarezzato come qualsiasi
fanciullo avrebbe potuto fare con suo padre. E
tutto ciò non al buio ma in piena luce, alla
presenza
di professori di una delle principali università
del nostro regno (l'università di Newcastle). In
queste
condizioni, e dopo avere toccato la forma
psichica, l’ho vista smaterializzarsi e svanire
nel centro
della stanza». Lo Smedley, nei suoi Ricordi
scrive di avere visto il fantasma «Bennie»,
mentre la
Wood era chiusa in una gabbia, immergere il suo
piede sinistro nella paraffina e ricavarne uno
stampo perfetto che lui stesso diede a uno dei
presenti.
Con tutto ciò, nel 1877, un fantasma prodotto
dalla medium fu afferrato e risultò essere la
stessa
Wood. L’anno successivo la medium fu studiata
dal prof. Sidgwick all’università di Cambridge e
in
casa di Arthur Balfour, alla presenza del Myers
e del Gurney. Il Wallace, nella sua opera
autobiografica La mia vita (My Life, 1905),
scrive di avere visto le note del Myers su
queste sedute,
note che non furono pubblicate: la medium fu
distesa su di un materasso con le mani legate da
un
nastro i cui capi vennero sigillati al suolo; e
tuttavia si ebbero fenomeni di
materializzazione. Nel
1882, comunque, la Wood fu nuovamente
smascherata a Pietroburgo: l'entità
materializzata Poka,
una bambina indiana, si rivelò essere la medium
stessa, in ginocchio e avvolta in veli di
mussolina.
Il Fodor nota che questo episodio non si può
conciliare con descrizioni come quella di Morrel
Theobald nel suo libro Operatori spiritici nel
Circolo familiare (Spirit Workers in the Home
Circle),
in cui egli scrive che Poka, «un vivace
spiritello alto tre piedi» uscì dal gabinetto
medianico e si
avvicinò a sua moglie abbracciandola e
baciandola: poi si ritirò dopo avere stretto
affettuosamente
la mano ai presenti. Ancora una volta, per quel
che riguarda i medium a effetti fisici di questo
singolare periodo, fra il 1870 e il '90, ci
troviamo dinanzi a resoconti assolutamente
contraddittori e
inconciliabili. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagine 1375/1377).
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Wriedt Etta (1859-1942). Medium
professionista americana a voce diretta e
fenomeni fisici,
produceva più voci contemporaneamente, le quali
spesso parlavano in varie lingue: olandese,
tedesco, francese, spagnolo, norvegese, arabo,
serbo, croato. L’ammiraglio Moore riferisce di
avere
udito, una volta, tre voci che gli parlavano in
egual tempo, l’una in un orecchio, l’altra
nell'altro e la
terza nella tromba medianica. Andò cinque volte
in Inghilterra fra il 1911 e il 1919, dando
numerose
sedute, alcune in piena luce.
Durante le sedute della signora Wriedt si
avevano anche altri fenomeni: forme e dischi
luminosi,
materializzazione di cani che latravano, fiori
che venivano tolti dai vasi e portati nelle mani
dei
presenti, venti freddi, leggere aspersioni di
acqua ecc. Le voci erano quasi sempre di defunti
conosciuti da qualcuno dei presenti e davano il
loro nome attraverso la medium che lo vedeva
tracciato nell’aria. Sir William Barrett potè
così parlare col defunto Sidgwick, il quale
spiegò che
nella nuova esistenza aveva perso il difetto di
balbettare. La Wriedt non fu mai colta in frode
né mai
seriamente contestata. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1377)
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Zancig Julius (1857-1929). Sensitivo inglese da
palcoscenico, che, con sua moglie, fece molto
parlare di sé nei primi anni del nostro secolo.
La vera sensitiva sarebbe stata la signora
Zancig, ma,
evidentemente, la coppia si era formata, in un
senso o in un altro, un particolare allenamento.
Bastava che il marito leggesse in un libro o in
un giornale, che gli venivano dati dal pubblico,
una
frase, un numero o una parola, perché la moglie,
rimasta sul palcoscenico, li ripetesse. Nel 1907
i
due furono studiati dalla Società per la Ricerca
Psichica di Londra, che parve ammettere la
genuinità del fenomeno telepatico pur ammettendo
la possibilità di una frode. Harry Price, nel
suo
libro su Rudi Schneider (1930), parla degli
Zancig e afferma che essi si valevano di un
codice, ma
così complesso che, per potersene valere alla
perfezione, avevano impiegato anni di lavoro e
dovevano continuare a tenersi in esercizio per
alcune ore al giorno. Will Goldston, nel libro
Racconti sensazionali di uomini del mistero
(Sensational Tales of Mystery Men, 1929) parla
egualmente di un codice quanto mai intricato
grazie al quale Julius era in grado di
trasmettere alla
moglie tutto ciò che volesse. Occasionalmente si
sarebbero valsi anche dell’aiuto di compari, e
con
tale destrezza che sarebbe stato assolutamente
impossibile scoprire l'inganno. Tutto ciò è
molto
probabile, ma nessuno ha mai rivelato quale
fosse questo codice. (U.D.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1393)
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Zuccarini Amedeo. Medium bolognese a effetti
fisici, attivo nel primo ventennio del nostro
secolo,
studiato da L. Patrizi, professore di fisiologia
dell’università di Modena, e dal prof. Murani
del
Politecnico di Milano. Fotografie ottenute col
lampo di magnesio lo mostrano levitato nell’aria
senza alcun sostegno. Operava in trance e aveva
due controlli: un suo fratello defunto e un
medico
vissuto nel Seicento. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
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ARMENIA EDITORE (pagina 1400)
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Zügun Eleonora (n.
1914). Sensitiva romena che fece parlare di sé
la stampa fra il 1925 e il 1928
per i suoi fenomeni di Poltergeist e di
stigmate. Era una contadinella del villaggio di
Talpa: creduta
indemoniata fu dapprima chiusa in un asilo, poi
ospitata a Vienna dalla contessa
Wassilk-Serecki,
che scrisse su di lei il libro Il fantasma di
Talpa (Der Spuk von Talpa, 1926). I suoi
fenomeni
consistevano in movimenti a distanza, in
apporti, specialmente di monete, e in stigmate
che le
apparivano sul volto e sulle braccia. Portata
dalla contessa a Londra, fu studiata da H.
Price, che
considerò genuini i fenomeni e ne scrisse sul
Journal della A.S.P.R. (agosto 1926). Dopo i
quattordici anni Eleonora perse totalmente i
suoi poteri. (R.)
Fonte: L'Uomo e l'ignoto: enciclopedia di
parapsicologia e dell'insolito diretta da Ugo
Dettore -
ARMENIA EDITORE (pagina 1400).
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